-Incontinenza urinaria -Sintomi del basso tratto urinario (LUTS)

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Transcript della presentazione:

-Incontinenza urinaria -Sintomi del basso tratto urinario (LUTS) Devo aspettare un po’ prima che escano la urine. Il getto urinario è debole. Per urinare devo spingere con la pancia. -Incontinenza urinaria -Sintomi del basso tratto urinario (LUTS) Urino troppo spesso Devo correre in bagno per urinare e alle volte me la faccio addosso Perdo urine con la Tosse o con lo sforzo

Fisiologia vescico-uretrale MINZIONE processo fisiologico intermittente attraverso cui l’organismo accumula ed elimina le urine; risultato del sinergismo d’azione tra il sistema nervoso vegetativo e quello somatico FASI - fase di riempimento o accumulo delle urine - fase di svuotamento o di eliminazione delle urine

LA VESCICA E’ PERFETTAMENTE ADEGUATA alla raccolta ed espulsione delle urine ACCOMODA IN MODO AUTONOMO ED INCONSCIO elevate quantita’ di urina con minime o nulle variazioni pressorie al suo interno PARTECIPA IN MODO DETERMINANTE ALLA CONTINENZA DELLE URINE Il collo vescicale e lo sfintere uretrale rimangono ermeticamente chiusi anche quando la pressione intraddominale aumenta improvvisamente

chiusura collo vescicale Fase di riempimento SIMPATICO: stimolazione beta-recettori corpo vescicale alfa-recettori regione cervico-uretrale sfintere striato uretrale (innerv. somatica) rilasciamento detrusoriale chiusura collo vescicale (continenza) continenza volontaria (controllo inibitore sovramidollare) azione tonica sull’uretra (arco riflesso pudendo-pudendo)

Fase di svuotamento PARASIMPATICO: stimolazione colinergica inibizione simpatica (regione cervico-uretrale) diminuzione attività sfintere striato uretrale (innerv. somatica) contrazione detrusoriale apertura collo vescicale coordinamento vescico-sfinterico

Adeguato Supporto Pelvico Strutture di fissità: Lig. Pubo-uretrali (tratto medio dell’uretra → sinfisi pubica) Lig. Uretro-pelvici (terzo inf.vagina e collo vescicale → arco tendineo degli otturatori) Lig. Vescico-pelvici (terzo medio vagina e vescica

Effetto Isolante Ricco plesso vascolare estrogeno-dipendente situato nella tonaca propria uretrale: 30% della pressione di chiusura uretrale Tensione superficiale delle secrezioni uretrali Gli estrogeni facilitano la maturazione e proliferazione della mucosa uretrale

Muscolatura striata Sfintere striato disposizione circolare massimo spessore nel tratto anteriore Sfintere parauretrale: fibre a lenta contrazione Sfintere periuretrale: fibre a rapida contrazione Compressore dell’uretra Sfintere uretro-vaginale

Continenza urinaria Capacità di rinviare a piacimento l’atto minzionale e di espletarlo in condizioni di convenienza igienico-sociale. Risultato dell’integrità anatomica e funzionale delle vie urinarie inferiori Nella donna è assicurata fino a quando la pressione uretrale è maggiore della pressione vescicale sia a riposo che in caso di attività

Incontinenza urinaria Perdita involontaria di urine in luoghi e tempi inappropriati che comporti un problema sociale o igienico Disfunzione del piano perineale - ipovalidità o insufficienza muscolare (elevatore dell’ano) - disturbo funzionale neuro-motorio (deficit della chiusura perineale allo sforzo, dissinergia funzionale

Incontinenza urinaria Incontinenza urinaria da sforzo: perdita involontaria di urine conseguente a sforzi, aumenti della pressione addominale, in assenza di stiimolo minzionale Incontinenza urinaria da urgenza: perdita involontaria di urine accompagnata da o immediatamente preceduta da urgenza Incontinenza urinaria mista: perdita involontaria di urine associata ad urgenza e a sforzi

Incontinenza urinaria Enuresi: termine generico che indica una minzione completa involontaria. Se di notte : (Enuresi notturna) Incontinenza urinaria continua Altri tipi di incontinenza urinaria (da risate, durante i rapporti sessuali, da rigurgito.)

Sintomi del tratto urinario basso (LUTS) Sintomi associati al rapporto sessuale (dispareunia, secchezza vaginale, incontinenza – associate alla penetrazione durante il rapporto o all’orgasmo) Sintomi associati al prolasso di organi pelvici Dolore genitale o del tratto urinario basso: - dolore vescicale (sovrapubico) - dolore uretrale - dolore vulvare - dolore vaginale - dolore scrotale - dolore perineale - dolore pelvico (mal definito e mal localizzabile)

Sintomi del riempimento Aumentata frequenza diurna (pollachiuria): oltre 7-8 die Nicturia : svegliarsi per urinare Frequenza notturna: alzarsi dal letto per urinare, anche prima di addormentarsi o dopo essersi svegliati Urgenza (urgency): desiderio di urinare improvviso, intenso difficile da procastinare

Sintomi dello svuotamento Flusso ridotto (rispetto al passato) Flusso intermittente (interruzione e ripresa) Esitazione: difficoltà nell’iniziare la minzione quando la persona è già pronta ad urinare Gocciolamento terminale: estrema riduzione terminale del flusso minzionale

Icontinenza urinaria femminile PREVALENZA PER ETA’

Incontinenza urinaria femminile PREVALENZA DEI 3 DIVERSI TIPI DI INCONTINENZA

Prevenzione dell’ Incontinenza urinaria Prevenzione primaria: individuazione dei fattori di rischio correlati al manifestarsi di una determinata patologia Prevenzione secondaria: diagnostica precoce di una determinata patologia

Fattori di rischio per IU nella donna Età Cambiamenti strutturali pelvici e vescicali Aumentata prevalenza di fattori correlati come il diabete, episodi cerebrovascolari e malattie polmonari Sintomi urinari Forte correlazione con LUTS (prevalenza 15-30%) Obesità Chiaro fattore di rischio

Prevenzione dell’ Incontinenza urinaria PERDITA DI PESO Associazione tra aumento di peso e incontinenza urinaria Risoluzione dell’incontinenza dopo perdita massiva di peso in donne obese L’evidenza preliminare suggerisce che una moderata perdita di peso può portare ad una riduzione dell’incontinenza In un piccolo studio randomizzato, Subak riferisce che la perdità di peso di 15 kg ha comportato una riduzione del 50% degli episodi di incontinenza settimanale rispetto al 5% del gruppo di controllo, che aveva avuto un minimum calo di peso.

Fattori di rischio per IU nella donna Gravidanza e Parto Sia la gravidanza che il parto sono fattori di rischio seppur più deboli dell’età L’IU da sforzo più correlata di quella da urgenza e mista (Rortveit, 2003) .

Fattori di rischio per IU nella donna Menopausa Isterectomia Rischio piccolo ma significativamente aumentato dopo qualche anno Storia familiare e genetica Deficit funzionali e cognitivi Aumentato rischio di IU col peggioramento del livello di mobilità Forte associazione tra IU e demenza negli anziani

Inquadramento Anamnesi Esame obiettivo Valutazione strumentale Esame Urodinamico

Anamnesi Fisiologica Patologica età peso, altezza alvo attività lavorativa fumo, alcool disturbi del sonno menarca menopausa gravidanze parti (tipo di parto) Patologica diabete patologie neurologiche ipertensione arteriosa patologie tiroidee allergopatie condizioni psicotiche patologie psichiatriche interventi chirurgici chirurgia pelvica assunzione di farmaci

Strumenti di misurazione delle minzioni giornaliere Carta dei tempi di minzione: riporta l’orario delle minzioni, di notte e di giorno, per un periodo di 24h Carta Frequenza/volume: riporta l’orario e il volume delle minzioni, di notte e di giorno, per un periodo di 24h Diario vescicale (bladder diary): episodi di incontinenza e loro entità, episodi di urgenza e loro entità. numero di pad utilizzati quantità di liquidi ingeriti.

Strumenti di misurazione delle minzioni giornaliere Informazioni da estrapolare: Poliuria: produzione che ecceda i 2,8L nelle 24h Volume notturno di urine: quantità di urine prodotte dal momento in cui il soggetto va a letto per dormire al momento in cui si sveglia e si alza definitivamente dal letto Poliuria notturna: quando la produzione notturna supera il 20% (nei giovani) o il 33% (>65aa) di quella delle 24h. La misurazione deve includere la prima minzione del mattino

Esame Obiettivo Dimostrare una incontinenza Dimostrare un prolasso genitale associato Evidenziare eventuali deficit neurologici

Esame Obiettivo - Funzione dei muscoli del pavimento pelvico Tono a riposo, contrazione volontaria o riflessa (forte, debole, assente) - PC test (test pubo coccigeo. Score da 0-5) Esplorazione rettale (tono e contrattilità dello sfintere, riflesso clitorideo)

Esame urodinamico • E’ lo studio funzionale dell’apparato urinario. In particolare le indagini urorodinamiche studiano i parametri di pressione e flusso riguardanti tutto il ciclo Minzionale • Nell’incontinenza urinaria vengono ricercati : – l’incompetenza dello sfintere – l’instabilità detrusoriale – l’instabilità uretrale.

Uroflussimetria • E’ la misurazione del flusso urinario inteso come volume urinario in millimetri emesso attraverso l’uretra all’esterno nell’unità di tempo calcolato in secondi • I pazienti vengono invitati ad urinare in unflussometro, posto sotto una comoda all’interno della quale vi è un imbuto che convoglia l’urina in un raccoglitore graduato adagiato sul piatto di un trasduttore

Cistomanometria E’ il test di valutazione della funzione detrusoriale sia durante la fase di riempimento che di svuotamento. Rappresenta la registrazione delle variazioni pressorie in funzione del volume durante la fase di riempimento vescicale, studia cioè il rapporto pressione/volume nella fase diastolica

Profilo pressorio uretrale • E’ lo studio delle resistenze o meglio della reale pressione vigente nei diversi distretti uretrali. • Valutazione: – funzione uretrale a riposo (profilo pressorio uretrale statico) – funzione uretrale sotto sforzo (profilo pressorio uretrale dinamico)

Videourodinamica • E’ una valutazione morfologica e funzionale del basso apparato urinario particolarmente utile nel bilancio diagnostico delle disfunzioni neurologiche e dei disturbi minzionali complessi del bambino e dell’adulto

Elettromiografia durante esami urodinamici L’indagine EMG si associa all’esame urodinamico per valutare la congruità dei tempi di rilassamento e contrazione del muscolo esaminato in relazione all’attività del muscolo detrusore della vescica

Terapia dell’ Incontinenza urinaria TERAPIA CONSERVATIVA TERAPIA FARMACOLOGICA TERAPIA CHIRURGICA

Terapia dell’ Incontinenza urinaria TERAPIA CONSERVATIVA Stili di vita: riduzione del peso nelle obese; riduzione della caffeina Terapia comportamentale: la rieducazione vescicale e la minzione a tempo (bladder training, timed voiding) riducono significativamente l’IU rispetto al no treatment Pelvic Floor Muscle Training: gli esercizi del pavimento pelvico riducono l’incontinenza (SUI, UI) rispetto al no treatment

Terapia dell’ Incontinenza urinaria TERAPIA CONSERVATIVA Pelvic Floor Muscle Training (PFMT) meccanismo d’azione aumento del tono e della forza ipertrofia Più efficace del no treatment, dei coni vaginali, dell’elettrostimolazione

Terapia dell’ Incontinenza urinaria TERAPIA CONSERVATIVA La terapia conservativa è efficace e non produce effetti collaterali. I risultati sono durevoli Necessita di collaborazione attiva da parte della paziente. E’ proposta come terapia di prima linea nelle 3 forme di incontinenza

Terapia farmacologica dell’ Incontinenza urinaria Efficacia degli antimuscarinici Ossibutinina 71% Tolterodina 70% Trospio 60% Solifenacina (Darifenacina)

Terapia “invasiva” dell’ Incontinenza urinaria NEUROMODULAZIONE SACRALE (FDA): Vescica iperattiva (OAB) e Urge Incontinence resistente a trattamento farmacologico Ritenzione Urinaria Funzionale; Painfull Bladder TOSSINA BOTULINICA CISTOPLASTICA DI AMPLIAMENTO

Terapia chirurgica della SUI: Stabilizzazione “TENSION FREE” dell’ uretra media Il posizionamento di sling di polipropilene “tension free” sotto l’uretra media, con tragitto retropubico o trans otturatorio, è efficace quanto la colposospensione retropubica nella SUI con ipermobilità uretrale

Terapia dell’ Incontinenza urinaria L’INCONTINENZA URINARIA VA VALUTATA E GESTITA CONTESTUALMENTE A TUTTE LA EVENTUALI DISFUNZIONI PELVI PERINEALI (PELVI PERINEOLOGIA), QUALI DISTURBI DELLA DEFECAZIONE, LUTS, PROLASSI ORGANI PELVICI, SINDROMI DOLOROSE PELVICHE IL PRIMO INTERVENTO DEV’ESSERE CONSERVATIVO (RIABILITAZIONE) ASSOCIATO O MENO AI FARMACI LE TERAPIE INVASIVE O CHIRURGICHE VANNO RISERVATE A CASI SELEZIONATI: FALLIMENTO DELLE TERAPIE NON INVASIVE O RIDOTTA COMPLIANCE DELLA PAZIENTE L’OBIETTIVO PRINCIPALE NON E’ RENDERE “ASCIUTTA” LA PAZIENTE, MA MIGLIORARNE LA QoL.