PageRank: Google lo supera... e ci aiuta a migliorare i backlinks!

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Transcript della presentazione:

PageRank: Google lo supera... e ci aiuta a migliorare i backlinks! Marco Quadrella (LaBussola sul ForumGT) Riassunto intervento su www.marcoquadrella.com Per il

Cosa vedremo? Presenteremo il “classico” PageRank; Analizzeremo le sue debolezze e come Google vi ha posto rimedio; Impareremo quali sono le caratteristiche tecniche di un link e dunque come crearne di buoni. Scopriremo come mai Google cerca sempre più informazioni sui comportamenti degli utenti; Ci prepareremo a vedere con occhi differenti la linkbuilding e a riconsiderare la struttura interna dei nostri siti.

Come funziona il PageRank? PR=2 PR=1 2/2= 1 PR=6 6/3= 2 2/2= 1 6/3= 2 6/3= 2

Una definizione diversa: “Il PageRank può essere pensato come un modello del comportamento dell'utente. Immaginiamo che vi sia un “navigatore casuale” al quale viene data una pagina web casuale e che inizi a cliccare sui link, senza mai premere il tasto “indietro” ma semmai annoiandosi per poi ricominciare da una nuova pagina casuale. La probabilità che il navigatore casuale visiti una pagina è il suo PageRank.” Sergey Brin and Lawrence Page, dal sito dell'università di Standford

Un modello del comportamento? 2 PERSONE 1 PERSONA 2/2= 1 6 PERSONE 6/3= 2 2/2= 1 6/3= 2 6/3= 2

A reasonable surfer model: “L'invenzione può offrire “un modello del navigatore ragionevole” che indica che quando un navigatore accede un documento con una serie di links, il navigatore seguirà alcuni di quei link con maggiore probabilità rispetto agli altri. Questo “modello del navigatore ragionevole” riflette il fatto che non tutti i link associati ad un documento hanno la stessa probabilità di essere seguiti.” Brevetto assegnato a Google Inc. United States Patent 7,716,225 B1

E cosa cambia? VECCHIO PR NUOVO BREVETTO “Navigatore casuale” “Navigatore ragionevole” I link BUONI o CATTIVI link

Mini-disclaimer Il fatto che Google abbia brevettato un sistema, non vuol dire che lo implementi o che lo abbia realizzato nella sua interezza. Tuttavia la lettura dei documenti sembra confermare molte delle teorie che rimbalzano da anni trai SEO di tutto il mondo ed i riscontri con la pratica sono numerosi e utili. Pur essendo stato reso pubblico soltanto nel maggio del 2010, il brevetto è stato scritto nel 2004 ma, come vedremo, ha un grosso valore per la conoscenza presente e futura degli algoritmi di Google.

Il principio del brevetto Cerchiamo di capire, analizzando un documento, quali link avranno più probabilità di essere cliccati. I link che avranno probabilità maggiore faranno passare più valore. Ma quali sono le caratteristiche tecniche attraverso le quali Google valuta un link? Come possiamo dare maggior forza ai nostri backlinks?

1) Formattazione dell'anchor text: Cosa ci dice Come mai ci interessa? Link dello stesso colore dello sfondo o dello stesso colore del testo circostante? Non soltanto rischiano di causare penalizzazioni, ma sono inutili! Colore (stesso colore dello sfondo...); Stile (corsivo, sottolineato...); Dimensioni. Quando potete decidere lo stile di un vostro backlink, provate ad enfatizzarlo.

2) Posizione del link: Cosa ci dice Come mai ci interessa? Perché vi sono conferme importanti: un link nel footer può valere meno di un collegamento nel corpo del testo; la posizione dei link in una lista influisce sul valore che passeranno. Above o below the fold in uno schermo 800x600; Posizione in una lista HTML; Zona della pagina (top, bottom, destra, sinistra...). È il caso di rivedere la struttura interna del vostro sito? Scetticismo sulla capacità di “vedere” la pagina; molte certezze invece circa l'individuazione delle zone.

3) Contenuto dell'anchor text: Cosa ci dice Come mai ci interessa? Numero di parole; Quanto le parole usate sembrano essere pubblicitarie; Come il significato dell'anchor text si adatta al contesto semantico di alcune parole scritte prima o dopo il collegamento. Quanto l'anchor ha a che fare con l'argomento del documento Non sempre la corrispondenza esatta tra anchor text e parola per la quale ci vogliamo posizionare è premiante. Es: “Hotel Roma” Vs “Rilassante hotel a Roma vicino al Colosseo” Colpo pesante all'acquisto di link e contemporaneamente consigli per gli acquisti dei più audaci.

4) Tipologia di link: Cosa ci dice Come mai ci interessa? Il testo di ancoraggio è importante, ma siamo certi che sia il modo migliore per estrarre valore dal link? Se il link è testuale oppure contiene un'immagine; Se è un'immagine, dimensioni dell'immagine. E per quanto riguarda i contenuti embedded (Youtube)?

5) Indirizzo di destinazione: Cosa ci dice Come mai ci interessa? Progettare una struttura delle URL che sia fin dall'inizio stabile e razionale aiuta la SEO. Se il link è interno al sito, punta ad una URL più o meno lunga rispetto a quella del documento di origine? L'URL di destinazione ha un redirect verso un nuovo indirizzo? Conferme: un link con il redirect può non passare più lo stesso valore che erogava in precedenza.

Analisi dei comportamenti Ma quale metodo migliore per conoscere le percentuali di accesso dei vari link che analizzare i comportamenti degli utenti? Google oggi può farlo e già nel 2004 aveva capito come: “Ad esempio, il browser web o un programma di aiuto al browser possono memorizzare dati riguardanti i documenti acceduti dagli utenti e i link che eventualmente hanno cliccato; possono memorizzare la lingua dell'utente deducendola, ad esempio, dalle pagine visitate; possono registrare gli interessi degli utenti determinandoli, ad esempio, a partire dai segnalibri e dalla lista dei preferiti.”

Gli strumenti di Google: Google Toolbar; Google Chrome (utilizzato dal 7,52% degli utenti online); Google Analytics (utilizzato dal 47,7% dei siti web); Fonti “minori” come: Google Reader, GMail, IGoogle. Google URL Shortener...

Mai notato “Site Overlay” di Analytics?

È possibile basarsi solo sui dati? La sola analisi dei comportamenti non può bastare perché: Ci sono pagine poco trafficate; C'è la necessità di posizionare pagine nuove; Un'analisi completa dei comportamenti degli utenti è probabilmente troppo dispendiosa, anche con la nuova architettura Caffeine.

Il PageRank: un modello in continua evoluzione Non più un algoritmo statico ma un modello in continua evoluzione: I dati vengono raccolti dalle azioni degli utenti (o meglio ancora da classi di utenti) e... diventano regole sempre più efficaci per pesare le caratteristiche dei link! Qualche esempio e qualche idea, ancora dal brevetto di Google:

(1/5) L'unità che genera il modello può creare una regola che indica... “che un link posizionato sotto l'intestazione “More Top Stories” sul sito web cnn.com ha un'alta probabilità di venir selezionato”

(2/5) L'unità che genera il modello può creare una regola che indica... “che un link associato ad un URL contente la parola “domainpark” ha una bassa probabilità di venire selezionato”

(3/5) L'unità che genera il modello può creare una regola che indica... “che il link associato ad un documento che contiene popup ha una bassa probabilità di venire selezionato”

(4/5) L'unità che genera il modello può creare una regola che indica... “che se un link è associato ad un dominio con estensione ”.tv” ha una bassa probabilità di venire selezionato”

(5/5) L'unità che genera il modello può creare una regola che indica... “che un link associato ad un URL di destinazione con molteplici trattini ha una più bassa probabilità di venire selezionato”

A ciascun link la sua percentuale! Seguendo un modello coerente con quello dell'utente, il motore calcolerà a quali caratteristiche dei link dare maggior peso e quali considerare ininfluenti. Il processo di adattamento dei modelli è in continua evoluzione e tende, idealmente, ad una perfetta capacità predittiva. Iniziamo a pensare ad una pagina web dove, accanto ad ogni link, è presente la percentuale che quel link venga cliccato: quella sarà la percentuale del valore totale passato. Con il vecchio PageRank, questi valori sarebbero stati tutti uguali!

Ci siamo dimenticati qualcosa? Come si comporta l'algoritmo con il REL “NOFOLLOW”? Valore: 10 Follow; valore 5 50% Follow; valore 3 30% 15% Nofollow; valore 0

Conseguenze? Soprattutto per la struttura interna del sito: Inserire il nofollow in un link non aumenta il valore che passa dagli altri collegamenti della stessa pagina; Il valore viene semplicemente disperso! Se volete governare il passaggio del valore dei link attraverso il vostro sito, dovrete modificarne la struttura. Ed il “nofollow” resta comunque un'ottima abitudine.

Possiamo sfruttare il cambiamento? Quanto questo nuovo PageRank ha influito sulle serp in questi ultimi 6 anni? Quanto potrà farlo grazie alla nuova infrastruttura Google Caffeine? Ma soprattutto: come possiamo sfruttare questa continua evoluzione? In cosa dobbiamo cambiare il nostro modo di fare SEO?

Primo consiglio Fai in modo che i tuoi link siano cliccati! Fatica per proporre un “guest post”, Spendi tempo per farti conoscere, Sforzati di produrre informazioni di qualità. Non perdere troppo tempo per: Inserire link facili, Fuori contesto, In posizione improbabile.

Secondo consiglio Pensa alla SEO e all'usabilità come una cosa sola! Rondi più accessibili le voci per le sezioni che sei più interessato a posizionare, Elimina il supperfluo, Analizza le pagine con tasso di abbandono più alto. Se ancora non lo fai, fatti aiutare da tools come Google Analytics: saprai dove finiscono con maggiore probabilità i tuoi utenti e quindi, idealmente, dove fluirà la maggior parte del valore delle tue pagine!

E i social network? Penso che per loro il PageRank non valga e necessitino di algoritmi di analisi differenti. Perché? Perché i loro link: Hanno le stesse caratteristiche tecniche; Sono tutti nofollow; Nascono, si spostano, spariscono ad altissima velocità.

Prima delle vostre domande... La strada segnata in questo intervento è la migliore per il posizionamento? NO! Nel breve periodo, se un progetto necessita subito di molta visibilità e per poco tempo, vi sono tecniche migliori da usare: Infilate i vostri link da ogni parte, Automatizzate dove possibile, Riempite il sito di pagine finalizzate alla conversione. Ma se avete ambizione di abitare la rete sul medio/lungo periodo, volete fidelizzare i vostri clienti o comunque volete servire un business solido, allora la strada tracciata è probabilmente la migliore!