PROBLEMI E OBIETTIVI DEL XXI SECOLO

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Transcript della presentazione:

PROBLEMI E OBIETTIVI DEL XXI SECOLO CLASSIFICARE LO SVILUPPO LE CAUSE DELLA POVERTA’ LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO L’ISTRUZIONE NEL MONDO L’INFANZIA NEGATA LA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL MONDO IL DIRITTO ALLA SALUTE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: le ONG GLI EQUILIBRI POLITICI NEL MONDO LE GUERRE DI OGGI L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE: ONU

CLASSIFICARE LO SVILUPPO PRIMO, SECONDO, TERZO e QUARTO MONDO: Primo Mondo: paesi ricchi Secondo Mondo: paesi socialisti Terzo Mondo: Paesi in via di sviluppo Quarto Mondo: del tutto privi di risorse prime NORD e SUD del MONDO NORD Paesi ricchi SUD Paesi poveri Non è però del tutto soddisfacente: Australia ricca è a Sud, Mongolia povera è a nord. PAESI SVILUPPATI e PAESI IN VIA DI SVILUPPO: anche tale definizione non è molto reale perché implica il riferimento a un modello di crescita univoco cioè quello del ricco mondo Occidentale. CENTRO, PERIFERIA e SEMIPERIFERIA CENTRO: Paesi del NORD AMERICA, quasi tutti i Paesi europei, GIAPPONE, AUSTRALIA e NUOVA ZELANDA cioè quelli economicamente e tecnologicamente più AVANZATI. PERIFERIA: Paesi africani, asiatici e latino-americani, economicamente e industrialmente POCO SVILUPPATI. SEMIPERIFERIA: Paesi in cui convivono entrambe le caratteristiche dei due gruppi precedenti, come INDIA, RUSSIA, MESSICO, BRASILE che malgrado una industrializzazione e una base tecnologica SVILUPPATA dipendono ancora dai Paesi più sviluppati per prestiti, importazioni ed esportazioni.

L’ AUMENTO DELLE DISEGUAGLIANZE : i più colpiti dalla povertà sono bambini LE INEGUAGLIANZE NELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO sono AUMENTATE: il 23% della POPOLAZIONE MONDIALE detiene l’85% della RICCHEZZA TOTALE e questo 85% è in gran parte distribuito nel NORD del Mondo. 2,7 MILIARDI DI PERSONE vivono in CONDIZIONI DI POVERTA’: di questi 600 MILIONI sono BAMBINI.

LE CAUSE DELLA POVERTA’ Ecco secondo il sito le OTTO principali CAUSE di povertà nel mondo https://adozioneadistanza.actionaid.it 1. L’ambiente Siccità, uragani, terremoti, alluvioni, tempeste tropicali. Alcuni Paesi del mondo, come l’Africa Subsahariana e il Sud-est asiatico, sono particolarmente soggetti a disastri ambientali. In queste condizioni è difficile, quando non impossibile, avere acqua potabile, coltivare la terra, costruire una casa, avviare un qualsiasi tipo di attività. 3. Sfruttamento dell’ambiente Colture intensive ed estensive, deforestazione selvaggia, tecniche agricole arretrate, territori feriti a morte dall’incontrollata estrazione mineraria, il fenomeno del land grabbing: tutto questo impoverisce il terreno e l’ambiente in maniera quasi sempre irrimediabile. Chi vive in questi territori è condannato alla povertà. Mentre i terreni coltivabili del pianeta sono sempre più a rischio erosione, salificazione e desertificazione. 2. Guerre e conflitti Nel 2013, ogni giorno 32mila persone hanno abbandonato le loro case in cerca di protezione a causa di conflitti armati. Si tratta di persone che sono condannate, spesso irrimediabilmente, alla povertà. Perché perdono tutto e non hanno più alcuna possibilità di recuperarlo. 4. Violazione dei diritti umani fondamentali Sicurezza, libertà, benessere, uguaglianza sociale e di genere, vita: questi sono alcuni dei diritti umani fondamentali. E ogni giorno, sistematicamente, vengono negati. Questo non fa altro che generare ulteriore povertà, in una sorta di circolo vizioso.

5. Dipendenza , sfruttamento e debiti economici Ancora oggi, molti dei Paesi del Terzo mondo sono dipendenti dai Paesi ricchi. In alcuni casi, questa dipendenza assume la forma di un vero e proprio sfruttamento da parte di governi e multinazionali. Gli Stati poveri si trovano nell’impossibilità di restituire le somme prestate e i relativi interessi ai Paesi ricchi e ciò porta ad un sempre più forte indebitamento. Inoltre molto spesso i PRESTITI non sono serviti per creare infrastrutture UTILI allo sviluppo, ma per finanziare OPERE INUTILI, SPESE MILITARI, DITTATORI, GOVERNI CORROTTI.  6.Eccessiva espansione demografica Negli ultimi anni stiamo assistendo a un boom dell’espansione demografica, dovuto a diversi fattori. La popolazione cresce e ha bisogno di sempre più risorse (ad esempio cibo, medicinali e abitazioni) per poter sopravvivere. Ma dato che nei Paesi poveri le risorse sono già scarse, questo finisce per accentuare ulteriormente il problema della povertà. 7. Mal distribuzione delle risorse Si ricollega in parte al punto precedente. Ci sono Paesi, quelli del cosiddetto Primo mondo, che hanno troppo. Altri, come i Paesi del Terzo mondo, che hanno troppo poco.  8. Analfabetismo Esiste uno stretto legame tra povertà e tasso di alfabetizzazione. Chi non è istruito non sa quali sono i suoi diritti, né sa come rivendicarli e difenderli. Significa essere condannati alla fame e alla miseria.

LE CAUSE DELLA FAME Ecco le cause della FAME sempre secondo il precedente sito Cos’è la fame Bisogna innanzitutto specificare cos’è la fame per avere una panoramica completa della portata del problema. Mediamente, ogni giorno una persona dovrebbe assumere circa 2.100 calorie per condurre una vita degna di questo nome. Quando l’assunzione calorica scende al di sotto di tale soglia minima, allora si comincia a parlare di fame. Le cause La trappola della povertà. Le persone che vivono in condizione di povertà estrema non hanno la possibilità di nutrirsi in maniera adeguata. Non nutrendosi adeguatamente, non hanno le forze necessarie per svolgere nessun tipo di lavoro e quindi non possono procurarsi cibo. Questa è la trappola della povertà. Un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Mancanza d’investimenti nel settore dell’agricoltura. Strade in buone condizioni, strutture e magazzini, sistemi di irrigazione, macchinari: a causa della povertà, i Paesi del Terzo mondo non hanno la possibilità di investire nell’agricoltura. Come conseguenza, il costo del trasporto è eccessivo, non c’è disponibilità di acqua potabile, c’è carenza di scorte di cibo. Condizioni climatiche. Alluvioni, lunghissimi periodi di siccità, tempeste tropicali. Tutte queste calamità si stanno verificando con frequenza e violenza sempre maggiori. E con disastrose conseguenze sui Paesi colpiti, spesso molto poveri. Così il problema della fame non può fare altro che aggravarsi. Guerre e conflitti. I rifugiati scappano da sanguinose guerre e conflitti civili che li hanno privati di tutto: di una casa, degli affetti, di qualsiasi speranza di avere un futuro. In guerra, il cibo diventa un’arma. Spesso i soldati distruggono le scorte di cibo dei loro nemici. I campi vengono cosparsi di mine e le fonti d’acqua inquinate. Instabilità dei mercati. Soprattutto negli ultimi decenni, il prezzo del cibo è stato molto instabile. Questo fa in modo che i Paesi più poveri non riescano ad avere accesso al cibo durante tutto l’anno ma solo quando il costo è più basso. Quando il prezzo si alza troppo, le persone mangiano cibi più economici e meno nutrienti. In molti casi, non riescono proprio a procurarsene. Spreco di cibo. Un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale (circa 1,3 miliardi di tonnellate) non viene consumato. Questo spreco di cibo è una mancata opportunità per combattere il problema del cibo, in un mondo dove una persona su otto soffre di fame cronica.

I dati Le statistiche parlano di un mondo in cui: Circa ottocento milioni di persone soffrono la fame; Una persona su quattro in Africa subsahariana è affamata; I due terzi delle persone affamate vivono in Asia. I bambini La fame nel mondo non risparmia nemmeno i più piccoli. Ogni anno, sono più di tre milioni i bambini che non superano il quinto anno di vita e la metà di tali decessi è dovuta a cause direttamente o indirettamente riconducibili alla scarsa alimentazione. Le soluzioni Le sei principali cause della fame nel mondo sembrano insormontabili. Eppure per ognuna di esse esistono delle soluzioni: Fornire acqua, mezzi e semi ai contadini; Incrementare gli investimenti nell’agricoltura; Fare in modo che i Paesi colpiti da alluvioni e siccità possano fronteggiare tali emergenze; Assistere i rifugiati; Fornire cibo ai Paesi più poveri a un prezzo equo; Ridurre drasticamente lo spreco di cibo e utilizzarlo per sfamare i Paesi poveri.

I 10 Paesi più Poveri del Mondo - Classifica 2019 Le prime 10 posizioni sono tutte occupate da stati africani e solo alla ventiquattresima posizione troviamo una nazione asiatica, l'Afghanistan. Essi non sono considerati paesi del terzo mondo in quanto, tra quelli appartenenti a questa categoria, ve ne sono alcuni in via di sviluppo. Quelli che figurano in questa classifica sono, invece, paesi del quarto mondo, ovvero senza possibilità alcuna di sviluppo concreto: la popolazione avrà sempre bisogno degli aiuti umanitari per poter sopravvivere. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: è un paese con grandi potenzialità, sfruttate però da popoli occidentali, come ad esempio le importanti miniere di diamanti, di cui ormai è rimasto poco e nulla. L'agricoltura locale è di sussistenza, non riesce infatti a soddisfare nemmeno la richiesta interna. ZIMBABWE: Flagellato dalle infezioni di HIV (nel 2004 era colpita una donna su 5 e il 14% di tutta la popolazione tra i 15 e i 49 anni) e con una mortalità infantile che ha superato il 12% a partire dal 2004, il Paese ha un tasso di analfabetismo pari al 90% della popolazione. La speranza di vita è inferiore ai 40 anni, la disoccupazione è talmente alta che lavorano solamente 15 persone su 100. LIBERIA: anche questa nazione paga a caro prezzo il Golpe del 1980 e il susseguirsi di guerre civili. L'economia della Liberia è stata letteralmente disintegrata, il PIL ha visto un crollo vertiginoso del 90% e il tasso di disoccupazione si è assestato al 50% NIGERIA:  le cause della povertà sono la gestione pessima dei proventi del petrolio e l'inquinamento prodotto dalla sua estrazione, nonché l'alto tasso di corruzione. BURUNDI : la siccità che spesso la colpisce rende molto difficile la già scarsa attività di agricoltura: circa l'80% della popolazione vive con circa 1 dollaro americano al giorno. REPUBBLICA CENTRAFRICANA: è sempre stata uno dei Paesi più poveri del mondo, con una speranza di vita di 48 anni. Da quasi un anno, a causa di un violento colpo di stato, si sta vivendo una crisi umanitaria senza precedenti. A farne le spese sono soprattutto i bambini: a rischio di abuso, sfruttamento e violenza sessuale, devono inoltre affrontare la mancanza di servizi sanitari e di riserve di cibo. ERITREA: uno dei problemi più importanti di questo Paese è la guerra, che ha causato negli anni ingenti danni materiali e umani ed ha anche contribuito al calo delle esportazioni di prodotti. Gli aiuti umanitari sono, anche qui, diventati essenziali per permettere alla popolazione di sopravvivere. Come quasi tutti i Paesi africani nelle medesime condizioni, anche l'Eritrea potrebbe essere ricchissima, per la presenza di giacimenti di oro, petrolio e tanti altri materiali importanti, sfruttati ovviamente dai paesi occidentali. SIERRA LEONE: vittima di una devastante guerra civile iniziata dal Fronte Rivoluzionario Unito, nonché da innumerevoli colpi di stato avvenuti durante gli anni '90 a causa gli interessi economici legati alle risorse minerarie del territorio, la popolazione della Sierra Leone vive in condizioni di povertà totale. Negli ultimi anni è stata anche scenario dell'epidemia di ebola, che ha ulteriormente aggravato le condizioni di vita ed il tasso di mortalità, soprattutto infantile. MALAWI : chi vive in Malawi ha  una speranza di vita di appena 47 anni. Sono i bambini le principali vittime della povertà e della quasi assenza di servizi sanitari ed educativi: un bambino su otto muore prima dei cinque anni e quasi la metà dei bambini al di sotto dei 5 anni sono malnutriti. TOGO : in questo Paese il 32,3% degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà e quasi la metà di essi in condizioni di estrema indigenza.

LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO Nel 1948 l’ONU approvò e proclamò la DICHIARAZIONE UNIVERSALE dei DIRITTI UMANI che stabilisce, per la prima volta nella storia , che esistono DIRITTI che ogni essere umano deve poter godere. I più importanti diritti sono: LIBERTA’ : di pensiero, espressione, di coscienza, di religione….. UGUAGLIANZA : davanti alla legge e niente SCHIAVITU’ VITA SICUREZZA al LAVORO A FORMARE una FAMIGLIA Alla SALUTE All’ISTRUZIONE Articolo 1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Articolo 2 Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità. QUI TROVI IL TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE: https://www.ohchr.org/EN/UDHR/Documents/UDHR_Translations/itn.pdf

LE CONVENZIONI SPECIFICHE CONVENZIONE SUI DIRITTI DELLA DONNA (1952/1967) DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO (1959/1989) TRATTATO SULLA NON PROFIFERAZIONE DELLE ARMI NUCLEARI ( 1963) DICHIARAZIONE SULLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE (1963) CONVENZIONE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA’ (2007) LE CONFERENZE MONDIALI CONFERENZA SULLA POPOLAZIONE MONDIALE (1974) CONFERENZA MONDIALE PER L’ANNO DELLA DONNA (1975) CONFERENZA SULLA DESERTIFICAZIONE (1977) FORUM MONDIALE per l’INFANZIA (1990) CONFERENZA SULL’AMBIENTE e sullo SVILUPPO (1992) PROTOCOLLO DI KYOTO (entrato in vigore nel 2012).

QUALI DIRITTI? Purtroppo in alcuni Paesi la messa in pratica dei diritti citati nella DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO e nelle altre CONVENZIONI è del TUTTO NEGATA. Nei Paesi meno sviluppati vi è un ABISSO tra quanto scritto nelle DICHIARAZINI e la loro concreta realizzazione. Ma anche nelle regioni più sviluppate ci sono MOLTI PASSI DA FARE.

L’ISTRUZIONE NEL MONDO L’ISTRUZIONE è UNA FORMA DI LOTTA ALLA POVERTA’ All’ISTRUZIONE e allo STUDIO si lega la speranza di UNA VITA MIGLIORE: LA SCUOLA è la PRIMA e la più IMPORTANTE via d’USCITA DALLA POVERTA’ e dal SOTTOSVILUPPO. Nei Paesi più poveri più di 100 milioni di bambini non vengono nemmeno iscritti a scuola: la lotta all’ANALFABETISMO è una battaglia ancora lunga e dura! L’analfabetismo tra gli adulti è calato dal 375 del 1970 al 15% del 2015 : più di 750 milioni di persone sono ANALFABETE e il 99% vive nei Paesi non sviluppati. L’analfabetismo a livello mondiale è più elevato tra le donne: su 100 persone 64 donne sono ANALFABETE.

Da ACTIONAID.IT L’analfabetismo è uno dei più gravi problemi del mondo. Riuscire ad accedere ai più elementari livelli d’istruzione significa prendere coscienza dei propri diritti, e quindi lottare affinché siano rispettati. Questo, almeno, sulla carta. In teoria, la strada da percorrere è ancora lunga. Tanto è stato fatto Negli ultimi cinquant’anni, il mondo ha fatto dei significativi passi in avanti per quanto riguarda la riduzione del tasso di analfabetismo negli adulti. Allo stesso tempo, un migliore livello d’istruzione ha anche contribuito alla riduzione delle disuguaglianze di genere. Dati La situazione resta ancora problematica. Adulti. Si stima che nel mondo ci siano circa 750 milioni di adulti che non hanno le più elementari competenze per quanto riguarda leggere e scrivere. Giovani e bambini. Nel 2015, circa 264 milioni di bambini e giovani non andavano a scuola. Il totale era composto da 61 milioni di bambini in età da scuola primaria, 62 milioni di bambini in età da scuola secondaria inferiore e 141 milioni di giovani in età da scuola secondaria superiore. Donne. La maggior parte del totale degli analfabeti è composta da donne, ragazze e bambine. Donne, ragazze e bambine che rappresentano circa il 60% tanto degli adulti quanto dei giovani analfabeti. Le cause Le cause dall’analfabetismo sono diverse e, in molti Paesi, fin troppo radicate: Le suole sono troppo care; Le scuole sono del tutto inesistenti; Le famiglie non guadagnano abbastanza per pagare la retta, le divise, i libri e il materiale scolastico; In mancanza di soldi, si preferisce far studiare i figli maschi e lasciare le bambine a casa; Mancano del tutto insegnanti qualificati; Le famiglie non comprendono quale sia l’importanza dell’istruzione e preferiscono che i bambini comincino a lavorare fin da piccoli. Le conseguenze di tutto ciò possono essere riassunte in due concetti semplici: fame (chi non ha un buon livello d’istruzione ha anche meno possibilità di trovare un lavoro dignitoso) e diritti negati (chi non sa né leggere né scrivere non sa nemmeno quali sono i propri diritti né come rivendicarli). I Paesi La zona del mondo dove si concentra il maggior numero di analfabeti è l’Africa subsahariana. Dove ci sono Paesi come Etiopia, Liberia, Senegal e Gambia in cui si registrano tassi di analfabetismo che si aggirano intorno al 50% della popolazione totale. Come intervenire Analfabetismo e povertà sono strettamente collegati. Garantire i più elementari livelli d’istruzione significa non soltanto combattere la povertà ma anche le disuguaglianze di genere. Significa stessi diritti per tutti: per uomini e per donne, per poveri e ricchi. Le aree maggiormente colpite sono i Paesi poveri. Servono scuole, libri e insegnati opportunamente formati. E per fare tutto ciò occorre anche il tuo contributo, che potrai dare grazie all’adozione a distanza.

Dati 2005 Circa il 57 per cento di bambini in età scolare, che non vanno a scuola, sono femmine. Il rapporto dimostra come la parità fra i generi sia un obiettivo ancora molto lontano. I paesi, in cui l'accesso all'istruzione da parte delle donne è più scarso, sono il Ciad, lo Yemen, la Guinea Bissau, il Benin, il Niger, l'Etiopia.

Analfabetismo funzionale, i numeri in Italia e nel mondo In Italia colpisce il 47% degli individui, uno su sei è giovane. Si tratta di persone che non riescono a comprendere testi scritti. Il focus in occasione della Giornata internazionale dell'alfabetizzazione L'8 settembre in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale dell'alfabetizzazione, ricorrenza voluta dall'Unesco nel 1965 per mettere sotto i riflettori la piaga dell'analfabetismo letterario e numerico. L'analfabetismo funzionale è una piaga che affligge il 47% degli italiani Analfabetismo funzionale: la definizione Nonostante l'aumento dell'accesso all'istruzione letteraria e numerica attraverso la scuola per le persone di tutto il mondo, negli adulti si osserva una crescita di casi di analfabetismo funzionale, detto anche analfabetismo di ritorno. Con questa espressione si indicano persone che, nonostante siano state istruite e sappiano leggere e scrivere, non sono più in grado di usare la lettura, la scrittura e la capacità di calcolo per il proprio sviluppo cognitivo e quello della comunità. Analfabetismo e analfabetismo funzionale: i dati Secondo i dati raccolti dall'Unesco nel 2015 l'85% della popolazione adulta nel mondo è alfabetizzata. Gli analfabeti attualmente si attestano intorno a 757 milioni di persone, distribuite per lo più nei paesi in via di sviluppo. In quelli sviluppati, l'analfabetismo resta prevalentemente funzionale. Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology, solo in Europa questa categoria di persone ammonterebbe a circa 80 milioni di individui. Secondo lo Human Development Report 2009 la concentrazione più bassa si registra in Norvegia (7,9%), mentre quella più alta è in Italia (47%). La stima è compiuta su una popolazione compresa tra i 16 e i 65 anni. Secondo i dati Ocse relativi al 2015, l'analfabetismo funzionale non è però solo qualcosa che riguarda solo gli adulti. Infatti, un giovane italiano su sei non comprende a pieno il significato di ciò che legge. Il rapporto ha messo in luce anche il peso dei social su questa situazione: è stato rilevato infatti che una parte dei giovani considerati non sono in grado di interpretare o leggere tra le righe di un testo. La stessa difficoltà si riscontra anche nell'elaborare un proprio pensiero critico successivamente alla lettura.

L’INFANZIA NEGATA Vietato essere bambini, infanzia negata per 700 milioni Save The Children presenta il primo rapporto globale sulle condizioni dei minori nel mondo: Nel mondo 700 milioni di bambini, uno su 4, sono privati della possibilità di vivere la propria l’infanzia. Il Niger è il Paese dove i bambini sono maggiormente minacciati ed esposti a rischi per la loro vita e il loro sviluppo, seguito da Angola, Mali, Repubblica Centrafricana e Somalia. Norvegia, Slovenia e Finlandia si rivelano invece i Paesi dove l’infanzia incontra le condizioni più favorevoli, con l’Italia che si posiziona al nono posto in classifica, meglio di Germania e Belgio (al decimo posto a pari merito con Cipro e Corea del Sud), ma dietro anche a Olanda, Svezia, Portogallo, Irlanda e Islanda. Sono i risultati del primo Indice globale sui fattori che mettono a rischio l’infanzia in 172 Paesi al mondo, contenuto nel rapporto “Infanzia rubata” presentato da Save the Children in occasione della Giornata Internazionale dei bambini.  I numeri dell'infanzia rubata 263 milioni di bambini, cioè 1 su 6, non vanno a scuola 168 milioni sono coinvolti in varie forme di lavoro minorile 6 milioni muoiono ogni anno per cause facilmente prevenibili prima dei 5 anni 156 milioni di bambini con meno di 5 anni soffrono di malnutrizione acuta 28 milioni di bambini, 1 su 80, fuggono da guerre e persecuzioni 75.000 ragazzi di meno di 20 anni sono stati uccisi nel 2015 15 milioni le ragazze che ogni anno si sposano prima dei 18 anni 4 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto 15 anni, una ogni 7 secondi 17 milioni di ragazze sotto i 19 anni partoriscono ogni anni, una ogni 2 secondi  :

Condizione dei minori in Italia “È inaccettabile che nel 2017 milioni di bambini in tutto il mondo continuino ad essere privati della propria infanzia e del loro diritto di essere al sicuro, di crescere, imparare e giocare. Dobbiamo e possiamo fare di più per garantire un futuro migliore, fino all’ultimo bambino”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti. Quanto al nostro Paese – spiega Valerio Neri – la classifica ci dice che l’Italia ottiene un piazzamento generale migliore di Paesi come Germania e Belgio. In Italia, tuttavia, c’è ancora molta strada da fare per dare a tutti i bambini la possibilità di costruirsi un futuro, considerando che oltre un milione di minori vive in povertà assoluta e che quasi 1 su 3 è a rischio povertà ed esclusione sociale, una delle percentuali più alte in Europa. Deprivazioni materiali che hanno ripercussioni gravissime anche sulle opportunità educative dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, negando loro la possibilità di apprendere e coltivare le proprie passioni e le proprie aspirazioni”. Il rapporto di Save The Children in 8 punti Bambini in fuga a causa di guerre e persecuzioni - Nel 2016, 1 bambino su 80, nel mondo, è stato costretto ad abbandonare la propria casa per fuggire da guerre e persecuzioni: circa 28 milioni di minori, di cui 10 sono bambini rifugiati, 1 milione richiedenti asilo e 17 milioni sono sfollati interni. La Siria è il Paese con il più alto numero di sfollati (oltre 12 milioni di persone, il 655 del totale. 2. Tagliati fuori dall’educazione - Oggi nel mondo 1 bambino su 6 è tagliato fuori dal diritto all’educazione, pari a 263 milioni di bambini in età scolare. Sud Sudan (67%), Eritrea (63%), Gibuti (60%) e Niger (55%) sono i Paesi con la più alta percentuale di minori fuori dalla scuola. In Europa la Francia a conquista il primo posto con appena lo 0,3%, seguita da Spagna e Regno Unito con lo 0,7%. Più distante l’Italia dove il 2,8% non va a scuola. 3: La piaga del lavoro minorile - Il numero di minori coinvolti nel lavoro minorile si è ridotto di un terzo rispetto al 2000, ma ancora 168 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare. Di questi, 85 milioni fanno lavori molto pesanti e pericolosi. I tassi più alti di bambini coinvolti nel lavoro minorile si trovano ancora una volta in Africa 4.L’infanzia negata alle ragazze: i matrimoni in tenera età  - Nel mondo, ogni 7 secondi una ragazza di età inferiore a 15 anni si sposa, spesso costretta: ogni anno sono circa 15 milioni le ragazze che si sposano prima di aver compiuto i 18 anni e di queste 4 milioni non hanno ancora 15 anni. La classifica dei matrimoni precoci: Niger (60%), Repubblica Centrafricana (55%), Bangladesh (44%), Sud Sudan (40%). La Norvegia presenta la percentuale più bassa al mondo (0,1%). In Italia il valore ammonta a 1,5%.  5.L’infanzia negata alle ragazze: le gravidanze precoci - Ogni 2 secondi una ragazza tra i 15 e i 19 anni mette al mondo un bambino, pari a circa 17 milioni di giovani ogni anno. Nel mondo, la quasi totalità delle gravidanze precoci avviene nei Paesi in via di sviluppo (95%) e costituisce la seconda causa di morte al mondo tra le ragazze tra i 15 e i 19 anni. In Niger, dove 1 ragazza su 5 ha un bambino prima di compiere 19 anni. Seguono Mali (17,4%), Angola (16,2%) e Guinea (14%). Il tasso più basso si registra in Corea del Nord (0,05%), con l’Italia che arriva a sfiorare quota 0,6%, molto inferiore a Regno Unito (1,4%) e Stati Uniti (2,1%).  6. Morire prima dei 5 anni per cause facilmente prevenibili - Ogni giorno oltre 16.000 bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, nella maggior parte dei casi per malattie facilmente curabili e prevenibili, 7. Malnutrito un bambino su 41: un bambino su 4 (156 milioni) è ancora affetto da forme acute di malnutrizione che ne compromettono lo sviluppo fisico e mentale. E' l’India a registrare il valore assoluto più alto di bimbi malnutriti: oltre 48 milioni, che rappresentano il 39% dell’universo di riferimento.   8. Esposti alla violenza: più di 200 ragazzi assassinati ogni giorno In Sudamerica e nei Caraibi si trovano infine i 10 Paesi con il più alto tasso al mondo di omicidi tra i bambini e i ragazzi, in conseguenza dell’escalation delle attività delle bande criminali. Dal rapporto emerge che più di 75.000 minori di 19 anni sono stati assassinati in tutto il mondo nel solo 2015, pari a più di 200 ogni giorno, con Honduras, Venezuela e El Salvador in cima a questa triste graduatoria (con tassi rispettivamente del 33, 27 e 22 su una popolazione di riferimento di 100 mila ragazze e ragazzi).

BAMBINI INVISIBILI: Si calcola che OLTRE la metà dei bambini nati nelle regioni meno sviluppate NON venga registrata all’anagrafe e quindi le drammatiche condizioni in cui vivono non vengono registrate in nessuna statistica BAMBINI –SOLDATO : Si calcola che siano tra i 300000 e i 500000 i bambini impiegati nelle guerre. BAMBINI-SCHIAVI: Lavorano a tempo pieno oltre 315 milioni di minori tra i 5 e 17 anni: 200 milioni di essi in condizioni di DURO SFRUTTAMENTO. Molti bambini finiscono nella rete della PROSTITUZIONE e PEDOFILIA. Molti sono ridotti in SCHIAVITU’ e venduti dai genitori stessi.

5 storie per raccontare le conseguenze di vivere senza essere bambini: ACTIONAID.it L'infanzia negata è un bambino senza sogni né futuro; un bambino che non è un bambino se costretto al lavoro e allo sfruttamento, all'esclusione sociale e l'analfabetismo. Storie di bambine sposa, ma anche bambini, di abusi e violenze senza potersi ribellare o capire il perché di tanta sofferenza. Come si nega l'infanzia a un bambino? Ce lo raccontano questi 5 bambini. Margaret (Kenya) Una bambina di 10 anni. Margaret e la sua famiglia, letteralmente, vivono in una discarica a poca distanza da Mombasa, la seconda principale città del Kenya. Ogni mattina, all'alba, Margaret si sveglia e comincia a rovistare nella spazzatura in cerca di qualunque cosa possa essere rivenduta. Senza contare il pericolo di contrarre malattie, tagliandosi o scheggiandosi con i rifiuti. Nei ritagli di tempo, Margaret cerca di andare a scuola. Si concentra molto durante le lezioni e impara il più possibile. Però, di solito arriva in ritardo perché prima deve completare il suo "lavoro" in discarica. Il suo sogno? Semplice: svegliarsi una mattina e rendersi conto di non vivere più in una discarica. Manuela (Brasile) Abitava con sua madre nella Strada numero 2 di Rocinha, una delle favelas più grandi di Rio de Janeiro. Qui, si verificavano spesso sparatorie tra la polizia e alcune bande criminali. Manuela, così come sua madre, aveva paura di restare coinvolta in una di esse. E c'era anche un'altra cosa. Rocinha non è solo una delle favelas più grandi ma anche una delle più povere. Manuela non avrebbe avuto la possibilità di studiare. Senza studiare, non avrebbe avuto la possibilità di costruirsi un futuro Kishore (India) Ha appena otto anni. Un giorno, gli capitò un incidente che potrebbe essere considerato, tutto sommato, banale. Stava giocando con la bicicletta, insieme ad altri suoi amici, proprio come fanno tutti i bambini del mondo. A un tratto, ebbe un incidente: cadde dalla bicicletta e si procurò una frattura. In un Paese occidentale, la cosa si sarebbe risolta facilmente. Ma Kishore viveva in India, uno dei Paesi più poveri del mondo. L'ospedale più vicino era a 75 chilometri di distanza. I genitori di Kishore, che lavoravano come braccianti, non avevano né risparmi né potevano permettersi di pagare le cure al loro bambino. Che rischiava di restare menomano a vita. O peggio. Ety (Bangladesh) Il bordello Faridpur Rathkhola, in Bangladesh, è, senza mezzi termini, uno dei posti peggiori del mondo. Ety, 12 anni, è nata qui dentro. Sua madre è una sex worker, troppo povera per lasciare questo lavoro. Sempre che non voglia finire in mezzo a una strada con le sue due figlie. La stanza di Ety si trova accanto a quella della madre. La sente quanto riceve i clienti. La sente quando, di notte, piange. Ety vorrebbe che la madre non facesse più questo lavoro. E spera, con tutta se stessa, di non essere costretta a lavorare a sua volta come sex worker. Florinda (Mozambico) La protagonista della quinta storia, in realtà, è una madre. Florinda vive nella zona di Marracuene. E sa cosa significa patire la fame. Ma la sua più grande preoccupazione è il piccolo Arturo, suo figlio. Il suo amatissimo figlio. Florinda vorrebbe che lui non soffrisse la fame. Florinda vorrebbe che Arturo non vivesse in un mondo dove, ogni anno, più di tre milioni di bambini muoiono per cause direttamente o indirettamente riconducibili alla scarsa alimentazione.

LA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL MONDO Le donne sono spesso vittime di : DISCRIMINAZIONI INFANTICIDIO TRATTA SCHIAVISTA (sfruttamento del lavoro e della prostituzione) SUBALTERNITA’ rispetto all’uomo. LAVORO, ISTRUZIONE E SANITA’ NON SONO DIRITTI GARANTITI A TUTTE LE DONNE Disparità tra uomo e donna sul LAVORO: più disoccupazione femminile, minor possibilità di far carriera, stipendi più bassi… ISTRUZIONE: i 2/3 degli ANALFABETI sono donne. SANITA’: molto alta è la percentuale di DECESSI per PARTO a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie dei paesi meno sviluppati

A che punto siamo con i Diritti delle donne in Italia e nel mondo? In Arabia Saudita, per esempio, i diritti negati alle donne sono incredibili: le donne non possono guidare né uscire di casa da sole; nello stato indiano del Gujarat le nubili non possono avere un cellulare; nello Yemen non possono testimoniare nei processi per adulterio (guarda caso), sodomia (!), furto e diffamazione; in Sudafrica la legge ammette che le bambine possano sposarsi, sempre che abbiano compiuto 12 anni... Ma ci sono casi strani e curiosi anche in parti del mondo che uno crederebbe insospettabili: nel Regno Unito le donne non possono arruolarsi nel corpo dei Royal Marines. In America Latina l'aborto è negato del tutto in alcuni Paesi e concesso in altri (Haiti, Honduras, Venezuela, Ecuador, Guatemala, Argentina e Paraguay) solo in caso di pericolo di vita o di stupro (Brasile e Panama). In Madagascar c'è uno specifico coprifuoco che obbliga le donne, e solo le donne, a starsene a casa dopo il tramonto. Da altre parti non è nemmeno prevista la possibilità dello stupro ad opera del marito (Bangladesh, Singapore, Sri Lanka, Birmania). In Israele la legge ebraica impedisce alle donne di chiedere il divorzio. In Giordania, Libano, Algeria, Tunisia e Iraq allo stupro si pone riparo non con la galera per il colpevole, ma con la «galera» per la vittima, perché la donna viene costretta al matrimonio «riparatore». Una discriminazione molto comune riguarda la retribuzione sul lavoro, generalmente sempre inferiore a quella dei maschi. Secondo un rapporto diffuso dalle Nazioni Unite in occasione dell'otto marzo 2016, in Europa le donne guadagnano in media il 16,1% in meno dei loro colleghi uomini, sebbene da 56 anni viga (in teoria) la parità di retribuzione. In Italia Per l'Italia, già i troppi «femminicidi» dovrebbero suggerire che ancora c'è qualcosa che non va, come minimo. E forse non è neanche il caso di ricordare come da noi siamo ancora ben lontani dalla parità di retribuzione a parità di lavoro. Nel mondo In Iran le donne non possono nemmeno cantare da soliste in pubblico, come ha di recente raccontato Kimia Ghorbani a The voice of Italy, né assistere a partite di calcio o di pallavolo. Difficile resta la vita delle donne nel Medio Oriente. La loro condizione è legata all’Islam. Secondo il Corano, la donna è uguale all’uomo e non esiste nessuna discriminazione dopo la morte. Le donne sono sottoposte all’autorità prima del padre e poi del marito. Non hanno libertà di movimento e di espressione, sono escluse dalla vita pubblica e politica, non possono lavorare e guidare l’automobile, nei negozi e nei locali pubblici hanno entrate separate da quelle degli uomini. Quando escono, sono costrette ad indossare un lungo mantello nero che lascia scoperto solo il viso, l”’hijab” o “burqa”. Sono le regine di casa, ma all’esterno sono considerate quasi come creature invisibili. Non possono andare all’estero se non accompagnate da un “maharam”, un guardiano maschio, oppure devono avere un consenso scritto da parte di un parente maschio.

Parità sulla carta, parità nei fatti: un traguardo non ancora raggiunto L’8 marzo è la Festa della Donna, la giornata internazionale contro la discriminazione sessuale e le violenze di cui le donne sono ancora oggi oggetto. Il giorno è stato scelto in ricordo della manifestazione tenuta a San Pietroburgo nel 1917 dalle donne per chiedere la fine della guerra. Manifestazione che ha dato l’avvio agli eventi che portarono alla rivoluzione russa: quattro giorno dopo lo Zar abdicò. In Italia la si celebra dal 1922 e dal 1946 la mimosa, pianta che da noi fiorisce proprio in questi giorni, ne è diventata il simbolo. Il lungo viaggio che ha portato oggi le donne a contare di più è iniziato all’inizio del secolo scorso, ma non è ancora terminato. Uno dei 17 global goals indicati dall’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è proprio “Raggiungere la parità di genere”. Molti gli ambiti in cui le donne sono ancora oggi cittadine di serie B, nella società, nel mondo del lavoro e in famiglia, anche se negli anni Settanta il femminismo ha lanciato le sue battaglie per l’uguaglianza dei sessi riuscendo ad ottenere alcuni importanti passi avanti. Oggi quasi ovunque uomini e donne hanno stessi diritti e stessi doveri, ma in pratica ancora notevoli differenze nella società, nel mondo del lavoro e in famiglia. Una delle prime conquiste ottenute dalle donne è stato il diritto di voto. Il primo tra i Paesi attuali a concedere il suffragio alle donne fu la Nuova Zelanda nel 1893 seguita dall’Australia (1902) e in Europa da Paesi nordici (Lettonia 1905, Danimarca 1908, Norvegia 1913, Danimarca e Islanda 1915),in ITALIA nel 1946. IN ITALIA i cambiamenti maggiori sono avvenuti all’interno della famiglia. In Italia un tempo era il marito, capofamiglia ad avere ogni potere decisionale: moglie e figli erano in una situazione di dipendenza e dovevano obbedire. La Riforma del Diritto di Famiglia del 1975 ha cambiato tutto: la famiglia è diventata una libera associazione, marito e moglie hanno gestione paritaria e anche i figli possono far sentire la loro voce. Oggi è diventato normale tra le nuove coppie una distribuzione comune delle attività (pulizia, cucina, assistenza ai figli…), che in passato spettavano solo alla donna, anche se lavorava. Ma la mancanza di strutture sociali adeguate impedisce di fatto una vera parità di compiti. Molto diversa la situazione in altri Paesi dove le donne sono ancora soggette al volere di padri e mariti, costrette a matrimoni imposti, sovente in giovanissima età, e anche a mutilazioni fisiche.

IL DIRITTO ALLA SALUTE Nei Paesi più sviluppati LA VITA MEDIA si è allungata moltissimo: dai 55 anni (1930) agli 80 anni di oggi. Ciò però NON è avvenuto nei PAESI MENO SVILUPPATI. La lotta alle grandi malattie ha compiuto numerosi progressi grazie al MIGLIORAMENTO CONDIZIONI IGIENICHE FARMACI VACCINAZIONI DI MASSA MALATTIE DEL BENESSERE: tipiche dei Paesi più sviluppati e sono malattie cardiovascolari, diabete, alcuni tipi di tumore legati a SOVRAPPESO e OBESITA’. MALATTIE DELLA POVERTA’: SOTTOALIMENTAZIONE o MALNUTRIZIONE, mancanza di acqua potabile , condizioni igieniche precarie, rapporti sessuali non protetti….portano a malattie come AIDS, DIARREA, TUBERCOLOSI, MALARIA…. I BAMBINI dei Paesi poveri sono i più colpiti dalle malattie

MORTALITA’ INFANTILE e MORTALITA’ nei PAESI POVERI UNA CAUSA DI MORTALITA’ nei Paesi poveri è LA MANCANZA DI FARMACI: 14 milioni di persone muoiono per malattie curabili perché sono impossibilitati ad accedere ai farmaci. Secondo l’UNICEF, MALATTIE INFETTIVE unite a SOTTOALIMENTAZIONE e SCARSA IGIENE provocano ogni giorno la morte di circa 26000 bambini al di sotto dei 5 anni: l’80% di essi si trovavano in AFRICA SUBSAHARIANA e ASIA MERIDIONALE. L’alta MORTALITA’ in un Paese povero porta una serie di gravi ricadute sociali: molti ORFANI (20 milioni in Africa) e aumento della POVERTA’.

LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: LE ONG Le ONG (ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE) sono organismi autonomi di VOLONTARIATO (senza scopo di lucro finanziate tramite DONAZIONI e quelle più grandi da denaro pubblico) CHE REALIZZANO PROGETTI nelle aree sottosviluppate. Attuano interventi DI EMERGENZA (in caso di guerra) o finalizzati a PROGETTI DI SVILUPPO. I loro scopi coprono un'ampia gamma di posizioni politiche e filosofiche. Tipicamente fanno parte del movimento ecologista, pacifista e non sono affiliate formalmente ad alcun partito politico o punto di vista che non siano i diritti umani o la pace o l'ecologia o la tolleranza.

GLI EQUILIBRI POLITICI MONDIALI GLI STATI UNITI sono la MAGGIOR SUPERPOTENZA POLITICO-MILITARE Paesi più sviluppati: UNIONE EUROPEA , GIAPPONE , RUSSIA. La CINA e le sue CONTRADDIZIONI (PARTITO COMUNISTA AUTORITARIO e grande CRESCITA ECONOMICA) INDIA: Paese emergente BRASILE e CILE: stanno camminando per uscire da sottosviluppo TAIWAN e COREA DEL SUD AREA ARABO ISLAMICA che si pone in aperta contestazione nei riguardi degli USA. PAESI DEMOCRATICI: Rispetto diritti umani Separazione e autonomia dei poteri dello Stato Libere elezioni che esprimono volontà del popolo PAESI DITTATORIALI: Il potere nelle mani di UNA SOLA PERSONA Nessuna libertà e rispetto diritti umani Non ci sono elezioni libere REGIMI A CARATTERE MILITARE o TEOCRATICO (cioè basate sul predominio del potere religioso sulla politica)

LE GUERRE DI OGGI Alla base dei conflitti contemporanei ci sono POVERTA’ INEGUAGLIANZE e NEGAZIONE dei DIRITTI UMANI Sono causate da motivi ETNICI, RELIGIOSI, NAZIONALISTICI . Si tratta spesso di GUERRE CIVILI. I CONFLITTI PIU’ RECENTI: Tra il 2017 e il 2018 circa 193.000 persone sono morte in Africa, Asia e Medio Oriente, a causa di conflitti a fuoco di diversa natura. Afghanistan, Siria, Iraq, Yemen e alcune regioni dell’Africa registrano un alto numero di vittime negli ultimi due anni. In particolare, le prime due sono praticamente appaiate con numeri decisamente superiori alle altre nazioni prese in esame. Entrambe contano oltre 71.000 decessi dovuti a conflitti armati, superando di diverse unità Iraq (36.891) e Yemen (33.353). LE MINE ANTIUOMO sono molto odiose perché continuano a UCCIDIRE e MUTILARE anche a guerra finita e le vittime sono soprattutto civili in particolare BAMBINI.

UN NEMICO NON CONVENZIONALE : IL TERRORISMO Il gesto aprì un NUOVO SCENARIO di GUERRA GLOBALE tra STATI UNITI e TERRORISMO ISLAMICO INTERNAZIONALE. 11 SETTEMBRE 2001: ATTENTATO ALLE TORRI GEMELLE: la SUPERPOTENZA AMERICANA colpita al cuore e violata nella sua sicurezza e presunta ONNIPOTENZA. Le vittime furono oltre 3000 e lo stupore del mondo INDESCRIVIBILE. L’attentato fu rivendicato da AL QAEDA fondata da OSAMA BIN LADEN.

ORGANIZZAZIONE NAZIONI UNITE : ONU Data di nascita:24 Ottobre 1945 ( 51 Nazioni). Partecipanti (oggi): 191 Paesi praticamente ogni Nazione della Terra. I Membri dell'ONU sono degli Stati Sovrani. Le Nazioni Unite non sono un governo mondiale e non legiferano. Esse, tuttavia, forniscono i mezzi per aiutare a risolvere i conflitti internazionali e formulano politiche appropriate su questioni di interesse comune. Alle Nazioni Unite tutti gli Stati Membri — grandi e piccoli, ricchi e poveri, con differenti visioni politiche e diversi sistemi sociali — fanno sentire la propria voce e votano in questo pro SCOPO: 1) scongiurare il pericolo di future guerre, 2) incoraggiare e sviluppare il RISPETTO dei DIRITTI UMANI, 3)promuovere lo SVILUPPO ECONOMICO e CULTURALE di tutti i Paesi nel rispetto dell’UGUAGLIANZA e del diritto di autodeterminazione dei popoli. LIMITI: L’ONU non sempre è in grado di intervenire per fermare i conflitti o per imporre il rispetto dei diritti umani. PERCHE’? Il DIRITTO DI VETO blocca proposte già votate da tutti gli altri membri Principio del DIRITTO INTERNAZIONALE della NON INGERENZA; nessun Paese può intromettersi negli affari interni di uno Stato. Molti Paesi (come STATI UNITI, CINA, INDIA) non hanno rettificato la creazione all’AIA di una CORTE PENALE INTERNAZIONALE competente in materia di genocidio e crimini contro l’umanità.

LE AGENZIE SPECIALIZZATE DELL’ONU. OMS : (organizzazione mondiale della sanità) con sede a Ginevra UNESCO (organizzazione delle Nazioni Unite per l’EDUAZIONE, la SCIENZA e la CULTURA): con sede a Parigi FAO (organizzazione pe l’agricoltura e l’alimentazione) con sede a ROMA UNICEF (fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia) con sede a New York FMI (Fondo Monetario Internazionale) ILO (Organizzazione Internazionale del LAVORO) I CASCHI BLU sono «l’esercito dell’ONU» con il compito di dirimere le controversie tra Stati e controllare che vengano rispettate le risoluzioni internazionali. POSSONO SPARARE SOLO PER DIFENDERSI. Nel 1993 è nato l’ALTO COMMISARIATO PER I DIRITTI UMANI (con sede a GINEVRA) . GLI ORGANI PRINCIPALI dell’ONU: 1) ASSEMBLEA GENERALE dei Paesi membri che può discutere molte questioni on risoluzioni però non vincolanti 2) CONSIGLIO DI SICUREZZA : fanno parte in modo PERMANENTE USA, RUSSIA, FRANCIA, GRAN BRETAGNA, CINA e altri 10 Stati vengono eletti ogni 2 anni dall’Assemblea generale. I 5 Stati permanenti hanno il DIRITTO DI VETO cioè bloccare ogni proposta non ritenuta idonea. 3) Il SEGRETARIATO: organismo amministrativo ed esecutivo coordinato da un SEGRETARIO generale eletto ogni 5 anni dall’assemblea generale. 4) LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA : con sede all’AIA nei Paesi Bassi ha competenze GIURIDICHE.