CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A. 2017-2018 PSICOLOGIA DEI GRUPPI E COMUNICAZIONE (9 CFU, h.54) 14 marzo Marina Mura Ricevimento: mercoledì dalle ore 15.30 alle 17.30 presso lo studio (n.18, I piano Via Sant’Ignazio 78) o per appuntamento mamura@unica.it tel. 0706753675 Skype: cagliari134
La cognizione di Sè La conoscenza di Sé Riferimento a schemi o teoria causali (Nisbett, Ross, 1980) culturalmente apprese: si sa più del reale e si assume la causa più probabile o rassicurante (euristiche e attribuzioni causali ) l’esperienza passata le emozioni che proviamo: Teoria bifattoriale (Schacter, Singer, 1962): attivazione fisiologica e risposta cognitiva, ovvero le emozioni dipendono dalle teorie causali e possono essere modificate fornendo cause adeguate (errore di attribuzione dell’eccitazione, Ross, Olson, 1981); l’interpretazione cognitiva precede l’attivazione fisiologica (Lazarus, 1995): valutazione delle conseguenze (positiva-negativa) valutazione delle cause il ragionamento precedente l’azione: riflettere sulle motivazioni può portare a modificare gli atteggiamenti (Wilson, 2002) e aumenta la conoscenza di sé
La cognizione di Sè La conoscenza di Sé Feedback di persone significative (Sé rispecchiato, Cooley, 1902): molto utile perché gli altri percepiscono aspetti di noi che noi non percepiamo (difese, difficoltà dell’introspezione) il confronto sociale (Festinger, 1954): ci si paragona ad altri simili quando non si hanno criteri adeguati, individuando caratteristiche distintive e sviluppando il senso di unicità (più marcato nella società occidentale, Snayder e Fromkin, 1980); i confronti con “migliori” si utilizzano per migliorare la performance quelli con “peggiori” per difesa e innalzamento dell’io (autostima) l’assunzione di un ruolo: le “maschere” diventano una realtà personale che arricchisce il Sé; il Role Play è un potente strumento di formazione, capace di modificare gli atteggiamenti (credenze, o valutazioni o comportamenti relativi)
Teoria della “dissonanza cognitiva” (Festinger, 1957) La cognizione di Sè Teoria della “dissonanza cognitiva” (Festinger, 1957) lo stato di incoerenza cognitivo-comportamentale motiva alla ricerca della coerenza modificando le credenze, l’atteggiamento o il comportamento i comportamenti non sono prodotti dal sistema delle ricompense: ricompensare un comportamento a motivazione intrinseca forte lo fa diminuire (effetto di sovragiustificazione)
Dissonanza cognitiva Festinger, 1957 Antecedenti che producono tensione discrepanza e conseguenze negative responsabilità personale comportamento attribuzione dell’attivazione fisiologica attivazione fisiologica cambiamento di atteggiamento
La cognizione di Sè La conoscenza di sé è più ricca e articolata di quella degli altri anche se segue modalità simili: ci percepiamo più mutevoli e imprevedibili rispetto agli altri perché abbiamo più occasioni e più tempo per l’autopercezione e più informazioni disponibili facciamo attribuzioni situazionali su di noi e disposizionali sugli altri (Jones e Nisbett, 1972): ciò che cattura l’attenzione viene assunto come causale (Storm, 1973; Heider, 1958) possediamo diversi repertori (teorie o schemi) di fattori causali per noi e per gli altri (Kahneman e Miller, 1986; McGill, 1989) la conoscenza personale non è più corretta di quella degli altri: spesso facciamo riferimento a conoscenze generali per spiegare il nostro comportamento
La cognizione di Sè Il Sè e’ dinamico si forma nell’interazione sociale si modifica in relazione al tentativo di mantenere una buona immagine di sé produce una “teoria di sé” i cui contenuti variano nelle diverse fasi del ciclo di vita, in relazione a: appartenenze sociali elementi salienti del contesto immediato sfera pubblica o privata riguardare il passato, il presente o futuro col tempo è più stabile e dirige pensieri, sentimenti, comportamenti
Il Sé è più o meno complesso (Linville, 1987) La cognizione di Sè Il Sé è più o meno complesso (Linville, 1987) è legato ai ruoli, alle attività, alle relazioni, alle situazioni e agli interlocutori i diversi sé vengono integrati in riferimento ai ruoli e ai contesti in un quadro che tede a essere coerente e stabile: seguendo schemi della cultura d’appartenenza (sé ideale) utilizzando una memoria selettiva: ricordando solo ciò che è coerente, rendendo accessibili solo alcuni tratti utilizzando euristiche: attribuzioni situazionali per i comportamenti incongruenti e selezione di tratti chiave (schemi di sé)
La cognizione di Sè Dimensioni del Sé Cognitiva: ciò che sappiamo di noi Emotiva o autostima: ciò che proviamo nei confronti di noi stessi Poiché i Sé si modificano continuamente in relazione alle esperienze, alle situazioni, alle condizioni sociali: alcuni possono essere molto fragili l’autostima si costruisce nel tentativo di mantenere una buona immagine di sé: pensieri e sentimenti sono distorti: sopravvalutazione di qualità generiche e astratte e della capacità di controllo nel futuro (ottimismo irrealistico) scelta di contesti, svalutazione dell’oggetto e/o del soggetto frustrante, distorsioni sul contributo personale complessità del Sé: più è complesso più si inibiscono valutazioni negative
La prospettiva costruzionista La cognizione di Sè La prospettiva costruzionista Il Sé come collocazione all’interno dell’ordine simbolico-linguistico sociale (Harrè, 1993, 1998) Il Sé è l’esito di una negoziazione continua dei significati (valori, credenze su chi si è, su ciò di cui si è capaci, ecc., comportamenti) che si realizza nelle interazioni sociali che sostengono il confronto sociale e modulano l’autostima (Gergen, 1965-1991)
La cognizione di Sè Qualsiasi sia la prospettiva è chiaro che il Self costruito ed ancorato ad un’autostima positiva è alla base dell’impegno, della progettazione a lungo termine di attività e delle maggiori possibilità di successo Il concetto di «successo» è una rappresentazione del soggetto costruita all’interno delle opzioni sociali disponibili