La disciplina dei beni confiscati alla mafia

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Transcript della presentazione:

La disciplina dei beni confiscati alla mafia di pierpaolo romani Coordinatore nazionale di Avviso pubblico Modena, 28 marzo 2013

Non solo gruppi criminali, ma holding economico-finanziarie Mafie Violenza Ricchezza Potere Non solo gruppi criminali, ma holding economico-finanziarie ART. 416-BIS C.P.

PARTICOLARITA’ DEI BENI CONFISCATI AI MAFIOSI I BENI CONFISCATI NON SI POSSONO PARAGONARE A QUALSIASI ALTRO TIPO DI BENE. ESSI RIVESTONO UNA FORTE VALENZA SIMBOLICA, RAPPRESENTANO IN MODO EVIDENTE IL POTERE DEI BOSS MAFIOSI E LA LORO CAPACITA’ DI CONTROLLO DEL TERRITORIO.

I MAFIOSI TEMONO LA CONFISCA LA TEMUTA CONFISCA I MAFIOSI TEMONO LA CONFISCA UN MAFIOSO SENZA RICCHEZZA E’ COME UN RE SENZA SCETTRO (COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, 1994) NEL MONDO MAFIOSO SI CONTA PER QUANTO SI HA. SI E’ PERCHE’ SI HA.

I mafiosi temono la confisca dei beni Basta essere incriminati per il 416–bis (l’articolo del codice penale che prevede il reato di associazione di tipo mafioso, Ndr) e automaticamente scatta il sequestro dei beni [...]. Cosa più brutta della confisca dei beni non c’è [...]. Quindi la cosa migliore è quella di andarsene”. Francesco Inzerillo, boss di Cosa Nostra Intercettazione ambientale del 2008, operazione “Old Bridge”

Indagini patrimoniali L’indagine di tipo patrimoniale ha come scopo quello di ricostruire il flusso di denaro sporco lungo tutti i possibili canali finanziari di riciclaggio. La normativa definisce le indagini patrimoniali come l’insieme delle indagini sul tenore di vita dell’indiziato, sulle sue disponibilità finanziarie e – in definitiva – sul suo patrimonio, nonché sulla sua attività economica allo scopo di individuare con precisione tutte le fonti di reddito.

Beni confiscati. tipologia BENI MOBILI: denaro contante e assegni, liquidità e titoli, crediti personali (cambiali, libretti al portatore, altre obbligazioni), oppure autoveicoli, natanti e beni mobili non facenti parte di patrimoni aziendali. In base alla normativa vigente (d. lgs 159/2011, Codice Antimafia, art. 48) tali somme di denaro devono confluire nel Fondo Unico Giustizia. BENI IMMOBILI: sono appartamenti, ville, terreni edificabili o agricoli. Lo Stato può decidere di utilizzarli per “finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile”, ovvero trasferirli al patrimonio del Comune nel quale insistono. BENI AZIENDALI: attività aziendali e commerciali. Es. imprese (es. edili), aziende agricole, alberghi, locali di ristorazione,

Dal sequestro alla confisca SEQUESTRO: Misura preventiva e cautelare. Vi si ricorre quando si ritiene che i beni siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego. I beni sono amministrati da un custode sotto la direzione di un giudice. Il soggetto prevenuto deve dimostrare l’origine lecita dei patrimoni e beni. CONFISCA DI PRIMO GRADO: questo istituto è stato introdotto per mantenere fermo il sequestro e poter avviare con maggiore sicurezza il procedimento di confisca definitiva, che dovrà essere confermata dal giudice di secondo grado. È un provvedimento del giudice. CONFISCA DEFINITIVA: dopo i vari gradi di giudizio, il bene viene sottratto definitivamente ai proprietari. Il bene è devoluto allo Stato e, dopo un periodo di gestione che non può superare i novanta giorni (portati a 180 per casi particolari), avviene la destinazione. DESTINAZIONE: per fini istituzionali o trasferimento agli enti locali. ENTI LOCALI: gestione diretta o concessione mediante comodato d’uso ad associazioni o cooperative che lo amministrano per fini sociali (L. 109/96)

La normativa (1) Legge n. 575 del 1965: Disposizioni contro la mafia Stabilisce la possibilità di applicare il sequestro dei beni agli indiziati di appartenenza ad organizzazioni mafiose. Va accertata la disponibilità diretta/indiretta dei beni in capo al soggetto e l’eventuale sproporzione tra reddito percepito e beni disponibili. Va accertata inoltre l’esistenza dell’associazione mafiosa e indizi dell’appartenenza del soggetto ad essa. Legge 13 settembre 1982, n. 646: Disposizioni in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale, nota come "legge Rognoni-La Torre”: introduce l’art. 416-bis (reato di associazione a delinquere di tipo mafioso) e le misure di prevenzione di carattere patrimoniale (colpiscono i beni). Si prevede il sequestro e la confisca dei beni dei quali non sia stata dimostrata la legittima provenienza, rinvenuti nella disponibilità diretta o indiretta dell'indiziato di appartenere ad una associazione di tipo mafioso. La legge ha perciò reso possibili indagini sul patrimonio e sulle disponibilità finanziarie degli indiziati, dei loro familiari e conviventi, e di tutte quelle persone fisiche e giuridiche, associazioni o enti, dei cui patrimoni risultassero poter disporre.

La normativa (2) D.L 306 (convertito con la Legge 7 agosto 1992, n. 356): Modifiche urgenti al nuovo codice di procedura penale e provvedimenti di contrasto alla criminalità mafiosa. Il legislatore introduce, all'art. 12 sexies, una nuova tipologia di confisca – c.d. confisca penale allargata - che affianca quella penale e quella di prevenzione. Si prevede, infatti, che nei casi di condanna o di "patteggiamento" ex art. 444 c.p.p. per determinati reati, tra cui l'associazione di tipo mafioso, è sempre disposta la confisca del denaro, dei beni e delle altre utilità di cui il condannato non può giustificare la provenienza, e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito o alla propria attività economica.

La normativa (3) Legge 7 marzo 1996: Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati Vengono aggiunti alla legge 575/1965 gli articoli dal 2 nonies al 2 duodecies. Con essi si realizza una importante riforma, che prevede, oltre ad uno snellimento della procedura di assegnazione, anche il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie. DLgs 30 luglio 1999, n. 300: affidamento all’Agenzia del Demanio della competenza in materia di beni confiscati DLgs 6 settembre 2012, n. 159: Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136. DLgs 15 novembre 2012, n. 218: Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159

La normativa (4) LEGGE 24 dicembre 2012, n. 228: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013), c. 189 e 202 La Legge di Stabilità ha modificato l’art. 24, comma 2, del Codice Antimafia, che stabiliva che ove al massimo entro due anni e mezzo dalla data di immissione in possesso dei beni da parte dell’Amministratore Giudiziario in primo grado, o dalla data di deposito del ricorso in appello, non fosse intervenuta la confisca, tutto il procedimento di sequestro sarebbe divenuto inefficace. La legge di Stabilità ha previsto la sospensione ex lege dei suddetti termini di efficacia per il tempo nel quale si svolgono gli accertamenti peritali sui beni nella disponibilità del proposto. la norma stabilisce, che qualora sussista un interesse di natura generale, l'Agenzia può richiedere, senza oneri, i provvedimenti di sanatoria, consentiti dalle vigenti disposizioni di legge, delle opere realizzate sui beni immobili che siano stati oggetto di confisca definitiva. il Legislatore ha voluto anticipare, sin dalla fase del sequestro, la possibilità di uso del patrimonio mobiliare da parte degli organi istituzionali per finalità pubbliche. Altre modifiche Leggi regionali

Attori della gestione dei beni confiscati (1) Nel biennio 1999 - 2000, presso la Presidenza del Consiglio, è stato creato l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati a organizzazioni criminali. Un’esperienza che è durata fino al 2003, interrotta poi per quattro anni, e ripresa nuovamente nel 2007. Si è trattato di un'Autorità centrale di coordinamento operativo delle diverse competenze, amministrative e giudiziarie, voluta al fine di dare continuità all'azione pubblica sui beni confiscati, rafforzando i meccanismi applicativi delle leggi vigenti. Decreto-legge 4 febbraio 2010, n.4 , convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2010, n. 50: istituzione Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’Agenzia ha il compito di accompagnare il bene dal momento del sequestro preventivo fino alla destinazione al comune di competenza.

Attori della gestione dei beni confiscati (2) Agenzia: Nel corso del procedimento di sequestro e confisca l’Agenzia è al fianco dell’autorità giudiziaria, e dopo la conclusione dell’udienza preliminare amministra direttamente il bene, avvalendosi di figure professionali scelte da un apposito Albo. Dopo la confisca definitiva l’Agenzia ha novanta giorni di tempo ( + altri 90 per casi particolari) per emanare il decreto di destinazione del bene all’istituzione (finalità di giustizia, ordine pubblico, protezione civile) o all’ente locale che ne ha fatto richiesta. Prefetture: costituzione dei Nuclei di supporto (sostituiscono le Conferenze di servizi previste dalla L. 109/96). Formati da rappresentanti istituzionali (Es. Prefettura, Agenzia del Demanio, FFOO) e rappresentanti di associazioni impegnate nella lotta alle mafie. Finalità: monitoraggio dei beni confiscati, accelerare i procedimenti di destinazione, favorendone le condizioni per un utilizzo per finalità sociali.

Attori della gestione dei beni confiscati (3) Agenzia del Demanio: convenzione non onerosa con ANBSC (stipulata il 15.02.2011) per amministrazione, custodia, stima e manutenzione dei beni custoditi (art 113 Codice antimafia). Si tratta di un supporto operativo. Enti locali, Province, Regioni

Vendita beni confiscati La legge prevede la vendita dei beni immobili solo in via residuale, attribuendo quindi priorità alle finalità istituzionali e sociali. Pericoli insiti alla vendita: restituzione dei beni ai mafiosi

Aziende confiscate Nel caso in cui, per queste attività aziendali e commerciali ci siano concrete possibilità di proseguire nella produzione e di mantenere stabile il livello occupazionale, lo Stato può decidere di procedere all’affitto a società e imprese pubbliche o private, a titolo oneroso. Se gli stessi lavoratori costituiscano una cooperativa, acquisiscono il diritto ad accedere all’affitto dell’azienda a titolo gratuito. Lo Stato può decidere di vendere o di liquidare l’azienda (dopo un’attenta valutazione economica e strategica da parte dell’Agenzia nazionale) solo qualora vi sia una maggiore utilità per l’interesse pubblico.

Perche’ la confisca e’ importante DIMOSTRA CHE LE MAFIE NON SONO INVINCIBILI RAFFORZA LA CREDIBILITA’ DELLE ISTITUZIONI: restituzione del maltolto L’ATTACCO AL POTERE ECONOMICO E’ L’ATTACCO AL VERO POTERE MAFIOSO (sottrazione di consenso sociale) ROTTURA DI LEGAMI CON PERSONE APPARTENENTI ALL’AREA GRIGIA (POLITICI, IMPRENDITORI, PROFESSIONISTI, ECC.)  la forza delle mafie sta fuori dalle mafie CREAZIONE DI CAPITALE SOCIALE: rapporti tra istituzioni, imprese e associazioni SVILUPPO DI UN TERRITORIO

BENI IMMOBILI E AZIENDE CONFISCATE in italia (al 7/1/2013 – Fonte: anbsc)

BENI IMMOBILI CONFISCATi in italia settentrionale (al 7/1/2013 – Fonte: anbsc)

BENI IMMOBILI CONFISCATi in EMILIA ROMAGNA (al 7/1/2013 – Fonte: anbsc) Totale beni immobili confiscati in Emilia Romagna: 86, pari al 6% del totale dell’Italia Settentrionale

SITUAZIONE GESTIONALE BENI IMMOBILI CONFISCATI IN EMILIA ROMAGNA (al 7/1/2013 – Fonte: anbsc) Destinati e consegnati 55 In gestione 14 Usciti da gestione Non consegnati 3

Aziende CONFISCATe in italia settentrionale (al 7/1/2013 – Fonte: anbsc) Totale aziende confiscate nell’Italia Settentrionale: 282, pari al 17% del totale nazionale

Aziende CONFISCATe in EMILIA ROMAGNA (al 7/1/2013 – Fonte: anbsc) Totale aziende confiscate in Emilia Romagna: 26, pari al 9% del totale dell’Italia Settentrionale

Problematicita’ riscontrate Tempi lunghi tra fase di sequestro, confisca, destinazione, assegnazione dei beni Ipoteche Occupazioni abusive Stato in cui versa il bene e risorse per renderlo fruibile Accesso al credito: la legge definisce le cooperative, ad es., solo come affidatarie del bene, tramite comodati d’uso, e per gli istituti bancari tale referenza non costituisce garanzia economica per la concessione di prestiti o per l’accesso a mutui, indispensabili per fronteggiare gli investimenti iniziali. Qualità nella progettazione Governance delle aziende Maggiori risorse e professionalità per l'Agenzia nazionale Complessità della normativa e necessità di riforme

Proposte (1) CREAZIONE DI CONSORZI DI COMUNI CON IL SUPPORTO DELLA REGIONE, IN CUI CREARE UFFICI DOTATI DI PERSONALE SPECIALIZZATO. COORDINARE GLI INTERVENTI E CONDIVIDERE LE INFORMAZIONI. CREARE UN SITO INTERNET AD HOC SUI BENI E AZIENDE CONFISCATE A LIVELLO REGIONALE. LA TRASPARENZA E’ LA PRIMA FORMA DI PREVENZIONE STANZIAMENTO DI FONDI REGIONALI RICERCA DI FONDI EUROPEI: LA REGIONE POTREBBE FORNIRE QUESTO SERVIZIO DI RICERCA BANDI E ASSISTENZA NELLA PROGETTAZIONE. RICERCA DI CONTRIBUTI DA FONDAZIONI

Proposte (2) PROMOZIONE DI CORSI DI FORMAZIONE E SPECIALIZZAZIONE PER AMMINISTRATORI LOCALI, FUNZIONARI PUBBLICI, MANAGER, IN COLLABORAZIONE CON ENTI, UNIVERSITA’ E ASSOCIAZIONI. LA GESTIONE DI BENI E AZIENDE CONFISCATE RICHIEDE FIGURE PROFESSIONALI ALTAMENTE SPECIALIZZATE CHE SAPPIAMO OPERARE IN TEAM. COLLABORAZIONE CON CAMERE DI COMMERCIO E ASSOCIAZIONI DEI MANAGER E SINDACATI OCCORE UNA BATTAGLIA POLITICA SERIA, CHE PARTA DAL BASSO, DA CHI AMMINISTRA E DA CHI OPERA NEI BENI E NELLE AZIENDE CONFISCATE. L’ILLEGALITA’ HA COSTI ECONOMICI E SOCIALI INTOLLERABILI, CHE NEGANO DIRITTI FONDAMENTALI E SOTTRAGGONO CONSENSO SOCIALE, AUTOREVOLEZZA E CREDIBILITA’ ALLE ISTITUZIONI.

AVVISO PUBBLICO Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, è un’Associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Attualmente Avviso Pubblico conta più di 200 soci tra Comuni, Province, Regioni. L’Associazione è presieduta dal dottor Andrea Campinoti, Sindaco di Certaldo (Fi) e la sua sede operativa si trova a Firenze. L'Associazione in questi anni ha svolto diverse attività tra le quali si rammentano la collaborazione con Libera per la realizzazione della Giornata della memoria e dell'impegno e anche con l’Arci per l’organizzazione della Carovana antimafie. Periodicamente, l’Associazione pubblica appositi Quaderni di documentazione destinati agli amministratori locali e alle persone impegnate nella lotta alle mafie. Dal 2006, Avviso Pubblico collabora al progetto sulla cittadinanza e la partecipazione denominato Albachiara, promosso dalla Provincia di Pistoia e dal Gruppo Abele di Torino. Nel 2007, l’Associazione ha sottoscritto un accordo con SOS Impresa di Confesercenti al fine di realizzare una serie di iniziative tese a lottare e prevenire il fenomeno usuraio e del racket. Nel 2010 Avviso Pubblico ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Forum Italiano della Sicurezza Urbana. Avviso Pubblico ha recentemente istituito gruppi di lavoro sui seguenti temi: 1) appalti, racket e usura; 2) beni confiscati e sostegno alle cooperative; 3) comuni sciolti per mafia; 4) corruzione; 5) giovani e cultura; 6) sicurezze. L’Associazione, inoltre ha attivato due nuovi progetti denominati Legami di legalità (si prefigge di gemellare comuni del Nord-Centro-Sud Italia) e Rapporti internazionali (si prefigge di gemellare comuni italiani e stranieri). L'Associazione realizza corsi di formazione per amministratori locali e personale della pubblica amministrazione. INFO: info@avvisopubblico.it cell. 334 6456548 e www.avvisopubblico.it

GRAZIE PER L’ATTENZIONE WWW. AVVISOPUBBLICO GRAZIE PER L’ATTENZIONE WWW.AVVISOPUBBLICO.IT coordinatore@avvisopubblico.it