Indicatori congiunturali Gli indicatori qualitativi
Gli indicatori congiunturali Due categorie: misurano la dinamica effettiva - derivano da indagini quantitative - sono espressi in forma di numeri indici (mensili) registrano le aspettative - derivano da inchieste di opinione - espressi in termini qualitativi (aumento, stazionarietà, diminuzione)
Indicatori qualitativi Gli indicatori qualitativi sono ricavati da indagini svolte presso gli operatori. Si suddividono essenzialmente in due famiglie: Indagini presso le famiglie Indagini presso le imprese Hanno il pregio di una maggiore tempestività nella diffusione dei dati (in genere l’indagine è condotta ad inizio mese ed il dato è disponibile entro la fine del mese). Ad esempio, a fine febbraio conosciamo il clima di fiducia delle imprese di febbraio, mentre l’indice di produzione industriale è ancora fermo a dicembre). Solitamente si tratta di dati con frequenza mensile. La disponibilità di dati molto aggiornati spiega perché questi indicatori siano guardati con grande attenzione dai mercati. 3
Indicatori congiunturali qualitativi Sono calcolati a seguito di inchieste o sondaggi di opinione rivolte agli operatori economici (imprese, ma anche famiglie): a cadenza mensile: ISAE a cadenza trimestrale: Unioncamere Le principali raccomandazioni della Commissione UE sul programma armonizzato delle indagini congiunturali qualitative riguardano essenzialmente i seguenti aspetti: la scelta delle domande, la forma grafica del questionario, la scelta del campione, il calcolo dei risultati, la presentazione dei dati.
a) Scelta delle domande La lista delle domande “chiave” per rilevazioni a cadenza mensile condotte presso le imprese, in particolare del settore industriale, comprende in linea principale: la tendenza attuale della produzione, il giudizio sugli ordini totali, il giudizio sugli ordini dall’estero, il giudizio sulle scorte di prodotti finiti, la tendenza futura dei prezzi di vendita. 5
b) Forma grafica del questionario La prima caratteristica del questionario deve essere la semplicità, così da favorire la partecipazione dei rispondenti e minimizzare il carico posto su di loro. Tutte le domande sono a risposta multipla e il rispondente può normalmente indicare solo una risposta. Per la forma generale nella quale le domande sono poste viene suggerita la seguente: • per il livello: alto, medio, basso; oppure: superiore al normale, normale, inferiore al normale; oppure più che adeguato, adeguato, meno che adeguato: • per i quesiti che richiedono la valutazione di una tendenza, passata o futura, si propongono normalmente le seguenti possibili risposte: aumento, stazionarietà, diminuzione; oppure: miglioramento, stabilità, peggioramento. 6
c) Scelta del campione La scelta del campione dovrebbe mediare esigenze di carattere metodologico, di copertura settoriale, di costo, ecc. In generale il campione dovrebbe essere: 1) estratto con criteri di casualità (anche sulla base di schemi a più stadi) da un universo aggiornato ed esaustivo; 2) concentrato, per le imprese plurilocalizzate, sull'unità locale di attività economica, definita come “un’impresa (o parte di essa) che è impegnata in un solo tipo di attività produttiva (o per la quale l’attività principale copra gran parte del valore aggiunto)”; 3) stratificato (ad es. per forma legale, dimensione, localizzazione e altre caratteristiche rilevanti); 4) aggiornato a cadenza annuale in funzione del target universe per cogliere sia la natimortalità sia l’evoluzione dimensionale e merceologica delle diverse imprese. 7
d) Calcolo dei risultati Il modo normale di utilizzare le risposte fornite dagli intervistati – nel caso di domande qualitative a risposta multipla – è quello di calcolare, per ciascun periodo di tempo e per ciascuno strato, la distribuzione di frequenza delle risposte e poi espandere all’universo questi valori utilizzando opportuni pesi. Ad esempio, nel caso di una domanda sul livello degli ordinativi totali, per ogni cella del campione si calcoleranno le percentuali di imprese che hanno risposto “alto” e di quelle che hanno indicato un livello “normale” o un livello “basso”: tali valori vengono poi riportati all’universo con opportuni coefficienti. P(+) = R(+) / R P(=) = R(=) / R P(-) = R(-) / R 8
e) Presentazione dei risultati Poiché per ciascun quesito sono disponibili tre o più modalità di risposta, la presentazione dei risultati aggregati richiede alcuni accorgimenti volti a massimizzare l’interpretabilità degli stessi. Per calcolare, a partire dalle distribuzioni di frequenza riportate all’universo, una misura sintetica di carattere quantitativo, viene utilizzato normalmente il cosiddetto “saldo”, che viene determinato come differenza tra la percentuale di intervistati che hanno indicato una tendenza positiva della variabile di cui si tratta e quella relativa alla tendenza opposta S = P(+) – P(-) 9
Indicatori congiunturali qualitativi Domande su: stato corrente dei principali fenomeni economici (produzione, domanda, scorte …) aspettative a breve (anche su fenomeni fuori dal controllo del singolo operatore (tasso di inflazione, disoccupazione …) Risposte qualitative: livello attuale: alto, normale, basso aspettative: aumento, stazionarietà, diminuzione
saldi: differenza tra frequenze positive (alto o aumento) Risultati in forma quantitativa: saldi: differenza tra frequenze positive (alto o aumento) e negative (basso o diminuzione) indicatori del clima di fiducia: sintesi (media) di saldi relativi a diversi fenomeni In generale, gli indicatori qualitativi vengono diffusi nella forma di un indice “generale” che sintetizza diversi sottoindici. Alcuni dei sottoindici possono avere proprietà di anticipazione degli andamenti di breve di altre variabili quantitative. Ad esempio: conosciamo la produzione industriale al tempo t, xt ,, e disponiamo delle indagini presso le imprese industriali del mese t+1 e t+2, st+1 e st+2 Se s anticipa x di due mesi, potremo fare previsioni su xt+1 , xt+2 , xt+3 , xt+4 . 11
Le inchieste congiunturali ISAE Inchieste mensili su panel di imprese: manifatturiere del settore delle costruzioni del commercio al minuto dei servizi Inchiesta sui consumatori Indicatori del clima di fiducia di: imprese manifatturiere e del commercio al dettaglio dei consumatori
Inchiesta mensile sui consumatori Ogni mese, 2000 differenti consumatori italiani sono intervistati dall’ISAE riguardo alla situazione complessiva dell’economia e alla propria situazione personale. Le domande richiedono giudizi e previsioni di tipo qualitativo sulla situazione economica dell’Italia, l'occupazione, la situazione economica della famiglia, la convenienza al risparmio, le intenzioni di spesa e previsioni di acquisto di alcuni dei principali beni durevoli. A partire da tali dati l’ISAE elabora mensilmente un indicatore del clima di fiducia dei consumatori. I dati sno diffusi nell’ultima decade del mese. 13
Indicatori del clima di fiducia - Esempio Clima di fiducia dei consumatori: Media aritmetica dei saldi destagionalizzati delle risposte a 9 quesiti per valutare l’ottimismo/pessimismo dei consumatori Grafico
Inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere ed estrattive L’evoluzione congiunturale del settore manifatturiero in Italia viene analizzata attraverso la consultazione di un panel ragionato di 4000 imprese italiane. Le principali domande dell'inchiesta riguardano i giudizi su ordini, produzione e scorte (relativi al mese corrente) e le previsioni per i successivi tre mesi su ordini, produzione, prezzi e situazione economica generale del paese. Trimestralmente l’ISAE pone ulteriori domande, fra cui quella sul grado di utilizzo degli impianti. Ogni tre mesi viene inoltre rilevato l’andamento delle esportazioni. L’inchiesta fornisce inoltre informazioni semestrali (ad aprile e novembre) relative agli investimenti effettuati dalle imprese; A partire dai risultati dell’indagine, l’ISAE elabora un indicatore del clima di fiducia delle imprese. I dati sono diffusi nell'ultima decade di ogni mese e si riferiscono al mese corrente. 15
Indici di fiducia dei consumatori Stati Uniti - esistono due survey principali Conference Board University of Michigan Notate: L’andamento del clima di fiducia tende a rispecchiare l’andamento del ciclo. 18
..... Gli indici di fiducia dei consumatori sono delle buone rappresentazioni sintetiche dello stato del ciclo. Non hanno però particolari proprietà quali anticipatori dei comportamenti. In effetti, tendono a risentire molto delle condizioni del mercato del lavoro e la disoccupazione è un indicatore ritardato dello stato del ciclo economico. 19
..... 20
Ciclo Italiano e indice di fiducia delle famiglie (IFC) 21
Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori La relazione causale tuttavia difficile da definire: è l’indice di fiducia che influenza i consumi e quindi il ciclo, o viceversa? 22
Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori Inserendo un termine AR(1) si ottiene peraltro una buona approssimazione tra la dinamica dell’IFC e quella del PIL. 23
Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori Quando si inserendo il termine AR(1), peraltro, la miglior correlazione tra dinamica dell’IFC e del PIL è quella in cui si utilizzano le variazioni dell’indice, con un ritardo di un trimestre. 24
Ciclo Italiano e fiducia dei consumatori Il fit della regressione è abbastanza buono; ma attenzione alle previsioni (forecast) quando si utilizzano termini autoregressivi! 25
Fiducia dei consumatori e crescita del PIL Anche con dati annuali si constata l’esistenza di una discreta correlazione tra dinamica del PIL e fiducia dei consumatori, con l’indice sia in livelli sia in variazioni percentuali (R2=0,46) 26
Fiducia dei consumatori e crescita dei consumi Una correlazione analoga si ottiene con la dinamica dei consumi– ora però solo con l’indice in livelli (R2=0,45), anziché nelle sue variazioni (R2=0,31) 27
Indici di fiducia dei consumatori Principali indagini presso le famiglie per i maggiori paesi europei Ifo - Germania Insée - Francia Isae - Italia I risultati delle indagini sono poi diffusi in forma omogenea per tutti i paesi dall’Eurostat 28
Componenti della consumer confidence Componenti della consumer confidence europea Dati Eurostat disponibili come serie aggregate e per i 15 FINANCIAL SITUATION NEXT 12 MTH. ECONOMIC SITUATION NEXT 12 MTH. UNEMPLOYMENT NEXT 12 MONTHS SAVINGS OVER NEXT 12 MONTHS FINANCIAL SITUATION LAST 12 MTH ECONOMIC SITUATION LAST 12 MTH. SAVINGS AT PRESENT MAJOR PURCH. OVER NEXT 12 MONTHS MAJOR PURCHASES AT PRESENT PRICES NEXT 12 MONTHS PRICES LAST 12 MONTHS 29
Applicazione 1 Inflazione effettiva e “percepita” dalle famiglie in Europa Dalla componente della survey sui giudizi circa i “prices in last months” desumiamo una indicazione circa alcuni fattori che potrebbero spiegare i comportamenti delle famiglie. Notate l’anomala divaricazione fra i due indicatori avvenuta dopo l’introduzione dell’euro 30
..... Il confronto fra paesi consente in questo caso di evidenziare come l’innalzamento dell’inflazione percepita abbia interessato solo i paesi dove è stato introdotto l’euro 31
...... Il disallineamento fra i giudizi sull’inflazione passata e quella futura ci segnala come le famiglie europee abbiano percepito uno shock sui prezzi, ma di carattere transitorio. 32
...... Anche in Italia il disallineamento fra inflazione percepita ed effettiva ha carattere transitorio. 33
Indici di fiducia delle imprese Componenti della industrial confidence europea Dati Eurostat disponibili come serie aggregate e per i 15 paesi UE PRODUCTION TRENDS IN RECENT MTH. ORDER BOOK POSITION EXPORT ORDER BOOK POSITION STOCKS OF FINISHED GOODS PROD. EXPECTATION FOR MTH. AHEAD SELLING PRC. EXPECT. MTH. AHEAD EMP. EXPECTATIONS FOR MO. AHEAD CURRENT PRODUCTION CAPACITY MTH. PROD. ASSURED BY ORDER BOOK NEW ORDER PSTN. IN RECENT MONTHS EXPORT EXPECTATION FOR MO. AHEAD CAPACITY UTILISATION LIMITS TO PRODUCTION 34
..... Stati Uniti: componenti della survey ISM (Institute for Supply Management) PRODUCTION NEW ORDERS SUPPLIER DELIVERIES INVENTORIES EMPLOYMENT PRICES PAID EXPORT ORDERS IMPORTS BACKLOG OF ORDERS 35
Applicazione 2 Gli indicatori di fiducia delle imprese normalmente forniscono una buona rappresentazione del ciclo. 36
..... Si tratta di indicatori utili anche per confrontare la posizione ciclica di diversi paesi. Notate, ad es., lo sfasamento fra Italia e Germania del ‘90-’91 legato al boom tedesco post-unificazione. 37
..... Nel confronto fra paesi è consigliabile guardare all’andamento delle variabili piuttosto che al loro livello, che può riflettere anche differenze nella metodologia che diversi paesi utilizzano per l’indagine. Ad es. se rappresentiamo le due variabili del grafico precedente su una medesima scala, potremmo ritenere che le imprese italiane sono sistematicamente più ottimiste di quelle tedesche.... 38
..... Se proprio si desidera disporre di una misura che consenta di confrontare gli indicatori di confidence sui livelli (ad es. perché si vogliono aggregare due serie) si può procedere “standardizzando” le serie storiche (basta sottrarre a ciascuna serie storica la propria media e dividere per la propria deviazione standard). Si ottiene una rappresentazione come quella del grafico a fianco. Notate la forte correlazione fra il clima di fiducia delle imprese italiane e tedesche. 39
Indice di fiducia delle imprese manifatturiere e ciclo Sembra esistere una buona correlazione tra la dinamica dell’indice di fiducia delle imprese manifatturiere e quella del PIL, con un trimestre di ritardo. L’IFIM è dunque un indicatore leading. 40
Indice di fiducia delle imprese manifatturiere e ciclo La relazione, come in precedenza, può essere migliorata, inserendo un termine AR(1). I possibili problemi di distorsione dell’uso del termine AR(1) in fase di previsione possono essere ridotti inserendo una dummy che colga i punti di svolta ciclici. 41
Indicatori qualitativi delle imprese: relazione tra produzione e occupazione Dal confronto fra le componenti delle survey relative alle aspettative sull’andamento della produzione e dell’occupazione possiamo apprezzare il lag temporale che separa le decisioni di produzione e le politiche occupazionali delle imprese. 42
Indicatori qualitativi delle imprese: relazione tra produzione e scorte I giudizi sul livello delle scorte sono un indicatore rilevante. Non vanno però lette come un indicatore delle consistenze dello stock di prodotti finiti in magazzino, quanto piuttosto come una indicazione della loro adeguatezza rispetto allo stato della domanda finale. Nelle fasi basse del ciclo le imprese ritengono di avere magazzini troppo elevati. Pertanto cercano di soddisfare la domanda ridimensionando lo stock di scorte esistente. Quando le scorte vengono giudicate insufficienti si verificano effetti moltiplicativi. Si produce per soddisfare la domanda finale e per accrescere il magazzino. 43
In conclusione L’utilizzo degli indicatori qualitativi non si esaurisce nella capacità descrittiva di alcuni andamenti delle variabili quantitative. E’ molto importate utilizzare le singole componenti delle survey allo scopo di trarne indicazioni utili per l’interpretazione dei fatti economici rilevanti. Importante confrontare le singole componenti delle survey ed effettuare confronti fra paesi. 44
Applicazione 3 Anche per gli indicatori qualitativi è possibile una aggregazione dei dati dei singoli paesi. Possiamo quindi ottenere un indicatore sintetico delle attese e confrontarlo con l’andamento della produzione 45
Applicazione 4 Per gli indicatori qualitativi è pure possibile aggregare i dati relativi a varie inchieste, ottenendo così indicatori composti, da utilizzare come indicatore sintetico delle attese. Ad esempio possiamo aggregare (con il metodo delle componenti principali o utilizzando altri pesi) gli indicatori di fiducia di imprese diverse (manifatturiere, costruzioni, servizi) o di imprese e famiglie (come nel caso accanto). 46