Egitto Capitale Ordinamento dello stato Superficie Popolazione Popolazione urbana Lingua Religione Moneta Natalità Speranza di vita Tasso di mortalità infantile Analfabetismo Il Cairo Repubblica Presidenziale 1.001.449 km2 83 milioni 43% Araba (uff.), inglese e francese Musulmani 90%, copta Lira egiziana 2,5 % 69 / 74 m/f 0.63% 25%
Si trova nella parte nord-orientale dell'Africa Si trova nella parte nord-orientale dell'Africa. Confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, a nord con il Mar Mediterraneo e ad est con il Mar Rosso e lo Stato d'Israele. Al di là del Canale di Suez, si trova la regione orientale del Sinai, in cui si trovano le cime più alte di tutto l'Egitto. La penisola appartiene geograficamente al continente asiatico e per questo l’Egitto è detto paese transcontinentale. Riconosciamo 4 regioni geografiche: La Valle del Nilo, percorsa per 1500 Km dal fiume omonimo. Lungo il Nilo sono sorte le principali città e vive la maggior parte della popolazione perché è l’unica zona fertile. Il Deserto Libico, che fa parte del Sahara e in cui si trovano numerose oasi; Il Deserto Arabico, un altopiano roccioso fra il Nilo e il Mar Rosso; La Penisola del Sinai in Asia.
La valle del Nilo, ampia in media circa 20 km, ha una vegetazione lussureggiante e un clima temperato che contrastano con il resto del paese. Essa raggiunge i 200 km di larghezza nella regione del delta, dove il fiume si divide nei due rami di Damietta e Rosetta. Le caratteristiche del territorio incidono sulla distribuzione della popolazione: la parte costituita dai deserti è quasi spopolata, mentre la valle del Nilo e la regione del delta (che ne occupano circa 1/4) ospitano il 95% della popolazione.
Il clima egiziano è caratterizzato dalla quasi totale assenza di precipitazioni tutto l'anno. Le sole piogge significative sono quelle che interessano, in inverno, la fascia costiera mediterranea. I venti freddi che scendono talvolta in inverno sul Mediterraneo orientale si fanno sentire anche sull'Egitto settentrionale, sia in termini di abbassamento delle temperature (lo zero termico talvolta scende fino a 1000-1200 metri) sia in termini di precipitazioni, seppure non intense, in quanto la massa d'aria di provenienza settentrionale transita sul mare prima di raggiungere la costa, caricandosi di umidità. Il clima desertico dell’interno e della costa sul Mar Rosso si caratterizza per il caldo torrido, con bassi valori di umidità, e la forte escursione termica giornaliera e stagionale. Tuttavia va sfatato il luogo comune che vede il deserto abitualmente sotto zero nelle notti invernali.
Con un incremento demografico annuo pari a quasi il 2%, l’Egitto ha oggi 83 milioni di abitanti (erano 21 milioni nel 1950) ed è il paese più popolato del mondo arabo, il secondo in Africa dopo la Nigeria. La sua popolazione è molto giovane: 1/3 degli abitanti ha meno di 15 anni, mentre l’età media è pari a meno di 24 anni (43 anni in Italia) e il tasso di fecondità è di poco inferiore ai 3 figli per donna. Oltre che per il suo peso demografico, il paese rappresenta un punto di riferimento nel mondo arabo per la sua posizione geografica fra Maghreb e Medio Oriente e per il prestigio indiscusso in campo culturale e universitario. Del resto l’Egitto fin dall’antichità è stato uno dei centri politici e culturali del bacino mediterraneo. Dopo la Seconda guerra mondiale è stato prima, per oltre 25 anni, il paese-guida del nazionalismo arabo schierato contro Israele e poi il primo stato arabo a sottoscrivere un accordo di pace con quello ebraico. In campo religioso, è l’unico paese dell’Africa settentrionale a ospitare, accanto a una maggioranza musulmana, una nutrita minoranza di cristiani: si tratta dei copti ortodossi, circa 7 milioni di fedeli. La chiesa copta (copto in arabo significa egiziano) si è separata da quella cattolica nel V sec. d.C.
L’Egitto è l’unico paese dell’Africa settentrionale in cui gli abitanti vivono prevalentemente in villaggi agricoli, numerosi e molto popolati; di conseguenza le densità delle zone rurali sono di tipo urbano, con valori elevatissimi, da 600 a più di 1000 ab/km2. Le città non sono molte, ma di notevoli dimensioni. Su tutte domina nettamente la capitale Il Cairo, situata all’inizio della regione del delta, sulle sponde del Nilo. Oltre a essere il principale centro politico, economico e culturale del paese, è la città più grande dell’Africa e del mondo arabo. È inoltre una meta importante del turismo internazionale; nel suo centro storico sono conservate le testimonianze delle tre grandi civiltà del passato: quella dei faraoni (il Museo Egizio ospita la più prestigiosa raccolta di reperti archeologici), cristiana e islamica. Accanto al nucleo più antico sorge il quartiere degli affari, affollato di grattacieli e uffici, mentre in periferia si trovano le zone industriali. In seguito all’enorme crescita della popolazione e degli edifici, negli ultimi quarant’anni Il Cairo ha raggiunto un’estensione sterminata e oggi forma un agglomerato in cui vivono oltre 10 milioni di persone.
Inoltre Il Cairo si congiunge, sulla sinistra del Nilo, con la città di Giza, che a sua volta supera i 2 milioni di abitanti. La capitale egiziana presenta i problemi tipici di una grande metropoli del Terzo Mondo: il sovraffollamento e la mancanza di servizi adatti a garantire condizioni decorose di vita. Persino i cimiteri sono stati occupati e le costruzioni tombali si sono trasformate in alloggi: è il caso della «Città dei morti», il più grande camposanto cittadino, che ospita parecchie migliaia di senzatetto. Alessandria, al margine occidentale del delta, è la seconda città egiziana; centro culturale e turistico, è anche il maggior porto del paese. Forma una vasta area urbana che conta oltre 4 milioni di persone. Altre città importanti sono, lungo il Canale di Suez, Porto Said, Ismailia e Suez.
L’economia del paese è quella tipica di una nazione in via di sviluppo L’economia del paese è quella tipica di una nazione in via di sviluppo. L’agricoltura, infatti, vi svolge ancora un ruolo importante, anche se è limitata alla valle del Nilo e alla regione del delta. Qui, grazie all’irrigazione e al clima mite, si coltivano soprattutto cotone, grano, mais, ortaggi e canna da zucchero e si ottengono fino a tre raccolti in un anno. Anche la pesca è una fonte di reddito importante. L’Egitto dispone poi di buone risorse energetiche ed esporta petrolio in piccole quantità. Il settore industriale è discretamente attrezzato con impianti chimici, siderurgici, meccanici, tessili, alimentari e per la lavorazione del tabacco. Il punto di forza dell’economia è però rappresentato dal turismo. Duramente colpito negli ultimi anni da attentati terroristici attuati da gruppi di fondamentalisti islamici, esso si basa sull’inestimabile patrimonio archeologico della civiltà egizia e su località balneari di richiamo internazionale, come Hurghada sul Mar Rosso e Sharm el-Sheikh nella penisola del Sinai. Altre importanti fonti di reddito sono fornite dai pedaggi per i transiti navali nel Canale di Suez e dalle rimesse dei lavoratori emigrati.
Nel 1881, sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco, giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del Canale di Suez, il Regno Unito e la Francia obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Poco dopo Londra occupò l'Egitto e il 18 dicembre 1882 ne proclamò formalmente l'autonomia dall'Impero ottomano. Il Paese divenne in un protettorato britannico. Dopo lunghe lotte il protettorato ebbe termine il 28 febbraio 1922. la piena indipendenza però dell'Egitto venne proclamata soltanto il 14 settembre 1936, perdurando tuttavia di fatto l'occupazione militare britannica per le basi militari che il Regno Unito mantenne nel Paese e il pieno controllo, assieme alla Francia, del Canale di Suez. L'Egitto è una repubblica dal 18 giugno 1953; si auto-definisce una repubblica araba e socialista, sotto la guida di Nasser. La Costituzione organizza il potere politico secondo un sistema semi-presidenziale multi-partitico (la Costituzione vieta i partiti su base confessionale).
Alla morte di Nasser, nel 1970, il vice Sadat lo sostituì al potere e si dedicò al compito di migliorare i rapporti con l'Occidente. Nel 1973 Sadat attaccò di sorpresa gli occupanti israeliani del Sinai e, benché l'Egitto perdesse la guerra, la sponda orientale del Canale di Suez fu inclusa tra i territori oggetto dei negoziati per la sospensione delle ostilità. Nel 1977 Sadat fece passi sostanziali per pervenire alla pace con Israele, consolidata poi con il Trattato di Camp David del 1978. Israele acconsentì a ritirarsi dal Sinai e l'Egitto riconobbe ufficialmente l'esistenza dello stato ebraico. Il presidente egiziano fu assassinato nel 1981. Gli succedette Hosni Mubarak, rimasto a capo del paese da quel momento in poi. Mubarak ha sorpreso molta gente per l'abilità politica di cui ha dato prova nel cercare di dipanare la complessa questione palestinese e nel migliorare i rapporti con Israele e allo stesso tempo con gli altri stati arabi. Con la nascita del fondamentalismo nel mondo arabo Mubarak si è trovato talvolta in una posizione scomoda, al punto da subire anche numerosi attentati. Il leader egiziano non ha esitato a inviare 35.000 soldati a combattere in Iraq al tempo della guerra del Golfo e, sebbene la guerra fosse vista come un attacco degli imperialisti occidentali nei confronti dei paesi arabi, l'impegno dell'Egitto si è dimostrato molto utile al fine di migliorare i rapporti con l'Occidente.