21 gennaio 2013 1 Ospitalità, prossimità e giustizia.

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Transcript della presentazione:

21 gennaio Ospitalità, prossimità e giustizia

Ospitalità  Ospitalità è l'atto di accogliere nella propria casa, città, paese una persona che normalmente non vi vive.  La nozione di ospitalità si basa sull’idea che un uomo è legato ad un altro dall’obbligo di compensare una certa prestazione di cui è stato beneficiario.  È insieme una festa legata a certe date e a certi culti, un fenomeno economico in quanto circolazione di ricchezze; un legame tra famiglie, tribù, e persino tra i loro discendenti.

Ospitalità  Infatti l'ospitalità è una regola di convivenza civile, un dovere rituale. Non esistendo leggi scritte, le famiglie sono regolate da norme orali condivise da tutti.  L'ospitalità rappresenta un legame durevole di solidarietà, che si manifesta con uno scambio di beni e favori.  Il rapporto di ospitalità veniva sancito con una stretta di mano e con scambio di doni.

Ospitalità  Con riferimento agli umani una comunità può indicare nel linguaggio comune una struttura organizzativa ospitale, in cui si rispettino e si vivano delle caratteristiche comuni.  Per l'appartenenza ad una comunità servono caratteristiche più forti, tali da creare un'identità degli appartenenti, tramite una storia comune, ideali condivisi, tradizioni e/o costumi. A volte è la lingua l'elemento più fortemente identificativo degli appartenenti ad una comunità.  Una dimensione di vita comunitaria implica la condivisione di un sistema di significati, come norme di comportamento, valori, religione, una storia comune, la produzione di artefatti.

Ospitalità  Un approccio più psicologico tende ad osservare le differenze tra come un individuo si rapporta alla comunità di appartenenza ed alla società.  Nel primo caso l'individuo gode di una rete di protezione che gli consente di evitare traumi, ma anche limita un suo pieno sviluppo. (Qui ritorna il concetto della comunità come famiglia allargata, con i suoi pregi e difetti). Nel rapporto con la società il singolo è più esposto al mondo, ma allo stesso tempo è più libero di sviluppare le sue potenzialità. Se nella società si fa riferimento principalmente ai fini dell'individuo, nella comunità prevalgono gli obiettivi condivisi e la solidarietà.

Ospitalità  Il termine comunità è usato anche per particolari forme di cohousing, in cui la convivenza si fonda su un progetto comune (comunità di intenti), sulla comunione dei beni, sulla collettività delle decisioni (metodo del consenso).  Esempio della Caritas!!!

Prossimità  Distanza ravvicinata rispetto a qualcuno o a qualcosa nello spazio o nel tempo.  Prossimità Vs. Reciprocità!!!  La reciprocità è una norma sociale, non scritta e designa dei processi di interazione sociale, assai differenti tra di loro, ma che spesso coesistono nel nostro comportamento, nella nostra etica e nella stessa morale di vita

Prossimità  All’interno, ad esempio di un Centro di Ascolto, che nella sua specificità e determinazione, rappresenta un sistema sociale, spesso la prossimità si condensa nel RUOLO che si assume, dove il dovere di comportarsi o di fare qualcosa è simmetrico alle aspettative o alle attese di chi “pretende” che ci comportiamo in modo giusto.

Prossimità  Ciò si manifesta particolarmente nella restituzione di doni, nell’elargizione di favori, di benefici, al momento e in misura appropriati.  Questo modo di fare, umanitario e buono, rientra nel quadro di un codice morale.  Il sentimento profuso rafforza le motivazioni svolgendo una funzione di integrazione sociale.

Prossimità  Questo stile di vita, spesso legato ad un approccio a carattere psicologico, paternalista, emotivo, personalmente credo sia importante per orientarci verso la solidarietà e la carità.  È un inizio! E non deve fermarsi lì!

Giustizia  La giustizia è l'ordine virtuoso dei rapporti umani in funzione del riconoscimento e del trattamento istituzionale dei comportamenti di una persona o di più persone coniugate in una determinata azione secondo la legge o contro la legge. Per l'esercizio della giustizia deve esistere un codice che classifica i comportamenti non ammessi in una certa comunità umana, e una struttura giudicante che traduca il dettame della legge in una conseguente azione giudiziaria.  Al di là dell'azione giudiziaria istituzionalizzata, esiste un senso della giustizia, definito talvolta naturale in quanto ritenuto innato, che impegna ogni singolo individuo a tenere nei confronti dei propri simili o gruppi, in situazioni ordinarie o straordinarie di usare criteri di giudizio, e di conseguente comportamento, rispondenti a giustizia nel senso di onestà, correttezza e non lesività del prossimo. È in questo senso che la giustizia diventa una virtù morale, quindi privata e non codificata e istituzionalizzata, che è però di enorme portata assiologica, in base alla quale si osservano regole comportamentali che riguardano sé e gli altri nei doveri e nelle aspettative.

Giustizia  La giustizia, per sé, per gli altri e per chiunque, si traduce comunque in un dovere e in un diritto che coinvolge chiunque appartenga a una certa comunità, in senso riduttivo, e ogni persona umana in generale, in senso estensivo.  La giustizia è la costante e perpetua volontà, tradotta in azione, di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto. La giustizia, che è messa in atto sempre come volontà, è anche potere legittimo di tutelare i diritti di tutti, quindi rendere e accordare ciò che è giusto quando è dovuto e a chi è dovuto.  La negazione della giustizia, ovvero la mancata applicazione dei criteri, è l'ingiustizia, con diversi gradi di gravità della sua realizzazione a danno di una o più persone.

Giustizia  Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (1807) :  la giustizia è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. La giustizia verso Dio è chiamata « virtù di religione ». La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune. L'uomo giusto, di cui spesso si fa parola nei Libri Sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo. « Non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia » (Lv 19,15). « Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo » (Col 4,1).

Conclusione: la Via della Carità  Tra la giustizia, la prossimità e l’ospitalità, interpretabili in modo ambivalente come valori sociali e come virtù, sussiste la carità, che è il profondo legame e che deve essere sempre più riconosciuto…. e praticato!!!  La carità, ristretta spesso nell’ambito della prossimità va considerata come criterio supremo e nella sua autentica valenza.

La Via della Carità  Tra tutte le vie, anche quelle ricercate e percorse per affrontare le forme sempre nuove, imprevedibili, difficili dell’attuale questione sociale, di cui si ha specchio nell’assistenza e nel servizio ai ‘nuovi poveri’, la migliore di tutte rimane “la via della carità”.  I valori della giustizia, dell’ospitalità e della prossimità nascono e si sviluppano dalla sorgente interiore della carità.

La Via della Carità  La convivenza umana è ordinata e rispondente alla dignità dell’uomo, quando si fonda sulla verità; si attua nell’effettivo rispetto sia dei diritti e nel leale adempimento dei doveri; è declinata nella libertà; è vivificata dall’amore, che fa sentire come propri i bisogni e le esigenze altrui e rende sempre più intense la comunione dei valori spirituali e la sollecitudine per le necessità materiali.

La Via della Carità  Questi valori determinano la qualità di ogni nostra azione o intervento caritativo.  La carità nella sua forma di virtù può animare e plasmare il nostro agire verso il bene e ci fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone.  Solo la carità, l’amore è capace di restituire l’uomo a se stesso!!