DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE: LINGUAGGIO PROF. MARIO G.L. DE ROSA
DEFINIZIONE Nei Disturbi del Linguaggio si comprendono le alterazioni del linguaggio acquisite dette Afasie Acquisite: secondarie all’autismo, al ritardo mentale, alla sordità, a lesioni cerebrali soprattutto le Paralisi Cerebrali Infantili e Disturbi Specifici del Linguaggio (Disfasia Evolutiva) che riguardano bambini senza patologie cerebrali
DEFINIZIONE Già a 24 mesi è possibile rilevare un disturbo del linguaggio. Spesso non si è di fronte a una patologia ma a un «ritardo nel parlare», sono i cosiddetti «parlatori tardivi o late talkers»: sono bambini che presentano uno sviluppo lento soprattutto del linguaggio espressivo senza problemi di comprensione e in assenza di familiarità. In genere intorno ai 4 anni regolarizzano il linguaggio.
AFASIE ACQUISITE Sono dovute a lesioni del cervello quali traumi cranici, tumori cerebrali e meno frequentemente encefaliti infettive Il disturbo si determina dopo che il linguaggio è stato acquisito in genere dai 3-15 anni Il soggetto non parla più in maniera fluente fino al mutismo mentre in genere è sempre conservata la comprensione. Nel caso di un evento traumatico riesce in qualche mese a recuperare il linguaggio anche se rimane per sempre qualche deficit nella comprensione e nell’espressione
AFASIE ACQUISITE In genere si associano anche disgrafia, disturbi della lettura e discalculia Per questi motivi sono rilevanti le problematicità scolastiche soprattutto nelle materie linguistiche e logico- matematiche
AFASIE ACQUISITE Una forma particolare è l’AFASIA CON EPILESSIA (Sindrome di Landau-Kleffner) dove accanto al disturbo del linguaggio è presente Epilessia Un’altra forma caratteristica è il Disturbo del linguaggio nel Ritardo Mentale, si pensi alla Sindrome di Down, alla Sindrome dell’X-fragile Nella Paralisi Cerebrale Infantile è spesso presente una Disartria e Disturbi del Linguaggio
DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO (DISFASIA EVOLUTIVA) Sono persone con intelligenza normale senza apparenti problemi neurologici e psichiatrici E’ presente nel 7% dei bambini in età scolare Rapporto M/F = 4/1 Tendenza al mancinismo Il 50% ha un altro familiare con lo stesso problema
DISFASIA EVOLUTIVA Per fare la diagnosi bisogna escludere deficit dell’intelligenza non verbale che deve essere superiore a 70 (Scale specifiche) E’ invece presente un’intelligenza verbale molto inferiore all’intelligenza non verbale L’udito deve essere nella norma Non devono essere presenti deficit neurologici e psicologici
DISFASIE EVOLUTIVE: CAUSE Non sono ancora ben chiare Spesso si associano a prematurità, basso peso alla nascita, convulsioni febbrili Il Neuro-imaging ha talora evidenziato piccole lesioni, bilaterali nella corteccia cerebrale o nelle regioni sottocorticali L’EEG nel sonno rileva onde lente Si ipotizza anche un’alterazione genetica
DISFASIA EVOLUTIVA Spesso per un’ignoranza degli insegnanti, questa patologia viene interpretata come una scarsa motivazione allo studio e all’applicazione scolastica anche perché questi soggetti appaiono a prima vista normali.
DISFASIA EVOLUTIVA Una volta fatta la valutazione il soggetto viene sottoposto a una Scala per valutare lo sviluppo del linguaggio: se si rileva una difficoltà nella comprensione si diagnostica il «Disturbo specifico della comprensione del linguaggio», se invece ha un deficit nell’espressione del linguaggio si fa diagnosi di «Disturbo specifico dell’espressione del linguaggio». Se infine supera sia le prove della comprensione e dell’espressione del linguaggio ma presenta solo un disturbo nella produzione dei suoni del linguaggio si fa diagnosi di «Disturbo dell’articolazione del linguaggio»
Disfasia Evolutiva: Disturbo specifico della comprensione E’ deficitaria la comprensione delle parole (comprensione lessicale), della grammatica (comprensione morfo-sintattica), dei suoni (comprensione fonologica) E’ la forma più grave delle Disfasie Evolutive Richiedono un lungo periodo di riabilitazione logopedica
Disfasie Evolutive: Disturbo specifico dell’espressione La comprensione è nella norma Difetta nell’esprimere le parole e le frasi Spesso è l’evoluzione del Disturbo di Comprensione
Disfasie Evolutive: Disturbo Specifico dell’articolazione Ha un deficit nell’articolazione delle parole, molti fonemi sono pronunciati in maniera distorta E’ la forma più frequente di disturbo specifico del linguaggio La terapia logopedica deve essere effettuata il più precocemente possibile dal momento che questo disturbo può determinare successivamente una dislessia e una disortografia
Disfasia Evolutiva: Disturbo Specifico dell’articolazione Il disturbo interessa soprattutto la pronuncia delle consonanti che delle vocali Si parla di sigmatismo interdentale quando la lingua resta troppo vicina agli incisivi o tra i denti, il sigmatismo laterale si ha quando parlando esce dell’aria dalla bocca per una malformazione del palato di tipo ogivale Sono alterazioni frequenti e banali prima dei 5 anni, se continuano bisogna intervenire con una rieducazione.
LA BALBUZIE E’ considerato un disturbo del linguaggio con rallentamenti e inceppi nell’espressione verbale mentre è normale la comprensione Non è correggibile con un atto di volontà e si associa spesso a una tensione emotiva E’ presente nell’1% dei bambini in età scolastica e colpisce maggiormente i maschi delle femmine con un rapporto di 3/1 Esordisce tra i 16 mesi e i 6 anni Quando si presenta a cicli la prognosi è migliore mentre se è presente una tensione emotiva costante la prognosi è più severa.
LA BALBUZIE Nei bambini dai 2-5 anni si assiste spesso a una remissione spontanea del disturbo, più frequentemente nelle bambine Le cause non sono note, si ipotizza una causa genetica Nei bambini piccoli (2-7 anni) i genitori vengono educati a parlare al piccolo in maniera lenta, senza fare domande complesse, di aumentare l’ascolto e l’attenzione verso il figlio. Con questi accorgimenti la balbuzie in genere regredisce.
LA BALBUZIE Nei bambini più grandi (8-14 anni) si effettua terapia di gruppo presenti anche i genitori analizzando le tensioni emotive ed effettuando tecniche di rilassamento. Si associano incontri di logopedia con i piccoli per aumentare la fluenza verbale
LA TERAPIA DEL LINGUAGGIO (LOGOPEDIA) E’ importante anzitutto valutare con specifici test il deficit preciso del linguaggio: comprensione, espressione, ripetizione, lettura, scrittura, poi effettuare una terapia logopedica specifica. La neuroplasticità evidenzia la possibilità di recupero linguistico Utile la ripetizione di parole, frasi, sillabe, storie dopo il loro ascolto (anche con l’ausilio di un computer) e la correzione immediata di eventuali errori (conversational recasting)