Dall’inserimento all’inclusione: lo sguardo si sposta sul contesto

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Quest’area è dedicata ad alunni con ”Bisogni Educativi Speciali” (BES), macrocategoria che comprende tutte le possibili difficoltà educative e apprenditive:
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Transcript della presentazione:

Dall’inserimento all’inclusione: lo sguardo si sposta sul contesto Dipartimento di Scienze Umane Programma d’insegnamento: Pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione Percorso CFU 24 Dall’inserimento all’inclusione: lo sguardo si sposta sul contesto

Principi ai quali si ispira la l’inclusione degli alunni Versante costituzionale Versante culturale Versante politico-istituzionale

Versante Costituzionale Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali Art. 34 La scuola è aperta a tutti

ASSUNTI - Il diritto allo studio è un principio garantito costituzionalmente - Coniugare il diritto allo studio con il principio di eguaglianza: non si tratta di un’uguaglianza formale (parità di trattamento davanti alla legge) ma di un’uguaglianza SOSTANZIALE che conferisce a ciascuno il diritto al rispetto della «persona»

- Art. 38 Gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale IMPLICAZIONI I principi costituzionali indicati garantirono, in prima battuta, il diritto allo studio degli alunni con disabilità attraverso l’esperienza delle scuole speciali e delle classi differenziali

Ideali che contraddistinguono la nostra «cultura nazionale»        Versante culturale Ideali che contraddistinguono la nostra «cultura nazionale» concezione alta tanto dell’istruzione quanto della persona umana, che trova nell’educazione il momento prioritario del proprio sviluppo e della propria maturazione pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà e di autonomia centralità della persona per riconoscere e promuovere il valore infinito della persona per il solo fatto che esista, così come è diritto alla vita educazione e lavoro uguaglianza e non discriminazione educazione ispirata all’integrazione in una società come la nostra, definita dai sociologi conoscitiva, plurietnica e multiculturale

Evoluzione dei significati di: Inserimento, Integrazione, Inclusione    Versante politico- istituzionale Evoluzione dei significati di: Inserimento, Integrazione, Inclusione

     INSERIMENTO Impegno di tutela del diritto all’integrazione per lottare contro forme di emarginazione: abbattimento delle barriere architettoniche Per i mutilati e invalidi civili che non siano autosufficienti l’istruzione dell'obbligo deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica (salvi i casi in cui i soggetti siano affetti da gravi deficienze intellettive o da menomazioni fisiche di tale gravità da impedire o rendere molto difficoltoso l'apprendimento o l'inserimento nelle predette classi normali: comma successivamente abrogato dall’art.43 della Legge n. 104 del 5 febbraio 1992) (Legge n. 118 del 30 marzo 1971)

Preoccupazione espressa in campo pedagogico Passaggio degli alunni portatori di handicap dalle classi differenziali e scuole speciali alle classi di scuola comune Preoccupazione espressa in campo pedagogico Rischio di realizzare un’operazione meramente burocratica che avrebbe corrisposto solo larvatamente a un processo di effettiva integrazione verso cui, invece, si sarebbe dovuto puntare

  INTEGRAZIONE Forme di integrazione in favore degli alunni portatori di handicap, attraverso l’inserimento nelle classi normali con la presenza di insegnanti specializzati (Legge n. 517 del 4 agosto 1977)

A seguito dell’entrata in vigore della Legge n *A seguito dell’entrata in vigore della Legge n. 517/1977 fu avviato un processo di medicalizzazione dell’handicap con il graduale prevalere dell’aspetto certificativo; tutto ciò indirettamente contribuì a provocare un’inarrestabile deriva sul piano formativo per quegli alunni ai quali, pur presentando notevoli difficoltà, disturbi e svantaggi, non venivano rivolte forme di tutela perché privi di un’adeguata certificazione (1) 1. Milito D., Belsito F., Strategie metodologiche per l’integrazione e l’inclusione, Roma, Anicia, 2014

  INTEGRAZIONE svolta politica e culturale a favore delle persone disabili; focalizzazione della situazione di handicap, proiettandola ad una situazione di svantaggio sociale (Legge n. 104 del 5 febbraio 1992) La Legge ribadisce e amplia il principio dell’integrazione sociale e scolastica come momento fondamentale per la tutela della dignità umana della persona con disabilità, impegnando lo Stato a rimuovere le condizioni invalidanti che ne impediscono lo sviluppo, sia sul piano della partecipazione sociale sia su quello dei deficit sensoriali e psico-motori per i quali prevede interventi riabilitativi

  INTEGRAZIONE realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali al fine di promuovere il progetto globale di vita (Legge n. 328 del 18 ottobre 2000) Il paradigma era quello di un sistema formativo integrato scuola-territorio, con nuove sinergie tra gli attori formativi, economici, culturali e sociali di una comunità, nuovi percorsi di alternanza scuola-lavoro, nuove risposte di formazione professionale e al “progetto di vita” della persona disabile

sui diritti delle persone con disabilità   INCLUSIONE Il termine “inclusione” è stato reso ufficiale dalla Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità (New York – 13 dicembre 2006) ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009

Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità (2006) Scopo: promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità

Principi a) Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale (compresa la libertà di compiere le proprie scelte) e l’indipendenza delle persone (b) La non-discriminazione (c) La piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società (d) Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa (e) La parità di opportunità (f) L’accessibilità (g) La parità tra uomini e donne (h) Il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità

- Nel 1981 nel Regno Unito l’Education Act ha riconosciuto la nozione di Bisogni Educativi Speciali L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) individua tre macrocategorie transnazionali a cui ricondurre tutti i BES (macrocategoria A, disabilità o deficit; macrocategoria B, difficoltà emotive e comportamentali o specifiche difficoltà nell’apprendimento (DSA); macrocategoria C, svantaggiati)* *Associazione TreEllle, Caritas Italiana, Fondazione Giovanni Agnelli, AA. VV. (2011), Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte, Trento, Erickson, pp. 14-15

Aspetti pedagogico-giuridici dell’inclusione rinvenibili in: Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico D.M. 12 luglio 2011, riporta in allegato Linee Guida per il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA Direttiva del 27 dicembre 2012 Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica C.M. n. 8 del 6 marzo 2013: Indicazioni operative Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (nota Miur prot. n. 4233 del 19 febbraio 2014) Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e la cyberbullismo (prot.n. 2519 del 15 aprile 2015) D. Lgs. n. 66 del 13 aprile 2017

IMPLICAZIONI Potenziamento della cultura dell’inclusione Estensione della tutela e dei percorsi personalizzati previsti per gli alunni disabili e con DSA a tutti gli studenti con bisogni educativi speciali, anche in caso di difficoltà transitorie Coinvolgimento di tutti i docenti nella gestione dei BES Individuazione di soggetti istituzionali esterni alla scuola, quali gli Enti locali, le Aziende sanitarie, i Centri territoriali di supporto dell’amministrazione scolastica, i Gruppi di lavoro interistituzionali

INCLUSIONE Possibilità di accogliere le differenze e le diversità individuali in contesti ecologici a misura di persona umana dove ogni persona è una risorsa valorizzata da una cultura condivisa che riconosce l’importanza del rispetto delle peculiarità di ognuno e il valore dello star bene insieme.

Scenario Aumento di situazioni di difficoltà Maggiore capacità osservativa e interpretativa degli insegnanti, che riescono ad accorgersi sempre meglio delle varie condizioni di difficoltà Maggiore capacità diagnostica di psicologi, neuropsichiatri e figure professionali (logopedisti, psicomotricisti)

Definizione di BES Si tratta di una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educativo-apprenditive degli alunni: situazioni considerate tradizionalmente come disabilità mentale, fisica, sensoriale; deficit in specifici apprendimenti clinicamente significativi (ad esempio, la dislessia, il disturbo da deficit attentivo e altre varie situazioni di problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, di contesto socio-culturale, ecc.)

Centrale è il concetto di funzionamento educativo e apprenditivo, che è il risultato globale delle reciproche influenze, esercitate, durante il percorso evolutivo e di crescita, da: condizioni fisiche (la dotazione biologica, la crescita del corpo), contesti in cui lo studente cresce (le relazioni, le esperienze, gli ambienti fisici), caratteristiche personali (l’autostima, l’identità, la motivazione, ecc.)

Gli alunni che evidenziano Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in possesso di una certificazione: nel concetto di BES rientrano tutti i vari disturbi/difficoltà di apprendimento, comportamento e altre problematicità riconducibili a ragioni psicologiche e ambientali, a cause endogene ed esogene che insieme compromettono il funzionamento apprenditivo dello studente

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES): si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002)

La Direttiva del 27 dicembre 2012 sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto, e quindi il dovere per tutti i docenti, alla personalizzazione dell’apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni

L’attenzione ai BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento, e questo non genera un livellamento degli apprendimenti ma una modulazione degli stessi sulle potenzialità di ciascuno, nell’ottica di una scuola più equa e più inclusiva

Tali problematiche, certificate da uno o più specialisti, documentate dalla famiglia o semplicemente rilevate dalla scuola, devono trovare risposte adeguate e articolate, devono essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia.  Ciò è possibile attraverso una osservazione e una lettura attenta dei segni di disagio, un dialogo con la famiglia ma soprattutto offrendo idonee e personalizzate risposte, nell’intento di favorire pienamente l’inclusione di tutti gli alunni e il loro successo formativo

In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante 29 29

La scuola inclusiva Costruisce un contesto che permette a tutti gli alunni, tenendo conto delle loro diverse caratteristiche sociali, biologiche e culturali, non solo di sentirsi parte attiva del gruppo di appartenenza, ma anche di raggiungere il massimo livello possibile in fatto di apprendimento* *Demo H., L’Index per l’inclusione, in L’integrazione scolastica e sociale, Vol. 12 n. 1, febbraio 2013, Erickson, Trento, p. 41