XXVIII dom. T.O. - B Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, ci conceda.

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Transcript della presentazione:

XXVIII dom. T.O. - B Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, ci conceda lo spirito di sapienza perché possiamo conoscere qual è la speranza della nostra chiamata … Mc 10,17-30

Preghiera iniziale Dom - XXVIII - B Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’ hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. Ci rivolgiamo a te, Maria, Madre di Gesù e Madre nostra: suscita in noi la gioia di ascoltare la Parola di Dio; ottienici di essere veri, vivi, autentici in forza della Parola del Signore che si deposita nei nostri cuori: essa sciolga in noi ciò che è contorto; faccia diventare luminoso ciò che è oscuro. Amen Preghiera iniziale Dom - XXVIII - B

17 Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna? ”. 18 Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19 Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”. 20 Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. 21 Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. 22 Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. 23 Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio! ”. 24 I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: “Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio! 25 È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. 26 Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: “E chi mai si può salvare? ”. 27 Ma Gesù, guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio”. 28 Pietro allora gli disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. 29 Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, 30 che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.

Il nostro brano centra la sua attenzione sulla come un impedimento alla realizzazione del Regno e, contemporaneamente, indica le condizioni per seguire Gesù: ricchezza … và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi!

Contesto Siamo nella seconda parte del Vangelo di Marco; questi capitoli (9-16) da una parte ci descrivono le esigenze radicali che comporta la “sequela” di Gesù, dall’altra c’è una serie di prese di posizione nei confronti di tutto ciò che si oppone al Regno di Dio.

Testo E’ facilmente divisibile in 3 parti: * vv. 17-22 L’incontro di Gesù col ricco… * vv. 23-27 La catechesi sulla ricchezza… * vv. 28-31 Domanda di Pietro e risposta di Gesù sull’esito della sequela

* v. 17: Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna? ”. I protagonisti di questo primo quadro sono Gesù che è in viaggio verso Gerusalemme e un “tale” (qualsiasi uomo o donna) che viene presentato in atteggiamenti inequivocabili (corre, si getta in ginocchio, domanda…). E’ proprio questa domanda che diventa decisiva per la sua vita!

v. 18: Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono * v. 18: Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Gesù corregge e rifiuta l’appellativo di “buono”, indirizzandolo verso Dio (probabilmente respinge l’adulazione!); richiamando Dt 6,4 si indica che solo in Dio sta la fonte della salvezza. Un Dio che, attraverso i comandamenti, guida il suo popolo. * v. 19: Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”. Il riferimento ai comandamenti della seconda tavola della legge, mette in rilievo l’importanza di arrivare a Dio passando per i fratelli.

* v. 20: Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. In questo versetto c’è la risposta del giovane; da qui in poi si nota un crescendo negli atteggiamenti di Gesù caratterizzato dal versetto 21 a: “… fissatolo lo amò e gli disse…”. (cfr. Mc 1,16ss; Mt 2,13ss) Uno sguardo di amore che prelude alla proposta di una nuova creazione che è possibile ad una sola condizione. * v. 21 b: “Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. “va’… vendi … dallo … vieni … seguimi …”

* v. 22: Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. La risposta del giovane, apre la strada alla seconda parte del brano. “Rattristatosi” (στυγνασας): la lingua greca esprime il buio di una notte senza stelle e senza possibilità di orientamento.

* vv. 23-24: Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio! ”. I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: “Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio! Questi versetti sono una vera e propria catechesi sulla ricchezza che era molto importante per l’ambiente ebraico perché: “essere ricchi” significava sperimentare la presenza e la benedizione di Dio; essere poveri significava, invece, sperimentare la lontananza e la maledizione di Dio. L’azione educativa di Gesù consiste qui nel condurre poco a poco l’uomo ad un capovolgimento di valori (cfr. le beatitudini).

L’argomento principale della catechesi è la che nel cammino di qualsiasi individuo, va data a Dio e alla sua Parola. A proposito di fiducia totale da dare a Dio e alla sua Parola, va notato che la tentazione è sempre quella di affidarsi a qualcos’altro, di consegnare la propria vita ad altre mani che non sono quelle del Padre. In ebraico il termine “ricchezza” ha la stessa radice del termine “fede”: “amàn” (appoggiarsi = dare fiducia = credere…). “fiducia totale”

Sull’esempio di Gesù, il discepolo deve appoggiarsi unicamente a Dio; … la ricchezza è una trappola, un falso appoggio.

* v. 25: È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. L’espressione non va addomesticata con il riferimento a una delle porte di Gerusalemme attraverso la quale il cammello passava con difficoltà. E’ una iperbole come un’altra presenti nel vangelo (cfr. Mt 23,24: guide cieche che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello…; Lc 6,41 ss: perché guardi la pagliuzza…) * vv. 26-27 Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: “E chi mai si può salvare? ”. Ma Gesù, guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio”. La reazione dei discepoli e l’ultima lezione di Gesù: i discepoli hanno la stessa reazione del ricco.

Fare questo, vuol dire, acquisire l’atteggiamento sapienziale * vv. 28-30 Pietro allora gli disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. Gesù invita a volgere in positivo l’esperienza della sequela. Fare questo, vuol dire, acquisire l’atteggiamento sapienziale della prima lettura.

Preghiamo con Mc 10,17-30 Ecco, questo proprio non lo capisco: perché, Gesù, consideri le ricchezze un pericolo ed un peso di cui sbarazzarci se vogliamo diventare tuoi discepoli? Non è proprio possibile venirti dietro e nel contempo assicurarci la vita, confidando in quei beni che ci sostengono nel momento del bisogno? Non è proprio possibile condividere il tuo progetto, accogliere la tua Parola, senza rinunciare al benessere che il denaro ci permette? Perché tanta ostilità nei confronti delle ricchezze? In fondo per vivere abbiamo bisogno di denaro! E’ proprio necessario fare terra bruciata alle nostre spalle per vivere autenticamente l’avventura del Regno? E’ proprio indispensabile scegliere di essere poveri se vogliamo essere liberi, pronti ad amarti con tutto il cuore e con tutta l’anima? A te probabilmente non basta solo la metà del nostro cuore e il denaro finisce sempre per diventare da servo a padrone. Amen