COMUNICAZIONE NON VERBALE

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Transcript della presentazione:

COMUNICAZIONE NON VERBALE LINGUAGGIO DEL CORPO COMUNICAZIONE NON VERBALE

«Le tue azioni parlano così forte che non riesco a sentire quello che dici» Ralph Waldo Emerson

Il linguaggio del corpo fa parte della comunicazione non verbale Il linguaggio del corpo fa parte della comunicazione non verbale. In quest'ambito si interpretano, ai fini dell'interazione sociale, postura, gesti, movimenti, espressioni e mimica che accompagnano o meno la parola rendendo la comunicazione umana più marcata, ancora più chiara e comunicativa. Attraverso il linguaggio del corpo si riesce a conoscere l'individuo nella sua interezza ed interiorità, sia che si usino o meno alcuni gesti o che si compiano determinati movimenti.

Il primo linguaggio studiato è stato quello facciale, vi sono tre chiavi per leggere le emozioni del volto e per capirle: Asimmetria; Tempo; Collocazione.

Asimmetria, perché nelle espressioni facciali sono coinvolte asimmetricamente le due metà del viso, in quanto su una metà l'espressione è più intensa che nell'altra.

Tempo, in quanto l'espressioni sincere durano pochi attimi (all'incirca 1/10 s), mentre se vi è un'espressione "tirata", che dura più di un secondo, questa è una probabile falsa emozione, eseguita volontariamente.

Collocazione, nel discorso, la mimica accompagna le parole se posticipata o anticipata, non rispecchia la reale espressione verbale. Per esempio: se una persona è arrabbiata e accompagna l'espressione di rabbia in relazione alle parole vuol dire che la persona è realmente arrabbiata; se i gesti di rabbia vengono dopo le parole si denota che probabilmente la persona non è così in collera come vorrebbe far credere.

Il linguaggio del corpo è costituito anche da gesti che si differiscono da cultura a cultura e da gesti che cambiano con l'evolversi dell'età dell'uomo. I gesti che variano da cultura a cultura sono quei gesti che in alcune culture assumono un significato diverso.

Il segno dell'"OK", ha assunto col tempo il significato di Okay, "tutto bene", in tutti i paesi di lingua inglese, in Europa e in Asia, tuttavia permangono alcune zone come ad esempio la Francia in cui il segno "OK" assume il significato di"zero" o "niente". Ha infatti origine da un segnale che al termine di uno scontro di guerra serviva a comunicare a distanza "zero kills"cioè "zero uccisioni"; in Giappone vuol dire "soldi".

Il pollice in su, in Australia, Inghilterra e Nuova Zelanda ha più di un significato, vuol dire: Ok, segnale di autostop o insulto, mentre in Grecia è prevalentemente usato in senso dispregiativo

Il segno della "V", è stato diffuso durante la Seconda Guerra Mondiale da Winston Churchill in segno di "vittoria", mentre in alcuni paesi europei tale segno indica il numero due, mentre in altri è un segno di offesa.

Ci sono poi gesti che si modificano con l'evolversi dell'età dell'uomo, ne è un esempio il gesto fatto da un bambino che dice una bugia, tendendo a coprire la bocca con le mani; nell'adolescente il gesto cambia, la mano sfiora con le dita la bocca; nell'adulto il gesto diventa più evoluto e raffinato la mano infatti, sfiora il naso.

In una comunicazione faccia a faccia utilizziamo: espressione facciale, contatto visivo o sguardo fisso, gesticolazione, postura, tatto e comportamento spaziale o prossemica.

Il linguaggio del corpo è in parte innato, e in parte dipende dai processi di socializzazione. In effetti i meccanismi dai quali scaturisce la comunicazione non verbale sono assai simili in tutte le culture, ma ogni cultura tende a rielaborare in maniera differente i messaggi non verbali.

Ciò che viene percepito in un messaggio vocale può essere così suddiviso: Movimenti del corpo (soprattutto espressioni facciali) 55% Aspetto vocale (volume, tono, ritmo) 38% Aspetto verbale (parole) 7%