Ias 36 Riduzione di valore delle attività

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Il modello Unico 2007 Il quadro EC A cura di Roberto Protani.
Advertisements

Il metodo del patrimonio netto
Economia dei gruppi delle imprese turistiche
1 Il Sistema Informativo. 2 E linsieme di tutte le informazioni prodotte nel sistema di impresa, degli strumenti utilizzati per produrle e delle unità
Il bilancio di esercizio: profili civilistici e tributari 6 dicembre 2006 Avv. Alberto Bianco Università degli Studi di Trento a.a. 2006/2007.
La riclassificazione del bilancio di esercizio
Fattori produttivi a fecondità ripetuta
6. Il Capitale Il calcolo del Reddito
Criteri di valutazione delle Immobilizzazioni Materiali ed Immateriali
Marika Arena - Economia e Organizzazione Aziendale B - A.A. 2008/ Il Bilancio e i Principi Internazionali IAS-IFRS parte II.
Caso Archimede S.p.A. Parte seconda (segue)
SSISTEMI DI GOVERNANCE E REVISIONE AZIENDALE 1 LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI CNDC&CNR doc. n.24 IAS n. 38 (intangibles assets)
La Finanza Garantisce il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a coprire gli investimenti FINANZA SUBORDINATA Reperimento dei mezzi necessari.
Prof.ssa Donatella Busso
Corso di Finanza Aziendale
Corso di Finanza Aziendale
Corso di Finanza Aziendale
APETTI ECONOMICO-FINANZIARI della gestione delle imprese di assicurazione Università di Macerata.
Il modello Unico 2007 La fiscalità differita A cura di Roberto Protani.
Il bilancio Società per azioni Prof. Mario Campobasso
1 Ambito di applicazione Il presente Principio deve essere applicato nella contabilizzazione dei ricavi che derivano dalle seguenti operazioni e fatti:
ESERCITAZIONE 2.
Risk and Accounting Hedge accounting Marco Venuti 2013.
Risk and Accounting Bilancio delle banche Marco Venuti 2013.
Corso di Economia Aziendale
IAS 39: STRUMENTI FINANZIARI: RILEVAZIONE E VALUTAZIONE
Organizzazione dell’azienda farmacia La finanza
Analisi della redditività Anno 2008 Michele Bolla Giordano Isacchini Marco Rumini.
IL RENDICONTO FINANZIARIO SECONDO I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI
IL MODELLO DI BILANCIO SECONDO I PRINCIPI IAS/IFRS:
Il budget degli investimenti, economico, finanziario e patrimoniale
P ETA –BETA ( UN SOFTWARE INNOVATIVO PER IL CONTROLLO DI GESTIONE DELLE P.M.I. ) Budget Controllo di Budget Piani a Medio Termine DELL’ ING.VEZIO LUCCHESI.
IAS 36 Riduzione durevole di valore delle attività
Contabilità aziendale (1)
Le novità in tema di operazioni in valuta
Ciclo di Seminari e Conferenze Interdistrettuali Brescia, 8 Ottobre Ammortamenti, accantonamenti, rivalutazioni e cenni ai principi contabili internazionali.
1 Le operazioni in valuta estera Commissione di Studio Fiscalità Interna 5 Aprile 2005 Patrizia Gorini.
Prof. Domenico Nicolò - Università Mediterranea di Reggio Calabria1 IAS 38 - Le immobilizzazioni immateriali (approvato dal Board dello IASC nel luglio.
Le immobilizzazioni materiali
1 LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI ver.1.0 Ragioneria generale a.a. 2008/09.
LOGICHE DI DETERMINAZIONE DEL REDDITO
L’analisi per indici: analisi: patrimoniale - finanziaria -produttività ed efficienza Classe 5 B.
Determinazione del reddito d’impresa
le cash generating units
Strategia di armonizzazione della Commissione Europea
PRESTITI OBBLIGAZIONARI
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Corso di ragioneria generale ed applicata Prof. Paolo Congiu A. A Corso di ragioneria generale ed applicata Prof. Paolo Congiu A. A
La rilevazione delle operazioni di assestamento
YBT.
del revisore contabile
Corso di Economia Aziendale
Interazioni fra le decisioni di investimento e di finanziamento
Programmazione e Controllo delle Aziende Turistiche
Conto economico Evidenzia i proventi e i costi di competenza dell’esercizio e il risultato economico conseguito Ha una struttura scalare in modo da evidenziare.
La valutazione dei crediti secondo I nuovi principi contabili
SISTEMI DI GOVERNANCE E REVISIONE AZIENDALE 1 LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI CNDC&CNR doc. n.16.
Corso di Tecnica Industriale (Teoria del Valore)
Il bilancio di esercizio
Immobili, impianti e macchinari sono beni materiali:
OIC 13 Rimanenze. OIC 13 – R IMANENZE Sono beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività della Società Definizioni.
Valutazione dei debiti
1 “Imprese e bilanci: criticità e novità nell’attuale scenario economico” Gli impatti del passaggio agli IAS/IFRS: Ricerca PwC su un campione di aziende.
I Principi Contabili Internazionali Corso di Analisi economico – finanziaria Dr. Lorenzo Rosi.
Valutazione dei crediti L’art comma 1 n. 8 c.c. prescrive che «i crediti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo.
Nota integrativa: contenuto minimo (art c.c.) (1) Criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella.
Il bilancio Prof. Mario Campobasso anno accademico 2015/2016
OIC 16 Immobilizzazioni materiali. OIC 16 – I MMOBILIZZAZIONI MATERIALI Sono beni ad uso durevole costituenti parte dell’organizzazione interna della.
Università di Pisa il rendiconto finanziario. 2 Il modello concettuale stato patrimoniale “N-1” stato patrimoniale “N” valore stock al 1/1 valore stock.
OIC 9 Svalutazione per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali ed immateriali.
Transcript della presentazione:

Ias 36 Riduzione di valore delle attività Riferimenti bibliografici: Savioli, I principi contabili internazionali, Giuffrè, Milano, 2008, Capitolo 13

Ambito di applicazione Attività la cui riduzione di valore è disciplinata dallo Ias 36 Prof. Gianluca Risaliti Rimanenze (Ias 2) Lavori su ordinazione (Ias 11) Attività fiscali differite (Ias 12) Attività derivanti da benefici a dipendenti (Ias 19) Attività finanziarie disciplinate dallo Ias 39 Investimenti immobiliari (Ias 40) Attività biologiche connesse ad attività agricola (Ias 41) Attività immateriali derivanti da contratti assicurativi (Ifrs 4) Attività non correnti classificate come possedute per la vendita (Ifrs 5) Tutte, tranne Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Con particolare riferimento alle attività finanziarie, lo Ias 36 si applica alle partecipazioni in: società controllate (Ias 27); società collegate (Ias 28); joint ventures (Ifrs 11).

Identificazione dell’attività che può aver subito una perdita di valore Elementi alla base della verifica dell’esistenza di una perdita di valore Prof. Gianluca Risaliti Fonti informative esterne Fonti informative interne Cali significativi del valore di mercato del bene, eccedenti quelli che si potevano ipotizzare in base al passare del tempo o all’uso; Significativi mutamenti attuali o prevedibili dell’ambiente esterno relativamente a tecnologia, mercato, contesto economico generale o normativo; Incrementi nei tassi di interesse che possono ridurre la stima di un precedente valore d’uso stimato; Capitalizzazione di borsa inferiore al patrimonio netto contabile (solo per aziende quotate). Evidente obsolescenza o deterioramento di un’attività; Modificazioni avvenute o prospettiche circa le modalità di utilizzo di un’attività, quali programmi di cessazione o ristrutturazione del settore operativo cui l’attività appartiene, o prevista dismissione dell’attività prima del termine inizialmente previsto; Evidenze dal sistema informativo interno che l’andamento economico di un’attività sarà peggiore di quanto previsto. Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Periodicità della verifica (impairment test) Attività immateriali a vita utile indefinita; Attività immateriali non ancora disponibili per l’uso; Avviamento acquisito in operazione di aggregazione aziendale. Tutte le altre attività materiali e immateriali In ogni caso, annualmente, salvo l’applicazione del principio di «materialità» In presenza di indicazioni di una potenziale perdita di valore

In che cosa consiste l’impairment test: prime considerazioni Il processo di verifica (o impairment test) consiste nel verificare (in occasioni stabilite) che la singola attività (o una unità generatrice di flussi finanziari) non sia iscritta in bilancio a un valore superiore al suo valore recuperabile Prof. Gianluca Risaliti Fair value al netto dei costi di dismissione Valore recuperabile Maggiore tra Valore d’uso Valore di bilancio > valore recuperabile si no si L’attività è in grado di generare autonomi flussi finanziari? no Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Nessuna svalutazione Avviamento, marchi di prodotti commercializzati, brevetti utilizzati, software, anagrafiche clienti, terreni e fabbricati strumentali, impianti e macchinari strumentali Marchi e brevetti concessi in licenza, terreni e fabbricati in locazione, automezzi dati a noleggio, partecipazioni in imprese controllate, collegate o j.v. Svalutazione della singola attività Svalutazione della Cash generating unit

Il concetto di «fair value al netto dei costi di dismissione» Riferimento per individuazione del fair value: Ifrs 13 «il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione» Prof. Gianluca Risaliti Metodi di valutazione Input e gerarchia del fair value Costi di dimissione Costi correlati all’eventuale vendita dell’attività, al netto di quelli già rilevati come passività Spese legali, imposte di bollo e simili connesse alla transazione; Costi di rimozione dell’attività; Costi incrementali diretti necessari per rendere una attività pronta per la vendita; Esclusi: costi sostenuti per i dipendenti dovuti alla cessazione del rapporto di lavoro; costi associati alla riduzione o riorganizzazione dell’azienda, successivi alla dismissione dell’attività Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali

Il concetto di «valore d’uso» Il «valore d’uso» è un valore «interno» È il valore attuale dei flussi finanziari che si stima l’attività (o gruppo di attività) oggetto di impairment sarà in grado di produrre in futuro Prof. Gianluca Risaliti Valore d’uso   Variabili rilevanti per la determinazione del valore d’uso Cf = stima dei flussi finanziari derivanti dall’utilizzo dell’attività Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali i = tasso di interesse appropriato per l’attualizzazione dei flussi finanziari t = il periodo nel quale si prevede di poter fruire dei benefici (flussi di cassa positivi al netto di quelli negativi) che il bene può rilasciare

La prima variabile: la stima dei flussi di cassa futuri Flussi finanziari: caratteristiche e composizione Composizione dei flussi Devono essere considerati i: flussi di cassa in entrata derivanti dall’utilizzo continuo dell’attività; flussi di cassa in uscita necessari per generare i flussi in entrata (attribuibili in modo diretto o in base a un criterio ragionevole); flussi in uscita necessari per rendere utilizzabile l’attività; flussi derivanti dalla dismissione del bene al termine della sua vita utile. Prof. Gianluca Risaliti Origine delle informazioni Le informazioni per la stima dei flussi devono derivare, innanzitutto, dai budget aziendali formalizzati e approvati dalla direzione aziendale; Le previsioni fondate sui budget devono comunque abbracciare un periodo non superiore a cinque anni, poiché oltre non sono attendibili; le previsioni oltre questo periodo e fino al termine della vita utile dell’attività, dovranno essere stimate mediante estrapolazione, applicando ai dati di budget tassi di crescita annuali opportunamente individuati Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Condizioni correnti La stima dei flussi dovrà essere eseguita sulla base delle «condizioni correnti» dell’azienda, ossia delle condizioni nelle quali opera Riflessi di eventuali riorganizzazioni aziendali Se si tratta di processi di ristrutturazione non ancora iniziati, di essi non si deve tener conto; Se, invece, di stratta di processi di ristrutturazione già avviati: la stima dei flussi in entrata e in uscita derivanti dall’uso dell’attività dovrà considerare le nuove condizioni di gestione; Le stime dei flussi in uscita connessi alla riorganizzazione aziendale non rilevano ai fini della determinazione del valore d’suo dell’attività, in quanto rilevano come passività potenziali

La seconda variabile: il tasso di attualizzazione Ci sono due diversi approcci: Approccio tradizionale Componente che riflette il rischio associato allo specifico investimento, ossia il rendimento che gli operatori richiederebbero se si trovassero in una situazione di dover scegliere un investimento che genera flussi finanziari di importo tempistica e rischio equivalenti a quelli che l’azienda si aspetta di ottenere dall’attività oggetto di valutazione Prof. Gianluca Risaliti I flussi finanziari da attualizzare non sono «pesati» in base alla probabilità che effettivamente si realizzino e il tasso di attualizzazione riflette la seguente impostazione di base i = r + s Tasso risk free: è il tasso che riflette il semplice trascorrere del tempo assunto, di norma, in misura pari a investimenti in titoli a reddito fisso con rischio nullo a quasi nullo Modalità di ottenimento prioritariamente dal mercato Tasso implicito utilizzato per attività similari in contrattazioni correntemente presenti sul mercato Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Se non disponibili tassi reperibili dal mercato, attraverso l’uso di idonee tecniche Costo medio ponderato del capitale WACC, determinato usando tecniche quali il CAPM; Il tasso di finanziamento marginale dell’azienda; Altri tassi reperibili sul mercato Approccio dei flussi finanziari attesi I flussi finanziari da attualizzare sono «pesati» in base alla probabilità che effettivamente si realizzino, sicché il tasso di attualizzazione riflette il semplice trascorrere del tempo i = r

Flussi di cassa stimati Composizione e probabilità di manifestazione Esempio: confronto tra le due impostazioni riguardanti il tasso di attualizzazione Esempio 1 Si ipotizzino, in merito allo sfruttamento di un brevetto della vita utile residua di cinque anni, i seguenti flussi di cassa e le relative probabilità del loro verificarsi. Anno Flussi di cassa stimati Composizione e probabilità di manifestazione 1 30.000 14.000 16.000 70% 60% 2 36.000 20.000 90% 3 11.000 18.000 7.000 80% 10% 4 5 15.000 10.000 5.000 75% 15% Prof. Gianluca Risaliti Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Sulla base di questi dati si calcoli: il valore d’uso secondo l’approccio tradizionale considerando un «r» pari al 2% e un «s» pari al «5%»; Il valore d’uso secondo l’approccio per flussi di cassa attesi considerando un «r» pari al 2%.

Esempio 1: segue soluzione Valore d’uso secondo l’approccio tradizionale Anno Flussi di cassa stimati Tasso di attualizzazione Flusso di cassa attualizzato 1 30.000 7% 28.037,38 2 36.000 31.443,79 3 29.386,72 4 27.464,23 5 21.389,71 Valore d’uso 132.721,71 Prof. Gianluca Risaliti Valore d’uso secondo l’approcci dei flussi di cassa attesi Anno Flussi di cassa stimati Composizione probabilità di manifestazione Flussi di cassa attesi, composizione/totale annuo Tasso di attualizza-zione Flussi di cassa attualizzato 1 30.000 14.000 16.000 70% 60% 9.800 9.600 19.400 2% 19.019,61 2 36.000 20.000 90% 18.000 27.600 26.258,26 3 11.000 7.000 80% 10% 8.800 16.200 700 25.700 24.217,68 4 14.400 30.600 28.269,67 5 15.000 10.000 5.000 75% 15% 11.250 8.000 750 18.114,62 Valore d’uso 116.149,84 Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali

Costi di dismissione «irrilevanti» Precisazioni per il caso di attività oggetto di «rideterminazione di valore» È importante puntualizzare che lo Ias 36 si applica non solo alle attività valutate al costo, ma anche a quelle oggetto di valutazione al fair value, in conformità al modello della «rideterminazione del valore» Prof. Gianluca Risaliti La differenza tra il fair value di cui allo Ias 16 o dello Ias 38 e il fair value al netto dei costi di dismissione di cui allo Ias 36 è rappresentata unicamente dai costi diretti incrementali attribuibili alla dismissione dell’attività L‘esecuzione o meno dell’impairment test dipenderà, quindi, dall’entità dei costi di dismissione Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Costi di dismissione «irrilevanti» Costi di dismissione «non irrilevanti» No impairment test Si impairment test

Il profilo contabile della svalutazione per perdita di valore Per quanto attiene al profilo contabile della svalutazione occorre distinguere tra: Rilevazione di una perdita per riduzione di valore di una «singola attività» Rilevazione di una perdita per riduzione di valore di una «cash generating unit» Prof. Gianluca Risaliti Principali attività soggette a impairment test a livello singolo: marchi e brevetti dati in licenza; immobili dati in locazione; Altri beni pluriennali in locazione; Partecipazioni in imprese controllate; Partecipazioni in imprese collegate; Partecipazioni in joint venture. Rinvio alle slides 13-15 La svalutazione può essere imputata a riduzione del valore del bene o imputata a un «Fondo ammortamento e svalutazione» Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Aspetti contabili da analizzare 1 Perdita di valore di una singola attività valutata al costo La perdita di valore va rilevata a conto economico, a contropartita del «Fondo ammortamento e svalutazione» 2 Perdita di valore di una singola attività valutata al fair value Qualora vi siano state precedenti rivalutazioni e quindi sia iscritta nel patrimonio netto una «Riserva OCI», la perdita andrà prima imputata a questa riserva e poi, in caso di eccedenza, a conto economico, sempre in contropartita del «Fondo ammortamento e svalutazione» 3 Perdita di valore eccedente il valore contabile di un’attività In questo caso, oltre alla perdita di valore integrale dell’attività, andrà rilevato anche un accantonamento per passività potenziali (esempi: perdite eccedenti il capitale in una partecipata, edificio danneggiato da abbattere con connessi costi di bonifica)

Identificazione di una cash generating unit Spesso accade che il «valore recuperabile» non sia determinabile per una «singola» attività perché: il fair value non è individuabile perché manca un mercato attivo per quella attività il valore d’uso non è determinabile perché la attività in questione non genera flussi autonomi rispetto ad altre attività o all’azienda nel suo complesso Prof. Gianluca Risaliti oppure In questo caso si deve Determinare il valore recuperabile con riferimento alla (più piccola) «unità generatrice di flussi finanziari» cui l’attività appartiene (stabilimento, linea produttiva, reparto, filiale, ramo d’azienda, azienda, ecc.) Unità generatrice di flussi finanziari (cash generating unit o CGU) Il più piccolo gruppo identificabile di attività che generi flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso continuativo delle attività che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Risente quindi di valutazioni soggettive del management Esempio: il software utilizzato nel settore amministrativo o il marchio di fabbrica dei prodotti realizzati e venduti da un’azienda non sono attività capaci di generare flussi finanziari in autonomia, ma solo se considerate insieme alle altre attività impiegate nel processo di produzione e vendita È sufficiente che l’unità sia potenzialmente in grado di generare flussi finanziari anche se non li realizza effettivamente (es.: reparto) È fondamentale che, nel corso del tempo, i criteri per l’individuazione delle CGU restino costanti

Casi aziendali Esempio 2 Esempio 3 Esempio 4 Una società che opera nel settore minerario possiede una ferrovia privata per agevolare la propria attività estrattiva. La ferrovia privata può essere venduta solo al valore di rottame e non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività estrattive. Non è possibile stimare il valore recuperabile della ferrovia privata perché il suo valore d’uso non può essere determinato ed è probabilmente differente dal valore recuperabile. Perciò, l’entità stima il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari cui la ferrovia privata appartiene, ossia la miniera nel suo insieme (Ias 36, par. 68). Prof. Gianluca Risaliti Esempio 3 Una società che gestisce un parco di autobus fornisce per contratto servizi a un Comune, il quale richiede un servizio minimo su ciascuno di cinque distinti percorsi. Le attività impiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun percorso possono essere identificati separatamente. Uno di questi percorsi opera con una significativa perdita. Poiché l’entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli autobus, il livello più basso di flussi finanziari in entrata identificabili, che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai cinque percorsi insieme. L’unità generatrice di flussi finanziari per ciascun percorso è la società di autobus nel suo insieme (Ias 36, par. 68). Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Esempio 4 Una società che produce prodotti per la cura del corpo ha definito le proprie CGU in base alle divisioni operative «shampoo, dentifrici e creme» e ha allocato alle singole CGU i diversi impianti di produzione. A seguito della chiusura delle «creme», la società ha deciso di utilizzare la capacitò produttiva degli impianti liberi per la produzione dei dentifrici. La società deve esporre tali informazioni nelle note al bilancio

L’impairment test nel caso di una CGU L’impostazione è la stessa prevista per le attività singole particolarità Fair value CGU al netto dei costi di dismissione Il fair value raramente sarà preso in considerazione perché presuppone la presenza di una CGU in via di dismissione Prof. Gianluca Risaliti Maggiore tra Valore contabile CGU confronto particolarità particolarità Il flusso di cassa utilizzato sarà di norma corrispondente all’EBITDA (Earning Before Taxes Depraciation and Amortisation) Valore d’uso CGU Il valore contabile deve essere individuato in modo coerente con il criterio con il quale è individuato il valore recuperabile; Il valore contabile è dato dalla somma dei valori delle attività che compongono la CGU, sia di quelle direttamente riferibili, sia di quelle riferibile in base a un criterio di ragionevole imputazione; Il valore contabile non include, in linea di principio, il valore delle passività, salvo che la loro considerazione sia indispensabile per la determinazione del valore recuperabile della CGU; Il valore contabile, di norma, non tiene conto delle attività correnti (quali crediti e rimanenze) che sono sottoposte separatamente a verifiche per perdite di valore. Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali

L’impairment test dell’avviamento Un’operazione di aggregazione aziendale (acquisto ramo d’azienda, conferimento, fusione, ecc.) può determinare l’iscrizione nell’attivo di un plusvalore a titolo di «avviamento» Prof. Gianluca Risaliti L’avviamento, però, secondo lo Ias 38, essendo a vita utile indefinita, non può essere ammortizzato, bensì sottoposto a impairment test Quando? Con cadenza annuale, ma deve essere ripetuto, ogni anno, nello stesso periodo N.B.: Nel primo esercizio di iscrizione nell’attivo dell’avviamento, per effetto di un’operazione di aggregazione aziendale, l’impairment test andrà eseguito prima della chiusura dell’esercizio stesso Ipotesi di allocazione contabile: all’azienda, se la CGU coincide con l’azienda acquisita; al ramo o business unit, se la CGU è un segmento dell’’azienda acquisita; al settore di attività, se la CGU è un settore di attività; a un gruppo di CGU, se l’avviamento, riferibile a più CGU, non può essere imputato specificamente a ognuna di esse, se non in modo arbitrario Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Condizione per eseguibilità dell’impairment test Previa allocazione dell’avviamento alla CGU o al gruppo di CGU cui si riferisce

Contestuale verifica per riduzione di valore della CGU e delle attività che la compongono Se, contestualmente, alla verifica per perdita di valore di una CGU si procede, perché vi sono indicazioni in tal senso, anche alla verifica di perdite di valore per un o più delle singole attività che compongono la CGU, allora occorre procedere con questo ordine nella verifica: Prof. Gianluca Risaliti Gruppo di CGU cui è stato allocato l’avviamento 3° Bottom-up test CGU cui è stato allocato l’avviamento 2° Singole attività 1° Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali La stessa regola si applica laddove il rapporto sia tra CGU (e non singole attività) e gruppo di CGU

Rilevazione contabile della perdita di valore di una CGU Imputazione contabile Nel caso in cui la perdita di valore riguardi una CGU e non una singola attività, bisognerà determinare in quale misura la stessa si riferisca alle attività che ne fanno parte, compreso l’avviamento se iscritto Prof. Gianluca Risaliti Regola Prioritariamente La perdita va imputata riduzione del valore di carico dell’avviamento (se ancora esistente in bilancio) Successivamente Alle altre attività che compongo la CGU assoggettate allo IAS 36, in base a un criterio proporzionale, ma fino a ridurre il loro valore di carico non oltre il più elevato tra il loro fair value al netto dei costi di dismissione e il loro valore d’uso Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali La perdita di valore eccedente l’avviamento non va imputata alle attività che non sono sottoposte a impairment test (es.: rimanenze e crediti); N.B.: Correttivo Se con il calcolo di cui sopra il valore di carico di una delle attività della CGU scenderebbe al di sotto del fair value o del valore d’uso, la perdita eccedente non imputabile a queste attività va imputata, pro-quota, alle altre attività della CGU

Perdita di valore dei corporate assets Gli stessi criteri adottati per l’individuazione di una perdita di valore in relazione all’avviamento, devono essere adottati per i cespiti destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets) Prof. Gianluca Risaliti Naturalmente, si tratta di beni che non sono capaci di generare autonomi flussi finanziari, possono quindi presentarsi due casi: Una parte del valore contabile di queste attività è imputabile con un criterio ragionevole e coerente a una CGU Il valore contabile di queste attività non è imputabile, neanche in parte, a una CGU Si deve confrontare il valore contabile della CGU, inclusa la parte relativa ai corporate assets, con il relativo valore recuperabile Si deve: Confrontare il valore contabile dell’unità, esclusi i corporate assets, con il suo valore recuperabile, e rilevare l’eventuale perdita di valore; Identificare il più piccolo gruppo di unità generatrici di flussi finanziari cui può essere imputata, secondo un criterio ragionevole e coerente, una quota parte del valore del valore dei corporate assets; Confrontare il valore contabile di tale gruppo di attività, incluso il valore dei corporate assets, con il valore recuperabile del gruppo di attività. Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Vedi esempi consegnati un aula

Esempio: perdita di valore inferiore all’avviamento Il 1° gennaio 2012 la società Gamma S.p.a. ha acquistato un ramo d’azienda al costo di euro 750. Il fair value delle attività nette acquisite è pari a 600. L’avviamento, determinato come differenza tra il corrispettivo pattuito e il fair value delle singole attività e passività è pari a 150. La CGU è così costituita: Attività componente la CGU Valore all’atto dell’acquisto Valore alla chiusura dell’esercizio Avviamento 150 150 Attività materiali 400 360 Attività immateriali a vita definita 200 160 Totali 750 670 Si consideri che: le attività materiali sono costituite da Impianti e macchinari da ammortizzare in 10 anni a quote costanti; le attività immateriali sono costituite da un marchio da ammortizzare in 5 anni a quote costanti. Alla fine dell’esercizio 2012 è eseguito l’impairment test, dal quale emerge un valore recuperabile della CGU di 650 e, quindi, una perdita di valore di 20. Prof. Gianluca Risaliti Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Attività che compongono la CGU Valore contabile CGU al 31.12.2012, post ammortamenti Imputazione perdita di valore Valore contabile CGU al 31.12.2012, post perdita di valore Avviamento 150 (20) 130 Attività materiali nette 360 - Attività immateriali nette 160 Totali 670 650 Perdita per riduzione di valore a Avviamento 20

Esempio: perdita di valore inferiore all’avviamento Stesso caso prospettato nell’esempio precedente, con la sola differenza che dall’impairment test eseguito alla fine dell’esercizio 2012 emerge un valore recuperabile della CGU di 500 e, quindi, una perdita di valore di 170. Prof. Gianluca Risaliti Attività che compongono la CGU Valore contabile CGU al 31.12.2012, post ammortamenti Imputazione perdita di valore Valore contabile CGU al 31.12.2012, post perdita di valore Avviamento 150 (150) 130 Attività materiali nette 360 (13,85=360/520*20) 346,15 Attività immateriali nette 160 (6,15=160/520*20) 153,85 Totali 670 (170) 650 Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Perdita per riduzione di valore a Diversi 170,00 Avviamento 150,00 Impianti e macchinari 13,85 Marchi 6,15

Ripresa di valore Alla data di chiusura di ogni esercizio, occorre verificare se precedenti perdite di valore di attivo possano non sussistere più oppure si siano ridotte. Le informazioni, al riguardo, derivano sempre da: Prof. Gianluca Risaliti Fonti esterne Fonti interne il valore di mercato del bene è aumentato significativamente; si sono verificati o si verificheranno a breve cambiamenti, con effetti favorevoli, nell’ambiente tecnologico, economico, di mercato, in cui opera l’azienda oppure nel mercato di specifico interesse nel quale essa opera; i tassi di interesse o altri rendimenti sono diminuiti e ciò genera un riflesso sul tasso di attualizzazione utilizzato dall’azienda, aumentando in modo rilevante il valore recuperabile (più precisamente il valore d’uso); Il sistema informativo interno all’azienda evidenzia che il rendimento di quel bene sarà migliore di quanto in precedenza ipotizzato Incrementi di efficienza che determineranno effetti positivi negli esercizi futuri; Il sistema informativo interno all’azienda evidenzia che la redditività dell’attività è migliorata durante l’esercizio o si incrementerà nei periodi amministrativi successivi. Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali

Il quadro delle ipotesi «Cash generating Unit» Aspetti contabili connessi alla contabilizzazione delle riprese di valore Il quadro delle ipotesi Ripresa di valore di «singole attività» Ripresa di valore di «Cash generating Unit» Prof. Gianluca Risaliti Valutate al costo Valutate al fair value Il ripristino deve essere attributo alla CGU in proporzione al valore contabile di ogni singola attività; Il valore dell’avviamento non deve mai essere sottoposto a ripristino di valore (questa ripresa sarebbe, infatti, imputabile a un ammortamento internamente generato che non può mai essere iscritto nell’attivo) Il ripristino è possibile fino al raggiungimento del valore che il bene avrebbe avuto, senza la riduzione di valore, al netto degli ammortamenti; La misura eccedenza deve essere considerata come rivalutazione e trattata ai sensi dello Ias 16 o Ias 38 Il ripristino deve essere contabilizzato a incremento della Riserva OCI, tranne il caso in cui ci sia stata in precedenza una riduzione di valore imputata a conto economico; In caso di precedente svalutazione a conto economico, il ripristino andrà imputato a riserva solo per la parte che eccede la precedente riduzione di valore Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali La rilevazione della ripresa comporta sempre la revisione dei piani di ammortamento delle attività revisionate

Esempio: ripresa di valore di una singola attività valutata al costo La società Alfa S.r.l. ha acquistato nell’anno 2009 un brevetto del valore di euro 1.000.000. La società ha stimato la vita utile di tale attività in cinque anni e ha impostato un piano di ammortamento a quote costanti applicando nel primo esercizio di utilizzo del brevetto la quota intera di ammortamento. Il criterio di valutazione adottato è quello del costo. Il piano di ammortamento originario era pertanto il seguente: Prof. Gianluca Risaliti Anno Costo storico Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 1.000.000 200.000 800.000 2010 400.000 600.000 2011 2012 2013 Nell’anno 2010, a seguito di informazioni fornite dai principali concorrenti su nuove ricerche effettuate, la società valuta (attraverso un impariment test) il valore recuperabile del brevetto euro 450.000. La perdita di valore da rilevare è pari a euro 150.000 (600.000-450.000) e il piano revisionato è il seguente. Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 1.000.000 200.000 800.000 2010 400.000 600.000 2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 450.000 2011 150.000 550.000 300.000 2012 700.000 2013 (p.p.v.) = post perdita di valore Perdita per riduzione di valore a Brevetti 150.000

Segue esempio 7 Durante l’anno 2011, le società concorrenti danno notizia che le ricerche realizzate non porteranno all’ottenimento dei risultati previsti, e quindi la società al termine dell’esercizio ridetermina nuovamente il valore recuperabile del brevetto in euro 520.000. Considerato il nuovo piano di ammortamento derivante dalla precedente riduzione di valore, l’importo della ripresa di valore è così determinabile: Valore recuperabile al 31/12/2011 520.000 Valore residuo contabile al 31/12/2011 post ammortamenti (300.000) Ripresa di valore 220.000 Occorre però considerare che con la ripresa di valore il valore contabile (netto) dell’attività non può superare quello che avrebbe avuto senza la riduzione di valore. Poiché la società adotta il criterio di valutazione al costo, l’eventuale eccedenza non dovrà essere considerata. Pertanto, poiché il valore netto contabile del brevetto alla data del 31/12/2011 sarebbe stato pari, senza la riduzione di valore, a euro 400.000, il ripristino di valore andrà eseguito fino a questo ammontare e non fino al più alto valore recuperabile (pari a euro 520.000). Andrà quindi rilevata una ripresa di valore di euro 100.000 (=400.000-300.000). Prof. Gianluca Risaliti Brevetti a Ripresa di valore brevetti 100.000 Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 1.000.000 200.000 800.000 2010 400.000 600.000 2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 450.000 2011 150.000 550.000 300.000 2011 (p.r.v.) 950.000 100.000 2012 750.000 2013

Esempio: ripresa di valore di una singola attività valutata al fair value La società Alfa S.r.l. ha acquistato nell’anno 2009 un brevetto del valore di euro 1.000.000. La società ha stimato la vita utile di tale attività in cinque anni e ha impostato un piano di ammortamento a quote costanti applicando nel primo esercizio di utilizzo del brevetto la quota intera di ammortamento. Il criterio di valutazione adottato è quello del fair value. Il piano di ammortamento originario era pertanto il seguente: Prof. Gianluca Risaliti Anno Costo storico Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 1.000.000 200.000 800.000 2010 400.000 600.000 2011 2012 2013 Nell’anno 2010, a seguito di informazioni fornite dai principali concorrenti su nuove ricerche effettuate, la società valuta (attraverso un imapriment test) il valore recuperabile del brevetto euro 450.000. La perdita di valore da rilevare è pari a euro 150.000 (600.000-450.000) e il piano revisionato è il seguente. Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 1.000.000 200.000 800.000 2010 400.000 600.000 2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 450.000 2011 150.000 550.000 300.000 2012 700.000 2013 Perdita per riduzione di valore a Brevetti 150.000

Segue esempio 8 Durante l’anno 2011, le società concorrenti danno notizia che le ricerche realizzate non porteranno all’ottenimento dei risultati previsti, e quindi la società al termine dell’esercizio ridetermina nuovamente il valore recuperabile del brevetto in euro 520.000. Considerato il nuovo piano di ammortamento derivante dal precedente riduzione di valore, l’importo della ripresa di valore è così determinabile: Valore recuperabile al 31/12/2011 520.000 Valore residuo contabile al 31/12/2011 post ammortamenti (300.000) Ripresa di valore 220.000 Considerato che il criterio di valutazione adottato è il fair value, la società potrà rilevare la ripresa di valore nel suo intero ammontare: fino a concorrenza della perdita di valore prima rilevata (ossia per euro 150.000) dovrà essere rilevata a profit or loss; per l’eccedenza (ossia per euro 70.000) andrà imputata a riserva di rivalutazione (OCI). Prof. Gianluca Risaliti Brevetti a Diversi 220.000 Ripresa di valore 150.000 Riserva di rivalutazione OCI 70.000 Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 1.000.000 200.000 800.000 2010 400.000 600.000 2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 450.000 2011 150.000 550.000 300.000 2011 (p.r.v.) 1.070.000 220.000 520.000 2012 950.000 260.000 810.000 2013

Ripesa di valore di una CGU Esempio 9 Nei primi mesi dell’anno 2009 la società Beta S.r.l. aveva acquistato per un valore di euro 140.000 un‘azienda XY operante nello stesso settore produttivo. Si ipotizzi al riguardo che: l’azienda acquistata sia stata configurata come la CGU XY; l’azienda acquistata fosse costituita esclusivamente da attività materiali pluriennali, valutate al momento dell’acquisto, euro 130.000; tali attività materiali fossero rappresentate da impianti e macchinari con vita utile di dieci anni e ammortamento a quote costanti (anno 2009 quota intera di ammortamento); l’avviamento sia stato in origine determinato come differenza tra il prezzo di acquisto e il fair value delle attività dell’azienda acquistata identificate. Al termine dell’esercizio 2009, a seguito del cattivo andamento del mercato e delle stime delle vendite future, aveva rideterminato il valore recuperabile dell’azienda acquistata, stimando il valore recuperabile dell’azienda acquistata in euro 108.000. Nell’anno 2010 a seguito di una forte ripresa del mercato, la società Beta ricalcola il valore recuperabile determinandolo in euro 112.000 Prof. Gianluca Risaliti Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali CGU XY Valori al momento dell’acquisto Valori contabili al 31/12/2009, prima dell’impairment test Impianti e macchinari 130.000 117.000 Avviamento 10.000 Totale 140.000 127.000 =130.000 – 13.000 = 117.000

Segue esempio 9 Determinazione perdita di valore Valore contabile CGU al 31/12/2009 post ammortamenti 127.000 Valore recuperabile CGU al 31/12/2009 (108.000) Perdita di valore 19.000 Prof. Gianluca Risaliti Attribuzione della perdita di valore CGU XY Valori contabili al 31/12/2009, prima dell’i.t. Attribuzione perdita di valore Valori al 31/12/2009 post impairment test Impianti e macchinari 117.000 (9.000) 108.000 Avviamento 10.000 (10.000) Totale 127.000 (19.000) Revisione piano di ammortamento «Impianti e macchinari» Anno Costo storico Perdita di valore Amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 130.000 13.000 117.000 2009 p.i.t. 121.000 (9.000) - 108.000 2010 12.000 25.000 96.000 2011 37.000 84.000 2012 49.000 72.000 2013 61.000 60.000 2015 73.000 48.000 2017 85.000 36.000 2018 97.000 24.000 109.000 2019 Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali

Segue esempio 9 Determinazione ripresa di valore Nel determinare la ripresa di valore occorre ricordare che, in ogni caso, le attività, a seguito della ripresa di valore, non possono assumere un valore superiore al minore tra: Il valore recuperabile delle attività, se calcolabile; Il valore contabile, che si sarebbe ottenuto, al netto dell’ammortamento, se in esercizi precedenti non si fosse contabilizzata una perdita di valore. Pertanto, il valore contabile della voce «Impianti e macchinari» che si sarebbe ottenuto, al netto dell’ammortamento, se non fosse stata contabilizzata la perdita di valore sarebbe stato: Costo storico 130.000 Ammortamento anno 2009 (13.000) Ammortamento anno 2010 (13.000) Valore residuo 104.000 La ripresa di valore è pertanto: Valore contabile teorico, secondo originario piano di ammortamento al 31/12/2010 104.000 Valore contabile effettivo (come da piano rivisto) al 31/12/2010 96.000 Ripresa di valore 8.000 Poiché l’avviamento non è mai soggetto a ripresa di valore, la ripresa sarà attribuita interamente alla voce «Impianti e macchinari». Prof. Gianluca Risaliti Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali Attribuzione della ripresa di valore CGU XY Valori al 31/12/2009, post impairment test Ammortamenti anno 2010 Valori al 31/12/2010 post ammortamenti Ripresa di valore Valori al 31/12/2010 Impianti e macchinari 108.000 12.000 96.000 8.000 104.000 Avviamento Totale

Segue esempio 9 Revisione piano di ammortamento «Impianti e macchinari» Anno Costo storico Perdita di valore Ripresa di valore Amm.to Fondo amm.to Valore residuo 2009 130.000 13.000 117.000 2009 p.i.t. 121.000 (9.000) - 108.000 2010 12.000 25.000 96.000 2010 p.r.v. 129.000 8.000 104.000 2011 38.000 91.000 2012 51.000 78.000 2013 64.000 65.000 2015 77.000 52.000 2017 90.000 39.000 2018 103.000 26.000 116.000 2019 Prof. Gianluca Risaliti Ragioneria Internazionale/Principi contabili internazionali