Elezioni Ungheresi maggio 1994 La vittoria socialista
Assemblee nazionali Partito socialista ungherese 1990, 10,9%, 33 seggi.(IV partito) 1994, 33%, 209 s.(I partito) 1998, 32,3%, 134 s. (II partito) Polonia (Sejm) Alleanza della Sinistra democratica. 1991, 12%, 60 s.(II partito) 1993, 20,4% 171 s (I partito) Ritorno al governo ex comunisti(con Partito contadino Psl) e dopo tre anni di governo, è ancora ritenuta da consistenti settori dell'elettorato la forza politica con più esperienza, capacità di governare e professionalità̀. 1997, 27,1% 164 s. (II partito)
Ungheria e Polonia 1. Come in Ungheria, dunque, anche in Polonia il processo di integrazione democratica del partito erede viene completato nella prima metà degli anni novanta. 2 La Sdrp, come il Mszp, ha messo in atto un mutamento profondo, che ha investito la sua identità̀ e la sua organizzazione 3 L'adattamento democratico e le contingenze del gioco politico hanno poi consentito al partito di guadagnare legittimazione e di varcare la soglia dell'esecutivo in tempi brevi.
Repubblica ceca. P. Comunista della Bohemia e Moravia. 1990, 13% 32 s. II p. Blocco di Sinistra 1992, 14,1% 35 II p. 1996 10,3% 22 s. III p. 1998, 11,0% 24 s. III p.
Slovacchia Partito Comunista Slovacco (KSS) 1990 13,4% 22, IV p. P. della Sinistra Democratica (SOL) 1992 14,7,29.II p. 1998 14,7% 23 IV p. Scelta comune (SV) 1994, 10,4% 18 s. II p.
Repubblica ceca e Slovacchia La rottura il collasso del regime. Il collasso si realizza quando il regime perde per strada parti vitali dell'apparato coercitivo. Aumentano il numero e la forza degli oppositori, tanto che "a un certo punto ci possono essere così tanti oppositori...e così pochi sostenitori che i leader del regime perdono ogni capacità di negoziare.
La transizione. Il Partito comunista cecoslovacco non è il protagonista dei negoziati. l'attore principale della transizione è l'opposizione. non vi è una trattativa che abbia per oggetto la riforma del sistema politico. Al contrario, la Tavola rotonda si limita a definire la composizione del nuovo governo di coalizione e a decidere l'elezione di Havel alla presidenza ed il rinnovamento del parlamento attraverso la sostituzione dei deputati comunisti meno accettabili.
In una situazione di capitolazione comunista e di mobilitazione della società civile il partito non guadagna dalla partecipazione alla Tavola rotonda e, quindi, non si costruisce un capitale di legittimazione da sfruttare in un futuro più o meno prossimo, così come avviene, invece, in Ungheria ed in Polonia. Nel primo congresso dopo l’inizio della transizione nel dicembre 1989 il partito cambia la leadership, Vasil Mohorita diventa segretario, vara un programma d’azione e fa le proprie scuse per gli eventi del ‘68.
in queste condizioni molti iscritti criticano il partito per non aver realizzato una cesura più netta con il passato; decidono di non rinnovare l'adesione; nel settembre 1990 circa un milione di membri (su 1.720.000) ha già abbandonato il Kscs. Il partito non aveva cercato una nuova legittimazione e un adattamento democratico. Sarà visto come anti-regime
Protesta popolare con richiesta di rinunciare ai propri beni ammontanti a 750milioni. Ostracismo delle altre forze politiche che chiedono anche la chiusura del partito stesso. Nonostante ciò alle elezioni del 1990 nell’Assemblea ceca e in quella federale sarà il II partito. In Slovacchia sarà il IV partito. La nascita nel novembre 1990 della Federazione del Partito comunista della Boemia e Moravia e del Partito comunista slovacco.
Il congresso del giugno 1993, mette fine al conflitto interno rigettando sia la proposta "socialdemocratizzante" che quella "neo stalinista", ed adottando la "via di mezzo" rappresentata dal gruppo conservatore guidato da Miroslav Grebenicek. una soluzione che, comunque, gode del sostegno del 75% dei delegati al congresso. La scelta conservatrice spinge all’uscita dei sostenitori del mutamento, che fondano un loro gruppo politico, il Partito democratico del lavoro.
Il Partito comunista della Boemia e Moravia resta così una formazione ortodossa; mira alla costruzione di una economia socialista, la quale "presuppone l'esistenza di vari tipi di proprietà, inclusa la proprietà privata". Il partito contesta l'appartenenza alla Nato e all'Unione europea, colpevoli di permettere la penetrazione del capitale straniero, rischiosa perché potrebbe controllare completamente l'economia ceca e mantiene una struttura organizzativa basata sul centralismo democratico.
17 Novembre-11 Dicembre 1989. Richiesta riforma sistema educativo. Giornata internazionale degli Studenti si trasforma in una protesta contro il progetto di società comunista. Cariche violente della polizia. I vari movimenti che si ispiravano a Vaclav Havel chiedono una ristrutturazione dello stato. 20 nov. Dopo un’imponente manifestazione di protesta il segretario del Partito comunista Milos Jakes si dimise.
La Rivoluzione di Velluto o Gentile Crollo del Partito, rinuncia al monopartitismo. 5 dic. 1989 rimozione del filo spinato dal confine con Germania e Austria. 10 dic Husak nomina un governo con non comunisti e si dimette Alexander Dubcek eletto presidente della Camera. 29 dicembre 1989 Havel presidente della repubblica. Un omaggio ai Velvet Underground di Rita Klimova.