Cultura come totalità sociale Omogeneità culturale

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Transcript della presentazione:

Cultura come totalità sociale Omogeneità culturale Antropologia Cultura come totalità sociale Omogeneità culturale Stabilità e tradizione Condizionamento Sociologia Distinzione società/cultura Differenziazione culturale Innovazione e cambiamento Interazione Per i sociologi classici - Durkheim, Weber, Simmel - lo studio della cultura riveste importanza nella sociologia in quanto consente di capire come gli aspetti simbolici e ideazionali si connettono alle relazioni sociali e alla struttura sociale. Distinzione società/cultura: tutte e tre le tradizioni sociologiche ritengono che almeno analiticamente cultura e società siano da vedere su due piani diversi. Differenziazione culturale: le culture non sono intese come strutture atemporali, fisse e tendenti ad autoriprodursi. Soprattutto la tradizione americana, con l’enfasi sulla differenziazione interna della cultura dovuta alle società industriali metropolitane con vari strati sociali, gruppi e movimenti e quella tedesca con l’enfasi sulla dimensione storica, rafforzano il concetto di differenziazione interna. Innovazione/cambiamento: la capacità creativa e innovativa della cultura è messa in luce in particolare dalla Scuola di Chicago e dalla tradizione tedesca. Interazione: soprattutto Simmel e la scuola americana e in particolare George Herbert Mead anticipano l’idea che l’aspetto adattivo e graduale del processo di trasmissione culturale non si fonda soltanto sulla trasmissione automatica.

Talcott Parsons e il posto della cultura Dagli anni ‘30 agli anni ‘50 si assiste ad un declino dell’interesse sociologico per la cultura. Negli anni ‘50 negli Stati Uniti, sotto la guida di Talcott Parsons (1902-1979), si sviluppa la sociologia dello struttural- funzionalismo che pone al centro la visione delle strutture sociali e il principio che ciascun sistema sociale funziona in modo da rispondere alle esigenze di riproduzione della società. È proprio Talcott Parsons che offre una teoria generale dell’azione umana in cui in primo luogo viene collocato il posto della sociologia rispetto ad altre scienze che studiano il comportamento umano e in secondo luogo viene data una definizione più ristretta dell’ambito semantico del concetto di cultura. Parsons considera la cultura come il portato di norme, valori, credenze e simboli. In tal modo la cultura non è più un sistema attraverso cui l’individuo si adatta, ma un sistema attraverso cui la società trasferisce norme. È ora l’insieme dei modelli di comportamento che la comunità sociale ritiene validi, su cui esiste un consenso sociale e una condivisione e che i membri di tale società sono tenuti a rispettare e a trasmettere alla generazione successiva. Questa funzione regolativa della cultura si basa sul fatto che ogni società condivide un sistema di valori.

Talcott Parsons e il sistema generale dell’azione Conseguimento dello scopo Personalità Adattamento Organismo biologico Latenza Cultura Integrazione Sistema sociale L I L’organismo biologico svolge la funzione di adattamento. La personalità svolge la funzione del conseguimento - goal attainment - cioè produce e riproduce le forme di interesse individuale. Il sistema sociale ha una funzione di integrazione in quanto produce e riproduce le forme della coesione e della solidarietà. La cultura svolge la funzione di latenza, offrendo agli attori sociali la motivazione e il senso dell’azione attraverso valori, norme, idee che le persone apprendono e interiorizzano durante le fasi di socializzazione.

Coerenza e integrazione della cultura Dunque la cultura non agisce. Esiste, è presente, ma non è attiva. Cioè partecipa dall’esterno all’azione degli individui, in quanto fornisce agli individui l’orientamento senza esservi impegnata in maniera esplicita come avviene per gli altri sottosistemi (biologico, della personalità e sociale). Secondo Parsons ogni sistema si basa sulla compresenza di energia e informazione: le parti che possiedono maggiore energia, detengono meno informazioni e viceversa. Le parti ricche di informazioni controllano quelle dotate di energia. Il sistema culturale possiede soprattutto informazioni, ma è il più povero di energia. Parsons dopo aver individuato uno spazio importante per la cultura, non si dedica al rapporto tra questa e la società, preferendo analizzare le strutture e le funzioni sociali. La cultura viene data per scontata. Norme e valori sono dati per acquisiti. Non si interroga l’origine, il cambiamento, l’interpretazione.

Elementi della cultura secondo Parsons I valori: gli ideali a cui aspirano gli esseri umani e i principi a cui si ispirano per formulare giudizi. “Un valore è una concezione del desiderabile, implicita o esplicita, di un individuo o di un gruppo, che influenza la selezione tra i modi, i mezzi e i fini disponibili dell'azione […] lungo un continuum di approvazione/disapprovazione”. In questo senso orientano l’agire sociale. Per le società moderne, Parsons ha parlato di dilemmi fondamentali che definisce variabili strutturali dei valori. 1) gratificazione degli impulsi/autodisciplina; 2) orientamento verso il sé/orientamento verso la collettività; 3) universalismo/particolarismo; 4) ascrizione/prestazione; 5) specificità/diffusione;

Elementi della cultura Le norme: sono le regole attraverso cui di solito si applicano i valori. Una norma viene generalmente enunciata sotto forma di obbligo o di imposizione. A differenza dei valori, il successo delle norme dipende anche dalla presenza di sanzioni (positive o negative) che ne rafforzano l’efficacia. I valori vengono solitamente interiorizzati presto e in modo inconsapevole, mentre le norme vengono apprese lungo l’intero corso della vita. I simboli: fanno parte della più ampia famiglia dei segni, ma vanno distinti dai segnali. I segnali hanno un semplice valore informativo e sono univocamente interpretabili. I marchi hanno una funzione rievocativa, però come i simboli hanno una carattere arbitrario. Infine, le indicazioni non hanno un carattere intersoggettivo. Dunque i simboli sono intersoggettivi e hanno per questo carattere arbitrario. Fanno parte della dimensione implicita della cultura. I simboli sono significanti che veicolano significati.

La dinamica della cultura secondo Parsons La trasferibilità della cultura avviene attraverso l'interiorizzazione dei modelli di valori da parte dell'individuo e attraverso i modi in cui il sistema sociale trasforma i valori in norme ed istituzioni che li sorreggono. L'internalizzazione dei valori nella personalità è la diretta conseguenza della loro istituzionalizzazione nel sistema sociale. Critiche 1. _ Accusa di eccesso di coerenza (mito dell'integrazione): Parsons disegna una sfera culturale integrata e armoniosa allo stesso modo in cui disegna un sistema sociale integrato e senza smagliature, tendente sempre al perfetto equilibrio. Questa critica tuttavia non è giustificata. Parsons infatti tratta più di una volta la cultura come una costellazione altamente complessa di elementi il cui modo di estrinsecarsi è frammentario, complesso, disconnesso, spesso incoerente. “L'approssimazione a una completa coerenza dei modelli culturali praticamente non può essere mai trovata nei sistemi sociali complessi”

La dinamica della cultura secondo Parsons Critiche 1. _ …....... Parsons sostiene che i due sistemi di integrazione (sociale e culturale) non sono gli stessi. Le due forme non sono omologhe, l'una non è deducibile dall'altra. Esiste una differenza tra il processo di socializzazione (che riguarda le norme e i ruoli) e il conformismo/non conformismo ai valori (che riguarda invece il sistema culturale): un attore socializzato all'ordine sociale non per questo è necessariamente un attore conformista rispetto all'ordine culturale. 2. _ Il passaggio dalla cultura all'azione: già la funzione di latenza assegna alla cultura una dimensione di sottofondo. Essa tende a conservare i modelli e ad orientare l'azione. Ma è in un certo senso fuori dall'azione, dalla pratica, dal comportamento e quindi dalla cultura materiale, dagli oggetti culturali, dal fare. Il passaggio dal simbolo al fare è un anello che manca nell'impostazione parsonsiana.

Da Parsons alla svolta culturale Negli anni Settanta, proprio la critica alla visione della cultura determinata dai valori dominanti si sviluppa quella svolta culturale che metterà al centro dell’analisi: Contraddizioni e incongruenze dei sistemi culturali (i sistemi culturali non sono coerenti) Il dissenso, l’antagonismo, l’alternatività e l’innovazione sul piano culturale (gli individui non vengono tutti automaticamente orientati dalla cultura) La cultura è anche un repertorio, una cassetta degli attrezzi, Swidler (1986) Antropologia e sociologia si ri-avvicinano grazie alla svolta culturale