Il Laboratorio nelle Patologie Epatiche

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Il Laboratorio nelle Patologie Epatiche

Il fegato è il più grande organo corporeo (1-1,5 kg) 1,5-2,5% della massa magra ma non è facilmente esplorabile con la semeiotica fisica per collocazione anatomica e struttura parenchimale

Il fegato, situato nell'addome superiore al di sotto del diaframma, e svolge molte funzioni essenziali. Vi si distinguono due parti, una più grande dell'altra: il lobo destro e il lobo sinistro. Ogni lobo, unità anatomica, a sua volta si divide in lobuli. Cellule: cellule parenchimali = epatociti cellule non parenchimali = cellule endoteliali cellule del sistema reticolo-endoteliale o cellule di Kupffer cellule stellate o cellule di Ito cellule dei dotti Irrorato da: Arteria epatica : ossigeno metaboliti prodotti Vena porta: nutrienti assorbiti dall’intestino

 Metabolismo bilirubina e produzione bile Ruolo fondamentale nell’omeostasi metabolica: 1550 ml/min di sangue (28% gittata cardiaca). Nel tempo di 2’, tutto il sangue circolante scorre attraverso il fegato e vi subisce reazioni chimiche che ne variano la composizione.  Ruolo centrale metabolismo glucidico, lipidico,proteico  Metabolismo bilirubina e produzione bile  Detossificazione di composti endogeni (bilirubina, ormoni) ed esogeni (farmaci)  Sintesi di proteine del plasma (trasporto)  Sintesi di tutti i fattori della coagulazione (tranneVIII-vWF): vit K dipendenti (2°, 7°, 9°, 10°)  Deposito di glicogeno, vit. B12, vit. A,D,E,K

Funzioni degli epatociti: Carboidrati - principale deposito di glicogeno Lipidi - captano e degradano i chilomicroni, sintetizzano VLDL producono la bile (produzione e escrezione di colesterolo) - sede della β-ossidazione degli acidi grassi Proteine - catabolizzano le proteine sintetizzano a.a. non essenziali e le proteine plasmatiche accumulano ferro e vitamine A, D e B12 Nei lobuli decorrono i capillari biliari che danno vita ai dotti biliari che si fondono in un unico dotto epatico, che con il condotto cistico proveniente dalla colecisti, costituisce il coledoco che porta la bile al duodeno

I test di chimica clinica che misurano alterazioni nel plasma o nel siero indicative di possibili alterazioni epatiche vanno sotto il nome Test di Funzionalità Epatica I test di chimica clinica che misurano alterazioni nel plasma o nel siero indicative di possibile colestasi o danno cellulare vanno sotto il nome Indicatori di Danno Epatocellulare o di Colestasi

Aumento degli enzimi nel plasma necrosi o danno cellulare  citolisi  fuoriuscita enzimi Fattori tossici Ischemia > turnover cellulare Accrescimento Rigenerazione cellulare Neoplasie induzione enzimatica ostruzione dei dotti escretori  enzimi presenti nelle secrezioni esocrine si trovano nel plasma

Enzimi di interesse diagnostico per patologie epatocellulari Enzima Valori di riferimento Significato diagnostico AST (GOT) 5-35 U/L Anche in muscolo/cuore Aumenta in cirrosi, alcolismo, danno epatico cronico in malattie da accumulo ALT (GPT) + specifica per danno epatico acuto (aumenta anche di 100 volte!) screening epatite AST/ALT ≈ 1 <1 epatite acuta 3-4 cirrosi (alcolica!) γGT trasporto aa. Polo biliare 5-30 U/L Epatopatie biliari ostruttive; neoplasie epatiche prim. o metast. Aumenta in parallelo con ALP Screening alcolismo (con MCV) ALP fosfatasi alcalina 30-90 U/L Epatopatie biliari ostruttive (aumenta fino a 10 volte); accrescimento, fratture ossee, osteosarcoma, metastasi ossee

LOCALIZZAZIONE DI AST E ALT NEI VARI ORGANI SEDE LOCALIZZAZIONE CELLULARE AST (GOT) CUORE FEGATO MUSCOLO RENE CERVELLO PANCREAS ERITROCITI E LEUCOCITI POLMONE MILZA CITOPLASMA MITOCONDRIO ALT (GPT) FEGATO CITOPLASMA

Le proteine del sangue V.N.: 65-80 g/l Origine: epatica, tessuto linfoide Alb 1 2 β1 β2 

Elettroforesi delle Sieroproteine Nelle patologie epatiche è caratteristica: Riduzione dell’Albumina Aumento mono o policlonale delle γ-globuline (specie nelle epatiti auto-immuni croniche e nelle cirrosi alcoliche) Diminuzione in alpha-1 globuline (carenza in alpha-1 antitripsina) Aumento in alpha2-globuline (prolungata colestasi) Alb 1 2 β1β2 

Sintesi di proteine epatiche Albumina  (emivita ca. 20 gg.) Gammaglobuline  policlonale > cirrosi, epatiti croniche attive  IgG > epatite autoimmune  IgM > cirrosi biliare primitiva  IgA > epatopatia alcoolica Fattori della coagulazione  protrombina  fibrinogeno

E + S ES EP E + P Numerose proteine sono enzimi Enzimi: catalizzatori biologici  aumentano la velocità di una reazione senza essere consumati Cinetica Enzimatica: E + S ES EP E + P

Enzimi: specificità di substrato

Localizzazione Enzimatica Liberi nelle cellule di diversi tessuti ed organi Confinati in particolari strutture all’interno delle cellule stesse In tessuto od organo specifico  enzimi organo specifici

Lattico deidrogenasi (LDH) (120-240 U\L) Presente nella maggior parte dei tessuti e in concentrazione più elevata nel cuore, fegato, muscolo scheletrico, rene, eritrociti. Diversi isoenzimi: M4 (LDH5)  muscoli e fegato H4 (LDH1)  cuore H3M1 (LDH2) eritrociti (concentrazione 150-200 volte più alta rispetto al plasma  emolisi Valori elevati: IMA (infarto miocardio) anemie emolitiche, anemia perniciosa; leucemie; malattie muscolari (es. distrofia muscolare); malattie epatiche Catalizza la trasformazione dell'acido piruvico in acido lattico. L'isoenzima cardiaco (LDH1) è facilmente riconoscibile perché è in grado di catalizzare la trasformazione dell'a-idrossibutirrato in a-cheto-butirrato.

Lattico deidrogenasi (LDH) ■ = H heart ● = M muscle

Fosfatasi alcalina ed acida Fosfatasi alcalina (ALP) Prodotta da: tessuto osseo fegato e intestino VN Bambini 100-600 mU/L Adulti 75\220 mU\L Fosfatasi Acida Prodotta da: Prostata Fegato Milza VN Uomo 2.5\12 U\L Donna 0.3\9.5 U\L

Fosfatasi Alcalina (ALP) Sono metallo-enzimi ubiquitari che liberano fosfato inorganico da ortofosfati organici presenti nei tessuti (fegato, osso, intestino e placenta). Aumentano: in corso di epatopatie di svariata natura quindi non specifiche. colestasi intra ed extra epatica tumori epatici primitivi o metastatici Se associato all’aumento della -GT, l’aumento indica al 90% che l’origine è epatico/biliare. Si possono distinguere, mediante elettroforesi, le diverse isoforme fra cui la componente epatica da quella ossea

I diversi tessuti producono forme diverse di fosfatasi alcalina, che sono definite isoenzimi. I valori normali dei singoli isoenzimi variano con l’età, il sesso, lo stato ormonale (gravidanza, menopausa, pubertà) e con il trattamento farmacologico. Nel bambino, l’attività AP totale è aumentata a causa del predominante isoenzima osseo. Gli isoenzimi intestinali sono assenti in circa il 60% dei soggetti normali; se presenti non superano il 14%.

Gammaglutamiltranspeptidasi (-GT o GGT) E’ una glicoproteina di membrana ubiquitaria (reni, pancreas, fegato, intestino e prostata) che catalizza il trasferimento dei gruppi -glutaminici da peptidi (glutatione) ad altri peptidi o Aa. Aumenta: ostruzioni biliari tumori epatici primitivi o secondari epatite virale acuta e cronica alcolisti pancreatite acuta infarto miocardio farmaci come Fenitoina (Dilantin), Fenobarbital, etc. Se associato all’aumento dell’ALP, l’aumento indica al 90% che l’origine è epatico/biliare.

Transaminasi Sono usate come indice di danno epatocellulare Aspartato aminotransferasi AST (sGOT) (8-20 u\l) E’ contenuta sia nel citosol che nei mitocondri del fegato, del muscolo cardiaco e scheletrico, del rene, del pancreas e degli eritrociti; particolarmente concentrato in cellule epatiche e nel tessuto muscolare. Localizzato nei mitocondri  rilascio più lento nel sangue danno più grave Falsi positivi: Emolisi Lipemia alta Più sensibile ma meno specifica: > in infarto, embolia polmonare e malattie del muscolo Catalizza la reazione reversibile: L-aspartato + α-chetoglutarato  L-glutammato + ossalacetato

Alanina aminotransferasi ALT (sGPT) (10-25 u\l): è contenuta soprattutto nel citosol del fegato, specifica di danno epatico. Più specifica ma meno sensibile (> in patologie non-epatiche) ALT > prima che appaia l’ittero (oltre 100 volte i livelli normali) e cala con la concentrazione plasmatica della bilirubina se la patologia si risolve. In patologie ostruttive (colestatiche), ALT non aumenta perché il danno agli epatociti è minimo. Farmaci (barbiturici, il fenobarbital, i glucocorticoidi, l’acetaminofene, il tiacetarsamide ed altri)  innalzamento dell’ALT. catalizza la reazione reversibile: L-alanina + alfa-chetoglutarato  L-glutammato + piruvato

Ammonio e Urea (blood urea nitrogen BUN) Ferritina Aumenta aspecificatamente nel danno epatocellulare. Elettrochemiluminescenza. Valori elevati suggeriscono Emocromatosi (non molto specifica). In questo caso > anche la saturazione del Fe (Fe serico/TIBC). Acidi e Sali Biliari, BS Derivano dal catabolismo del colesterolo, sono prodotti dal fegato ed escreti nella bile. > indice di danno epatico. Il test di escrezione di Bromosulftaleina, insieme al metabolismo dei Sali Biliari, sono utili se si sospetta patologia renale senza ittero. Ammonio e Urea (blood urea nitrogen BUN) Sono importanti nella diagnosi delle gravi affezioni epatiche. Ridotta capacità del fegato (cirrosi) a sintetizzare urea da ioni ammonio. Dosaggio: ioni ammonio trasformati in ambiente alcalino, in gas che reagisce con colorante (verde di bromocresolo) e determinato al colorimetro.

Tempo di Protrombina (TP) Colinesterasi Prodotta dal fegato, idrolizza esteri della colina Diminuisce per grave deterioramento della funzione epatica. Transferrina proteina di trasporto del Fe. Saturazione > 60% indice di Emocromatosi Tempo di Protrombina (TP) E’ il tempo in cui coagula un campione di sangue contenente citrato, cui è stata aggiunta Tromboplastina. E’ sensibile alla diminuzione dei fattori II, VII, X, V. Si esprime in INR (rapporto internazionale normalizzato): (TP paziente/ TP controllo) x ISI (indice specifico internazionale delle diverse tromboplastine commerciali). Il TP aumenta : - malattie epatiche - terapie anticoagulanti - ipovitaminosi K

Esami Speciali Anticorpi circolanti (organo non-specifici): Anticorpi Anti Nucleo (ANA): epatiti autoimmuni Anticorpi Anti Muscolo liscio (Smooth muscle antibody:SMA) un titolo alto (>1:160) degli ANA e SMA aiuta a caratterizzare le forme di epatite cronica autoimmune (Type I) Anticorpi Anti-Mitocondriali (AMA) un titolo alto (>1:160) degli AMA caratterizza la cirrosi biliare primaria Anticorpi microsomiali anti-fegato (liver) anti-rene (kidney) (anti- LKM1) la presenza di anti-LKM1 positivi caratterizza le forme di epatite cronica autoimmune di Tipo II

Altri Tests Ceruloplasmina Alpha-1-antitrypsina (AAT) proteina legante rame. Dosaggio nefelometrico marcatamente diminuita nel morbo di Wilson. Alpha-1-antitrypsina (AAT) proteina specifica, la cui carenza attiva meccanismi di auto-distruzione tissutale. deficit genetico di AAT (in omozigosi) degenera in cirrosi (trapianto) o enfisema polmonare. Antigene carcinoembrionario (CEA) E’ un complesso di glicoproteine con elementi immunologici simili. Valori elevati si possono avere in corso di epatite e cirrosi epatica. Alpha-fetoproteina valori elevati si riscontrano nei carcinomi epatocellulari. in gravidanza è fisiologico >

Markers di neoplasia Alfa-Fetoproteina > epatocarcinoma primitivo

Bilirubina serica Bilirubina indiretta = Bil Totale – Bil Diretta. Prodotto del catabolismo dell’eme, morte fisiologica dei globuli rossi La maggior parte di essa si lega all’albumina (trasporto) albumina-bilirubina passa liberamente dal plasma ai liquidi interstiziali, non e’ in grado di penetrare nelle cellule. Bilirubinemia non coniugata: indiretta è legata all’albumina, è quella pre-epatica Bilirubinemia coniugata: diretta (mono e diglucuronide) è quella epatica, è escreta con le urine Bilirubina indiretta = Bil Totale – Bil Diretta. Iperbilirubinemia non coniugata Iperbilirubinemia Coniugata Ittero neonatale Dubin-Johnson syndrome Ittero emolitico Rotor syndrome Gilbert's syndrome Colestasi benigna ricorrente Crigler-Najjar syndrome Farmaci (contraccettivi, isoniazide)

Iperbilirubina totale può indicare: ittero in atto per eccessiva distruzione di globuli rossi epatite acuta epatite alcolica epatite cronica cirrosi ostruzione delle vie biliari, dovuta a calcoli della colecisti colecistiti cirrosi biliare altro.   La presenza di elevati valori di bilirubina totale, indica sicuramente che c'è un'ostruzione delle vie biliari. Per capire a che cosa è dovuta si deve procedere a ulteriori analisi dei pigmenti biliari presenti nelle urine. Se la bilirubina supera i livelli di 2,5 mg per 100 ml compare una colorazione gialla delle sclere e poi della cute (ittero).

La concentrazione plasmatica normale della bilirubina totale è <20 μmol/L (1 mg/ml = 17μM/l: normal range: < 1mg/dl / < 17μmol/l ), da 5 a 10 μmol/L è la specie coniugata. In una patologia emolitica, il livello plasmatico della bilirubina totale raramente supera 100 μmol/L, mentre in una patologia epatobiliare i livelli sono > 1000 μmol/L. Bilirubina urinaria La bilirubina coniugata è solubile in acqua e si ritrova nelle urine se i livelli plasmatici sono aumentati. Tests per bilirubina urinaria saranno perciò positivi sia in presenza di ittero epatocellulare che ostruttivo. Spesso i livelli di bilirubina urinaria aumentano prima che l’ittero diventi clinicamente evidenti (i.e. con bilirubina plasmatica di circa 40 μmol/L).

Funzione di detossificazione e escrezione Bilirubina diretta e indiretta > ittero Bilirubinuria (bilirubina coniugata o diretta) > urine ipercromiche: l’emissione di urine scure deriva dall’escrezione renale di bilirubina coniugata > prurito, bradicardia: l’eccesso di sali biliari in circolo determina intenso prurito legato a irritazione cutanea

BILIRUBINA Caratteristiche della bilirubina Valori ematici normali colore giallo poco solubile in acqua tossica per le cellule Valori ematici normali Totale: 0.3 - 1.0 mg / dl Diretta: 0.0 - 0.4 mg / dl Indiretta: 0.3 - 1.0 mg / dl

Dosaggio della bilirubina Reazione del siero con il reattivo di Ehrlich  bilirubina diretta Reattivo di Ehrlich + dimetilsulfossido (scinde il complesso bilirubina-albumina)  bilirubina totale van den Bergh reaction distinguishes between: indirect bilirubin - unconjugeted: normal range 0.2-0.7 mg/dL direct bilirubin - conjugated: normal range 0.1-0.3 mg/dL (in fact an overestimate, more accurate HPLC methods indicate there is very little conjugated bilirubin in 'normal' patients)

Origine della bilirubina Emoglobina, mioglobina, citocromi  EME (gruppo prostetico) Degradazione dell'EME  bilirubina

rosso verde rosso - giallo

Metabolismo ed escrezione La bilirubina legata all’albumina raggiunge per via ematica l’epatocita ed attraversa la membrana cellulare per diffusione ionica facilitata dalla concentrazione di due proteine (la Y e la Z) che hanno la funzione di ricevitori e trasportatori intra-citoplasmatici. La coniugazione con una o due molecole di acido glicuronico avviene all’interno dei microsomi ed e’ catalizzata dall’enzima glicuroniltranferasi (GT) che trasferisce una o due molecole di acido glicuronico dall’ acido uridindifosfoglicuronico (UDPGA), alla bilirubina. Dopo la coniugazione la bilirubina viene escreta nel lume intestinale con la bile, ove viene in parte ridotta dai batteri ad urobilinogeno ed eliminata con le feci ed in parte viene deconiugata dalla beta-glicuronidasi intestinale e, riassorbita, raggiunge il fegato attraverso il sistema portale (circolo entero-epatico).

Origine della bilirubina Legata dall’albumina  fegato Coniugazione con l'acido glucuronico  maggiore idrosolubilità Bile  colecisti  intestino Ridotta ad urobilinogeno e stercobilinogeno (batteri)  eliminati con le feci circolo enteroepatico

Urobilinogeno urinario metabolita della bilirubina aumenta nell’ittero da patologia epatocellulare aumenta in caso di ostruzione biliare parziale è assente in caso di ostruzione biliare totale Non è un test particolarmente utile, ma è usato per monitorare la progressione della patologia epatica. Per es: in una patologia ostruttiva, l’urobilinogeno urinario è dapprima assente nelle urine, ma poi compare. Ciò suggerisce che l’ostruzione era prima totale, poi vi è stato un qualche rimedio con passaggio di parte della bilirubina all’intestino.

colesterolo non esterificato Composizione della Bile La bile e' composta principalmente da acqua, colesterolo, sali biliari, fosfatidilcolina (lecitina), bilirubina (quasi esclusivamente coniugata), proteine ed elettroliti favorisce i meccanismi di digestione ed assorbimento intestinale di nutrienti, vitamine liposolubili e calcio (micellizzazione, attivazione enzimi pancreatici) regola l’eliminazione dall'organismo ed il pool corporeo di: colesterolo, bilirubina, sali biliari (circolazione entero-epatica) elimina farmaci e cataboliti ormonali il cui accumulo sarebbe dannoso azione batteriostatica acqua 82% acidi biliari 12% fosfolipidi 4% colesterolo non esterificato 0.7% componenti minori 1.3%* COMPOSIZIONE DELLA BILE * bilirubina coniugata, proteine, elettroliti, muco, eventuali farmaci

Acidi Biliari Acidi biliari primari (acido colico e chenodesossicholico) vengono prodotti dagli epatociti a partire dal colesterolo e, successivamente, uniti a due aminoacidi, la glicina e la taurina. Nell'intestino essi vengono ulteriormente modificati dalla flora batterica, che li scinde in glicina, taurina e acidi biliari, i quali, a loro volta sono in parte trasformati in acidi biliari secondari (acido desossicolico e litocolico). A livello del tratto terminale dell'intestino tenue, i sali biliari vengono assorbiti e ritornano al fegato attraverso la vena porta (circolo entero-epatico); nel fegato possono essere ulteriormente elaborati con sintesi di acidi biliari terziari (acido ursodesossicolico) e/o nuovamente uniti alla glicina e alla taurina ed eliminati nuovamente nella bile. Gli acidi biliari sono detergenti e in soluzione acquosa formano degli aggregati chiamati "micelle". La loro funzione è quella di consentire la solubilità nella bile del colesterolo, che di per sé non è solubile in ambiente acquoso; inoltre sono fondamentali per l'assorbimento intestinale dei lipidi o "grassi".

Metabolismo dei sali biliari   colesterolo Metabolismo dei sali biliari   ac. colico ac. chenodesossicolico ac. biliari primari epatociti   ac. desossicolico ac. litocolico ac. chetolitocolico ac. biliari secondari intestino   ac. solfolitocolico ac.ursodesossicolico ac. biliari terziari epatociti

Colangiociti=2-5% del volume epatico Cellule coinvolte nella produzione e nella modificazione della bile DOTTI BILIARI Intraepatici COLANGIOCITI CANALICOLO BILIARE EPATOCITI COLECISTI COLANGIOCITI DOTTI BILIARI Extraepatici COLANGIOCITI Colangiociti=2-5% del volume epatico 1

Patologie epatiche ed approccio di laboratorio Ittero Colestasi Alterazioni dei test di funzionalità epatica Insufficienza epatica Epatiti virali acute Steatosi epatica e epatite alcolica Epatiti croniche Cirrosi Importanza infezioni epatitiche: rischi infettivo

Ittero Appare a livelli di bilirubina plasmatica >40 μmol/L (>2-2.5 mg/dl), è la manifestazione clinica più comune nelle epatopatie; una diagnosi precisa può essere fatta seguendo il quadro clinico ed i tests di funzionalità epatica. Una diagnosi errata può avere serie o addirittura fatali conseguenze: i.e. una laparatomia erroneamente eseguita per ittero in un paziente con epatite virale acuta. Altrettanto si può sbagliare valutando solo i tests di funzionalità epatica senza considerare il quadro clinico.

Ittero  bilirubina nel circolo ematico  diffusione nei tessuti Cause: elevata distruzione dei globuli rossi  ittero emolitico Patologie epatiche  (ittero epatocellulare) Diminuito deflusso della bile (ittero da ostruzione)  bilirubina diretta (coniugata all'acido glucuronico)  danno epatico o ostacolato deflusso  bilirubina totale  danni extraepatici

Ittero fisiologico del neonato

Nel neonato a termine si osserva in circa il 60% dei casi e nel neonato pre-termine nel 100%. Nel neonato, accumulo di bilirubina per i seguenti motivi: Il fegato del neonato non ha ancora imparato completamente a eliminare la bilirubina con la bile perchè nella vita fetale era la mamma che, tramite la placenta, eliminava la bilirubina in eccesso. Il neonato produce in proporzione più bilirubina dell'adulto perchè ha più globuli rossi e più emoglobina dell'adulto e la bilirubina è appunto il prodotto della distruzione dei globuli rossi. Si presenta in seconda/terza giornata e può durare fino a 8 giorni nei neonati a termine e fino a 14 nei pre-termine. I neonati con l'ittero neonatale vengono trattati con l'esposizione ad una intensa luce blu (fototerapia che induce, a livello della cute la formazione di fotoisomeri dalla bilirubina maggiormente idrosolubili e rapidamente escreti dal fegato). La bilirubina è tossica per il sistema nervoso centrale e, nel neonato a termine, può provocare danni permanenti se >20-25 mg/dl.

Epatite E’ la condizione più frequente tra le patologie del fegato. Tra le cause d’epatite si distinguono: forme infettive (prevalentemente legate ai virus epatitici), tossiche (ad esempio da farmaci o tossine), autoimmuni dismetaboliche, dovute, queste ultime, a disfunzioni del metabolismo legate all’abuso di alcol, all’obesità e al diabete. Numerosi sono i virus definiti epatitici (A, B, C, D ed E): virus A ed E si manifestano esclusivamente in forma acuta virus B, C e D possono persistere, in una percentuale di casi, in forma cronica evolvendosi in cirrosi. Una malattia asintomatica e silente nella maggioranza dei casi.

Cause di contagio e le modalità di trasmissione. Nel caso delle epatiti sono differenti le modalità di trasmissione del virus: per i virus A ed E, il contagio avviene in forma oro-fecale tramite alimenti infetti (frutti di mare, verdure, acqua) per le forme con potenziale di cronicizzazione (B, C e D) la principale fonte d’infezione è rappresentata dal contagio parenterale, cioè con contatto tra il sangue di un soggetto infetto ed il sangue di uno non esposto precedentemente al virus. I numeri della problema La rilevanza epidemiologica delle malattie di fegato in Italia è: circa 1 milione le persone con infezione da virus B circa 1 milione e mezzo i soggetti con infezione da virus C. A questi si associano i soggetti affetti da epatopatia alcolica, le forme autoimmuni e quelle legate a disfunzioni metaboliche, in rapida crescita in relazione all’aumento delle problematiche legate all’obesità.

Epatiti 5 tipi principali di epatiti A ed E  trasmissione oro-fecale B, C, D  trasmissione attraverso fluidi corporei: Rapporti sessuali Trasfusioni Uso di droghe Trapianti

Epatite A RNA virus Infezione acuta  3-5 settimane di incubazione 90 % degli infetti è asintomatico Tests anticorpali  IgM  infezione recente IgG  infezione pregressa Possibilità vaccinazione Gli anticorpi HAAb IgM appaiono molto precocemente ma scompaiono nel giro di poche settimane, gli anticorpi HAAb IgG restano nel sangue per tutta la vita a testimoniare la immunità acquisita nei confronti di successive infezioni.

Epatite B DNA virus Infezione acuta: 1-2 mesi dopo l’infezione 20 %  infezione cronica Tests anticorpali o antigenici: HBsAb anti antigene di superficie, 1° marker HBcAb del core è importante distinguere le IgM che compaiono per prime e che se persistono sono segno infausto, dalle IgG che invece denotano una più bassa contagiosità nel portatore HBeAb anti-proteina solubile componente interna del nucleocapside Possibilità di vaccino  HBsAb +

SIGNIFICATO DEI MARKERS PER L’EPATITE B HBsAg  HBeAg HBDNA HBcAg HBcAb HBsAb  HBeAb  SIGNIFICATO DEI MARKERS PER L’EPATITE B Antigeni (Ag) Anticorpi (Ab)   IgM IgG + Incubazione o epatite in atto ma anche portatore cronico sano a seconda delle transaminasi Incubazione. Alta infettività Fase acuta iniziale. Alta infettività Infezione recente. Possibile contagiosità Portatore cronico. Alta contagiosità Portatore cronico. Bassa contagiosità Immunità da infezione recente. Convalescenza. Non contagiante Immunità da infezione lontana. Non contagiante Guarigione completa oppure Immunità da infezione lontanissima o da vaccino o immunizzazione senza infezione     Grave danno epatico. Replicazione negli epatociti.. Grave danno epatico se con transaminasi elevate. Replicazione negli epatociti.

Epatite C 20-40 % dei casi di epatite Fase acuta  spesso asintomatica 50 %  malattia cronica Colpisce: Fegato  ALT ed AST elevati persistentemente Sistema immunitario Sindrome di Sjogren Crioglobulinemia Test anticorpale HCV RNA qualitativo RT PCR

La cirrosi epatica è una malattia cronica caratterizzata da alterazioni della struttura e delle funzioni del fegato. Le normali cellule epatiche sono danneggiate e sostituite da tessuto cicatriziale (fibrosi). La cirrosi epatica costituisce la principale condizione predisponente il tumore del fegato (epatocarcinoma). Le cause di cirrosi epatica sono tante, e centinaia di milioni di persone ne sono affette. Le principali cause sono: l’Epatite cronica B, C e D, l’Epatopatia alcolica e l’Epatite autoimmune. In Italia, dati ISTAT del 2000, indicano più di 21.000 decessi annui a causa di cirrosi o tumore del fegato. In particolare mentre negli ultimi anni la mortalità per cirrosi appare in decremento, in relazione ai progressi terapeutici e preventivi, la mortalità per tumore del fegato continua ad aumentare ed in alcune regioni si posiziona al terzo posto come causa di mortalità tra le malattie oncologiche. II nostro Paese presenta valori di mortalità per cirrosi epatica tra i più elevati nell’Europa occidentale (secondi solo alla Germania) che si attestano su una cifra media di 20 decessi ogni centomila abitanti, circa 55 decessi al giorno.

I tumori del fegato possono essere suddivisi in benigni e maligni. Il più frequente dei tumori benigni è l'angioma. Generalmente si riscontra per caso, quando si esegue una ecografia o una TAC dell'addome spesso per patologie non epatiche. Il più frequente tra i tumori maligni è il carcinoma epatocellulare. E’ responsabile, nel mondo, di almeno 1.000.000 di nuovi casi all'anno. La maggior parte di questi tumori insorge in pazienti con cirrosi epatica. Le attuali metodiche diagnostiche consentono, fortunatamente, di formulare una diagnosi quando ancora il tumore è di piccole dimensioni, permettendo la scelta tra numerose opzioni terapeutiche. Il trapianto, la resezione chirurgica epatica, le tecniche di ablazione loco-regionale costituiscono i diversi trattamenti curativi.

Gli effetti della colestasi sono il reflusso dei costituenti Per colestasi si intende arresto o rallentamento del flusso della bile provocato da un ostacolo nelle vie biliari. Una situazione patologica in cui il difetto di escrezione biliare è dovuto ad una alterazione, funzionale o/e organica.   Può essere intra o extra epatica. Ambedue possono essere provocate da alterazioni metaboliche congenite o, assai più frequentemente, da cause acquisite. Cause intraepatiche: le epatopatie, i farmaci, la gravidanza; Cause extraepatiche: calcoli delle vie biliari, il carcinoma del pancreas e delle vie biliari, le pancreatiti, la colangite sclerosante. Gli effetti della colestasi sono il reflusso dei costituenti della bile nella circolazione generale e la loro mancata eliminazione per l’impossibilità di raggiungere l’intestino.

COLESTASI: CLASSIFICAZIONE Canalicolo Biliare EPATOCITI Colestasi INTRAEPATICA DOTTI BILIARI Intraepatici Colestasi EXTRAEPATICA DOTTI BILIARI Extraepatici 1

DOTTI BILIARI Extraepatici Nella Colestasi Extraepatica aumenta la Bilirubina Coniugata nel sangue e compare l’ittero. Canalicolo Biliare EPATOCITI ? DOTTI BILIARI Intraepatici Sangue DOTTI BILIARI Extraepatici 1

Biopsia Epatica L’esame istologico rimane approccio diagnostico definitivo nelle patologie epatiche in cui può essere critica l’identificazione di tipi specifici di terapia. E’ una procedura “invasiva” e può essere eseguita con diverse modalità

Biopsia epatica percutanea INDICAZIONI Malattie epatiche di origine incerta Epatiti persistenti e epatiti croniche attive Epatomegalia non spiegata Splenomegalia non spiegata Immagini radiologiche non interpretate Stadiazione di tumori e linfomi Febbre di origine sconosciuta