DISTURBI DEL COMPORTAMENTO:IL BULLISMO

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Transcript della presentazione:

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO:IL BULLISMO PROF. MARIO G.L. DE Rosa

DEFINIZIONE Comportamenti aggressivi ripetuti perpetrati da una o più persone nei confronti di una vittima incapace di difendersi Il bullo maschio attua soprattutto aggressioni fisiche, il bullo femmina aggressioni verbali manipolatorie e di tipo relazionale per umiliare, screditare e offendere la vittima L’obiettivo del bullo è «affermare se stesso» agli occhi del gruppo per essere riconosciuto valido e potente….con un ruolo!

DEFINIZIONE: IL BULLO Il bullo in genere ha una grande stima di sé che vuole affermare all’esterno per essere riconosciuto. Ha subito a sua volta una frustrazione della propria presentabilità da parte della famiglia, a scuola, in un gruppo di pari che ne ha disconfermato l’onnipotenza narcisistica. Presenta un Narcisismo Overt: è estroversivo, ostentativo, vuole stare al centro dell’attenzione.

DEFINIZIONE: IL BULLO Struttura comportamenti antisociali di rivolta contro l’Altro che non lo ha riconosciuto: vissuto di fallimento In maniera fantasmatica identifica l’Altro che non l’ha riconosciuto con la «vittima designata» Si nutre dell’approvazione di complici e di spettatori In genere non ha adeguate capacità verbali, è ipo- lessitimico, non va bene a scuola, scarso rapporto con i genitori, manca di empatia

DEFINIZIONE: IL BULLO Proviene da un nucleo familiare che non è riuscito a sviluppare un adeguato rispecchiamento emotivo-affettivo con il figlio. Back-ground di carenza affettiva, scarsa strutturazione del Super Io, precarietà economica, problematiche familiari spesso di tipo psichiatriche.

DEFINIZIONE: LA VITTIMA E’ un soggetto che ha scarsa stima di sé, appare gracile da un punto di vista fisico, un debole, sensibile da un punto di vista psicologico Educato, rispettoso, timido, introverso, con difficoltà a definire relazioni interpersonali Spesso si sente un fallito…..con sentimenti di colpa

DEFINIZIONE: LA VITTIMA Non denuncia l’aggressione per paura di ritorsioni ma anche perché ha un senso d’inferiorità e di vergogna Vive l’aggressione con il senso dell’impotenza, in maniera passiva Può sviluppare un quadro depressivo e sintomi psicosomatici: insonnia, dolori addominali, cefalea, attacchi di panico, pavor nocturnus, anoressia Perde l’interesse per le attività che prima svolgeva, si ritira in se stesso, spesso appare triste, può avere idee di morte.

COSA FARE Anzitutto riconoscere i segni delle aggressioni: vedi slide precedente Talora la vittima ha segni e lesioni fisiche Il bullo non si corregge con i rinforzi negativi, con le punizioni in quanto ha uno scarso Super Io Lo si deve educare all’alfabetizzazione emotiva: deve riuscire a riconoscere le emozioni spiacevoli e le conseguenze che vive la sua vittima….deve acquisire la consapevolezza delle proprie responsabilità

COSA FARE Tecniche d’intervento di tipo riparatorio: mediazione tra il bullo e la vittima Coinvolgimento del gruppo-classe sul tema, soprattutto dei complici e degli spettatori Coinvolgimento delle famiglie: parent training Intervento psicologico sulla vittima: aumento dell’assertività e della stima di sé