Le relazioni tra i gruppi Senso di appartenenza e relazioni tra i gruppi
Kurt Lewin (1890-1947) In psicologa sociale è dagli eventi della seconda guerra mondiale che nasce la spinta a capire quali variabili promuovono i conflitti tra gruppi. Ritorniamo quindi a K. Lewin, alla sua definizione di gruppo, al concetto di interdipendenza tra i membri, che può avere due diversi fondamenti.
Interdipendenza del compito: è il caso della partita di calcio, in cui la vittoria dipende dall’integrazione delle azioni di tutti i giocatori Interdipendenza del destino: è il caso degli ebrei che nel momento in cui hanno condiviso il destino delle persecuzioni razziali hanno sentito e sviluppato un forte legame di appartenza allo stesso gruppo (ingroup). Il sentirsi improvvisamente nella stessa barca rende un aggregato casuale di individui un gruppo ( clienti di una banca in cui si effettua una rapina, ma anche extracomunitari o altre minoranze –donne)
Muzafer Sharif (1906-1988) Esperimenti di Robbers Cave
In quali condizioni si genera animosità fra i gruppi? Sherif et al. (1961): i fenomeni intergruppi non possono essere spiegati invocando esclusivamente problemi di personalità o frustrazioni individuali E’ necessario considerare le proprietà dei gruppi e le conseguenze dell’appartenenza di gruppo sugli individui Ricerche nei campi estivi (1948 - 1952) Partecipanti: adolescenti americani, non consapevoli di partecipare ad una ricerca, che trascorrevano due settimane in un campo estivo diretto da Sherif e collaboratori Procedura: introduzione di diverse fasi, nel corso delle quali i ricercatori concentravano l’attenzione su aspetti diversi del gruppo e del comportamento intergruppi
Fase I: i ragazzini svolgevano ogni attività insieme; si creavano i primi rapporti privilegiati Fase II: dopo una settimana, divisione in due gruppi distinti, apparentemente per motivi organizzativi del campo. Separazione degli amici più stretti. Fine delle attività comuni. I gruppi si danno dei soprannomi, “le Aquile” e “i Serpenti a sonagli”, e dei simboli di riconoscimento. Evoluzione delle abitudini e delle norme di gruppo. I ragazzini iniziano a prediligere la compagnia dei componenti l’ ingroup
Fase III: introduzione di competizione fra i due gruppi mediante gare sportive o tiro alla fune. Rapido deterioramento delle relazioni intergruppi, caratterizzate da ostilità e formazione di stereotipi negativi dell’altro gruppo. Forte coesione all’interno di ciascun gruppo. Forte presenza di favoritismo ingroup, considerato unonimamente migliore dell’outgroup Le tensioni intergruppi non cessavano nemmeno al termine delle situazioni competitive.
Fase IV: introduzione di uno scopo sovraordinato per i due gruppi (furgone in panne, partita di softball campo/squadra del paese, condivisione risorse economiche per vedere uno spettacolo) Ne deriva una diminuzione dell’ostilità e della tensione fra i gruppi
scopi competitivi conducono dunque a conflitto intergruppi Conclusioni di Sherif il conflitto di interessi, anche rappresentato da giochi competitivi, è all’origine del conflitto intergruppi. scopi competitivi conducono dunque a conflitto intergruppi scopi sovraordinati conducono a cooperazione fra gruppi Ma è davvero necessario, come indicato da Sherif, che sia presente un interesse materiale concreto per originare una tensione intergruppi?
I limiti La cooperazione fra gruppi non sembra sufficiente ad annullare atteggiamenti negativi verso l’outgroup Non è tanto importante l’obiettivo comune, ma l’esito della loro collaborazine Il conflitto pare talvolta fondarsi su competizioni per beni sostanzialmente intangibili o anche sulla percezione di conflitti di interesse con l’outgroup
Henri Tajfel (1919-1982) Nato in Polonia da una famiglia ebraica, frequenta l’università a Parigi. Allo scoppio della 2° guerra mondiale si arruola, viene fatto prigioniero ma riesce a nascondere le sue origini ebraiche. La sua famiglia e la sua rete sociale furono sterminate. Da qui nasce il suo interesse agli studi sulle relazioni tra categorie sociali, il pregiudizio, la discriminazione, i conflitti sociali.
Categorizzazione … è definita l’insieme dei processi che tendono ad ordinare l’ambiente in termini di categorie: gruppi di persone, di oggetti, di avvenimenti in base a caratteristiche che noi riteniamo li accomunino … è una messa in ordine del mondo attorno a noi che comporta delle indispensabili semplificazioni … è un processo che accentua le differenze intercategoriali e le somiglianze intracategoriali
Categorizzazione sociale Dalla categorizzazione fisica alla categorizzazione sociale, collegata ad effetti stereotipici e con una connotazione di valore (Tajfel 1969, 1970) ↓ Valorizzazione (favoritismo) del proprio gruppo/categoria di appartenenza (ingroup) Discriminazione degli altri gruppi/categorie di appartenenza (outgroup)
Paradigma del gruppo minimo (Tajfel 1971) Studi finalizzati a verificare quali caratteristiche dei gruppi fossero sufficienti per innescare il conflitto intergruppi e la discriminazione. Esperimento gruppo Klee e gruppo Kandinskij
Identità Si possono immaginare due punti estremi di un continuum lungo il quale l’individuo “sente” la propria identità. Ad un estremo la consapevolezza che l’individuo ha di appartenere ad un determinato gruppo (sono volontario della protezione civile, sono italiano, sono uno studente di fisica…) IDENTITA’ SOCIALE All’altro riflessione su di sé, sulla propria storia, sulle proprie speranze e progetti a cui si associano linee d’azione fondate su esigenze di coerenza personale (sono estroversa, testarda, brava in matematica….) IDENTITA’ PERSONALE
Teria dell’identità sociale Processo di categorizzazione sociale spinge ad accentuare le somiglianze intracategoriali e le differenze intercategoriali ↓ Discriminazione legata anche al fatto che al nostro gruppo sociale noi leghiamo la nostra identità sociale
Teoria dell’identità sociale L’identita sociale è quella parte della concezione di sé di un individuo che gli deriva dalla consapevolezza di essere membro di un gruppo (o più gruppi) sociale, oltre al rilievo emozionale collegato a questa condizione di membro … è legata al gruppo di appartenenza e l’adesione ad un gruppo e il permanervi sono in funzione del contributo che il gruppo dà a questa identità Il favoritismo verso l’ingroup è funzionale a connotare positivamente l’identità sociale e a promuovere l’autostima. Il favoritismo verso l’ingroup si basa su tre processi psicologici categorizzazione sociale identificazione confronto sociale
I membri dei gruppi dominanti considerano se stessi individualmente come il punto di riferimento in rapporto a cui gli altri sono definiti, si concepiscono come individui unici e non cercano perciò una definizione di sé in termini di appartenenza di gruppo. I membri di gruppi dominati, invece,definiscono se stessi, e spesso sono definiti anche dagli altri, più nei termini delle categorizzazioni sociali che sono loro imposte
Funzioni dell’identità sociale Kay Deaux e coll (1999) hanno Individuato 7 funzioni dell’IS Conoscenza e comprensione del sé (più di stampo individuale) Confronto sociale verso il basso Interazione sociale e coinvolgimento romantico (si collocano entrambe a livello interpersonale) Promozione dell’autostima collettiva, confronto e competizione intergruppi, cooperazione e coesione intergruppo (tutte e tre collegate alle relazioni intergruppi e più propriamente di matrice tajfeliana)