Organizzazione e produzione dell’arte mediale 2014/2015 Biennio specialistico Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte Accademia di Belle Arti di Brera Prof. Laura Tettamanzi laura.tettamanzi@gmail.com Il blog del corso: rooms21.wordpres.com
Il corso di “organizzazione e produzione dell’arte mediale” afferisce all’area marketing ma non è un corso di marketing. E’ un corso che insegna a fare progetti, partendo dal contesto in cui si andranno a realizzare e dalle risorse necessarie per svilupparli. Il corso si focalizza sugli aspetti produttivi e di scenario, e sull’evoluzione dei nuovi media, sulle relazioni fra arte e industria culturale. E’ un corso che guarda al futuro, alle tendenze e alle tecnologie emergenti, in particolare in questa fase la Rete, i social network, e le tecnologie mobili. La prima parte del corso e le letture collegate (bibliografia obbligatoria) è però molto tradizionale, teorica, perché ritengo necessario partire da solide basi metodologiche che ci aiuteranno in futuro a mettere a fuoco e contestualizzare il nostro lavoro, qualsiasi sarà il nostro destino: artisti, “operai” dell’industria culturale, cineasti, performer, game designer, web designer o smanettoni.
BIBLIOGRAFIA: TESTI BASE Cos’è e come funziona la comunicazione (fra umani, fra macchine, fra umani e macchine). Lo schema di Jakobson. Cosa si intende per “medium”. l mezzo è il messaggio (MC LUHAN): “This is merely to say that the personal and social consequences of any medium-- that is, of any extension of ourselves -- result from the new scale that is introduced into our affairs by each extension of ourselves, or by any new technology”. Che cos’è l’ “industria culturale” (BENJAMIN): l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Ogni opera e “aperta”nel senso che vive nel momento in cui il pubblico/ lo spettatore/l’utente la interpreta e ne ricostruisce il significato. Questo tema esplode nell’epoca dei social media in cui chiunque è al tempo stesso autore e fruitore (ECO)
Uno schema vecchio e sempre nuovo: la teoria della comunicazione di Jakobson, 1961 IO/I IO/I Cinema Televisione Sito Web Blog AUTORE Pubblico/audience Pubblico/prosumer
JOEL KYACK (1972) Good Things Come (To Those Who Wait?), 2011 Dalla mostra AMERICAN EXUBERANCE, Miami,
La seconda parte del corso si focalizza sulle nuove tendenze della comunicazione. Cosa succede quando il pubblico non è più passivo (vado al cinema, sento radio, guardo tv) ma diventa operativo e mobile, non più legato a tempi e stili di vita fissi? Cosa significa comunicare a 360 gradi? Essere il più possibile creativi nel miscelare tecnologie, linguaggi, sfruttando tutti e proprio tutti i mezzi a disposizione, dall’online all’offline (Banksy,, l’artista che ha conquistato le gallerie partendo dalla strada, ma lavorando con stencil on the street e con tradizionalissimi stili pittorici). Come cambia il racconto nell’era dei media a 360 gradi? La produzione di contenuti deve tenere conto di un pubblico che partecipa creativamente. Il racconto diventa transmediale e utilizza nuovi strumenti partecipativi (app, social media).
Collegati a questa parte del corso sono stati gli interventi di esperti o i percorsi in aziende molto evolute della comunicazione, che sono funzionali a aprire lo sguardo sui processi produttivi e sulle nuove professioni digitali. Gli interventi: Sergio De Vidovich, Location manager, Milano Tommaso Faidjga, Alberto Boido, Game designer, UBISOFT I percorsi in azienda: Stylum Liquid
La terza parte del corso è legata ai progetti individuali e collettivi degli studenti. Per l’esame si propone di ideare un prodotto (racconto, social media, documentario) utilizzando tutti i possibili strumenti e linguaggi. Il corso incentiva a utilizzare strumenti di racconto mobili e app in realtà aumentata ed è collegato ai workshop tenuti da Marco Pucci in aula 110 e in particolare al workshop sulla realtà aumentata. Ci possiamo ispirare a raconterlavie.fr – vozmob.net – biomapping.net - LE PIATTAFORME Facebook – Twitter – Storyfi - Foursquare – Aurasma -
ALTRI TESTI HENRY JENKINS, Cultura Convergente (Apogeo) HOWARD RHEINGOLD, Smart Mobs; The Next Social Revolution (anche in italiano)