Le donne come popolazione migrante
Nelle famiglie immigrate in Italia tocca soprattutto alle donne amalgamare le due culture. L’intreccio famiglia-scuola può offrire proficue possibilità di mediazione culturale, dei valori e dei contenuti di apprendimento del paese di origine e del luogo in cui si vive. La migrazione comporta inevitabilmente una frattura rispetto alla cornice culturale di riferimento e un cambiamento nella storia familiare, pertanto può risultare talvolta traumatica. “traumatismo della perdita del quadro culturale interno, a partire dal quale si innesca il processo di decodifica della realtà esterna”.
Lo strappo nella migrazione le persone vivono la sovrapposizione di vecchi e nuovi modelli culturali propri dei processi acculturativi: sperimentano nuovi ruoli, nuove dinamiche di coppia e nuovi stili di coniugalità e parentalità, nel cui ambito le categorie del femminile e del maschile sono diverse rispetto alla cultura d’origine
Possibili esiti dei processi di acculturazione Assimilazione Separazione Marginalità Biculturalismo -Adesione profonda agli schemi comportamentali e valoriali del paese ospitante (seconda generazione) - legame con la propria cultura, rinforzo del proprio senso d’identità -allontanamento dalle proprie radici, ma difficoltà di integrazione -impegno attivo sia per la cultura d’origine sia per quella del paese ospitante
Motivazioni della scelta di partire La > parte delle donne non percepisce il progetto migratorio come una propria scelta e vive con sollievo il fatto che, originariamente, il progetto appartenga ad un altro. Al contrario, gli uomini sentono come proprio il progetto migratorio, e li colloca in una posizione di maggiore vulnerabilità in relazione anche alle maggiori aspettative di successo proprie e della famiglia d’origine.
Modelli familiari Le madri immigrate sono più vulnerabili per la criticità della transizione genitoriale in terra straniera e potenzialità destrutturanti Insicurezza durante la gravidanza parto e puerperio, mancanza della rete femminile familiare, privazione delle esperienze e del sapere della famiglia Indicazioni nell’organizzazione e nella gestione dei servizi di sostegno agli utenti immigrati
gravidanza Momento particolare che mette in luce ansie, eventuali stati di sofferenza, paure e insicurezze; importanza del significato attribuito all’esperienza
Disegno di ricerca Relazioni familiari Attività lavorative abitudini e stili di vita cambiamenti In che cosa le donne migranti sono diverse/uguali dalle loro madri ? Quali diversi percorsi avviano, quali cambiamenti rispetto ai ruoli e ai modelli? Quali relazioni si stabiliscono tra donne migranti e donne del paese ospitante? Come immaginano la vita e il futuro delle loro figlie?
Soggetti di ricerca: 37 donne immigrate (madri con figlie, residenti da almeno 5 anni) nazionalità Fasce d’età 25-34 18 35-44 14 45-53 5 Marocco 10 Tunisia 6 Sri lanka 7 Bangladesh mauritius Stato civile Coniugate 33 divorziate 3 vedove 1
Metodologia e strumenti strumento di ricerca qualitativo: intervista autobiografica Narrazione come metodo di ricerca ma anche come intervento formativo attraverso il quale si creano cambiamenti, si rivisitano le radici e le identità in vista del futuro Strumento flessibile
Risultati della ricerca Sperimentazione del ruolo lavorativo extradomestico scelta di limitare il numero di figli “doppia presenza”
Raggiungere il coniuge Decisione concorde Evento migrazione: Raggiungere il coniuge Decisione concorde ricerca di un lavoro soddisfacente Vita in Italia: Lavoro occasione di incontro con la cultura locale, di apprendimento, di socializzazione Strategia emancipatoria, Sperimentazione di “reti miste” mediazione Relazioni familiare e identità di genere: Maggiore equilibrio nei ruoli all’interno della coppia Madri e figlie: Dilemma tra riproduzione dei modelli della cultura d’origine e adesione a schemi diversi da quelli della propria tradizione Ricerca di equilibrio Strumenti:istruzione