Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. FOCUS CLINICI ANEMIZZAZIONE.

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Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. FOCUS CLINICI ANEMIZZAZIONE ACUTA E CRONICA L’anemia consiste in una riduzione della quantità di emoglobina (anemie emolitiche, quali per esempio l’anemia falciforme o la talassemia) o di eritrociti nel sangue. Può essere conseguente a una emorragia o all’incapacità del midollo osseo di produrre una quantità adeguata di eritrociti, a causa di alterazioni neoplastiche, infettive o in seguito a esposizione a radiazioni. Ne è un esempio l’anemia aplastica dovuta, nella maggior parte dei casi, a una distruzione midollare operata da farmaci, radiazioni, agenti tossici o, in minima parte, da neoplasie. È caratterizzata da una diminuzione armonica di elementi della serie rossa, bianca e delle piastrine. Altre cause di anemia cronica sono rappresentate da: deficit di acido folico, tipico dei soggetti malnutriti e alcolisti cronici, e corretto dall’assunzione per via orale di acido folico; deficit di vitamina B 12 (anemia perniciosa), che causa una ridotta formazione midollare di eritrociti nuovi e deriva spesso da un’inadeguata produzione di fattore intrinseco a livello gastrico, con mancato assorbimento di questa vitamina. L’anemizzazione acuta è quasi sempre secondaria a una perdita ematica massiva dovuta a emorragia legata a traumi, interventi chirurgici maggiori, ulcere gastriche, neoformazioni intestinali, e può rappresentare l’epifenomeno di neoplasie o patologie infiammatorie croniche.

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. MALATTIA EMOLITICA NEONATALE È possibile che durante la gravidanza, un feto di gruppo A o B immunizzi una madre di gruppo 0, mediante il passaggio transplacentare di antigeni fetali, con successiva produzione di anticorpi della classe IgG, in grado di attraversare la placenta in senso contrario e di raggiungere gli eritrociti fetali. Al momento della nascita, la reazione antigene-anticorpo che si sviluppa (incompatibilità AB0), provoca la malattia emolitica del neonato, ovvero una emolisi grave, che produce nel feto lesioni severe a carico del sistema nervoso centrale. È anche possibile che una donna Rh-negativa concepisca con un uomo Rh- positivo, nel qual caso il feto può essere Rh-positivo. Al momento del parto, gli eritrociti fetali Rh-positivi entrano nel torrente circolatorio materno, determinando la produzione di anticorpi anti-Rh che, in una eventuale successiva gravidanza, possono attraversare la placenta raggiungendo il feto. In questo caso, se il nascituro è Rh-positivo, a causa della reazione antigene-anticorpo, i suoi globuli rossi vanno incontro a emolisi. Tutto ciò può essere evitato somministrando alla madre, subito dopo il parto, una singola dose di globulina anti-D. Il quadro della malattia emolitica neonatale è caratterizzato da ittero cutaneo, secondario a intensa emolisi, che può causare lesioni anche a livello dei gangli della base, a causa della bilirubina che in essi si deposita. FOCUS CLINICI

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. TROMBOSI La trombosi consiste nella formazione di coaguli ematici all’interno dei vasi sanguigni, nel momento in cui coesistono condizioni patologiche, quali: rallentamento della velocità ematica, lesioni dell’endotelio vasale e alterazioni della crasi ematica. Il coagulo che si forma prende il nome di trombo e si presenta friabile, poco elastico, a superficie irregolare e aderente alla parete vasale lesa. Dal trombo si può distaccare un frammento, l’embolo, che migra attraverso il circolo sanguigno, andando a occludere vasi di differente calibro, in base al suo diametro. Nel periodo post-mortem il sangue va incontro a coagulazione massiva e i coaguli, in questo caso, si presentano elastici, non friabili, lisci e non aderiscono alla parete vasale. FOCUS CLINICI

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. FOCUS CLINICI PATOLOGIE DELLA COAGULAZIONE Oltre alla trombosi e all’embolia, esistono dei disturbi ereditari della coagulazione, primo tra tutti l’emofilia. Questa malattia è un’alterazione su base ereditaria, abbastanza rara, che colpisce il sesso maschile, dovuta a una produzione insufficiente di una o più proteine plasmatiche implicate nel processo della coagulazione. La forma più comune è l’emofilia A causata dall’assenza del fattore VIII, oggigiorno sintetizzato mediante tecniche ricombinanti e somministrato periodicamente ai pazienti. Questi ultimi necessitano anche di emotrasfusioni di sangue e della somministrazione notturna di fattori chelanti il ferro. Un tipo più comune di alterazione emocoagulativa è rappresentato dalla diminuzione del numero delle piastrine (trombocitopenia), caratterizzata dalla predisposizione al sanguinamento in diversi distretti corporei. Questi disordini si manifestano su base ereditaria o in seguito a distruzione midollare da farmaci, neoplasie ed esposizione a radiazioni.

Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. PLASMAFERESI La plasmaferesi è una tecnica che consiste nel salassare ripetutamente il soggetto e nel reiniettare successivamente in circolo la parte corpuscolata del sangue, sospesa in soluzione fisiologica. In questo modo è possibile ottenere il plasma sanguigno da utilizzare per eventuali trasfusioni, mentre l’emoglobina non subisce alcuna variazione. I protidi plasmatici subiscono una diminuzione, che viene però subito tamponata con la ricostituzione rapida delle proteine, a spese di quelle tissutali, così come avviene durante il digiuno prolungato. FOCUS CLINICI