Gli Etruschi. Storia e civiltà
Geografia dell’Italia antica L’Italia sarà per noi, che ci troviamo a parlare di un popolo che si collocò in un’area geografica precisa della penisola prima della conquista di Roma, la regione naturale a sud della linea del displuvio delle Alpi, delimitata dalle coste bagnate dal Mar Mediterraneo.
Il territorio dell’Italia Zona padana Territorio fertile e adatto all’agricoltura, difficili e infruttuosi rapporti col mare, con comunicazioni facili con l’Italia centrale e l’Europa Versante Adriatico centrale Poco propizio all’attività marinara e allo sfruttamento agricolo. Versante tirrenico Favorito dal clima, destinato a diventare la plaga più civile dell’Italia Altopiani e pianure meridionali Territorio adatto all’agricoltura estensiva e alla pastorizia
Potenza e civiltà etrusca SOMMARIO Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Il sistema politico federale La civiltà orientalizzante nel periodo della massima espansione Il culto L’alfabeto e la lingua degli Etruschi .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo La fascia costiera che si estende tra la foce del Tevere e il Promontorio di Piombino fu la regione nella quale svilupparono la loro attività i primi nuclei di popolazione etrusca intorno all’VIII secolo a.C. Intorno al VIII sec. a.C. Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Vetulonia erano già piccole e fiorenti città, attive nel traffico marittimo; all’interno Veio e Bisenzio smistavano le merci commerciate per mare verso l’entroterra. Più a nord Populonia, Volterra, Montescudaio, Quercianella e l’Isola d’Elba avevano iniziato lo sfruttamento delle miniere dell’isola e della catena metallifera toscana. .
Maria Giulia Poggi Etruschi. Storia e civiltà
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Degli Etruschi si sa ancora ben poco ed i testi sui quali oggi si basa la storia di questa civiltà risalgono all'antichità greca e romana. Erodoto il grande storico greco offre una ricostruzione sulle origini, ma gli Etruscologi e gli archeologi tendono oggi a limitare fortemente la sola interpretazione di Erodoto; una teoria la sua, diffusissima fra tutti gli scrittori classici. Il suo racconto sembra risentire troppo dei miti e delle favole, che nell'antichità tendevano a far dipendere l'origine e la nascita degli Etruschi, questo popolo occidentale, da una migrazione venuta dall'Oriente, dalla Lidia, a seguito di una grave carestia in epoca mitica, e cioè poco dopo la guerra di Troia, guidata da un grande condottiero: Tirreno. Dionigi di Alicarnasso discutendo la tesi di Erodoto formulò un'altra ipotesi: quella dell'origine autoctona degli Etruschi; mentre Livio in un discusso passo ha accreditato una terza teoria, di una provenienza settentrionale di questo popolo, di cui i Reti e altre popolazioni alpine sarebbero le antiche spoglie. Avevano ragione in parte tutti e tre anche se le loro tre teorie sono errate. .
Le migrazioni dei popoli indoeuropei Dal III al I millennio a. C.
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Erodoto, Storie, I, 94, 3-7: l'origine lidia degli Etruschi Al tempo di Atys, figlio del re Mane, ci fu in tutta la Lidia una tremenda carestia e i Lidi per qualche tempo continuavano a vivere sopportandola, ma poi, poiché non cessava cercarono rimedi e chi ne inventava uno, chi un altro. Allora furono inventati i giochi dei dadi e degli astragali e della palla e ogni altra specie di giochi, tranne quello degli scacchi; l'invenzione di questo infatti i Lidi non se la attribuiscono. (4) E, inventatili, agivano contro la fame nel modo seguente: un giorno giocavano per tutta la giornata, in modo da non cercar cibo, e l'altro mangiavano cessando i giochi. In tal modo trascorsero 18 anni. (5) Ma poiché la carestia non diminuiva, anzi infuriava ancor di più, il re, divisi in due gruppi tutti i Lidi, ne sorteggiò uno per rimanere, l'altro per emigrare dal paese e quello dei gruppi cui toccava di restare lì si mise a capo lui stesso come re, all'altro che se ne andava pose a capo suo figlio, che aveva nome Tirreno. (6) Quelli di loro che ebbero in sorte di partire dal paese scesero a Smirne e costruirono navi e, posti su di esse tutti gli oggetti che erano loro utili, si misero in mare alla ricerca di mezzi di sostentamento e di terra, finché, oltrepassati molti popoli, giunsero al paese degli Umbri, ove costruirono città e abitano tuttora. (7) Ma in luogo di Lidi mutarono il nome, prendendolo da quello del figlio del re che li guidava, e si chiamarono Tirreni. .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I, 30, 1-2: l'origine autoctona degli Etruschi Proprio in base a questo criterio [il criterio di affinità linguistica] io sono convinto della diversità etnica esistente tra Tirreni e Pelasgi e non penso neppure che i Tirreni siano coloni dei Lidi: non presentano infatti lo stesso linguaggio, né si può dire che, pur non essendo più di lingua affine, conservino almeno qualche ricordo della madrepatria. Non venerano neppure le stesse divinità dei Lidi, né osservano leggi e costumanze simili, sono anzi questi gli aspetti per i quali i Tirreni differiscono maggiormente dai Lidi che non dai Pelasgi. (2) Sono forse più vicini alla verità quelli che sostengono che i Tirreni non sono emigrati da nessun luogo, ma sono invece un popolo indigeno, poiché in ogni sua manifestazione presenta molti caratteri di arcaicità; sia per linguaggio che per modo di vivere non lo si ritrova affine ad alcun altro popolo. .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Tesi recente (a) Oggi i recenti e continui progressi della ricerca archeologica, hanno portato gli studiosi a poter concludere che tra le tesi dell'origine orientale e dell'origine autoctona degli Etruschi non c'è un vero e proprio contrasto; ci si va sempre di più orientando in una risoluzione più equilibrata del problema. Si deve cioè concludere che se elementi orientali sono giunti sulle coste tirreniche, questi (poco importanti numericamente - forse qualche migliaio) non hanno modificato in modo sensibile e profondo gli insediamenti della civiltà delle popolazioni preesistenti. Infatti, le basi della civiltà villanoviana trovano nella civiltà etrusca uno sviluppo di certe sue caratteristiche essenziali: ma non viene superata né tanto meno distrutta dagli Etruschi, bensì in una forma, spesso non manifestata da entrambe le due civiltà, sviluppata ed ampliata. Così sviluppata e ampliata la autoctona che sarà questa a influenzare l'altra. .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Tesi recente (b) Il problema che non era stato risolto fino a pochi anni fa, era invece la lenta comparsa (1800-1500 a.C.) e la successiva improvvisa scomparsa (1300 a.C.) dei palafitticoli; prima nei laghi alpini, poi nella Pianura Padana. Una civiltà questa che si pensava fosse giunta dal centro Europa. Invece oggi sappiamo che era scesa dalle Porte di Ferro (confine Jugoslavia-Bulgaria-Romania), anche questa proveniente dall'Oriente da dove era partita risalendo il Danubio; ma emigrata dalla Tracia mille anni prima, e in alcune zone, anche duemila anni prima che emigrassero i Tirreni dalla Lidia e approdassero in Toscana. Questo popolo (noto anche come cultura detta dei "Campi di urne") prima occupò le Valli Alpine e Prealpine, poi scese nella pianura Padana, in Emilia; infine intorno al 1100-1000 a.C. in Umbria e nel Lazio. Nell'area dove Romolo farà sorgere Roma nel 753, alla base del Palatino, sono state rinvenute inumazioni con il sistema della pratica incineratoria (sconosciuta ai latini dei Colli Albani) databili 1100 a. C. - E anche più antiche, del 1300-1400 a.C. che fanno pensare che i palafitticoli (questo popolo silenzioso e fantasma, ma con una grande cultura alle spalle) vi si erano già spinti quattro-cinque secoli prima. .
5. Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Geografia di un popolo Tesi recente © Dai dati linguistici e dalla documentazione archeologica si ricava un'organica e logica sequenza di fenomeni culturali, in cui é difficile, se non impossibile, fissare dei paletti, delle pause, alle quali attribuire il valore di un salto qualitativo storico proprio di una sola migrazione orientale (Teoria di Erodoto). E sulla base dei dati storici-culturali, linguistici e archeologici sono da respingere sia quella autoctona (teoria di Alicarnasso) sia quella di origine settentrionale (teoria di Livio). Più semplicemente quella Etrusca, va intesa come una migrazione avvenuta da diverse direzioni e in tempi diversi, ma sempre con un'unica origine orientale, trace-anatolica. I palafitticoli del Nord, come a Costanza o a Ledro (TN) ecc., 1000 anni prima, avevano con se' moltissimi oggetti della cultura Tracia-Micenea, e altrettanto portarono con sé quelli sbarcati poi in Toscana, ma portandosi dietro la cultura Elladica e Micenea di mille anni dopo, già assorbita ed in parte evolutasi in quella Pre-Ellenica. (1000-800 a. C.) Che i Tirreni-Etruschi provenissero dal mar Egeo non ci sono più dubbi. La scoperta a Lemno di una iscrizione in lingua pre-greca (arcaica- Fenicia 1 - origine 1519-1220 a. C.) ha messo in luce, strettissime e indubbie affinità, fra quella lingua e quella tirrenica-etrusca. E l'isola di Lemno (nomo di Lesbo) era abitata da un popolo originario della..... Tracia. .
Etruria Regio VII
centro settentrionale Etruria centro settentrionale Etruria centro meridionale
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 1 parte. Nascita e sviluppo Solo intorno al VII secolo la civiltà etrusca inizia a prendere coscienza della propria esistenza, della propria personalità, della propria lingua, della propria autonomia, rispetto alle altre civiltà che popolavano l'Italia a quell'epoca. Un tipo di società spiccatamente guerriera, in contrasto con le culture esistenti nell'intera penisola, più mite, non agonistica. Questo spiega l'ampia diffusione territoriale degli etruschi e di conseguenza anche la supremazia culturale. Nei secoli che vanno da questa età fino al II sec. avanti C., si ha il grande e rigoglioso sviluppo degli Etruschi, che rappresentano per tutto questo periodo una grande forza politica, sociale, ma anche culturale: si può quindi benissimo dire che la civiltà etrusca sia la prima, grande, potente e fiorente civiltà italiana, pur con tanti difetti. .
Area di diffusione degli Etruschi
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 2a parte. L’apogeo L'Apogeo della potenza etrusca, si ha soprattutto nel VI secolo, quando gli Etruschi stipulano un'alleanza con i Cartaginesi: alleanza che assicura loro il dominio di tutto il Mediterraneo occidentale; quindi iniziano i floridi commerci. Verso il 535 si ha una grande affermazione della loro potenza marittima e commerciale con la grande vittoria nella battaglia navale sui Focesi, al largo di Aleria, in Corsica. .
Nave etrusca recentemente scoperta a Pisa
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 3 parte. L’apogeo Come riprova del grande splendore della civiltà etrusca nel VII secolo e ancora nel VI, basterà ricordare come gli stessi Re di Roma, cioè i Tarquini non fossero altro che Etruschi: quindi in questo periodo gli Etruschi scendono a sud, espandendo il loro dominio e la loro potenza militare ed economica in un "paese" ancora giovane, non ancora bene organizzato: quello Latino. Nella seconda metà del VI secolo gli Etruschi vanno ancora oltre, scendendo nella Val Padana fino alle foci del Po, istituendovi degli importantissimi centri di vita commerciale e dei fondamentali punti d'appoggio (Uno addirittura a Melzo). Mentre a sud giungono fino in Campania, a Capua, mentre i nuovi greci - i moderni - vi stanno sbarcando da sud) .
Espansione di Etruschi, Greci e Fenicio – punici nel Mediterraneo
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 4 parte. La decadenza A questa grande espansione della potenza, segue l'inevitabile lento declino, il cui inizio può essere segnalato nel 509, con la cacciata dei Tarquini da Roma, data questa che segna anche il principio della storia di Roma repubblicana: la caduta degli Etruschi inizia già ad essere irrimediabilmente legata all'ascesa di Roma. Nel 474 il declino incontra un'altra drammatica conferma nella battaglia navale di Cuma, ove la flotta etrusca é annientata da quella Siracusana, che conquista così il controllo del Mediterraneo occidentale. .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 5 parte. La decadenza Nel 423, altro dramma: i Sanniti occupano Capua, avamposto della civiltà etrusca nell'Italia Meridionale. Poi con l'inizio delle invasioni galliche in Italia, intorno al 400, la civiltà etrusca é colpita anche alle spalle, ed entra in agonia. Non solo non é più in grado di fare conquiste, ma non è capace neppure di difendere il proprio territorio. Per farlo avrebbe bisogno di uomini, e di un forte potere centrale, ma si ritrova ad avere solo dei servi imbelli e dei contadini; che è poi quello che ha prodotto la loro stessa società "chiusa". . .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 6 parte. La decadenza Si ha quindi il lungo periodo della conquista romana dell'Etruria. I Romani riescono a bloccare, a respingere i Galli, poi avanzano verso il nord attratti dal vuoto di potere che la decadenza etrusca ha creato nelle regioni settentrionali dell'Italia. Nel 358 inizia la guerra tra Roma e gli Etruschi, che si conclude nel 351 con la vittoria di Roma. . .
5. Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 7 parte. La decadenza Le vicende della conquista romana si fanno più serrate: nel 310 Roma sconfigge gli Etruschi ad Arezzo, Cortona e Perugia; nel 295 con la sconfitta dei Galli e degli Etruschi a Sentinum, Roma sottomette i Volsini, Arezzo e Perugia; nel 280 Roma conclude un trattato di alleanza con alcune delle città più importanti della confederazione etrusca: Volsini, Arezzo, Perugia, Vulci, Rusellae, Vetulonia e Populonia. Un potere centrale etrusco non é mai esistito; così ognuno risolve la sua questione in casa propria. Altro non possono fare, una vera nazione Etrusca non é mai esistita, una coscienza nazionale neppure. Il destino é uno solo: quello di sottomettersi a chi sta facendo nascere questa coscienza: la romanità. . .
5. Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Storia di un popolo Storia – 8 parte. La decadenza Da questo momento l'Etruria diventa romana; e così si concludono le vicende della gloriosa civiltà etrusca, che però non muore culturalmente, anzi, riesce a sopravvivere ancora, fino influenzare alcune importanti caratteristiche della vita sociale e pubblica, oltre che artistica, dei Romani conquistatori. Non nella lingua però. Ed è un problema avvolto anch'esso, come le origini, in un'atmosfera di mistero. Una lingua impenetrabile e indecifrabile. L'Etrusco non assomiglia né al latino, né al greco, né a nessun'altra lingua conosciuta. . .
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi. Le città erano situate di norma su alture scoscese vicino a corsi d’acqua, Tutte quelle costiere, a eccezione di Populonia, erano ad una certa distanza dal mare. Erano circondate da un fossato e da un terrapieno, che ne limita = vano e consacravano l’area (v. la linea del Pomerium secondo i Romani). . Vulci
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi Le casa, la cui forma ci è conservata dalle urne funerarie, fatte di legno, argilla e canne, ebbero l’aspetto di grandi capanne, a pianta ellittica o quadrangolare. Fuori dal recinto della città erano collocate le necropoli . Cerveteri, Necropoli
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi Le città etrusche, prima del 600 a.C. non hanno avuto vere e proprie cinte di mura o edifici pubblici di carattere monumentale. Abbondanti e varie le suppellettili, di bronzo o argilla. La decorazione è in genere geometrica. . Sfinge in avorio
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi Attività degli Etruschi Agricoltura Pastorizia Commercio Navigazione Sfruttamento miniere Lavorazione metalli . Cerveteri, Bucchero
Potenza e civiltà etrusca Le città degli Etruschi L’etrusco è abile combattente per mare e per terra. Usa come armi di offesa il giavellotto, la lancia e la daga. Indossa una corazza di bronzo o di tela, lo scudo, forse di bronzo e l’elmo, che i capi portavano decorato da una cresta appuntita o piumato. L’insegna del comando è un’ascia a doppia lama, come è disegnata nella stele funeraria di Vetulonia, conservata al Museo archeologico di Firenze, che rappre= senta il guerriero Aule Feluske. .
Potenza e civiltà etrusca Il sistema politico federale Il frazionamento politico dell’Etruria non deve fare pensare che sia rimasta permanentemente esclusa dalla prassi politica degli Etruschi qualsiasi attività di portata collettiva. Cercarono di riunire insieme forze e risorse di più città per uno scopo di interesse comune . LE LEGHE
Potenza e civiltà etrusca Il sistema politico federale . LE LEGHE Non durarono a lungo Non se ne conoscono esempi prima del IV sec. a.C. La più importante ha il suo centro al Fanum Voltumnae, presso Volsini e comprende dodici città Ha carattere eminentemente sacrale e soltanto in alcuni periodi si trasformò in organismo politico (ad es. durante la guerra contro i Sanniti) L’organo più importante era il Concilio presieduto dal Sommo sacerdote Non limitava l’autonomia delle singole città aderenti
Potenza e civiltà etrusca La civiltà “orientalizzante” . Etichetta assegnata all’arte e alla cultura etrusca tra il principio del VII e la metà del VI secolo a.C. “Orientale” e “orientalizzante” stanno ad indicare non tanto l’origine diversa degli elementi, quanto la differenza di tempo, dell’itinerario e del veicolo della loro importazione Può rivelarsi oggetto significativo della nostra analisi il mutamento delle sepolture nelle varie epoche
Ciò che gli Etruschi possono Aver portato con sé da una migrazione Esprimere come popolo autoctono Tombe a Tholos Cerveteri
Ciò che gli Etruschi possono Aver portato con sé da una migrazione Esprimere come popolo autoctono Tombe a camera
Ciò che gli Etruschi possono Aver portato con sé da una migrazione Esprimere come popolo autoctono Metallurgia Populonia
Ciò che gli Etruschi possono Aver portato con sé da una migrazione Esprimere come popolo autoctono Decorazione geometrica Il bucchero. Argilla impastata col carbone e sottoposta ad una limitata cottura per conservare il colore nero
Ciò che gli Etruschi possono Aver portato con sé da una migrazione Esprimere come popolo autoctono Scultura grossolana con forte tendenza al realismo
Ciò che gli Etruschi possono Aver portato con sé da una migrazione Esprimere come popolo autoctono Rilievo nella stele funeraria Statuetta votiva Approfondimento: urne cinerarie al Museo archeologico di Firenze
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Tombe a camera di dimensioni sempre maggiori Approfondimento: Tomba Regolini Galassi a Cerveteri
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Corredo funerario abbondante e prezioso Approfondimento: Tomba Regolini Galassi a Cerveteri
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Decorazione delle tombe con belve e mostri Secondo l’uso greco. Tomba di Tarquinia
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Fioritura della coroplastica (soprattutto per la decorazione dei templi) Gorgone di Chiusi Apollo di Veio
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Nuovo indirizzo ionico nella pittura (soprattutto per la decorazione delle tombe) Tomba dei Tori a Tarquinia con la scena dell’agguato di Achille e Troilo
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Mura etrusche di Cortona Maggiore sviluppo dell’architettura tirrenica Mura di cinta Mura etrusche di Cortona Costruite a blocchi poligonali o rozzamente quadrangolari o a massi squadrati. Nelle mura dovevano aprirsi tre porte. L’architrave è rettilineo, solo più tardi s’introdusse l’arco. L’esempio più antico è a Volterra.
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Casa signorile etrusca Riprende la domus romana Marzabotto
Ciò che negli Etruschi è “orientalizzante” Centro religioso della città Il Capitolium per i Romani E’ indicato dal tempio a triplice cella dedicato alla triade Giove, Giunone e Minerva. La colonna usata è quella tuscanica, colonna dorica non scanalata e poggiante su una base.
5. Potenza e civiltà etrusca Il culto . Il tempio
Potenza e civiltà etrusca Il culto Quasi impossibile una rappresentazione sicura ed univoca dell’Olimpo etrusco delle origini, in quanto vari influssi li hanno modificati in un vero e proprio sincretismo etrusco – greco – italico. Triade capitolina di Tinia, Uni e Mnerva (Giove, Giunone e Minerva) imposta da Tarquini a Roma in sostituzione della triade di Numa (Giove, Marte e Quirino) Tinia è la divinità folgoratrice, assistita da altri 12 dei (dei consentes secondo Varrone). Al di sopra di loro dei misteriosi ed impenetrabili (dei involuti, opertanei) Voltumna, divinità importante (Voltumnus per i Romani)n il cui santuario era il centro della lega delle città etrusche Nortia impersonificava il destino (per i Romani divenne la Fortuna) .
Potenza e civiltà etrusca Il culto dei morti La Religione degli Etruschi secondo Tito Livio (Ab urbe cond., V, 1) E’ noto attraverso le pittura parietali delle tombe e i rilievi funerari L’anima del morto veniva ricevuta da due gruppi di demoni, con a capo Carun (feroce, Il Caronte greco) e Vauth (la prima delle Parche, pietosa) che rappresentano il bene e il male Il morto arriva nell’oltremondo a piedi o a cavallo fino alla porta dell’Ade dove sta Cerbero. Nell’Ade regnano Aita o Eita (Ade) e Phersipnei (Persefone) Un’altra figura inquietante è il demonio Tuchulca, essere mostruoso alato con la nbocca di rospo e le orecchie d’asino, con due serprenti attorcigliato intorno al capo e uno intorno al braccio .
Potenza e civiltà etrusca La lingua La lingua etrusca è giunta sino a noi attraverso le iscrizioni realizzate con le tecniche più varie: parole e frasi potevano essere scritte, incise, scolpite, graffite, impresse, stampigliate, coniate e fuse nei più diversi materiali: scolpite su pietra (edifici funebri, stele funerarie, sarcofagi, urne cinerarie, cippi di confine...) incise su piombo, bronzo, argento e oro (lamine, coppe, statuette, specchi......) graffite o incise su ceramica, bucchero (ceramica nera), e avorio (vasi, anfore, tavolette, suppellettili ....) dipinte su ceramica, pareti, vasellame, bende (vasi e suppellettili, tombe, rivestimenti architettonici,mummia di Zagabria ...) stampigliate o incise su terracotta (anfore e suppellettili, tegole ....) coniate su monete fuse nel bronzo di statue .
Potenza e civiltà etrusca La lingua Dalle iscrizioni dei reperti archeologici è stata ricavata una lista di circa 600 termini in lingua etrusca accompagnati da un significato certo o probabile. Sono nomi di persona e di rapporti di parentela, nomi di figure mitologiche e divinità, nomi di 32 città molte delle quali ancora esistenti, nomi di cariche pubbliche e religiose, nomi di alcuni mesi dell'anno. E ancora: numerali, ossia numeri scritti senza usare le cifre, e quindi con lo stesso loro nome: 6=sei 3=tre Riguardano il possesso di beni, regole per le offerte votive, cerimonie e ricorrenze rituali. La lingua etrusca a noi pervenuta è articolata: comprende nomi, aggettivi e pronomi, verbi e locuzioni. Descrive la realtà nei suoi aspetti liturgici ossia relativi a cerimonie sacre, esprime sentimenti e stati d'animo. Il patrimonio linguistico che ora conosciamo è importante se si pensa che fino a circa 30 anni fa era opinione diffusa (e i libri scolastici lo ripetevano...) che la lingua etrusca fosse un mistero indecifrabile, in quanto non si riusciva a stabilire una relazione fra il segno linguistico di una parola e il suo significato. .