1 Convegno FISMO: Settore moda: è già Primavera ? Roma, 16 Marzo 2009 INDAGINE FISMO: GLI IMPRENDITORI E LA CRISI + QUADRO STATISTICO SU IMPRESE E CONSUMI.

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Transcript della presentazione:

1 Convegno FISMO: Settore moda: è già Primavera ? Roma, 16 Marzo 2009 INDAGINE FISMO: GLI IMPRENDITORI E LA CRISI + QUADRO STATISTICO SU IMPRESE E CONSUMI

2 Lindagine FISMO La FISMO, Federazione italiana del settore moda della Confesercenti, ha condotto nella seconda settimana di Febbraio 2009 unindagine presso una platea di operatori indipendenti del settore abbigliamento, tessuti e calzature, localizzati in dodici province italiane; cinque del Nord (Torino, Brescia, Venezia, Savona, Padova), tre del Centro (Firenze, Pisa e Ascoli P.) e quattro del Sud (Bari, Brindisi, Salerno e Reggio Calabria). Un imprenditore su tre è donna. La maggioranza ha dipendenti (82%); circa due attività su dieci sono in franchising. Lindagine era mirata a cogliere il punto di vista degli imprenditori commerciali sulla crisi dei consumi e sulle prospettive future, nonché le loro valutazioni sui vantaggi o svantaggi per le imprese delle scelte della politica locale.

3 La situazione del settore

4 Come sono andati i saldi

5 Settore in crisi; con i saldi recupera solo un imprenditore su due La maggioranza degli imprenditori (46%+14%) considera il proprio settore un settore in crisi (Domanda 1), anche se per qualcuno si tratta di una crisi meno grave di quella dellindustria. Il resto degli imprenditori ritiene che ci siano state delle perdite, ma non crede si possa parlare di crisi. Sullandamento più recente degli affari (Domanda 2), ovvero nellultimo mese di saldi invernali, la platea degli operatori intervistati è spaccata e metà: il 51% giudica che la situazione sia migliorata, ovvero che si sia recuperato qualcosa rispetto ai mesi passati; per il restante 49% la situazione è peggiorata.

6 Imprese in difficoltà con banche, fornitori e fisco

7 Come vedono il futuro gli imprenditori

8 Prevale nella maggioranza un cauto ottimismo Interpellati su quali siano stati e siano attualmente i maggiori problemi da affrontare in questa difficile fase ciclica (Domanda 3), gli imprenditori rispondono citando anzitutto le banche (32% delle citazioni), seguite dai rapporti con i fornitori (27% delle citazioni) - che chiedono tempi di pagamento troppo stretti - e il fisco (20% delle citazioni) (difficoltà di rispettare le scadenze fiscali). Per quanto riguarda le opinioni sul futuro prossimo della propria azienda (Domanda 4), la maggioranza degli imprenditori ritiene che la crisi verrà superata e che le vendite riprenderanno, anche se ci si dovrà accontentare di guadagni minori. Cè comunque una discreta quota (16%) di imprenditori pessimisti, che credono che la crisi si aggraverà e un 7% che addirittura sta meditando di cessare lattività

9 Politica locale bocciata dagli imprenditori intervistati Allunanimità i piccoli imprenditori dellabbigliamento intervistati esprimono un giudizio severo nei confronti degli amministratori comunali e regionali, lamentando lassenza e/o la totale disattenzione alle questioni sollevate dalle piccole e medie realtà da loro rappresentate: -dai problemi della viabilità e dei parcheggi, -alla regolamentazione delle promozioni, -alla pianificazione commerciale; con particolare riferimento alle aperture di grandi strutture -all assenza di qualsiasi politica volta ad attenuarne limpatto sulle PMI.

10 Quadro statistico su imprese e consumi

11 Quasi 10 mila imprese in meno nellabbigliamento Nel corso del le imprese del commercio di moda - intermediari, ingrosso e dettaglio - si sono ridotte di unità pari ad un calo medio del 4%. Nel solo commercio al dettaglio si contano oltre 7 mila imprese in meno; tra gli intermediari e lingrosso di abbigliamento i dati registrano un calo di imprese. La situazione più critica nel dettaglio ha riguardato i settori del commercio al dettaglio di tessuti, di biancheria e camiceria, gli accessori di abbigliamento, di pellicce e abbigliamento in pelle. Lunico settore in crescita è il dettaglio ambulante itinerante. Tengono le imprese del commercio al dettaglio di confezioni per bambini e neonati.

12 Saldo tra iscrizioni e cessazioni nel tessile abbigliamento

13 I negozi di vestiario, tessuti e calzature

14 Quanto si spende per labbigliamento in Europa

15 In Italia in generi di vestiario l8% dei consumi. In Europa il 6% Ancora sopra alla media europea i consumi di vestiario delle famiglie italiane in termini di peso sul totale dei consumi. Sotto la media europea Francia e Germania, mentre il Regno Unito è lunico paese dove, nel passato decennio, è aumentata dal 5,9% al 6,1% la quota dei consumi delle famiglie destinata allabbigliamento.

16 Chi spende di più per vestirsi Fonte:elab. su dati ISTAT Spesa media mensile in euro per abbigliamento, 2007 Persona sola + 64 anni 45 Coppia con 3 + figli 252 Persona sola < 35 anni 142 Coppia con 1 figlio 198 Persona sola anni 113 Coppia senza figli +64 anni 86 Totale famiglie 156

17 Le spese per vestiario per tipologia familiare La spesa media mensile destinata allacquisto di articoli di abbigliamento e calzature di una famiglia numerosa (3 o più figli) è di 252 euro; quella di una coppia anziana senza figli si ferma a 86 euro e di un anziano/a solo/a a solo 45 euro. In proporzione spende di più per vestire un giovane solo (142 euro) che una coppia con 1 figlio (198 euro in tre). Due forze opposte determineranno levoluzione della spesa per il vestiario nel futuro: da un lato linvecchiamento della popolazione e la tendenza alla riduzione della dimensione media familiare - che riducono la quota di spesa per i vestiti - e, dallaltro, la crescita di famiglie monocomponente, anche di nazionalità straniera, che tendono ad aumentarla.