Le politiche di sviluppo rurale nelle regioni Obiettivo 1 in Italia Tesi di dottorato di Fiorenzo Cazzato Fiorenzo Cazzato.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La struttura del Rapporto
Advertisements

La filiera delle risorse culturali, naturali e turistiche
La conoscenza del contesto territoriale
Il miracolo economico ( ) La fase di sviluppo estensiva: sviluppo e squilibri Caratteri prevalenti: – Aumento delloccupazione – Processo di industrializzazione.
Roma 14 maggio 2008 IL POI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO PROPOSTA PER UN PROGETTO PILOTA DELLE PROVINCE DEL MEZZOGIORNO.
Azioni Strutturali Politica regionale Rafforzare la concentrazione Obiettivi7 3 Iniziative comunitarie13 4 % della popolazione.
UNA BUSSOLA PER NAVIGARE NELLA UE La politica di coesione nellU.E. Corso in TECNICHE DI PROGETTAZIONE: Fund Raising per lUniversità A CURA DELLASSOCIAZIONE.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA
Il Quadro Comunitario di Sostegno in Italia Corso di Politica Regionale e dello Sviluppo Prof. Cristina Brasili A.A Corso di Politica.
LINDICE DI VIRTUOSITA RELATIVA TERRITORIALE Venezia, 10 giugno 2011 Gruppo consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania.
Regional Policy EUROPEAN COMMISSION 1 Bruxelles, 15 maggio 2006 INCONTRO DEGLI STUDENTI DELLUNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE CON LE ISTITUZIONI EUROPEE.
Il primo anno di attività del Fondo unico Letizia Ravoni, Direttore generale Servizio progetti, studi e statistiche Una novità: il Fondo unico per le Aree.
Corso di Impatto Ambientale Modulo A: Pianificazione Energetica
Geografia dellUnione Europea Le aree rurali Lunedì 3 maggio 2010 Dott. Pierluigi Magistri.
Dott. Mauro Scattolini – Confcooperative Marche - Fedagri
Politica di sviluppo rurale
1 LE LINEE STRATEGICHE DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLE MARCHE Lorenzo Bisogni Ancona, 2 marzo 2007 SERVIZIO AGRICOLTURA FORESTAZIONE E.
DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013
Progetti Integrati di Filiera (PIF)
Il pacchetto giovani nella politica di sviluppo rurale
FOND0 SOCIALE EUROPEO & FONDAZIONE PER IL SUD
Attuazione Approccio Leader Nelle Terre Pescaresi PSR 2007 – 2013 Asse IV.
Gli elementi innovativi della politica di sviluppo rurale La politica di sviluppo rurale nella PAC Palermo 17 e 18 Dicembre 2007 A cura di Serena Tarangioli.
La programmazione 2007/13 Serena Tarangioli, INEA Potenza, 28 Giugno 2005 La Politica di Sviluppo Rurale.
La consulenza aziendale nella PAC 2014/2020: prospettive
DENIS PANTINI Presidente Forum Economia e Sviluppo Incontro di avvio dei lavori Ravenna, 18 aprile 2008 GIANNI BESSI Coordinatore PAOLA BISSI Coordinatore.
Il Piano per la ricerca e l’innovazione: priorità e linee di azione
1 Politiche di Coesione Linee guida della strategia comunitaria Competitività e Occupazione REGIONE UMBRIA Servizio Programmazione strategica.
Roma, 15 ottobre 2014 Alessandra Pesce. Il Rapporto sullo Stato dell’Agricoltura 2014: Le variabili macro di settore Valore aggiunto Agricolo Produttività.
MEF Gli Strumenti di Analisi e Previsione del MEF – Forum P.A. 08 Maggio 2006 I Modelli di previsione economica territoriale del Dipartimento per le Politiche.
Raffaello Cervigni - I servizi per la fruizione delle risorse ambientali I servizi per la fruizione delle risorse ambientali Raffaello Cervigni Servizi.
1 La competizione collaborativa per ricostituire il capitale economico e sociale Fabrizio Pezzani Università Bocconi Davide Galli Pierangelo Spano Veronica.
I Workshop - Prin 2007 Roma, gennaio 2009 I fattori strategici per una corretta programmazione e implementazione delle politiche agricole Franco.
Struttura e contenuti del Programma
La valutazione intermedia dei PSR e dei POR Alessandro Monteleone INEA RIFORMA DELLA PAC E SVILUPPO RURALE Torino, Centro Congressi Lingotto aprile.
Azioni di sistema in materia di Pari Opportunità tra uomini e donne – PON ATAS OB. 1 Misura II.2 Azione 5.2 Anna Gammaldi Roma, 29 novembre 2005.
LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI IL POR SARDEGNA Sergio Diana – Membro del Team Europe della Commissione Europea.
Il Documento Unico di Programmazione
Il Quadro degli obiettivi. Risorse comunitarie per obiettivo e popolazione N.D. Non disponibile N.C. Non calcolabile (1)Ricadono nel gruppo: Campania,
POR FESR FVG OBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALE E OCCUPAZIONE Programma operativo regionale FESR Relazioni internazionali e comunitarie.
2005 la riforma della Politica di sviluppo rurale per il Regolamento (CE) 1290/05 Introduzione di due strumenti finanziari Fondo Europeo Agricolo.
MiPAF – Direzione Generale dello Sviluppo Rurale 1 Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Direzione Generale dello Sviluppo Rurale Giuseppe Blasi.
Seminario su “Lo sviluppo rurale nella programmazione regionale 2007 – 2013 – Regione Umbria, 19 dicembre 2005 Dott.ssa Ernesta Maria Ranieri LO SVILUPPO.
Unione Europea L.E.A.D.E.R. Regione Puglia Gruppo di Azione Locale del Capo di S. Maria di Leuca s.r.l. PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE REGIONE PUGLIA 2007.
In un contesto di difficoltà e crisi come quello attuale, il PSR diventa uno strumento importante per lo sviluppo e la crescita economica e sociale del.
ROBERTO ALEANDRI DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA SVILUPPO RURALE CACCIA E PESCA AREA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA MONITORAGGIO E SVILUPPO RURALE.
La cooperazione per lo sviluppo delle aree rurali L’eredità Leader+ Barbara Zanetti LEADER+ - Le reti e la cooperazione tra le aree rurali del Mediterraneo.
Forum partenariale Aosta, 4 febbraio Contesto 2 Andamento PIL a prezzi costanti e previsioni per Area Euro, Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone.
Rapporto sull’economia della provincia di Chieti A cura dell’U.O. Studi e Statistica – Marketing territoriale della CCIAA di Chieti 2004.
Regione Autonoma Valle d’Aosta Assessorato Agricoltura e Risorse naturali Programma di Sviluppo Rurale
1 La strategia nazionale nella nuova programmazione Leader Giuseppe Blasi 14 settembre 2007.
La dimensione territoriale nel Quadro Strategico Nazionale Stato d’attuazione e ruolo dei Comuni Quarta edizione – 2014 Principali evidenze Roma,
PROGETTI INTEGRATI DI FILIERA dall’elaborazione del progetto all’attuazione PSR Progettazione Integrata Progetti Integrati di Filiera a cura.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II FACOLTÀ DI ARCHITETTURA IL PSR IN CAMPANIA IL PSR IN CAMPANIA.
Le scelte strategiche nel PSR Puglia 2007 – 2013 Bari, 14 settembre 2007 Massimiliano Schiralli Convegno Il Leader nel PSR 2007/2013 Lo sviluppo rurale.
Sviluppo Rurale Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale Approccio Leader.
Le iniziative di formazione sostenute dalla politica di sviluppo rurale Alessandra Pesce.
L ’ ECONOMIA DEL LAZIO 1° report 2006 di Roma e del Lazio.
Fondi Strutturali Obiettivo “Competitività regionale” PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE - FERS.
Agriregionieuropa 1 Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare La politica di sviluppo rurale dell’UE Franco Sotte Franco Sotte è professore ordinario.
L’attuazione dell’Asse IV giugno - dicembre 2013 presentazione è stata realizzata dall’INEA nell’ambito delle attività della Task Force Leader – Rete Rurale.
1 Le informazioni per le aziende biologiche nella RICA Carlotta Valli & Paola Doria INEA LE POLITICHE PER L'AGRICOLTURA BIOLOGICA: IL SOSTEGNO DELL'OFFERTA.
GAL FAR MAREMMA GAL LEADER SIENA GAL CONSORZIO APPENNINO ARETINO GAL START GAL CONSORZIO SVILUPPO LUNIGIANA LEADER GAL GARFAGNANA AMBIENTE E SVILUPPO.
OSSERVATORIO ECONOMICO PROVINCIALE DI PISTOIA La congiuntura 2007 e le previsioni 2008 : il punto di vista delle imprese Relatore Corrado Martone – Area.
Sala Parlamentino del CNEL - Roma Presentazione del Direttore Generale OBI Dott. Antonio Corvino.
Presentazione dello stato di attuazione del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana della Regione Toscana.
IL DOCUMENTO STRATEGICO PRELIMINARE DELLA VALLE D’AOSTA Nadia Savoini - Luigi Malfa Aosta, 20 marzo 2006.
Claudio Brédy Capo Servizio Politiche comunitarie Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali Gli scenari condivisi delle evoluzioni attese del contesto.
La progettazione integrata nel Fondo FEASR: pacchetti di azioni, progetti di filiera, progetti territoriali e metodo LEADER L’approccio integrato nelle.
S.R.F. - Società Ricerca e Formazione Torino 1 Donne e uomini in azienda Le politiche aziendali attraverso i rapporti ‘legge 125’ in Valle d’Aosta Le differenze.
Transcript della presentazione:

Le politiche di sviluppo rurale nelle regioni Obiettivo 1 in Italia Tesi di dottorato di Fiorenzo Cazzato Fiorenzo Cazzato

Obiettivi Identificazione delle diversità territoriali all’interno delle regioni Obiettivo1 Comparazione delle strategie regionali per lo Sviluppo delle Aree Rurali Individuazione di uno strumento per l’orientamento dei finanziamenti comunitari nella programmazione Individuazione dei territori (Province) che rispondono positivamente agli investimenti per lo sviluppo delle aree rurali

Contesto finanziario e programmatico delle politiche comunitarie in Italia per S.R (1) Intervento Comunitario 7 P.O.R 21 P.S.R. 22 I.C. Leader+

Contesto finanziario e programmatico delle politiche comunitarie in Italia per S.R (2) Fondo FEOGA FEOGA Orientamento FEOGA Garanzia P.O.R. I.C. Leader+ P.S.R.

Contesto finanziario e programmatico delle politiche comunitarie in Italia per S.R (3) Regioni Non Obiettivo 1 –P.S.R. –Leader+ Regioni Obiettivo 1 –P.O.R. –P.S.R. (4 misure) –Leader+

Spesa pubblica programmata fondo FEOGA (Meuro) Spesa progr. pubblica Regioni fuori Obiettivo 1 Regioni Obiettivo 1 Totale Meuro P.S.R6.626,02.144,28.770,0 P.O.R ,0 Leader+ 271,6 210,6 482,2 Fonte: Elaborazioni Inea su dati AGEA- Mipaf

Struttura QCS Obiettivo 1 7 P.O.R. + P.O.Nazionali Collocazione Misure FEOGA nei P.O.R. –Asse I ( Risorse naturali ) –Asse II ( Risorse culturali ) (Puglia) –Asse IV ( Sviluppo locale ) Attuazione misure –Verticale –Orizzontale Pit (Programmi integrati territoriali)

Attuazione finanziaria pubblica dei Programmi Operativi al Dicembre 2004 (Meuro) fondo FEOGA Spesa progr. (a) Impegni (b) Pagamenti (c) (b)/(a)(c)/(a)(c)/(b) P Molise 88,358,136,865,941,763,4 P Campania 1.097,7604,7370,855,133,861,3 P Puglia 814,0358,0231,044,028,464,5 P Basilicata 386,5148,1105,538,327,371,2 P Calabria 852,9397,9280,346,732,970,5 P Sicilia 1.515,9642,5409,042,427,063,7 P Sardegna 837,2423,3270,450,632,363,9 Totale POR 5.592,52.632,71.704,047,130,564,7 Fonte: elaborazione su dati IGRUE 5.057,2

Avanzamento Finanziario al 31 Dicembre 2004 Reg. Obiettivo 1 (%)

Obiettivi specifici QCS per S.R. (1) Il miglioramento della competitività dei sistemi agricoli ed agro-industriali in un contesto di filiera Il sostegno allo sviluppo dei territori rurali e la valorizzazione delle risorse agricole, ambientali e storico-culturali.

Obiettivi specifici QCS (2) Il miglioramento della competitività dei sistemi agricoli ed agro-industriali in un contesto di filiera Il sostegno allo sviluppo dei territori rurali e la valorizzazione delle risorse agricole, ambientali e storico-culturali. Ambiente

Sottogruppi obiettivi specifici QCS ObiettivoCompetitività in un contesto di filiera: sottogruppi (Ammodernamento aziendale ed agroindustriale, Servizi per aziende agricole ed agroindustriali, Infrastrutture a favore delle competitività) ObiettivoSviluppo delle aree rurali: sottogruppi (Ammodernamento delle aree rurali, Servizi per le aree rurali, Infrastrutture nelle aree rurali, Diversificazione delle attività agricole) ObiettivoAmbiente: sottogruppi (Tutela ambientale, Infrastrutture forestali, Servizi ambientali ).

Ripartizione contributo totale pubblico P.O.R fondo FEOGA al

Ripartizione contributo totale pubblico al BasilicataCalabriaCampaniaMolisePugliaSiciliaSardegna Miglioramento55,168,343,253,367,969,470,2 Svil. rurale29,220,631,826,421,626,618,2 Ambiente15,711,125,020,310,64,011,6 Totale 100,0

Ripartizione contributo totale pubblico al (2) Nuova Programmazione (minimo): Competitività-Sviluppo aree Rurali (10%) Ambiente (25%)

Composizione contributo totale pubblico per gruppi di misure Regioni Obiettivo 1 (Competitività)

Composizione contributo totale pubblico per gruppi di misure Regioni Obiettivo 1 (Sviluppo rurale)

Composizione contributo totale pubblico per gruppi di misure Regioni Obiettivo 1 (Ambiente)

Conclusioni (1)……….. Diversa strategia di attuazione dei programmi comunitari da parte delle regioni Scarso peso delle misure di sviluppo rurale (misure riguardanti i servizi alle popolazioni rurali scarsamente finanziate) Rapida attivazione delle misure che prevedono facilità nei meccanismi di erogazione dei pagamenti Rapida attivazione delle misure tradizionali

Identificazione delle diversità territoriali nel Mezzogiorno Analisi delle componenti principali Cluster analysis Analisi di Sensitività

Analisi delle componenti principali (1) Metodologia statistica multivariata che permette di ricavare da una matrice di dati un nuovo set di variabili ortogonali ed elencati in ordine decrescente secondo la varianza spiegata. Le variabili ottenute sono combinazioni lineari degli indicatori originali. La determinazione della prima componente richiede l’individuazione del vettore p-dimensionale La prima CP è per definizione la combinazione lineare di massima varianza L’analisi può essere eseguita su S o su R

Analisi delle componenti principali (2) Totale (144) Variabili demografiche (8) Struttura aziende agricole (12) Produzioni agricole e zootecniche (16) Produttività (8) Aziende agroindustriali (32) Ricchezza della popolazione (11) Variabili di rottura ed impatto (3) Occupazione (8) Sviluppo delle aree rurali ed ambientali (8) Variabili finanziarie comunitarie (38)

Analisi delle componenti principali (3) Metodi di applicazione –In blocco –Per blocchi Criteri decisionali per il numero delle componenti –Regola di Kaiser (componenti con autovalori >1) –Scree diagram –Percentuale di varianza spiegata >75%

Analisi delle componenti principali (4) 10 Componenti –Industria alimentare (var 19,6%) –Occupazione (12,2%) –Abbandono occupazionale settore agricolo (9,3) –Finanziamenti diversificazione S.R. (7,5) –Occupazione in agricoltura (6,2) –Ricambio generazionale in agricoltura (5,3) –Produzioni agricole industriali (4,7) –Altre misure FEOGA (4,3) –Potenziamento zone irrigue (3,9) –Apertura dei mercati agroalimentari (3,1)

Cluster analysis (1) L’analisi si basa sulla matrice di dissimilarità delle unità statistiche Calcolo effettuato attraverso misure di distanze Metodi di formazione dei cluster –Gerarchico –Non Gerarchico –“Sovrapposto”

Cluster analysis (2) Metodo gerarchico Tutti i livelli di distanza Impossibilità di separare due unità già unite –Metodo del legame singolo, completo, medio, medio nei gruppi, del centroide, di Ward Metodo non gerarchico Unica partizione delle unità in g gruppi con g fissato a priori –Metodo k-medie Metodo Clumping

Cluster analysis (3) Analisi –Doppia applicazione dei criteri di classificazione. Gerarchico (Ward e legame medio) Non Gerarchico (k-medie)

Cluster analysis (4) 1) Province in difficoltà economica 2) Province Campane agroalimentari 3) Bari 4) Province in forte sviluppo 5) Napoli 6) Cagliari-Foggia

Cluster analysis (5) 1) Profondo Sud 2) Sicilia Nord – Orientale 3) Sicilia Sud- Occidentale 4) Salento 5) Calabria in via di sviluppo 6) Ragusa

Cluster analysis (6) 1) Province in difficoltà economica. –Basso reddito pro capite; alto tasso di disoccupazione totale, giovanile, femminile; distribuzione dei finanziamenti comunitari disomogeneo. 2) Caserta, Salerno –Peso elevato del settore agroindustriale, Province “cuscinetto”; 3) Bari –Alto livello di ricchezza ed elevato livello di industrializzazione, forte integrazione con i mercati internazionali; ottime performance finanziarie nel settore della competitività agricola

Cluster analysis (6) 4) Province in forte sviluppo –Alto livello di ricchezza pro-capite; bassa densità abitativa; basso livello di disoccupazione; forte intervento comunitario 5) Napoli –Altissimi livelli di disoccupazione giovanile e femminile (64% e 33%); altissima densità abitativa; settore terziario dinamico; settore agroindustriale in crescita. 6) Cagliari, Foggia. –Forte investimenti nel settore agroindustriale; forte ricambio generazionale, grosso investimento infrastrutture rurali.

Analisi multicriteriale e di sensitività (1) AMC –Attributi (Variabili) –Alternativa (Progetto) AMA (in caso di impossibilità di elaborare graduatoria delle alternative, funzioni di utilità degli attributi) Analisi di sensitività (effetti determinati dalle modifiche delle variabili)

Analisi multicriteriale e di sensitività (2) Scenario 1 (Competitività) Scenario 2 (Sviluppo aree rurali) Scenario 3 (Ambiente)

Analisi multicriteriale e di sensitività (3) Scenario 1 graduatoria delle alternative Somma pesataCluster 0,224 0,206 0,185 0,163 0,121 0,102

Analisi multicriteriale e di sensitività (4) Scenario 2 graduatoria delle alternative Somma pesataCluster 0,322 0, ,121 0,065 0,043

Analisi multicriteriale e di sensitività (5) Scenario 3 Graduatoria delle alternative Somma pesataCluster 0,364 0,231 0,172 0,136 0,083 0,015

Analisi multicriteriale e di sensitività (6) Sensitività dei cluster –Scenario 1 (cluster 4-6) –Scenario 2 (cluster 4-2-1) –Scenario 3 (cluster 4-6)

……Conclusioni 2….. Eterogeneità del territorio meridionale e della distribuzione degli interventi. Settore agroindustriale “forte” sul territorio Mancanza di ampio sviluppo di filiera Maggiore sviluppo nelle aree in cui l’intervento comunitario ha interessato i 3 scenari (probabile strategia) Interventi comunitari parziali hanno prodotto risultati insoddisfacenti.

……Conclusioni 3 Rischio di due o più velocità di crescita dei territori. Mancanza di integrazione degli scenari indice di una più generale mancanza di integrazione dei fondi. Mancanza di politiche di sviluppo interregionali come ostacolo alla crescita. Rafforzamento di una sviluppo integrato rurale-competitività-ambientale.