Disturbo dello sviluppo della coordinazione motoria (DCD) DISPRASSIA EVOLUTIVA
CHI SONO QUESTI BAMBINI? Nella clinica frequentemente si riconoscono severe, persistenti e specifiche difficoltà in alcuni processi cognitivi: attenzione coordinazione motoria linguaggio parlato meccanismi fonologici di base presenti in bambini: • di intelligenza normale • senza nessun disordine neurologico evidente ad un esame standard (Towen, 1979; Denckla, 1985) • spesso ma non sempre è presente una familiarità • con esperienze educative e scolastiche apparentemente adeguate
Incidenza del disturbo? La prevalenza del disturbo è stimata intorno al 6% della popolazione infantile tra i 5 e gli 11 anni (Cermak, 2001) In un rapporto di 3 M : 1 F in parte per differenze culturali (Taylor,1990) Le competenze motorie richieste variano a seconda di età, sesso, ambiente e cultura
Disturbo di sviluppo della Coordinazione (DCD; DSM-IV) Il disordine consiste in un danno marcato nello sviluppo della coordinazione motoria non dovuto a ritardo mentale né a cause neurologiche note. Disordine Specifico dello Sviluppo della Funzione Motoria (SDDMF; ICD-10) Si tratta di un serio danno nello sviluppo della coordinazione motoria che non può essere interamente spiegato da una generale condizione di ritardo mentale o da danni neurologici specifici congeniti o acquisiti. Spesso alla goffagine motoria si accompagnano difficoltà in compiti visuo-spaziali.
DSM - IV Disturbo di Sviluppo della Coordinazione (DCD) ICD - 10 Disordine specifico dello sviluppo della funzione motoria (SDDMF) Le prestazioni in compiti di coordinazione motoria, fini o grosso motori, sono significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età e allo sviluppo intellettivo. La valutazione va condotta con esame individuale utilizzando uno strumento che misura la coordinazione fine e grosso motoria. Le difficoltà di coordinazione motoria dovrebbero essere presenti sin dall’inizio dello sviluppo e non dipendono da deficit acquisiti. Le prestazioni nelle attività di vita quotidiana, che richiedono coordinazione motoria, risultano sostanzialmente inferiori rispetto il livello atteso per età ed intelligenza. Le difficoltà possono manifestarsi con ritardo nell’acquisizione delle prime competenze motorie (gattonare, sedersi, camminare) e con comportamenti quali facilità nel far cadere oggetti, “goffagine”, scarse competenze negli sport e difficoltà nella scrittura.
Esempi di difficoltà grosso motorie DSM IV Ritardo nell’acquisizione di competenze quali, gattonare, star seduto, camminare ... ICD 10 Ritardo psicomotorio Scarsa consapevolezza nel portamento, lentezza nell’imparare a correre, nel salire e scendere le scale
Esempi di difficoltà fini motorie DSM IV fare i lacci alle scarpe Abbottonarsi Scrivere • Disegnare ICD 10 • copiare, scrivere • assemblare puzzles • costruire modelli • giochi di pazienza • giochi di costruzione
Altre difficoltà DSM IV ICD 10 • giocare a palla • far cadere oggetti • ‘goffagine’ • scarse abilità sportive • linguaggio (disordini fonologici) ICD 10 • lanciare ed afferrare una palla • inciampare • comprendere percorsi visuo-spaziali • linguaggio (articolazione)
Il disturbo interferisce significativamente con: Attività di vita quotidiana Attività scolastiche Il disturbo non è dovuto ad una condizione medica generale (es. paralisi cerebrale, emiplagia o distrofia muscolare) e non soddisfa i criteri per un disordine pervasivo dello sviluppo.
DSM IV Se il ritardo mentale è presente, le difficoltà motorie sono significativamente peggiori rispetto ad altre disabilità. ICD 10 Il disturbo non è spiegabile nei termini di un generale ritardo intellettivo.
Eziologia Prematurità o altri problemi perinatali Basso peso alla nascita (small for date) Jongmans et al. (1998) hanno riscontrato difficoltà percettivo-motorie nel 48% dei bambini di 6 anni nati prematuri (<35°settimane di e.g.). Nel 10% di questi non erano evidenti altri problemi. In alcuni casi, lesioni cerebrali rilevate con tecniche di imaging alla nascita non erano più visibili al follow up. La dismaturità è correlata alla paralisi cerebrale infantile nel modo seguente: (Ellemberg JH, 1979). Cooke e coll. (1999), Miyahara et al. (2003) hanno trovato alterazioni alla RMN alla nascita nel 42,5% dei soggetti di un gruppo di small for date. Questi ed altri dati fanno ritenere che alcuni bambini goffi si possono collocare al limite della paralisi cerebrale infantile
Eziologia Predisposizione genetica come base comune per dislessia e DCD (Stein, 2002; Stordy, 2000) Base genetica per problemi di articolazione della parola e difficoltà motorie (Watkins, Gadian e Vargha-Khadem, 1999) Comune difetto genetico per abilità visuocostruttive e coordinazione motoria (Mervis, Robinson e Pani, 1999) Mercuri et al. (1996) in uno studio con RMf descrivono anormalità morfologiche del corpo calloso nella maggioranza della popolazione di bambini con DCD nati prematuramente. In uno studio follow-up (1998) gli stessi autori notano che in alcuni casi, lesioni identificate alla nascita non erano più evidenti in anni successivi.
Co-morbilità: caratteristiche associate ICD 10 • difficoltà scolastiche • problemi comportamentali e socio-emotivi • difficoltà in compiti visuospaziali DSM IV ritardi nello sviluppo iniziale di altre funzioni cognitive disturbo fonologico disturbo espressivo del linguaggio disturbo misto del linguaggio (recettivo ed espressivo)
DISPRASSIA o DCD la definizione di Disprassia implica “il deficit di esecuzione di un gesto intenzionale. e difficoltà soprattutto rispetto alla capacità di pianificazione, programmazione ed esecuzione di una serie di deputati al raggiungimento di uno scopo od obiettivo.
E’ possibile evidenziare diverse forme di disprassia che a volte coesistono in modo disomogeneo: Disprassia di sguardo (movimenti di sguardo, oculomozione). Disprassia verbale. Disprassia orale. Diaprassia labio-glosso-velare. Disprassia degli arti. Disprassia dell’abbigliamento. Disprassia del disegno. Disprassia della scrittura. Disprassia costruttiva. Disprassia della marcia
Secondo Sabbatini e coll Secondo Sabbatini e coll., la disprassia è da considerarsi come disturbo multisistemico che coinvolge diversi aspetti dello sviluppo che vengono ad influenzarsi reciprocamente là dove la disorganizzazione sul piano motorio e deficit percettivi hanno gravi ricadute su altri ambiti dell’apprendimento Esisterebbe una stretta correlazione tra PERCEZIONE e AZIONE al fine del raggiungimento della COGNIZIONE. Questo assunto trova riscontro nelle recenti scoperte nel campo delle neuroscienze e dei Neuroni specchio
nuova classe di neuroni premotori (area F 5 corteccia premotoria ventrale del macaco) che si attivano, non solo quando la scimmia fa, ma anche quando guarda altri fare. Questa classe di neuroni è chiamata Neuroni-specchio (Rizzolatti e Gallese 1996). La scoperta dei neuroni specchio nelle scimmie ha suggerito l’idea che un simile sistema fosse riscontrabile anche nell’uomo, ipotesi confermata poi da successive e sofisticate ricerche (Fadiga et al. 2001).
l’organizzazione del movimento non dipende solo dai neuroni afferenti alle aree motorie, ma è frutto delle strette connessioni tra aree motorie e sensoriali. In particolare la corteccia frontale e la corteccia parietale posteriore risultano costituite da un mosaico di aree anatomicamente e funzionalmente distinte, che sono fortemente interconnesse tra di loro e formano circuiti destinati a lavorare in parallelo ed integrare informazioni sensoriali e motorie, relative a determinati effettori Tuttavia esistono specifiche e particolari differenziazioni all’interno dei circuiti e delle connessioni neurali, a seconda che si tratti di movimenti non finalizzati a funzioni adattive o di azioni motorie deputate a precisi scopi ed obbiettivi.
Alla luce di ciò, la definizione di Disprassia (Sabbadini G. Sabbadini L. 1995) come: "Difficoltà a Rappresentarsi, Programmare ed Eseguire atti motori consecutivi, deputati e finalizzati ad un preciso scopo ed obbiettivo” Tutto ciò a causa di: mancata acquisizione di attività intenzionali intese come abilità e competenze, o acquisizione di strategie povere e stereotipate ridotta capacità di rappresentarsi “l’oggetto” su cui agire l’intera azione o le sequenze che la compongono; difficoltà a coordinare e ordinare in serie i relativi movimenti elementari in vista di uno scopo (pianificazione e programmazione dell’atto motorio.)