Inglese antico old english

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Transcript della presentazione:

Inglese antico old english TRATTI FonologiCI PRINCIPALI I. VOCALISMO Carla Cucina - Università di Macerata

sistema vocalico del germanico occidentale Vocali lunghe Vocali brevi   [i:], [u:] [i], [u] [e:] (scil.: ē2) [e] [o:] [o] [a:] [a] Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Chiusura delle vocali Tendenza generale ed estesa. Annotazione grafica solo per (germ. occ.) a, ā > æ, ǣ (germ. occ.) -ō > -ū.   Esempi: a.sass. dag / ags dæg “giorno” a.sass. dād / ags dǣd “fatto, azione” a.sass. sād / ags sǣd “seme” a.sass. kō “mucca” / ags cū ger. occ. *twō “due” / ags tū germ. occ. *hwō “come?” / ags hū. Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata L’evoluzione di a, ā > æ, ǣ non ha luogo in due casi: in sillaba aperta quando la sillaba seguente contiene (o conteneva) una vocale velare (a, o, u). Esempi: ags faran “viaggiare”; ags. dagas “giorni”. N.B. 1. La vocale velare è talvolta scomparsa in ags. Cfr. i verbi deboli della II classe: ags macian < *mak-ō-ja-n- “fare”. N.B. 2. ā > ǣ anche se seguita da vocale velare nel caso in cui questa velare era preceduta da consonante dentale t, d. Esempi: lǣtan “lasciare” rǣdan “leggere” cwǣdon “essi dissero”. davanti a w (non seguita da i). Esempio: ge-sawen “visto”. Carla Cucina - Università di Macerata

Mutamenti quantitativi Le vocali brevi si allungano nei monosillabi in posizione finale: ðu > ðū “tu” he > hē “egli” swa > swā “così”. Le vocali lunghe si abbreviano davanti a un gruppo di tre consonanti: godspell < gōd spell “buona novella, vangelo”. Le vocali lunghe si abbreviano davanti alle consonanti geminate: siððan < sīð ðǣm “in seguito, poi” næddre < nǣdre “serpente”. Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Influsso delle nasali Premessa: In germanico occidentale tutte le vocali davanti a nasale dovevano essere nasalizzate, soprattutto se alla nasale seguiva una fricativa (o spirante) sorda. In inglese antico tali vocali si sono de-nasalizzate, in alcuni casi mutando il timbro. Tale cambiamento di timbro si osserva in particolare per ã > ō an > å (scritta a oppure o). Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Influsso delle nasali Caso 1: g.c. *voc. orale breve + ŋ + χ (fricativa vel. sorda) + occlusiva > > g.occ. * voc. nasale lunga + χ + occlusiva > > ags voc. orale lunga + χ + occlusiva. Esempio: g.occ. *þaŋkjan “pensare”; pret. *þãχta > ðōhte (cfr. g.occ. *þuŋkjan “sembrare”; pret. *þũχta > ags ðūhte). Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Influsso delle nasali Caso 2: g.c. *voc. orale breve + nasale + spirante (s, f, þ) > [-ans-] g.occ. *voc. nasale breve + nasale + spirante > [-ãns-] anglo-fris. *voc. nasale lunga + spirante > [-ãs-] ags. voc. orale lunga + spirante [-ōs-] Esempi: ags gōs “oca” (aat gans) ags ōðer “altro” (aat andar) ags tōð “dente” (aat zand) ags sōfte “dolcemente” (aat samfto) (cfr. ags fīf “cinque” / aat fimf ags ūs “noi (acc.)” / aat uns ags mūð “bocca” / got. munþs) Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Influsso delle nasali Caso 3: g. occ. *ā + nasale + vocale > ã + nasale + vocale > > ags ō + nasale + vocale Esempi: ags mōna “luna” (aat māno) ags nōmon “essi prendono” (aat nāmun) Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Influsso delle nasali Caso 4: g.occ. *a + nasale > ags å + nasale Esempi: ags mån (grafie man, mon) “uomo” ags hånd (grafie hand, hond) “mano” ags nåma (grafie nama, noma) “nome” Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Influsso delle nasali Caso 5: g.occ./imprest. o + nasale > ags u + nasale Esempi: lat. montem > ags munt “monte” lat. monachus > ags munuc “monaco” aat donar / ags ðunor “tuono”. Caso 6: g.occ./imprest. e + m > ags i + m Esempi: lat. gemma > ags gimm “pietra preziosa” aat neman / ags niman “prendere”. Carla Cucina - Università di Macerata

Influsso delle consonanti velari: la ‘frattura’ Tratto caratteristico dell’inglese antico, fra i più marcati e ampiamente attestati. Si basa sull’influsso di alcune articolazioni consonantiche sulle vocali palatali. - Condizioni: æ, e, i + l / r + cons. + h - L’articolazione delle vocali arretra e da palatale diventa velare. Tale arretramento viene marcato graficamente con l’inserimento intermedio di una “vocale furtiva” (o glide) velare, precisamente: a dopo æ ( > ea) o dopo e / i ( > eo, io). Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Se la vocale originaria era breve, si ottengono digrammi (non dittonghi). æ > ea ags earm “povero” (a.sass. arm) ags eald “vecchio” (a.sass. ald) ags wearð “egli diviene” (a.sass. ward) ags healf “metà” (a.sass. half) ags feallan “cadere” (a.sass. fallan) ags meaht “forza” (a.sass. maht) ags eahta “otto” (a.sass. ahto) e > eo (davanti a ht, hs > ie, poi i, y, a meno di non essere seguita da a) ags steorra “stella” (a.sass. sterro) ags eorðe “terra” (a.sass. ertha) ags weorc “lavoro” (a.sass. werk) ags feohtan “combattere” (a.sass. fehtan) ags reoht “diritto” (a.sass. reht) > rieht (ca. 850) > riht (X sec.) ags seox “sei” (a.sass. sehs) > siex > six, syx ags cneoht “ragazzo, servitore” (a.sass. kneht) > cnieht > cniht Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata i > io north. iorre “adirato” (a.sass. irri); cfr. ags ierre (io>ie per metaf. pal.) north. iorde “pastore” (a.sass. hirdi); cfr. ags hierde [non si produce davanti a l + cons.] [non si produce davanti a h]. Se la vocale originaria era lunga, si ottengono dittonghi veri e propri. ǣ > ēa (solo davanti a h) ags nēah “vicino” (a.sass. nāh) ē > ēo (solo davanti a h; davanti a ht, hs > ie, poi i, y) ags lēoht “luce” > līeht (ca. 850) > līht (X sec.) Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Metafonia palatale La metafonia è un mutamento vocalico causato da parziale assimilazione alla vocale radicale della sillaba seguente. Es: ags man(n) “uomo”, D *manni > *menni > men(n). Produce una vera e propria alterazione della qualità vocalica (timbro). La metafonia palatale è causata da una i, j nella seconda sillaba della parola. Si tratta di un fenomeno molto esteso in germanico (germ. occidentale e settentrionale); in anglosassone in particolare colpisce tutte le vocali (e i dittonghi) velari. Si consideri che nell’ags dell’epoca documentaria la i, j è ormai scomparsa o scaduta in e. Carla Cucina - Università di Macerata

Vocale radicale velare + i / j nella sillaba seguente: Metafonia palatale Vocale radicale velare + i / j nella sillaba seguente: Esempi: a (æ) > e: got. satjan, cfr. ags settan “mettere” a > æ: latinum > ags læden; magister > ags mægester ā > ǣ: lār “insegnamento” > lǣran “insegnare” o > e: ofost “fretta” > efstan “affrettarsi” ō > ē: ags dōm (cfr. got. dōmjan) > ags. dēman “giudicare” u > y: got. bugjan > ags bycgan “comprare” ū > ȳ: ags cūþ “noto” > *kūþjan “annunciare” > ags. cȳðan Carla Cucina - Università di Macerata

Dittongo radicale velare + i / j nella sillaba seguente: Metafonia palatale Dittongo radicale velare + i / j nella sillaba seguente: Esempi: ea > ie (poi i, y): gc. *gasti- > ags *gæsti- > *gaesti- > giest “ospite, straniero” got. skapjan “creare”; ags *skæpjan > *sceappjan > scieppan ēa > īe (poi ī, ŷ): ags hēah “alto” > compar. hīehra (suff. *-iz-an) io (eo) > ie (poi i, y): ags feorr “lontano” > ā-fierran “allontanare” īo (ēo) > īe (poi ī, ŷ): ags lēoht “luce” > līehtan “illuminare”. Carla Cucina - Università di Macerata

Inglese antico old english TRATTI FonologiCI PRINCIPALI II. CONSONANTISMO Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Geminazione È un fenomeno che interessa tutto il germanico occidentale. Si tratta di un raddoppiamento consonantico. Il caso più frequente risulta determinato da una j che segue immediatamente (geminazione da j). Si consideri che in questo caso si produce spesso anche la metafonia palatale. Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Geminazione da j Dopo una vocale breve, tutte le consonanti tranne r si allungano davanti a j (semivocale i). In antico sassone questa j appare ancora conservata (scritta i), mentre in anglosassone è ormai caduta. Esempi: got. a.sass. ags saljan sellian sellan «donare» satjan settian settan «mettere» bidjan biddian biddan «pregare» lagjan leggian lecgan «posare» Ma si avrà: got. harjis ags here «esercito» got. nasjan ags nerian «salvare» (< *næRjan) Carla Cucina - Università di Macerata

Palatalizzazione delle velari È il fenomeno più caratteristico e vistoso del consonantismo anglosassone. Interessa le antiche occlusive velari *k / g, e il nesso *sk, che diventano rispettivamente affricate palatali e fricativa palatale. Precisamente: *k > /ʧ/ *g > /ʤ/, e poi /j/ *sk > /ʃ/ Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Avviene per: *k, g in posizione iniziale davanti a vocali palatali originarie (i, e): cild “bambino”, ge “voi”; *k, g in posizione interna davanti a i, j originarie: bēc “libri” (< *bōkiz), sēc(e)an “cercare” (cfr. got. sōkjan); *k, g in posizione interna fra vocale palatale e consonante: sægde “egli disse”, regn “pioggia”; *k in posizione finale solo dopo i: ic “io”, lic “corpo”; *g in posizione finale dopo vocale palatale: dæg “giorno”; weg “via”; hālig “santo”; *sk in tutte le posizioni (spesso scritta sce, sci): scip “barca”, sceal “io devo”, scield “scudo”, bisc(e)op “vescovo”, englisc “inglese”, fisc “pesce”. Carla Cucina - Università di Macerata

Carla Cucina - Università di Macerata Non avviene per: *k, g in posizione iniziale davanti ad altra consonante (liquida, nasale, w): cræft “mestiere”, cnapa “ragazzo”, grund “terreno”, cweðan “dire”; *k, g davanti a vocali velari (a, å, o, u): cåmp “lotta”, gold “oro”, cuman “venire”; *k, g davanti a vocali palatali secondarie (æ, e, y, come esiti di metafonia da i, j): cempa “soldato” (< *kamp-ja), cyning “re” (< *kun-ing-az); *k, g in posizione interna e finale dopo consonante o vocale velare: nacod “nudo”, drincan “bere”, finger “dito”, bōc “libro”, lång “lungo”. Carla Cucina - Università di Macerata

Sonorizzazione delle spiranti sorde Le spiranti o fricative sorde germ. occ. f, s, þ si sonorizzano in anglosassone se poste fra due elementi sonori: f > v s > z þ > ð Tuttavia le grafie non annotano tale fenomeno nei manoscritti. Esempi: wulf «lupo», ma wulfes (gen.) cēosan «scegliere» nosu «naso» māðm, māþm «tesoro» Carla Cucina - Università di Macerata