Percorso statistica e mondo del lavoro LE STATISTICHE SUL LAVORO:

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Percorso statistica e mondo del lavoro LE STATISTICHE SUL LAVORO: FONTI E DEFINIZIONI Scuola Secondaria di secondo grado; Argomento: Lavoro - Fonti (30.09.13); Pacchetto: S2.B.1

INDICE Cercheremo di fare assieme un percorso che affronta diversi aspetti: Il mondo del lavoro attraverso le statistiche L’indagine sulle forze di lavoro Le fonti informative Un linguaggio comune Il percorso che abbiamo immaginato parte da una panoramica degli argomenti inerenti l’attività lavorativa di un individuo, così come vengono affrontati dall’Istat e dagli altri enti del Sistan. Entreremo poi più in dettaglio parlando dell’indagine più importante sul mercato del lavoro, ovvero l’indagine continua sulle forze di lavoro, che fornisce il quadro aggiornato mensilmente sui livelli di occupazione e disoccupazione, confrontabili a livello internazionale. L’Istat non è l’unico ente produttore di informazioni riguardanti il mercato del lavoro, ci sono altri enti, nazionali ed internazionali che forniscono dei dati. Cercheremo quindi di fare una breve rassegna di queste fonti. Questa rassegna però mette in luce un potenziale problema, ovvero la necessità di fornire informazioni chiare, comprensibili e comparabili. E’ necessario quindi utilizzare un linguaggio comune, in tutte le fasi, dalla raccolta dei dati, alla loro elaborazione e diffusione.

IL MONDO DEL LAVORO ATTRAVERSO LE STATISTICHE Partiamo da alcuni esempi tratti da giornali online. Con regolarità vengono diffuse informazioni relative al mercato del lavoro. I dati sulla disoccupazione sono utilizzati come indicatori della gravità di una crisi economica, unitamente ad altri dati. Obiettivo della giornata è riflettere sul significato di quei dati, su come vengono prodotti e su come possiamo utilizzarli correttamente.

Statistica e mondo del lavoro Spesso troviamo sulla stampa queste notizie. Ci siamo mai chiesti come vengono prodotti questi numeri, perché si arriva a certe conclusioni? Partiamo da alcuni esempi tratti da giornali online. Con regolarità vengono diffuse informazioni relative al mercato del lavoro. I dati sulla disoccupazione sono utilizzati come indicatori della gravità di una crisi economica, unitamente ad altri dati. Obiettivo della giornata è riflettere sul significato di quei dati, su come vengono prodotti e su come possiamo utilizzarli correttamente.

Statistica e mondo del lavoro Il Sistema statistico nazionale (Sistan) segue idealmente il percorso lavorativo di un individuo: Entrata nel mondo del lavoro Caratteristiche del lavoro Eventi del lavoro Uscita dal mondo del lavoro Il Sistema statistico nazionale (Sistan) è la rete di soggetti pubblici e privati che fornisce al Paese e agli organismi internazionali l'informazione statistica ufficiale. Istituito dal decreto legislativo n. 322 del 1989, il Sistan comprende: l'Istituto nazionale di statistica (Istat); gli enti e organismi pubblici d'informazione statistica (Inea, Isfol); gli uffici di statistica delle amministrazioni dello Stato e di altri enti pubblici, degli Uffici territoriali del Governo, delle Regioni e Province autonome, delle Province, delle Camere di commercio (Cciaa), dei Comuni, singoli o associati, e gli uffici di statistica di altre istituzioni pubbliche e private che svolgono funzioni di interesse pubblico. Il Sistan nasce con l'intenzione di consentire una gestione più efficace dell'attività statistica nazionale aumentando la capacità di risposta alle esigenze informative del Paese, generando quelle sinergie e complementarità che solo il coordinamento fra i produttori di informazione statistica può assicurare. Diversi enti raccolgono informazioni sugli eventi della vita lavorativa degli individui: i centri per l’impiego provinciali, le CCIAA, l’INPS, l’INAIL, ecc.

Le statistiche sul mondo del lavoro Forze di lavoro (occupati, disoccupati, etc.); ammortizzatori sociali (CIG, etc.); avviamenti e cessazioni; retribuzioni contrattuali/di fatto; occupazione nelle grandi imprese; inserimento professionale dei laureati; posti vacanti nelle imprese; ore lavorate; fabbisogni professionali e formativi delle imprese; lavoro irregolare; conflitti di lavoro; infortuni e malattie professionali; etc.

L’INDAGINE SULLE FORZE DI LAVORO Partiamo da alcuni esempi tratti da giornali online. Con regolarità vengono diffuse informazioni relative al mercato del lavoro. I dati sulla disoccupazione sono utilizzati come indicatori della gravità di una crisi economica, unitamente ad altri dati. Obiettivo della giornata è riflettere sul significato di quei dati, su come vengono prodotti e su come possiamo utilizzarli correttamente.

L’indagine sulle forze di lavoro La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro è la principale fonte statistica sul mondo del lavoro. Dal 1959 fornisce le stime ufficiali a livello aggregato degli occupati e delle persone in cerca di lavoro. Le definizioni dei principali aggregati corrispondono a quelle adottate in sede Eurostat (l’ufficio statistico dell’Unione europea). Dall'indagine sulle forze di lavoro derivano le stime ufficiali degli occupati e delle persone in cerca di lavoro, nonché informazioni sui principali aggregati dell'offerta di lavoro: professione, ramo di attività economica, ore lavorate, tipologia e durata dei contratti, formazione. Il principale obiettivo dell’indagine è rappresentato dalla produzione delle stime ufficiali degli occupati e delle persone in cerca di occupazione. Per fare ciò è necessario ripartire la popolazione in età lavorativa (15 anni e oltre) in tre gruppi esaustivi e mutualmente esclusivi. Occupati, disoccupati, inattivi. La suddivisione avviene secondo criteri classificatori basati sulle definizioni sulle definizioni ispirate dall’International labour office e recepite dai regolamenti comunitari. Dalla sua introduzione all'inizio degli anni '50, l'indagine svolge un ruolo di primo piano nella documentazione statistica e nell'analisi della situazione occupazionale in Italia e si rivela uno strumento conoscitivo indispensabile per decisori pubblici, media, cittadini. Le informazioni vengono raccolte dall'Istat intervistando ogni trimestre un campione di quasi 77 mila famiglie, pari a 175 mila individui residenti in Italia, anche se temporaneamente all'estero. Sono escluse le famiglie che vivono abitualmente all'estero e i membri permanenti delle convivenze (istituti religiosi, caserme ecc.). Negli anni l'indagine è stata più volte rinnovata per tenere conto, da un lato, delle continue trasformazioni del mercato del lavoro, dall'altro, delle crescenti esigenze conoscitive degli utenti sulla realtà sociale ed economica del nostro paese. L'ultima modifica è stata avviata all'inizio del 2004 in linea con le disposizioni dell'Unione Europea.

L’indagine sulle forze di lavoro L’Unione europea ha fissato delle regole stringenti per l’esecuzione dell’indagine sulle forze di lavoro: regolamento comunitario 577/98 - indagine armonizzata continua sulle forze di lavoro; regolamento 1575/2000 - variabili target dell’indagine; regolamento 1897/2000 - definizione di persona in cerca di occupazione. Il regolamento comunitario 577/98 prevede lo svolgimento di un’indagine armonizzata sulle forze di lavoro da effettuarsi durante tutte le 52 settimane di un anno. L’indagine è stata ulteriormente vincolata dai successivi regolamenti. Il regolamento 1575/2000 esplicita in modo puntuale le variabili dell’indagine (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2000:181:0016:0034:IT:PDF), mentre il reg. 1897/2000 definisce il concetto di persona in cerca di occupazione. L’Istat ha risposto con la progettazione e la messa a regime di una nuova indagine: la rilevazione continua sulle forze di lavoro, che è stata condotta in parallelo per tutto il 2003 e per il primo trimestre 2004. Dal 2004 rappresenta la fonte ufficiale per la produzione dei dati sul mercato del lavoro.

L’indagine sulle forze di lavoro A seguito dell’emanazione dei regolamenti comunitari, nel 2004 l’indagine sulle forze di lavoro ha subito una profonda riorganizzazione della rilevazione, ad esempio: passaggio da 4 rilevazioni trimestrali ad una indagine continua; disegno di campionamento; operazioni sul campo; operazioni di acquisizione, elaborazione e rilascio dei dati. L'attuale rilevazione campionaria è continua, ovvero le informazioni sono raccolte in tutte le settimane dell'anno e non più in una singola settimana per trimestre. I risultati vengono diffusi con cadenza mensile e trimestrale, fatta eccezione per il dettaglio provinciale che ha cadenza annuale. La rilevazione si caratterizza per la definizione di nuovi criteri di individuazione degli occupati e delle persone in cerca di lavoro, nonché per la profonda riorganizzazione del processo di raccolta e produzione dei dati. Per rendere confrontabili le nuove stime rispetto ai dati riferiti agli anni passati l'Istat ha provveduto a ricostruire le serie storiche a partire dal quarto trimestre del 1992.

L’indagine sulle forze di lavoro Perché una rilevazione continua? Chiediamo agli studenti quale potrebbe essere l’elemento informativo aggiuntivo che si ottiene con un’indagine continua, rispetto alla vecchia indagine trimestrale. Per aiutarli nei ragionamenti mostriamo il grafico. Abbiamo preso ad esempio l’andamento del 2004, differenziando il dato mensile dei mesi in cui si sarebbe svolta l’indagine tradizionale (gennaio, aprile, luglio ed ottobre) dagli altri 8 mesi Gli studenti possono vedere qual è l’andamento dell’occupazione nei periodi intercorrenti le rilevazioni trimestrali, evidenziandone picchi e cali.

L’indagine sulle forze di lavoro Oggi la rilevazione presenta le seguenti caratteristiche: i rilevatori svolgono le interviste con tecnica mista CAPI (Computer Assisted Personal Interview) – CATI (Computer Assisted Telephone Interview); il disegno di campionamento è stratificato a livello provinciale e consente la diffusione di stime mensili; un sistema informatico gestisce le attività connesse all’estrazione ed alla sostituzione delle famiglie campione; le interviste CAPI vengono svolte da una rete professionale di rilevatori; il questionario assistito da computer incorpora una serie di controlli sulla qualità delle informazioni raccolte. Non si usano più modelli cartacei, con un notevole miglioramento in termini di qualità del dato e di tempestività. La rilevazione Forze di lavoro prevede che ogni unità campionaria sia soggetta ad un ciclo di quattro interviste con l’utilizzo di una tecnica mista di rilevazione computer assisted: CAPI-CATI. La prima intervista viene effettuata faccia a faccia da un rilevatore presso il domicilio della famiglia con tecnica CAPI (computer assisted personal interview), cioè con l’ausilio di un personal computer che gestisce il questionario elettronico. Le successive interviste vengono realizzate con intervista telefonica assistita da computer (tecnica CATI – computer assisted telephone interview), tranne nel caso di famiglie senza telefono che vengono re intervistate tramite CAPI.

L’indagine sulle forze di lavoro I contenuti informativi Il questionario utilizzato nell’indagine continua sulle forze di lavoro si compone di una serie di sezioni. L’impiego di un questionario elettronico consente un maggior controllo sul processo di produzione del dato migliorando decisamente la qualità dell’informazione raccolta. Si compone di una scheda generale per la rilevazione delle notizie anagrafiche sulla famiglia e di questionari individuali di 9 sezioni, da ripetere per ogni componente in età lavorativa (15 anni e più); il questionario ha inoltre 2 sezioni conclusive, una di chiusura dell’intervista familiare (sezione L) e una dedicata alla gestione di eventuali codifiche rimaste in sospeso (sez. M). Il regolamento Eurostat 1897/2000 indica la possibilità di abbreviare le interviste successive alla prima per quei soggetti che mostrano una condizione occupazionale presumibilmente stabile nel tempo, tenendo conto delle informazioni raccolte precedentemente (cosiddetto questionario a conferma). Qualche indicazione in più

L’indagine sulle forze di lavoro Chi intervistiamo? Il campione è composto da individui residenti in famiglia (circa 77mila famiglie in un anno pari a circa 175mila individui) nei comuni campione. Ogni famiglia campione viene intervistata 4 volte con un sistema di rotazione (2 - 2 - 2) che prevede, oltre alla prima intervista: una seconda intervista telefonica a distanza di 3 mesi dalla prima; una terza intervista a un anno dalla prima; una quarta intervista a 15 mesi dalla prima. Lo schema di rotazione consente di svolgere analisi di tipo longitudinale, come ad. Esempio il tasso di disoccupazione di lunga durata (> 12 mesi)

Luogo di residenza Italia Estero Luogo di lavoro L’indagine sulle forze di lavoro Chi intervistiamo? Luogo di residenza Italia Estero Luogo di lavoro ? Chiediamo agli studenti se, secondo loro, sulla base delle indicazioni raccolte nelle prime slides sulle modalità di esecuzione dell’indagine, questa risponda alla domanda: “quanti residenti in Italia lavorano?” o “quanti posti di lavoro ci sono in Italia?”. Ci si può aiutare con lo schema che incrocia luogo di lavoro e di residenza. Rileviamo tutti coloro che lavorano sul nostro territorio?

LE FONTI INFORMATIVE Partiamo da alcuni esempi tratti da giornali online. Con regolarità vengono diffuse informazioni relative al mercato del lavoro. I dati sulla disoccupazione sono utilizzati come indicatori della gravità di una crisi economica, unitamente ad altri dati. Obiettivo della giornata è riflettere sul significato di quei dati, su come vengono prodotti e su come possiamo utilizzarli correttamente.

Altre informazioni sul mondo del lavoro Cosa misuriamo? L’indagine sulle forze di lavoro ci dice quanti residenti in Italia lavorano e dove. Posso sapere quanti posti di lavoro ci sono in Italia? Dobbiamo però fare attenzione all’uso dei dati. Ad esempio sulla base di quello che abbiamo appreso fino ad ora, sappiamo che l’indagine sulle forze di lavoro viene effettuata su un campione estratto dalle anagrafi comunali. Siamo quindi in grado di affermare, sulla base di questa indagine, che il numero di occupati corrisponde al numero di posti di lavoro nelle imprese italiane? Come abbiamo visto prima la risposta è no, dal momento che nel tempo i fenomeni di pendolarismo da e verso l’estero per motivi di lavoro è aumentato notevolmente. Per avere questo tipo di informazioni sarà necessario fare ricorso alla collaborazione delle imprese. Dobbiamo però anche ricordare che le imprese già forniscono questo tipo di informazioni alla Pubblica Amministrazione ad es. attraverso le cosiddette “comunicazioni obbligatorie” concernenti la costituzione, la cessazione e le variazioni nel rapporto di lavoro o i modelli UniEmens che riportano a livello individuale per ogni lavoratore, le informazioni retributive e contributive. Il richiedere nuovamente queste informazioni alle imprese costituirebbe una forma di “disturbo statistico” che sarebbe opportuno evitare.

Altre informazioni sul mondo del lavoro Le indagini sulle imprese L’archivio statistico sulle imprese attive (ASIA) raccoglie informazioni dalle imprese. Nasce dal linkage di archivi amministrativi (CCIAA, INPS, ecc.) Viene aggiornato annualmente con informazioni su addetti, unità locali e attività economica, su un campione di imprese. L’Archivio Statistico delle Imprese Attive (A.S.I.A.) è una banca dati creata dall’Istat, in ottemperanza ai riferimenti normativi relativi all'armonizzazione statistica, introdotti dall’Eurostat, l’Ufficio statistico della Comunità europea (artt. 1 e 7 del Regolamento n. 2186/93 del Consiglio dell’Unione Europea). L’archivio è aggiornato annualmente e attualmente, a seguito del regolamento europeo 177/2008, comprende oltre all’universo delle imprese e dei relativi caratteri statistici, anche le varie localizzazioni presso le quali un’impresa esercita una o più attività. Le fonti utilizzate nell’impianto e nell’aggiornamento di ASIA appartengono a tre diverse tipologie. La prima tipologia è rappresentata dall’insieme delle informazioni che provengono dai grandi archivi amministrativi o di esazione nazionali gestiti da differenti Enti (INPS, INAIL, registro delle CCIAA, ecc.) La seconda tipologia di fonti è costituita dalle informazioni che provengono dagli Enti pubblici e privati che gestiscono sub-archivi inerenti a specifici settori ben delimitati e quindi facilmente governabili, ad esempio l’ABI e la Banca d’Italia per gli Istituti di credito, l’ANIA per gli Istituti assicurativi, il Ministero delle attività produttive e la Soc. Nielsen per la grande distribuzione commerciale, il Ministero dei trasporti per le autorizzazioni al trasporto merci, l’ENIT per le Agenzie di viaggio. Il terzo livello di fonti è costituito da tutte le indagini statistiche che l’Istat svolge sulle imprese (sistema dei conti delle imprese, indagini congiunturali, ecc.). Il registro Asia è costituito dalle unità economiche che esercitano arti e professioni nelle attività industriali, commerciali e dei servizi alle imprese e alle famiglie e fornisce informazioni identificative (denominazione e indirizzo) e di struttura (attività economica, addetti dipendenti e indipendenti, forma giuridica, data di inizio e fine attività, fatturato) di tali unità. Oltre a costituire la base informativa per le analisi sull'evoluzione della struttura delle imprese italiane e sulla loro demografia, Asia rappresenta l'universo di riferimento delle indagini sulle imprese condotte dall'Istat.

Altre informazioni sul mondo del lavoro L’Istat non è l’unico produttore di informazione statistica Come abbiamo visto l’Istat non è l’unico produttore di informazioni statistiche. Esistono anche altri enti ed istituzioni che provvedono a raccogliere ed elaborare dati per le finalità inerenti il proprio mandato. Ad esempio le province, attraverso i centri per l’impiego, offrono servizi alla cittadinanza in materia di lavoro. In particolare, danno informazioni sui servizi per l'accesso al lavoro, forniscono accoglienza e orientamento, offrono assistenza al cittadino in materia di collocamento ordinario e mirato e gestiscono l'incontro tra domanda e offerta di Lavoro. Le regioni, svolgono un ruolo importante nella definizione delle politiche attive per il lavoro, coordinano l’attività sul territorio e mettono a disposizione strumenti per la gestione informatizzata delle comunicazioni obbligatorie. Gli enti locali spesso documentano questa attività attraverso pubblicazioni, ricerche ed analisi. 19

Altre informazioni sul mondo del lavoro L’Istat non è l’unico produttore di informazione statistica

Altre informazioni sul mondo del lavoro Il sito dell’Eurostat consente delle comparazioni internazionali

UN LINGUAGGIO COMUNE Partiamo da alcuni esempi tratti da giornali online. Con regolarità vengono diffuse informazioni relative al mercato del lavoro. I dati sulla disoccupazione sono utilizzati come indicatori della gravità di una crisi economica, unitamente ad altri dati. Obiettivo della giornata è riflettere sul significato di quei dati, su come vengono prodotti e su come possiamo utilizzarli correttamente.

Un linguaggio comune Le definizioni Nel corso degli anni si è sviluppato a livello nazionale e internazionale l'uso di glossari e classificazioni comuni, al fine di agevolare la comparabilità delle informazioni statistiche prodotte da organismi diversi e in diverse aree tematiche. L'uso di glossari e classificazioni adottate a livello nazionale e internazionale agevola la comparabilità delle informazioni statistiche prodotte da organismi diversi e in diverse aree tematiche.

Un linguaggio comune Le definizioni Il Sistema informativo delle classificazioni ufficiali offre un'interfaccia web per la navigazione, anche mediante ricerca testuale, e il download delle classificazioni ufficiali dell'Istat. Le classificazioni sono raggruppate per famiglie di appartenenza e organizzate per struttura gerarchica o per livello.

Un linguaggio comune Chi è occupato? La persona di 15 anni e più che dichiara: - di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto attività lavorativa (occupato dichiarato); - di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa). Chi è in cerca di occupazione? La persona di 15 anni e più che dichiara: - una condizione professionale diversa da quella di occupato; - di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento; - di essere alla ricerca di un lavoro; - di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di riferimento; - di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga offerto. Secondo voi, chi viene considerato “occupato”? Quali sono i requisiti per identificare un individuo come “occupato”? Allo stesso modo quali sono i requisiti per identificare un individuo “in cerca di occupazione”? Stimolare gli studenti a proporre delle ipotesi.

Un linguaggio comune Chi è occupato?

Un linguaggio comune Chi è in cerca di occupazione?

Un linguaggio comune Non forze di lavoro Le persone che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinga, studente, ritirato dal lavoro) e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento; oppure di averlo cercato ma non con le modalità già definite per le persone in cerca di occupazione. Le non forze di lavoro comprendono, inoltre, gli inabili e i militari di leva o in servizio civile sostitutivo e la popolazione in età fino a 15 anni. Vedi schema slide precedente

Un linguaggio comune Nel questionario sulle forze di lavoro si utilizzano: Classificazione delle professioni Classificazione delle attività economiche (ATECO) Classificazione del titolo di studio Codici dei comuni, delle province e delle regioni Classificazione degli stati esteri Nomenclature of Territorial Units for Statistics - NUTS Nel questionario delle forze di lavoro, ad esempio, si utilizzano diverse classificazioni. Alcune vengono utilizzate per la definizione del settore di attività economica: La classificazione delle professioni, delle attività economiche e del titolo di studio. Va anche ricordato che la corretta codifica di queste tre variabili è molto importante ai fini di analisi. Pertanto esistono delle procedure di controllo a posteriori molto accurate per stanare eventuali incongruenze, come ad es. un titolo di studio non congruente con una professione che richiede l’iscrizione ad un albo professionale, o una professione non congruente con il settore di attività economica. Altre classificazioni invece consentono la localizzazione del luogo di residenza e di lavoro.

Un linguaggio comune Classificazione delle professioni A partire dal 2011 l'Istat ha adottato la nuova classificazione delle professioni CP2011, frutto di un lavoro di aggiornamento della precedente versione (CP2001) e di adattamento alle novità introdotte dalla International Standard Classification of Occupations - Isco08. Classificazione delle attività economiche A partire dal 1° gennaio 2008 l'Istat ha adottato la nuova classificazione Ateco 2007, che costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea, Nace Rev.2, pubblicata sull'Official Journal il 20 dicembre 2006 (Reg. (CE) n.1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006). La migrazione delle statistiche economiche alla nuova classificazione avviene secondo un calendario specifico per le singole indagini statistiche ed unico per i paesi dell'Ue. La classificazione delle professioni CP2011 fornisce uno strumento per ricondurre tutte le professioni esistenti nel mercato del lavoro all'interno di un numero limitato di raggruppamenti professionali, da utilizzare per comunicare, diffondere e scambiare dati statistici e amministrativi sulle professioni, comparabili a livello internazionale; tale strumento non deve invece essere inteso come uno strumento di regolamentazione delle professioni. A partire dal 1° gennaio 2008 l'Istat ha adottato la nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007. La migrazione delle statistiche economiche alla nuova classificazione avviene secondo un calendario specifico per le singole indagini statistiche ed unico per i paesi dell'Ue. Tale classificazione costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea, Nace Rev.2, pubblicata sull'Official Journal il 20 dicembre 2006 (Regolamento (CE) n.1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006). Per quanto riguarda la classificazione delle attività economiche per la prima volta con l’Ateco 2007 il mondo della statistica ufficiale, il mondo fiscale e quello camerale adottano la stessa classificazione delle attività economiche. Tale risultato costituisce un significativo passo in avanti nel processo di integrazione e semplificazione delle informazioni acquisite e gestite dalla Pubblica Amministrazione.

Tasso di disoccupazione Un linguaggio comune Gli indicatori Al fine di effettuare comparazioni tra fenomeni nel tempo, nello spazio o in situazioni diverse, si utilizzano degli indicatori o rapporti statistici. Tasso di attività Attivi/Popolazione di riferimento Tasso di occupazione Occupati/Popolazione di riferimento Tasso di disoccupazione In cerca di occupazione/Forze di lavoro Tasso di inattività Inattivi/Popolazione di riferimento Se utilizzassimo i valori assoluti potremmo giungere a conclusioni fuorvianti: ad es. il numero di disoccupati in Lombardia è sicuramente più elevato di quelli in Molise, ma … Sulla base degli aggregati precedentemente definiti è possibile costruire i seguenti indicatori: • Tasso di attività: rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento. • Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento. • Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. • Tasso di disoccupazione di lunga durata: rapporto tra le persone in cerca di occupazione da oltre 12 mesi e le corrispondenti forze di lavoro. • Tasso di inattività: rapporto tra le persone appartenenti alle non forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento. La somma del tasso di inattività e del tasso di attività è pari al 100 per cento. Il numero di ore settimanali effettivamente lavorate pro capite è ottenuto come rapporto tra le ore complessivamente lavorate nell’attività principale nella settimana di riferimento e il numero degli occupati. Il denominatore include dunque anche gli individui che, pur avendo un’occupazione, nella settimana di riferimento erano assenti dal lavoro.

Per saperne di più Bibliografia Istat: La rilevazione sulle forze di lavoro: contenuti, metodologie, organizzazione. Metodi e Norme n. 32, 2006 Istat: Classificazione delle attività economiche Ateco 2007. Metodi e Norme n. 40, 2009 Link utili http://www3.istat.it/servizi/studenti/valoredati/Tavole/Tav_Lavoro.htm http://www.istat.it/it/strumenti/definizioni-e-classificazioni http://www.istat.it/it/archivio/96418 (classificazione delle professioni) http://www.istat.it/it/archivio/lavoro http://www3.istat.it/servizi/studenti/valoredati http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/labour_market/introduction http://www.ilo.org/global/statistics-and-databases/lang--en/index.htm 32

…e adesso… buon lavoro! Rete per la promozione della cultura statistica Per ulteriori moduli didattici relativi alle scuole secondarie di secondo grado si prega di consultare anche la piattaforma Scuola di statistica – Lab (accessibile dal link http://scuoladistatistica-lab.istat.it/)