Misure di sicurezza, iniziative locali e politiche di integrazione Valentina Di Cesare, Mediatrice Culturale e Linguistica.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Azione 1 Formazione linguistica ed educazione civica : Fondo Europeo per l'Integrazione di cittadini di Paesi terzi -Annualità Presentazione a cura.
Advertisements

Formazione Immigrazione Formazione Immigrazione Programma di Formazione Integrata per linnovazione dei processi organizzativi di accoglienza e integrazione.
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
La nuova politica sanitaria italiana in ambito internazionale Maria Paola Di Martino Information day COLLABORAZIONE SANITARIA INTERNAZIONALE E I PROGRAMMI.
VALUTAZIONE POR FSE Bologna, 31 gennaio 2008 Programma Operativo Regionale FSE Ob Comitato di Sorveglianza.
Mediatori culturali dAmbito per cittadini immigrati Soggetti coinvolti Comuni dellAmbito Associazioni di cittadini stranieri Associazioni di volontariato.
Integrazione Di: Bertarelli Beatrice, Cappellini Chiara, Corti Camilla, Maltempi Francesca.
CITTÀ DI MOGLIANO VENETO Assessorato alle Politiche Sociali Progetto Comunità DIRITTO ALLA PARTECIPAZIONE POLITICA: Le forme di rappresentanza dei cittadini.
La cooperazione territoriale vicentina SBPV : Servizio Bibliotecario Provinciale di Vicenza.
Efficacia e ricaduta del progetto “Giramondo” nel Comune di Condino
Caratteri di una formazione diretta allo sviluppo di competenze Michele Pellerey 1Montesilvano 19 marzo 2010.
I contenuti dei documenti programmatici 1) 1)un'analisi della situazione della zona di cooperazione in termini di punti di forza e di debolezza e la strategia.
Sociologo Zygmunt Bauman) Nel mondo interdipendente la dimensione locale assume un nuovo ruolo nei processi internazionali (concetto di glocale - sociologo.
1 LINEE dINDIRIZZO REGIONALI PER LACCOGLIENZA DI DONNE VITTIME DI VIOLENZA di GENERE Provincia di Piacenza 19 ottobre 2013 Regione Emilia-Romagna.
Architettura della programmazione Programmazione Strategica: UE OSC – Orientamenti Strategici Comunitari STATOQSN Quadro Strategico Nazionale Programmazione.
1. 2 Che cosè il SIL 3 E un progetto di alta integrazione socio-sanitaria che coniuga strettamente le esigenze degli utenti del DDP sotto il profilo.
incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese nel settore turistico favorire una migliore cooperazione tra gli Stati membri,
Analisi e rapporto di ricerca a cura di: Maria Antonia Moretti
Progetto co-finanziato dall'Unione Europea Ministero dell'Interno Dipartimento per le libertà Civili e l'Immigrazione Direzione Centrale per le Politiche.
Legge provinciale 23 luglio 2010, n. 16
Le scuole e l’autonomia
Programma di contrasto delle povertà. Interventi di accoglienza ed integrazione sociale delle persone senza fissa dimora.
FOND0 SOCIALE EUROPEO & FONDAZIONE PER IL SUD
Il cittadino e la Pubblica Amministrazione Il ruolo del difensore civico.
PRESENTAZIONE PROGETTO
Processi di sussidiarizzazione
OLTRE LA CRISI, INSIEME Superare lintegrazione, lavorare per la coesione sociale: i nuovi italiani nel contesto presente e futuro del paese Edgar J. Serrano.
COORDINAMENTO DELLA FUNZIONE STATISTICA COMUNALE Incontro del 12 dicembre 2013 Gli enti locali di fronte alla riorganizzazione.
RETE REALSAN RETEdi AUTORITA e ATTORI LOCALI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONALE.
COSTRUIRE IL NUOVO PIANO REGOLATORE SOCIALE ROMA
Il futuro è oggi. Orientare per non disperdere
Conferenza Integrating Cities Milano, 5-6 novembre 2007 A scuola con le mamme Fondazione Franco Verga - C.O.I. A cura di Maria Paola Colombo Svevo.
Fondi Strutturali e rete delle CCIAA Calabresi Workshop, Catanzaro 25 maggio 2006.
Le forme di Stato con riferimento al principio dell’autonomia territoriale In realtà nell’esaminare questo argomento sarebbe più corretto parlare di variabili.
Riconoscere e valorizzare le reti di migranti
Strasbourg 05/06/07 Strasbourg 31/07/ ASSOCIAZIONE DELLE AGENZIE DELLA DEMOCRAZIA LOCALE Focus sui progetti di cittadinanza attiva.
Linee guida per la disciplina del Servizio di Polizia Locale regionale e delle politiche integrate di Sicurezza Urbana.
Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari
L’immigrazione in Sardegna: continuità nella differenza Presenza, provenienza e distribuzioneL’economia e l’inserimento lavorativo degli stranieriUna.
Il ruolo dell’ente locale per l’integrazione sociale degli immigrati
1 seminario “Salute e Sicurezza sul Lavoro: trasferimento di innovazione in Europa” IL SISTEMA REGIONALE PER LA SICUREZZA E LA QUALITA’ DEL LAVORO IN LIGURIA.
L'Iniziativa Comunitaria Equal. L'Iniziativa comunitaria Equal: Nasce nell'ambito della Strategia Europea per l'Occupazione E’ cofinanziata dal Fondo.
Diritto internazionale
Programmazione e integrazione dei servizi
IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE Prof. Andrea Mignone (Università degli Studi di Genova) Storia della Pubblica Amministrazione II Anno Accademico 2008/2009.
FDL Dipartimento FRS FONDI STRUTTURALI Una risorsa finanziaria importante per lo sviluppo della Regione, del Paese e della Comunità Europea.
Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 06 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 2/5 aprile 2008.
Progetto RefER PA (Rete per l'empowerment e la formazione in Emilia-Romagna per la PA) Il progetto RefER PA è un progetto afferente ai Fondi FEI – Fondi.
CHE COS'E' L'AMBITO TERRITORIALE SOCIALE?
I Fondi indiretti all’interno dell’Unione Europea
Presentazione di FORUM PA 2005 Bruxelles 3 marzo 2005 – Istituto Italiano di cultura FORUM PA 2005 Qualità della PA Qualità della vita.
DALLE PARI OPPORTUNITA’ ALLA PARTECIPAZIONE PROTAGONISTA: risultati della ricerca.
Ruolo della prefettura tra complessità normativa e concreta integrazione A.Falso.
Le politiche di integrazione sociale dei minori stranieri
Della FISH Calabria Onlus Relazione a cura di Franca Hyerace Coordinatrice dell’Osservatorio Scuola della Calabria. Lamezia Terme 9 novembre 2006.
Anno europeo del dialogo interculturale Caritas/Migrantes Redazione Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes Via Aurelia 796, Roma - Tel.
Lorenzo Acciai - Classe III B Anno 2015/2016. Fenomeno antichissimo che ha caratterizzato: Crescita demografica Conflitti politici ed etnici Mutamenti.
Linee strategiche per il futuro: programmazione Giovanna Indiretto – Unità Pari Opportunità.
Piano regionale per l’immigrazione Assessorato alle Politiche dell’emigrazione e dell’immigrazione.
LE PRINCIPALI FIGURE COINVOLTE NELL’INCLUSIONE SCOLASTICA DEI BAMBINI ADOTTATI I RUOLI.
 Cittadinanza e immigrazione: politiche migratorie in Italia Fondazione Migrantes, 25 giugno 2015.
Servizio Controllo Strategico e Statistica Giornata seminariale L’IMMIGRAZIONE NELLA PROVINCIA DI MODENA mercoledì 27 febbraio 2008 Fonti e Archivi per.
Convegno “ANCORA NEL LABIRINTO?" Regioni e enti locali piemontesi di fronte a una nuova transizione istituzionale 16 giugno 2014 Matteo Barbero (Regione.
Assessorato Politiche per la Salute Assessorato alla Promozione delle Politiche Sociali e di quelle Educative per l’infanzia e l’adolescenza. Politiche.
PEOPLE. Innovation for societal change Io volontario in Europa Mestre, 21/10/2010.
Il welfare, dalle politiche di austerity allo sviluppo della persona Arezzo 18 settembre 2015 Intervento di David Recchia Area Politiche di Cittadinanza.
Stato dell’arte sulle attività regionali in materia di ECM Filippo Melita Treviso 11/2/2005.
UFFICIO CITTADINI IMMIGRATI Assessorato Servizi alla Persona, Famiglia, Solidarieta’ Sociale Città di Saronno Provincia di Varese.
L’ECM per potenziare il fattore di sviluppo “capitale umano” nella sanità Filippo Palumbo Direttore Generale della Programmazione sanitaria, dei livelli.
Area Politiche di cittadinanza – Lavoro Garanzia Giovani Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Webinar 18/06/2014.
Transcript della presentazione:

Misure di sicurezza, iniziative locali e politiche di integrazione Valentina Di Cesare, Mediatrice Culturale e Linguistica

La risposta italiana al fenomeno dell’ immigrazione è molto vasta e frammentaria e soprattutto estremamente dibattuta. I media da una parte, gli addetti ai lavori dall’altra spesso danno testimonianze diametralmente opposte sull’integrazione e la concreta possibilità di realizzare una società multiculturale.

La popolazione immigrata rappresenta una fascia sociale molto vulnerabile e la discriminazione e l’isolamento che ne spesso ne conseguono, contribuiscono ad aumentare il rischio della delinquenza e della successiva carcerazione. La tutela dei diritti basilari andrebbe sempre garantita in un paese civile e progredito anche se non sempre ciò è garantito, questo per vari motivi.

La tematica dell’inclusione in una società multiculturale si estende su molti fronti. Quello dell’assistenza sanitaria agli stranieri è stato oggetto, negli ultimi anni, di una completa revisione normativa, da cui si delineano, per l’Italia, precisi indirizzi di politica sanitaria. Va sottolineato che, per quanto anche in ambito sanitario si stia assistendo, in un’ottica federalista, ad un decentramento dei servizi, in futuro comunque il tema dell’immigrazione rimarrà di competenza statale.

Se volessimo fare un'analisi delle normative per la promozione e la tutela della salute dei cittadini stranieri non potremmo trascurare il ruolo delle regioni: ad esse spetterebbe sempre la traduzione delle normative nazionali in mirate politiche locali; le regioni dovrebbero ad esempio, contestualizzare definendone i destinatari e individuandone i percorsi.

La situazione italiana in tal senso è molto variegata e causa di differenze sostanziali tra regioni. Per citare un esempio, dal 1996 in poi l’Area sanitaria della Caritas romana ha raccolto e monitorato gli atti regionali in ambito sanitario. Dallo studio si evince che uno dei problemi maggiori nell’attuazione degli interventi sia la scarsa comunicazione e collaborazione tra i dipartimenti coinvolti (in genere politiche sociali o immigrazione con quello della sanità, ma anche altri).

Capita spesso che un assessorato non sappia nulla o comunque conosca poco dell'attività dell'altro e che tra gli stessi uffici del medesimo assessorato le informazioni siano confuse e contraddittorie. In alcuni casi per intervenire furono coinvolte le Consulte regionali che si sono attive alla metà degli anni novanta seppur con molti ritardi specie nelle regioni meridionali.

Nel 1990 con l'emanazione della Legge Martelli (L. 39/90) si è iniziato a pensare ad una normativa che tutelasse la salute degli immigrati e da allora sono partite le politiche regionali sugli immigrati (11 delle leggi regionali e una legge provinciale in materia di immigrazione, sono state promulgate proprio nel 1990). L’ambito sanitario, trattato solo rispetto all'immigrato lavoratore, rifacendosi alla prima legge sull'immigrazione (L. 943 del 1986), è stato ripreso da alcune regioni italiane

Dopo la legge Martelli, agli inizi degli anni '90 si distinse tra tutte la Regione Veneto che, per prima in Italia, forniva servizi di assistenza sanitaria anche agli irregolari ; l'Emilia Romagna, si rivelava sensibile in particolare alla salute di donne e bambini stranieri. A livello cittadino, alcune Aziende sanitarie (Brescia, Bologna, a Roma) si erano attivate garantendo servizi a immigrati irregolari e a clandestini

Attualmente in Italia l’immigrazione non è più un’emergenza ma un dato di fatto e in più, i flussi migratori sono cambiati e si caratterizzano come processi complessi, dove gli elementi di espulsione dai paesi di origine (povertà, disoccupazione, guerra, persecuzione politica ecc.) sono strettamente legati a quelli di attrazione nei paesi di arrivo (presenza di comunità di connazionali, richiesta di lavoro informale ecc.), e le scelte individuali sono legate a quelle collettive.

La legge n. 943/1986, (primo testo sull’immigrazione) dava alle Regioni funzioni primarie in materia di integrazione sociale: queste, infatti, avrebbero dovuto istituire apposite consulte regionali per arginare i problemi dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie e invogliare i nuovi cittadini alla partecipazione a corsi di lingua e cultura italiana. Purtroppo questa legge non prevedeva finanziamenti specifici per implementare i servizi di cui sopra e alle regioni spettava il compito di trovare le risorse.

E’ solo con la legge n. 40/1998 che si giunge, finalmente, a un chiarimento circa il ruolo istituzionale delle Regioni nel campo dell’integrazione. A queste, infatti, spettava il compito di ripartire le risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie, indicando le priorità e le linee di intervento da realizzare insieme agli enti locali.

La regione dunque sembrò il nucleo adatto da cui far partire politiche di integrazione e coesione ma anche di promozione dello sviluppo economico. Le politiche regionali sull’integrazione dovevano promuovere azioni volte a favorire una gestione delle dinamiche migratorie che tenessero conto delle esigenze territoriali e degli elementi culturali dei cittadini immigrati presenti.

L’obiettivo, in altre parole, era quello di assecondare le richieste di forza lavoro immigrata provenienti dai sistemi produttivi locali, considerare e conteggiare gli effettivi bisogni del territorio e favorire l’inserimento dei cittadini immigrati in un’ottica orientata allo sviluppo e alla crescita.

Dal 1998 in poi enti locali, Regioni, Province autonome, organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori, nonché organismi internazionali e associazioni operanti nel campo dell’immigrazione da almeno tre anni, hanno iniziato a collaborare per realizzare attività di formazione finalizzate all’integrazione, seguendo le linee di programmi approvati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero dell’Istruzione, anche su proposta delle regioni stesse.

Queste prime azioni, non sempre avvenute in maniera omogenea sul territorio nazionale hanno pian piano incentivato l’inserimento lavorativo sia nei settori produttivi italiani in Italia che l’inserimento lavorativo nei settori produttivi italiani che operano nei paesi di origine dei lavoratori stranieri

Le regioni, così come gli altri enti locali, hanno iniziato ad operare anche in modo associato, collaborando per raggiungere obiettivi congiunti.

Il diffondersi dei programmi europei ha poi portato le regioni ad assumere ruoli chiave nella cooperazione con altri paesi comunitari e non, promuovendo non solo obiettivi comuni ma contatti e collaborazioni tra regioni di diversi stati.

Ci sono molti programmi europei che ancora oggi vedono le regioni in primo piano nella realizzazione degli stessi. Esistono molte attività per l’integrazione, non solo dei lavoratori stranieri regolari, ma anche dei richiedenti asilo in territorio europeo.

Al di là del coordinamento tra le molte regioni europee, particolarmente importante per le politiche di gestione del fenomeno migratorio è la cooperazione con regioni esterne all’Unione Europea, appartenenti cioè a Stati che non sono – o non sono ancora – membri.

Il ruolo importante delle regioni nella cooperazione è quello legato al coinvolgimento paesi di origine degli immigrati, che sono senza dubbio uno degli elementi più importanti di cui tener conto nel processo di integrazione; tali elementi non vanno visti come inclusione a senso unico, ma come processo di adattamento e riconoscimento reciproco.