LICEO SCIENTIFICO “BenedettoVarchi ” Montevarchi a. s LICEO SCIENTIFICO “BenedettoVarchi ” Montevarchi a.s. 2010-11 classe 1A Disciplina di insegnamento: Geografia Prof.ssa: Parati Cinzia lavoro di studio: “ La ex Yugoslavia “ alunni: Epifani A. – Falibretti G.
LA EX YUGOSLAVIA ovvero “La Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia ” La Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia fu lo stato principale dei Balcani dal 1943 al 1992, anno della sua dissoluzione. Fondata sotto il nome di Democrazia Federale di Jugoslavia (29 novembre - 4 dicembre 1943) sulle ceneri di quello che, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale , era il Regno di Jugoslavia, nel 1946 cambiò il proprio nome in Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia mentre nel 1963 assunse il suo nome definitivo.
Storia Nel corso della storia la regione non ha mai costituito una unità politica indipendente, ma i suoi territori hanno sempre fatto parte dei grandi imperi che si sono succeduti nel tempo come ad esempio l’Impero Romano, quello Bizantino e successivamente quello Turco-Ottomano e Austro-Ungarico. Inoltre, questa regione e in particolare la Bosnia è ricordata come lo stato da cui è scoppiata, nel 1914, la prima guerra mondiale a causa di un attentato da parte di un nazionalista serbo nei confronti dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo. Esistevano, infatti, già negli anni precedenti delle ostilità tra la Serbia, che mirava alla creazione di un unico grande Stato balcanico, e l’Impero Austro-Ungarico. Nella seconda metà del XX secolo la regione fu teatro di sanguinosissime guerre, genocidi e devastazioni.
La Slovenia e la Croazia avevano per lungo tempo subìto la dominazione austro-ungarica e con essa facevano parte della cultura occidentale cristiano-cattolica, quindi usavano l'alfabeto latino. La Serbia, il Montenegro e la Macedonia, invece, avevano subìto fin dopo il 1389 la dominazione turca e appartenevano all'area orientale cristiano-ortodossa, quindi usavano l'alfabeto cirillico. La Bosnia aveva una situazione ancora più complessa: aveva subìto varie dominazioni che avevano fatto sì che all'interno di questo stato si ritrovassero serbi (ortodossi), croati (cattolici), musulmani e una piccola comunità ebraica. In questa repubblica trovavano posto almeno quattro religioni ( cattolica, ortodossa, musulmana ed ebraica ) e quattro alfabeti ( latino, cirillico, arabo ed ebraico ). Queste profonde diversità causarono dopo la morte del primo ministro Tito una serie di guerre passate alla storia come guerre Yugoslave che videro l’indipendenza della Croazia della Bosnia-Erzegovina ,della Macedonia e della Slovenia nel 1991-1992 e della creazione di una Repubblica Serba di Bosnia come parti dello Stato di Bosnia –Erzegovina.
Repubbliche socialiste e province autonome Internamente lo stato era diviso in sei repubbliche socialiste e due province autonome che facevano parte della Repubblica Socialista di Serbia. La capitale federale era Belgrado. 1 Bosnia-Erzegovina 2 Croazia 3 Macedonia 4 Montenegro 5 Serbia 5 a Kosovo (provincia autonoma) 5 b Vojvodina ( provincia autonoma) 6 Slovenia
Confini - Clima - Paesaggio L’ex Yugoslavia è bagnata a ovest dal mar Adriatico e confina a nord-ovest con l’Italia e con l’Austria, a nord con l’Ungheria, a nord-est con la Romania, a est con la Bulgaria e a sud con la Grecia. CLIMA E PAESAGGIO Il clima è tipicamente Mediterraneo sulle coste, ma i rilievi montuosi costituiscono una barriera all’azione mitigatrice del mare e, a poche decine di chilometri verso l’interno, la regione presenta un clima tipicamente continentale. La regione della ex Jugoslavia è attraversata a nord dal Danubio ed è in larga parte montuosa con grandi diversità di natura geologica, di clima e di vegetazione. È fronteggiata da in migliaio di isole e isolotti e presenta una vegetazione mediterranea lungo l’Adriatico ricca di foreste di latifoglie e di conifere.
DISSOLUZIONE Il 25 giugno 1991 dichiararono l'indipendenza la Slovenia e la Croazia, seguite dopo pochi mesi ( l'8 settembre 1991 ) dalla Macedonia. Il 5 aprile 1992 il Presidente bosniaco, appoggiato da parte della comunità internazionale, proclamò l'indipendenza della Bosnia-Erzegovina a seguito di un referendum incostituzionale boicottato dalla popolazione serba e dopo aver ignorato a gennaio l'obbligo di cedere la presidenza al leader serbo (nella Repubblica Socialista Federata di Bosnia ed Erzegovina era istituita la presidenza a turno). A quel punto le due Repubbliche Socialiste rimaste, la Serbia e il Montenegro, diedero vita il 27 aprile 1992 alla Repubblica Federale di Jugoslavia, mettendo fine all'esperienza socialista. La dissoluzione della Jugoslavia sfocia nelle guerre jugoslave che porteranno alla morte di 250.000 persone e alla pulizia etnica nel paese con centinaia di migliaia di persone cacciate dalle loro terre.
BOSNIA-ERZEGOVINA CAPIITALE: Sarajevo (300.000 ab.), città situata a 537m s.l.m. Qui vennero assassinati nel 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e sua moglie. Il suo omicidio fu la causa dello scoppio della prima guerra mondiale. ETNIE: Serbi 40%, Bosniaci 38%, Croati 22% LINGUA: Serbo-Croato RELIGIONE: Musulmana, Ortodossa, Cattolica. AMMINISTRAZIONE: La Bosnia è una Repubblica Parlamentare formata da due camere: la camera dei popoli composta da 15 membri e la camera dei rappresentanti composta da 42 membri. Essa è divisa in dieci cantoni .
ECONOMIA: L’economia non si è ancora risollevata dai disastri della guerra civile. La maggior parte della popolazione è dedita all’agricoltura (mais, frumento, tabacco, …) e all’allevamento (ovino e bovino). Dal sottosuolo si estraggono bauxite, carbone e ferro che alimentano le modeste industrie metallurgiche, siderurgiche, meccaniche e chimiche. Si assiste invece a una certa ripresa nel campo dell’industria tessile. Nel settore terziario si tenta di avviare una ripresa del turismo internazionale. POPOLAZIONE E CITTA’: La popolazione, composta da etnie e religioni diverse è concentrata soprattutto a Sarajevo (città che mostra ancora le profonde ferite del recente conflitto) e a Mostar (città distrutta durante la guerra insieme al celebre ponte sul fiume Neretva)
CROAZIA CAPITALE: Zagabria (981.000 ab.) ETNIE: Croati 75%, Serbi 18%, Italiani 1% LINGUA: Croato RELIGIONE: Cattolica AMMINISTAZIONE: la Croazia è una Repubblica Parlamentare. Il Presidente della repubblica è il capo dello Stato e viene eletto ogni cinque anni. Il parlamento croato è un organismo legislativo unicamerale con 160 rappresentanti, eletti dal popolo per periodi di quattro anni. Il governo ha il suo capo nella persona del primo ministro, il quale ha due vice primi ministri e 14 ministri veri e propri. La Croazia ha un sistema giuridico consistente in: Corte Suprema, tribunali delle varie contee, e tribunali di città.
ECONOMIA: L’economia ha subito gravissimi danni dal conflitto con la Serbia agli inizi degli anni novanta del secolo scorso. Nel settore primario l’agricoltura produce cereali, patate e barbabietole da zucchero. Sono inoltre diffusi l’olivo, la vite e la pesca. La produzione industriale è in aumento. Oggi l’economia può contare su l’industria siderurgica, metallurgica e petrolchimica grazie allo sfruttamento del carbone, bauxite, gas naturale e petrolio. Nel settore terziario il turismo è in forte crescita. POPOLAZIONE E CITTA’: La popolazione composta in maggioranza da croati di religione cattolica è concentrata maggiormente nelle città di Zagabria, Spalato, Fiume e Dubrovnik.
MACEDONIA CAPITALE: Skopje (541.000 ab.) ETNIE: Macedoni 67%, Albanesi 20%, Turchi 4,5%, Serbi 2,3% LINGUA: Macedone (ufficiale), Albanese RELIGIONE: Ortodossa, Musulmana AMMINISTRAZIONE: La Repubblica di Macedonia è una repubblica democratica parlamentare nella quale il Primo ministro è il capo del governo e vige un sistema a pluralità di partiti. Il potere esecutivo viene esercitato dal governo. Il potere legislativo viene detenuto dal parlamento e dal governo. Il potere giudiziario è separato ed indipendente dall'esecutivo e dalla legislatura.
ECONOMIA: la situazione economica del paese è estremamente difficile ECONOMIA: la situazione economica del paese è estremamente difficile. Viene considerato uno dei paesi più poveri d’Europa. Qui si coltivano frumento, patate, barbabietole da zucchero e frutta. Abbastanza sviluppato è anche l’allevamento, specialmente bovino e ovino. L’estrazione mineraria (ferro, piombo e rame) è una risorsa non ancora adeguatamente sfruttata. Le industrie attive sono quelle metallurgiche e tessili. POPOLAZIONE E CITTA’: La popolazione ammonta a oltre due milioni di abitanti ed è composta principalmente da macedoni e albanesi. La città più densamente popolata (quasi il 25% della popolazione del paese) è la capitale Skopje.
MONTENEGRO CAPITALE: Podgorica (136.000 ab.) ETNIE: Montenegrini 43%,Serbi 32%, Albanesi 14%, Croati7% Rom e Zingari 0.46, Slavi Musulmani 4%. LINGUA: Serbo - Croato RELIGIONE: Ortodossi, Musulmani AMMINISTAZIONE: Il Montenegro è Repubblica federata con la Serbia. Esso è diviso in 21 comuni che prendono il nome dal loro capoluogo.
ECONOMIA: L'economia è ancora in una fase di arretratezza, nonostante negli ultimi anni la situazione stia lentamente migliorando. Nel settore primario le coltivazioni agricole più sviluppate sono cereali, tabacco e agrumi. Le risorse minerali presenti sono il piombo, la lignite e lo zinco. Nel settore secondario le industrie prevalenti sono quelle siderurgiche, del legame e del tabacco. Il turismo in crescita rappresenta un punto di forza del settore terziario. POPOLAZIONE E CITTA’: Il Montenegro ha una popolazione di circa 622.000 abitanti concentrati soprattutto nella fascia costiera e nella capitale Podgorica (centro amministrativo, industriale e commerciale del Paese).
SERBIA CAPITALE: Belgrado (2.400.000 ab.) ETNIE: Serbi 65%, Ungheresi 14%, Slovacchi 2,8%, Croati 2,8%, Yugoslavi 2,5%, Montenegrini 1,8, Romeni 1,50%, Varie 9%. LINGUA: Serbo - Croato RELIGIONE: Ortodossi, Musulmani AMMINISTAZIONE: Il Montenegro è Repubblica Semipresidenziale. La Serbia è suddivisa in 29 distretti (5 dei quali si trovano in Kosovo, attualmente fuori dell'amministrazione del Governo centrale, essendosi il Kosovo autoproclamatosi indipendente) a cui si aggiunge la città di Belgrado. Il Paese ha due province autonome: Kosovo e Metohija, attualmente sotto amministrazione ONU.
ECONOMIA: Molto pesanti sono le conseguenze delle guerre e delle scelte politiche in cui la Serbia è stata coinvolta dal Governo di Slobodan Milošević (isolamento, decrescita economica, lungo periodo di sanzioni economiche internazionali, danneggiamento delle infrastrutture nazionali e della reputazione del Paese). Nel settore primario l’agricoltura è sviluppata in particolare nella regione della Vojvodina dove si coltivano barbabietola da zucchero, canapa, cotone e lino. E’ diffuso l’allevamento di bovini e ovini e l’apicoltura. Il settore secondario si basa su fabbriche metallurgiche, meccaniche e tessili. Gli scambi commerciali e il turismo hanno una preponderanza sempre più grande. POPOLAZIONE E CITTA’: La popolazione è composta da circa 10.000.000 di persone con una densità pari a 114 ab./Km2 La capitale, Belgrado, è sede universitaria, commerciale, e centro culturale del Paese. Altre città sono: Nova Sad (capitale della Voivodina) e Pristina (capitale del Kosovo).
SLOVENIA CAPITALE: Lubiana (276.000 ab) LINGUA: Sloveno (uffciale), Serbo-Croato RELIGIONE: Cattolica AMMINISTRAZIONE: Il sistema politico sloveno è basato su una Repubblica Parlamentare democratica, dove il Primo Ministro è il capo del governo, e su un sistema multipartitico. Il potere esecutivo è esercitato dal governo. Il potere legislativo è esercitato dal parlamento. Il sistema giudiziario è indipendente dall'esecutivo e dal legislativo.
ECONOMIA: Tra i paesi balcani, la Slovenia è sicuramente quello più sviluppato. Qui si coltivano mais, frumento, avena, orzo, segale e patate. Molto sviluppato è anche il settore industriale, che sfrutta ricchezze del sottosuolo quali lignite, piombo, zinco, carbone e uranio . Sono inoltre presenti le industrie metallurgiche, tessili, farmaceutiche e delle telecomunicazioni. Molto sviluppato risulta essere anche il turismo sia quello balneare che quello invernale e termale. POPOLAZIONE E CITTA’: In Slovenia la popolazione è di circa 2.000.000 di abitanti con una densità media di 99 ab./Km2 . Il 70% di abitanti vive in centri che hanno generalmente meno di 10.000 ab., solo la capitale Lubiana supera i 100.000. Altre città importanti della Slovenia sono: Maribor, Capodistria e Nova Gorica.
PROBLEMI GENERALI Dopo la morte del maresciallo Tito (1980), a causa dei conflitti avvenuti in questa regione, sono peggiorate drasticamente le condizioni socio-economiche che hanno causato una ricaduta dell’economia. Questo fenomeno si è ripercosso sulle classi meno abbienti che sono state costrette a cercare un’alternativa di lavoro all’estero. Tuttora la situazione nella regione, anche se sta lentamente migliorando, è molto difficile da gestire anche a causa delle precarie condizioni economiche che investono questi Paesi. Inoltre, va ricordato che la parte settentrionale della regione è più sviluppata e più ricca di quella meridionale, che invece è più arretrata ed economicamente più povera.