Tassazione ed efficienza Capitolo 15 Tassazione ed efficienza
Ancora una volta cominciamo con un esempio… Mario Rossi è un cittadino che consuma 10 gelati la settimana al costo di 1 euro ciascuno. Il legislatore decide di tassare il consumo di gelati con un’imposta pari al 25% del prezzo. Mario dovrebbe ora pagare il suo gelato 1,25 euro, invece decide di non consumarne più e di spendere i 10 euro la settimana in altri beni. Ovviamente, se Mario non consuma più gelati il gettito che Mario versa allo Stato è pari a zero. Possiamo concludere che l’introduzione del tributo non ha avuto alcun effetto sul signor Rossi? NO! Mario ora sta peggio perché a causa dell’imposta consuma un paniere di beni per lui meno soddisfacente: prima dell’imposta Mario poteva scegliere di non consumare gelati, ma aveva scelto di acquistarne dieci la settimana dimostrando così che li preferiva ad altri beni.
L’eccesso di pressione tributaria L’introduzione di un tributo altera le decisioni degli agenti economici La perdita di benessere che ne deriva si va a aggiungere alla perdita di benessere che è dovuta al versamento del tributo stesso Questa perdita di benessere aggiuntiva è detta eccesso di pressione tributaria. L’eccesso di pressione tributaria genera una perdita di benessere della collettività, mentre invece la perdita dovuta al prelievo fiscale generalmente no, in quanto il prelievo viene usato per finanziare spesa pubblica
Richiami di micro Nel problema di scelta del consumatore, la variazione di uno dei due prezzi comporta una variazione della scelta ottima Questa variazione può essere interpretata come il risultato di due effetti distinti: effetto di reddito: il consumatore fronteggia beni più cari; essendo diventato più «povero», si troverà su una curva di indifferenza più bassa effetto di sostituzione: il consumatore tenderà a sostituire unità del bene divenuto più caro con unità dell’altro bene, ora «relativamente» più economico. y E’ y’ E’’ y’’ E0 y0 x x’’ x0 x’
Richiami di micro - 2 Graficamente, se il prezzo del bene x aumenta, il vincolo di bilancio ruota come nella figura Di conseguenza, la scelta ottima passa da E’ a E’’ Per distinguere i due effetti, basta costruire un vincolo di bilancio che, ai vecchi prezzi, induce il consumatore a scegliere un paniere lungo la nuova curva di indifferenza Il passaggio da E’ a E0 è il risultato dell’effetto reddito Il passaggio da E0 a E’’ è il risultato dell’effetto di sostituzione y E’ y’ E’’ y’’ E0 y0 x x’’ x0 x’
Richiami di micro - 3 y x E’ y’ E’’ y’’ E0 y0 x’’ x0 x’ Possiamo misurare la riduzione di benessere che il consumatore sopporta a seguito dell’aumento del prezzo ? Una misura monetaria di questa riduzione di benessere è data dalla VARIAZIONE EQUIVALENTE Questa è la quantità di reddito che dovrebbe essere sottratta all’individuo PRIMA DELLA VARIAZIONE DEI PREZZI per farlo trovare sullo stesso livello di utilità su cui si trova DOPO LA VARIAZIONE DEI PREZZI In altre parole, per il consumatore, questa riduzione di reddito o la variazione del prezzo sono EQUIVALENTI in termini di utilità La variazione equivalente è esattamente la riduzione di reddito che genera l’effetto reddito, ovvero la distanza verticale fra le il vincolo rosso e il verde tratteggiato (linea gialla) y E’ y’ E’’ y’’ E0 y0 x x’’ x0 x’
Imposte e scelte di consumo Possiamo studiare gli effetti di una imposta sui beni sulla scelta del consumatore utilizzando gli stessi strumenti Ipotizziamo che venga introdotta una imposta ad valorem con aliquota t sul bene x Ipotizziamo che py=1 e px=p Il nuovo prezzo pagato dal consumatore per ogni unità del bene x è p(1+t) La pendenza del vincolo di bilancio passa da -p a –p(1+t) Per ogni paniere scelto dal consumatore (E’’), la distanza verticale fra i vincoli di bilancio rappresenta il gettito dell’imposta (E’E’’) y E’ y’ E’’ y’’ x x’’
Imposte e scelte di consumo - 2 Con l’applicazione dell’imposta, la scelta ottima passa da E’ a E’’ Il consumatore paga sul mercato y + p x per i beni acquistati e all’erario p t x = BE’’ L’effetto sul benessere del consumatore è ancora una volta misurabile tramite la variazione equivalente Ay’ Esistono altre imposte che hanno lo stesso effetto sul benessere del consumatore e danno un maggior gettito?? La risposta è molto semplice: imposta sul reddito in somma fissa pari a Ay’ Questa imposta causa la medesima perdita di benessere genera maggior gettito il gettito è uguale alla variazione equivalente, ovvero la riduzione di utilità del consumatore si trasforma TUTTA in gettito Il gettito «perso» CE’’ a parità di riduzione di utilità è detto «eccesso di pressione» y A B E’ y’ E’’ y’’ C E0 y0 x x’’ x0 x’
Eccesso di pressione Cosa genera l’eccesso di pressione? L’eccesso di pressione è causata dalla possibilità del consumatore di sostituire il bene tassato con il bene non tassato: effetto sostituzione L’imposta in somma fissa è una forma di tassazione che prevede il pagamento di un importo stabilito indipendentemente dal comportamento del contribuente: non causa un effetto di sostituzione e quindi eccesso di pressione Attenzione: nel nostro grafico, si avrebbe avuto lo stesso effetto con un’imposta sul reddito. Questa imposta avrebbe però causato un effetto di sostituzione (e quindi eccesso di pressione) nel mercato del lavoro Con l‘introduzione di un’imposta sul reddito, il soggetto avrebbe sostituito lavoro (diventato più costoso, ovvero meno remunerativo) con tempo libero (lo vedremo nelle prossime lezioni)
Imposte e eccesso di pressione L’imposta in somma fissa non genera eccesso di pressione ma è uno strumento poco attraente in quanto fortemente regressivo Visto che tutti pagano le stessa somma indipendentemente dalla loro condizione economica, il debito d’imposta si riduce all’aumentare del reddito Nel 1990 Margaret Thatcher, primo ministro britannico introdusse un’imposta capitaria fissa (poll tax) per finanziare le autorità locali L’imposta ideale è sulla «capacità contributiva» di ogni soggetto Non genera effetto di sostituzione, in quanto non dipende dalle scelte degli individui in termini di consumo e offerta di lavoro Può essere disegnata progressiva/proporzionale/regressiva in termini di capacità contributiva Tuttavia, non può essere disegnata progressiva/proporzionale/ regressiva in termini di reddito
Imposte e eccesso di pressione - 2 Da quanto discusso finora: L’eccesso di pressione è presenta anche nel caso estremo in cui, l’introduzione di un’imposta sui beni non genera una variazione della quantità del bene tassato. Il saggio marginale di sostituzione del consumatore è comunque modificato dall’introduzione dell’imposta L’eccesso di pressione si ha non solo con imposte sui beni di consumo, ma ovunque viene applicata un’imposta che modifica i rapporto fra i prezzi Imposte sul reddito Sussidi Ecc
Imposte e eccesso di pressione - 2
Una misura dell’eccesso di pressione L’eccesso di pressione può essere misurato in diverse maniere Una prima misura era rappresentata dalla differenza di gettito rispetto ad una imposta non distorsiva E’ possibile però misurare anche l’effetto sul benessere del consumatore Ricordiamo che l’eccesso di pressione è legato all’effetto sostituzione, ovvero al fatto che, indipendentemente dalla riduzione di benessere dovuta alla variazione del livello dei prezzi, cambia il rapporto fra i prezzi dei bene e il consumatore sostituisce il bene diventato più caro con quello più economico Abbiamo uno strumento che registra solo l’effetto di sostituzione? Si: la curva di domanda compensata Ci dice come varia la domanda del consumatore al variare del prezzo di un bene quando, ad ogni variazione di prezzo, il consumatore è COMPENSATO da una variazione di reddito che gli garantisce il livello di utilità iniziale
Domanda «normale» e compensata x y p E’ x’ p’ E’’ x’’ D(p) x y p E x’ p’ E’ x’’ D(p) Ec xc Dc(p)
Calcolo dell’eccesso di pressione Curva di domanda compensata e, per semplificare, curva di offerta orizzontale Equilibrio prima dell’imposta nel punto i, con quantità scambiata q1 al prezzo P0 Con l’imposta il prezzo diventa P0(1+t) e la quantità scambiata q2 Il surplus del consumatore si riduce dell’area gfih Il gettito è pari a gfhd L’area fdi è l’eccesso di pressione misura dell’eccesso di pressione è: Si osserva che l’eccesso di pressione è tanto più alto : quanto più alta è l’elasticità delle domanda; tanto maggiore è la spesa iniziale per il bene su cui grava il tributo tanto maggiore è l’aliquota fiscale L’eccesso di pressione aumenta con il quadrato dell’aliquota
Calcolo dell’eccesso di pressione - 2 Come si ottiene la formula dell’eccesso di pressione? La otteniamo basandoci sul fatto che fid è un triangolo area fid = ½ x base x altezza = ½ x Δq x Δp = ½ x Δq x (t P0) Ricordando che la formula dell’ elasticità è η = (Δq/Δp) x (P0/q1) Risolvo per Δq e sostituisco Δq = η (q1/P0) Δp = η (q1/P0) (t P0) = η q1 t Quindi area fid = ½ x Δq x (t P0) = ½ x (η q1 t) x (t P0) = ½ η x (q1 P0) x t2 Se la curva di offerta non fosse orizzontale, dovremmo tener conto anche dell’elasticità dell’offerta
Effetti distorsivi delle imposte Abbiamo visto come le imposte sui beni generino distorsione nelle scelte di consumo Questo è un esempio di un fenomeno più generale causato dalla maggior parte delle imposte Vediamo ora gli effetti delle imposte personali sul reddito sulle decisioni riguardanti l’offerta di lavoro;
La scelta tra lavoro e tempo libero (ricordate?) Ricordiamo il caso delle scelte di lavoro di un individuo Esistono due soli beni: Denaro tempo libero Ogni soggetto ha a disposizione una quantità massima di tempo (giornaliero, mensile, ecc) che può allocare fra tempo libero e lavoro Il reddito dipende dalla quantità di lavoro fatta (e sottratta al tempo libero) R = w L = w (T – TL) La pendenza del vincolo di bilancio è il salario
La scelta tra lavoro e tempo libero (ricordate?) Se immaginiamo delle «normali» preferenze fra reddito e tempo libero, possiamo studiare il problema di scelta del soggetto nella maniera tradizionale Il ns soggetto sceglie la combinazione E1 dove Tempo libero pari a OF Lavoro è pari a FT Reddito è pari a OG = w FT
Tassazione e offerta di lavoro Se viene applicata un’imposta sul salario, il vincolo di bilancio ruota: la nuova pendenza è ora –(1-t)s La nuova scelta ottima del soggetto è tale che questo riduce la sua offerta di lavoro da FT a IT ore. Come abbiamo visto nel caso di tassazione sui beni, questa variazione è il frutto congiunto effetto di sostituzione: l’imposta riduce il salario netto e il costo opportunità del tempo libero diminuisce. Si tende a sostituire il lavoro con il tempo libero riducendo l’offerta di lavoro. effetto reddito: l’imposta riduce il reddito individuale e, se il tempo libero è un bene normale, questa perdita di reddito porta a una riduzione del consumo di tempo libero, ceteris paribus, aumentando quindi l’offerta di lavoro
Tassazione e offerta di lavoro - 2 E’ sempre vero che un individuo “razionale” riduce sempre l’offerta di lavoro se viene introdotta un’imposta sul salario? Non sorprendentemente, NO! Se le preferenze sono diverse, la stessa imposta può indurre un aumento dell’offerta di lavoro Nel grafico è rappresentato un altro soggetto che ha esattamente gli stessi vincoli di bilancio del precedente, e che prima dell’imposta lavorava il suo stesso numero di ore. A seguito dell’applicazione dell’ imposta, il nostro soggetto aumenta le ore di lavoro da FT a JT.
Tassazione e offerta di lavoro - 3 Questa ambiguità non è sorprendente, in quanto generata da come le preferenza individuali modellano l’effetto sostituzione e l’effetto reddito. I due effetti agiscono in direzione opposta e la teoria, da sola, non è in grado di prevedere quale dei due prevarrà. L’imposta sul salario genera «eccesso di pressione» in quanto dà un gettito inferiore di una imposta in somma fissa che riduce l’utilità del soggetto nella stessa misura Come nel caso dei beni di consumo, la perdita di benessere è generata dall’effetto di sostituzione ed è tanto maggiore tanto maggiore è l’aliquota d’imposta marginale. Questo in quanto, all’aumentare dell’aliquota d’imposta, si modifica in maniera maggiore il rapporto fra i prezzi e aumenta l’effetto sostituzione
Imposte sul reddito e aliquote marginali Rappresentiamo Imposta proporzionale sul reddito T1 = t1 Y Imposta progressiva sul reddito T2 = t2 (Y – Y°) A parità di gettito, l’aliquota marginale dell’imposta progressiva è chiaramente MAGGIORE dell’aliquota d’imposta dell’imposta proporzionale L’effetto sui prezzi relativi di lavoro e tempo libero è quindi maggiore E’ quindi maggiore l’effetto sostituzione E’ quindi maggiore anche l’eccesso di pressione Y t t2 t1 =t1m Y
Imposte sul reddito e eccesso di pressione Vediamo come diverse imposte sul reddito dal lavoro generino diversi livelli di gettito a parità di sottrazione di utilità (ovvero, diversi eccessi di pressione) Confrontiamo diversi tipi di imposte somma fissa (nera tratteggiata) proporzionale (verde) progressiva (sussidio + imposta proporzionale) (blu) Queste imposte causano la medesima perdita di benessere ma l’eccesso di pressione è massimo con imp. Progressiva L’eccesso di pressione è legato all’aliquota marginale: tanto più alta è l’aliquota marginale, tanto maggiore è l’effetto sostituzione, tanto maggiore è l’eccesso di pressione y E A B C T a b c e
Altra forma di imposta progressiva