Singin' in the Rain è un film del 1952 ambientato alla fine degli anni venti, nel periodo di passaggio dal cinema muto al sonoro. A Hollywood, nel 1927, l'attore Don Lockwood, acclamata star del cinema muto con un passato di ballerino, musicista e stuntman, non sopporta la propria partner sullo schermo, la bionda e vanitosa Lina Lamont. Lina crede che Don sia segretamente innamorato di lei: lei è infatti soffocante verso di lui, e non riesce a mettersi in testa che Don non è però affatto innamorato di lei, nonostante cerchi in tutti i modi di farle capire che tra loro non c'è mai stato niente.
Il successo dei primi film sonori costringe R. F Il successo dei primi film sonori costringe R.F. Simpson, il produttore della Monumental Pictures, a trasformare “Il cavaliere spadaccino”, l'ultima pellicola della coppia, in un film parlato, ma l'idea si rivela impraticabile a causa del tono di voce squillante e fastidioso di Lina che fino a quel momento nessuno aveva mai udito, e della sua incapacità di parlare verso il microfono nascosto che fa sentire i dialoghi spezzati. “Il cavaliere spadaccino”
Dopo uno screen test fallimentare, il musicista Cosmo Brown, migliore amico di Don, suggerisce di trasformare il film in un musical che viene reintitolato Il cavaliere della danza, nel quale Lina verrebbe doppiata dalla dolce giovane attrice e cantante Kathy Selden. Non si può non parlare del più noto numero musicale, Singin’ in the rain, che dà il titolo al film e si integra con la storia attraverso un elemento che predomina la sequenza, cioè la pioggia. Poco prima Don, Cosmo e Kathy sono preoccupati e pensierosi in casa, mentre fuori piove. Finito il brano Good Morning, Kathy e Don si lasciano davanti alla casa di lei, dove avrà inizio il brano Singin’ in the rain.
La pioggia è l’emblema di un momento difficile, ma invece di mostrare il superamento del momento (l’idea di trasformare il film in un musical) con un cielo sereno, si continua a utilizzare la pioggia ed a focalizzare sul protagonista che sguazza in essa, da una tranquilla passeggiata, a passi di danza, a salti nelle pozzanghere, a giochetti con l’ombrello e così via. Esprimendo così non solo la felicità di poter salvare la sua carriera attraverso l’idea del musical e del doppiare Lina, ma anche la felicità di un uomo innamorato.
Il numero è anche una scena di strada, tipica dei film negli anni ’40, ma qui si capta subito che è falsa, che si tratta solo di un palcoscenico (infatti potremo vedere in molte altre scena la presenza del palcoscenico, nei cosiddetti teatri di posa). Effettivamente, Singin’ in the Rain non vuole essere un film che rappresenti la realtà, questo è un film su Hollywood, sul cinema. Il musical ha una natura onirica, esibisce la fantasia, l’irrealtà, il sogno, di conseguenza lo spettatore non cerca la verosimiglianza. “Come appare la <<strada palcoscenico>> durante l’iconica scena del film”