Linguaggio e comunicazione
Prima questione: origini del linguaggio ipotesi monogenetica le lingue attuali sono prodotte per differenziazione da un’unica lingua ipotesi poligenetica sostiene la pluralità dei ceppi linguistici originari
Seconda questione: il linguaggio è innato acquisito Se ammettiamo come plausibile l’ipotesi unitaria del linguaggio, si rafforza anche la tesi di coloro che sostengono che il linguaggio è innato nella specie umana, una sorta di caratteristica del patrimonio biologico della specie umana formatasi gradualmente nel corso del processo di evoluzione. Quanto estesa sia questa base, quanto ci sia di innato e quanto di acquisito nelle competenze linguistiche, è una questione a cui, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile dare una risposta.
Noam Chomsky le analogie strutturali, che si riscontrano in tutte le lingue, fanno ritenere che vi sia una grammatica universale innata, fatta di regole che permettono di collegare il numero limitato di fonemi, che gli organi vocali della specie umana sono in grado di produrre. Sulla base di questa sintassi-grammatica universale si svilupperebbero poi, per processi secondari di differenziazione, le grammatiche delle singole lingue particolari.
Chomsky è riluttante ad attribuire un fondamento biologico alla capacità umana di generare una grammatica universale e di formulare la sua teoria nei termini della teoria dell’evoluzione, mentre i biologi evoluzionisti considerano il linguaggio come un processo di selezione naturale, che avrebbe fornito alla specie umana un decisivo vantaggio evolutivo rispetto ad altre specie animali.
Lieberman il linguaggio è un’invenzione dell’homo sapiens. Pinker studiando alcuni disturbi del linguaggio ha riscontrato la loro ereditarietà e ha avvalorato l’ipotesi che ci siano determinati geni, alla cui presenza è da attribuire l’acquisizione di determinate competenze linguistiche.
Il linguaggio svolge due importanti funzioni: cognitiva pensare il “mondo” verbalmente o mentalmente = stabilire un rapporto tra un significante e un significato comunicativa comunicare ad altri il nostro pensiero e ricevere dagli altri i messaggi nei quali è formulato il loro pensiero
Affinché abbia luogo un atto comunicativo devono essere presenti alcuni elementi: - un emittente - un ricevente - un canale - un codice - un messaggio
L’emittente deve tradurre quello che vuole comunicare in una serie di segni o suoni, seguendo le prescrizioni del codice del canale utilizzato, e confezionare così il messaggio. ll ricevente, a sua volta, deve utilizzare un codice analogo per decifrare il messaggio. Perché ci possa essere comunicazione, il codice deve essere condiviso da emittente e ricevente.
Il concetto di condivisione del codice indica che il linguaggio: è una convenzione sociale un patto implicito stabilito all’interno di una comunità ha un carattere normativo è formato da un insieme di norme (regole), che definiscono quali sono i modi ammissibili di confezionare i messaggi, affinché questi possano essere recepiti con successo dal ricevente
L’acquisizione delle competenze linguistiche è un fenomeno abbastanza misterioso. Non sappiamo bene come avvenga, ma sappiamo per certo che l’acquisizione del linguaggio richiede un’assidua, prolungata e costante interazione sociale.
Tutte le lingue presentano caratteristiche strutturali comuni Tutte le lingue presentano caratteristiche strutturali comuni. Le strutture grammaticali e sintattiche sono quelle che presentano la maggiore stabilità nel tempo e uniformità nello spazio.
Scuola strutturalista Ferdinand de Saussure primato della sintassi sulla semantica = la lingua è un sistema strutturato di parti interdipendenti che rispondono a una serie di regole astratte. In ogni lingua vi sono degli elementi stabili - i tratti fondamentali della grammatica e della sintassi - detti anche universali linguistici e di elementi di natura convenzionale e arbitraria – la semantica. Scuola romantica fratelli Grimm primato della semantica sulla sintassi = la lingua è l’espressione più genuina dello “spirito” di un popolo, il fondamento della sua identità collettiva. Occorre evidenziare ciò che differenzia una lingua dalle altre, piuttosto che ciò che le rende simili.
Linguaggio e stratificazione sociale William Labov ha rilevato nelle sue ricerche differenze sostanziali tra appartenenti alla classe media e appartenenti alla classe operaia in relazione: agli aspetti fonetici il modo col quale le parole vengono pronunciate al lessico utilizzo di certe parole ed espressioni ricorrenti
Basil Bernestein ha rilevato una forte discrepanza tra: le forme di comunicazione richieste dalla scuola le pratiche linguistiche spontaneamente adottate dagli alunni A tale discrepanza è imputabile il diverso rendimento scolastico dei bambini di classe operaia e di classe media, indipendentemente dalle capacità intellettive misurate con i test di intelligenza. Le varie classi usano codici comunicativi diversi, acquisiti spontaneamente nell’interazione familiare e nei primi stadi della socializzazione infantile e riconducibili al contesto delle relazioni sociali, connesse alla posizione occupata dalla famiglia nella divisione sociale del lavoro.
La disuguaglianza non è l’unica fonte di variabilità sociale del linguaggio. Qualsiasi forma di differenziazione sociale, che porta alla formazione di gruppi, si riflette in altrettante varianti linguistiche, tra questi: maschi/femmine linguaggio maschile/femminile città/campagna linguaggio urbano/contadino gruppi professionali linguaggi tecnici
Il linguaggio varia tuttavia anche in relazione alla situazione sociale nella quale avviene la comunicazione linguaggio privato fra amici, familiari: ciò che conta è farsi capire linguaggio pubblico rivolto a un pubblico e non a una serie di persone ben individuate: maggiore controllo formale
linguaggio orale presenza di elementi metacomunicativi: forniscono all’interlocutore una serie di messaggi aggiuntivi, con i quali interpretare il significato del messaggio verbale linguaggio gestuale postura del corpo, movimenti delle braccia e delle mani, direzione dello sguardo, ecc. linguaggio scritto maggiore controllo formale, maggiore intenzionalità, differimento temporale, assenza elementi metacomunicativi
Per quanto variabile e soggettiva, la comunicazione verbale segue sempre determinate regole che dipendono: dal contesto nel quale avviene l’interazione nei contesti altamente formalizzati vigono regole molto precise su chi ha diritto di iniziare, interrompere, concludere l’interazione vi è una netta asimmetria tra gli interlocutori
dalla posizione sociale relativa degli interlocutori il linguaggio utilizzato varia molto a seconda dello status del nostro interlocutore solo nell’interazione tra pari vige una vera reciprocità e l’interazione non è deformata dalle differenze di status
Analisi conversazionale = analisi dell’interazione verbale all’interno di un gruppo. Essa è in grado di mettere in luce la struttura dei rapporti sociali tra i membri del gruppo, in particolare dei rapporti di potere, l’esistenza di regole più o meno implicite, la loro eventuale violazione e le dinamiche che vengono messe in atto per ristabilirle o modificarle.
La comunicazione interpersonale non è l’unica forma di comunicazione, e in alcuni casi nemmeno la più preponderante. La diffusione, la pervasività, le logiche della comunicazione di massa hanno prodotto un progressivo interesse sui suoi meccanismi ed effetti.
Teoria critica della società Horkheimer e Adorno, Marcuse Critica della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione che la veicolano: questi sono visti essenzialmente come strumenti di manipolazione in mano a interessi economici e politici, che se ne servono per fini di profitto, creando “falsi bisogni”, o di controllo politico, creando un consenso fondato sulla passività.
Influenza dei media Secondo Harold Lasswell, per descrivere e spiegare un atto comunicativo, è necessario rispondere alle seguenti domande: chi? emittente dice che cosa? contenuti dei messaggi trasmessi attraverso quale canale? mezzo utilizzato e tipo di linguaggio chi? destinatari e loro caratteristiche con quale effetto? le risposte comportamentali dei destinatari
La ricerca sociologica sulle comunicazioni di massa ha affrontato tutte e cinque queste domande. Ci si è resi conto che gli effetti delle comunicazioni: non variano soltanto a seconda della segmentazione del pubblico lungo le consuete dimensioni sociodemografiche (età, sesso, classe sociale, livello di istruzione, condizione professionale, ecc.) ma anche a seconda delle reti di relazione, nelle quali gli individui sono inseriti: il pubblico non è composto da individui atomizzati, ma da individui che vivono in contesti di relazione (Katz e Lazarsfeld flusso di comunicazione a due stadi)
Caratteristiche fondamentali dei nuovi media: selettività interattività multimedialità virtualità