Formazione dello Stato d’Israele Lo stato d’Israele venne proclamato il 14 maggio In molte menti, la nascita d'Israele è collegata strettamente col terrore Nazista e l'olocausto, ma la concezione e la pianificazione di uno stato israeliano era iniziata circa 60 anni prima. I promotori dell’idea di restituire agli ebrei la loro terra promessa, volevano fondare lo stato nella storica terra d'Israele, chiamata anche Palestina, dove gli Ebrei regnavano nei tempi biblici. Questa terra non ebbe mai dei confini storicamente ben definiti. Nel diciannovesimo secolo, i politici inglesi videro un nuovo valore legato a questa terra: riuscire ad avere nel Medio Oriente una comunità ebraica in buoni rapporti con l’impero britannico. Il sionismo è un movimento politico e culturale ebraico che mirava a ricondurre gli ebrei nell’antica terra di Israele.
La pena di morte, abolita per i reati minori nel 1954, è in vigore per i crimini perpetrati contro l'umanità e contro il popolo ebraico. Il servizio di leva è obbligatorio per gli ebrei e i drusi di entrambi i sessi e si effettua a partire dai 17 anni di età. L'istruzione è obbligatoria e gratuita per tutti i giovani dai 5 ai 15 anni di età. L'analfabetismo riguarda il 2,9% della popolazione. Caratteristiche dello Stato Israele è una repubblica di tipo parlamentare. Il Paese non ha una Costituzione scritta e quindi è regolato da una serie di leggi fondamentali. Il sistema giuridico in uso nello Stato di Israele si basa sulla Common Law britannica e sul diritto ottomano.
La più grande potenza atomica del Medio Oriente Pochi ne hanno sentito parlare. Ed in questa constatazione sta l'essenza stessa del caso che lo ha coinvolto da vent'anni a questa parte: la lotta è stata tutta per cercare di ridurlo al silenzio. Cittadino israeliano, ingegnere nucleare, Mordechai Vanunu è l'uomo grazie al quale il mondo sa con certezza da almeno vent'anni quello che tutti più meno sospettavano già da allora: Israele è una potenza atomica, e non certo delle ultime. La notizia divenne ufficiale con la storica intervista che Vanunu rilasciò al Sunday Times di Londra, nel 1986, Israele non lo smentì mai. Da quell' intervista, firmata dal giornalista inglese Peter Hounam, venimmo a sapere che l'impianto tessile di Dimona, nell' Israele del Sud, produceva ben altro oltre ai tessuti che tutti conoscevano. Le fotografie che Vanunu era riuscito a scattare di nascosto poco prima di andarsene dalla città, dove lavorava come esperto nucleare, mostravano un impianto di arricchimento del plutonio che affondava di ben sei piani nel sottosuolo, ed i cui ingressi erano stati nascosti alla perfezione da un sistema di doppie pareti e finti ascensori. Secondo Vanunu oltre duecento ordigni nucleari giacevano in quei sotterranei pronti ad essere usati, ed altrettanti ne sarebbero stati prodotti nell'arco di pochi anni. Vanunu aveva deciso di rendere pubblica la notizia poichè temeva una crisi internazionale - a quel tempo tutt'altro che improbabile - che avrebbe potuto portare Israele ad un "secondo olocausto".