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Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. DISIDRATAZIONE In alcune condizioni patologiche si può osservare un aumento dell’eliminazione di acqua e di elettroliti, per via renale ed extrarenale. Si può così assistere alle seguenti situazioni: aumento dell’eliminazione di acqua: si verifica in caso di iperpiressia (valori di temperatura corporea >38 °C), situazione in cui l’eliminazione di acqua può raggiungere quantità di 1 l al giorno; tale valore deve essere aggiunto ai ml di perdita fisiologica attraverso la cute (perspiratio insensibilis). Anche l’aumento della frequenza e dell’ampiezza del respiro (polipnea), secondario a insufficienza respiratoria, nonché la sudorazione profusa, sono causa di perdita di liquidi dall’organismo. I soggetti più a rischio sono rappresentati da bambini, anziani, cerebrolesi e pazienti in stato comatoso o confusionale, in quanto sottostimano il bisogno di bere; FOCUS CLINICI segue

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. aumento dell’eliminazione di acqua e di elettroliti: è tipico delle alterazioni patologiche che si verificano a carico dell’apparato digerente, quali vomito ripetuto, diarrea profusa, fistole intestinali e malassorbimento; tutto ciò determina importanti perdite idroelettrolitiche, spesso associate a variazioni dell’equilibrio acido-base (per esempio, alcalosi metabolica per perdita di acido cloridrico o acidosi metabolica per perdita di bicarbonati). A tal proposito si ricorda che giornalmente vengono versati nel tratto gastroenterico circa 8 l di secrezioni determinate da: saliva (1,5 l), succo gastrico (2,5 l), bile (0,5 l), succo pancreatico (0,7 l), secrezione enterica (3 l). Il contenuto in elettroliti di queste secrezioni varia in relazione alla sede: infatti l’acido cloridrico (HCl) abbonda a livello gastrico; il sodio (Na + ) e il potassio (K + ), in concentrazioni vicine a quelle del plasma, e il bicarbonato ( ) sono presenti in grande quantità a livello intestinale, mentre il secreto colico è ricco di K + e un po’ meno di Na +. Anche la diuresi eccessiva, determinata da abuso di diuretici soprattutto se osmotici (mannitolo, glicerolo), causa la perdita di acqua e ancor più di elettroliti, come si verifica anche nel diabete mellito scompensato, per intensa glicosuria. Il quadro clinico conseguente a perdite idriche o idroelettrolitiche eccessive è denominato disidratazione.

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. DISIONIE Nella pratica clinica le alterazioni della concentrazione plasmatica dello ione sodio (Na + ), potassio (K + ) e calcio (Ca 2+ ) sono frequenti; il dosaggio della loro concentrazione nel plasma consente l’individuazione e la correzione di eventuali alterazioni elettrolitiche (disionie). Alterazioni della concentrazione dello ione sodio Le variazioni della concentrazione plasmatica dello ione sodio (Na + ) sono quasi sempre la conseguenza di variazioni del volume e della composizione del liquido extracellulare; vengono distinte in iponatremia e ipernatremia. L’iponatremia è definibile come una diminuzione della concentrazione plasmatica del sodio al di sotto di 135 mEq/l. Questa alterazione dipende spesso da una diluizione dello ione in un maggior volume di liquido extracellulare, evenienza che si può verificare in seguito, per esempio, a scompenso cardiocircolatorio; altre cause di iponatremia sono rappresentate dal sovradosaggio di diuretici, da una dieta iposodica, da neoplasie (cosiddette forme paraneoplastiche), dall’insufficienza renale ed epatica, da un’insufficienza surrenalica (morbo di Addison) e dalla SIADH (sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico-ADH). Si manifesta con sintomatologia crampiforme a livello muscolare, nausea, vomito, ipotensione ortostatica e alterazioni neurologiche, che spaziano dalla confusione mentale al coma, per edema cerebrale. La terapia prevede una restrizione dell’apporto idrico se il paziente è scompensato, e una replezione di cloruro di sodio (NaCl) per via infusionale. Se si sospetta una SIADH, sono utili il dosaggio degli elettroliti urinari (natriuria) e la ricerca di un’eventuale neoplasia primitiva, di cui l’iponatremia costituisce un epifenomeno. FOCUS CLINICI segue

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. L’ipernatremia viene, invece, definita come un aumento della concentrazione plasmatica di Na + al di sopra di 145 mEq/l e dipende molto spesso da un’eccessiva perdita di liquidi corporei, come si può verificare nelle diarree profuse, nel diabete insipido, nell’insufficienza renale, nel diabete mellito scompensato (diuresi osmotica da glicosuria), nelle diete ipersodiche, nell’iperventilazione o nei pazienti anziani disidratati. I sintomi caratteristici sono rappresentati dalla presenza di un senso di sete e dalla confusione mentale che può giungere, in casi estremi, alla letargia e al coma. Alterazioni della concentrazione dello ione potassio Le variazioni della concentrazione plasmatica dello ione potassio (K + ) non sono sostanzialmente influenzate da variazioni dell’entità del liquido extracellulare e possono dipendere da differenti cause. L’ipopotassiemia o ipokaliemia, ovvero la diminuzione della concentrazione di questo ione al di sotto di 3,5 mEq/l, viene genericamente determinata da un aumento della sua eliminazione per via cutanea (sudorazione profusa), intestinale (diarrea, presenza di fistole, abuso di lassativi, quadri di occlusione intestinale) o per via renale (terapie a base di diuretici non risparmiatori di potassio, iperaldosteronismo). Questa alterazione si manifesta con astenia marcata, crampi muscolari, diminuzione dei riflessi, nonché alterazioni severe della funzionalità miocardica, evidenziate da alterazioni dell’ECG (elettrocardiogramma), quali aritmie e comparsa dell’onda U (deflessione positiva presente subito dopo l’onda T). segue

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. L’iperpotassiemia o iperkaliemia è, invece, un aumento della concentrazione plasmatica del K + al di sopra di 5 mEq/l; è solitamente conseguenza di un eccessivo introito di cibi ricchi di potassio con la dieta (per esempio, banane, frutta secca ecc.), di una insufficienza renale di grado moderato-severo, di sovradosaggio di diuretici risparmiatori di potassio, soprattutto se associati ad ACE-inibitori, di danno tissutale esteso (ustioni, politraumi) o di quadri di shock, condizionanti ipotensione e conseguente oligoanuria. Anche in questo caso si rileva un quadro clinico caratterizzato da disturbi neuromuscolari e cardiaci, accompagnati da alterazioni ECG. L’iperkaliemia dev’essere prontamente corretta con l’impiego di diuretici o mediante trattamento emodialitico o, ancora, tramite la somministrazione di resine a scambio ionico, in grado di chelare gli ioni potassio in eccesso, eliminati poi con le feci. Alterazioni della concentrazione dello ione calcio L’ipocalcemia viene definita come una diminuzione della concentrazione di calcio (Ca 2+ ) nel sangue inferiore a 8 mg/dl, mentre l’ipercalcemia corrisponde a un aumento della concentrazione al di sopra di 10 mg/dl. Per una trattazione più approfondita si rimanda il lettore al capitolo 13 “Fisiologia dell’apparato endocrino”.