Corso di TECNICA INDUSTRIALE E COMMERCIALE A.A 2004-2005.

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Transcript della presentazione:

Corso di TECNICA INDUSTRIALE E COMMERCIALE A.A

PRESENTAZIONE DEL CORSO 1.CONTENUTI E OBIETTIVI FORMATIVI 2.RAPPORTO CON GLI ALTRI CORSI 3.MODALITA’ DIDATTICHE 4.TESTI PER LA PREPARAZIONE DELL’ESAME 5.MODALITA’ D’ESAME 6.RICEVIMENTO STUDENTI 7.ASSEGNAZIONE TESI

L’IMPRESA COME SISTEMACOMPLESSO L’AMBIENTE ED IL MERCATO: COMPLESSITA’ E DINAMISMO IL RAPPORTO IMPRESA-AMBIENTE/MERCATO: DIPENDENZA ED INFLUENZA VERSO UNA CRESCENTE INTERDIPENDENZA CON IL CONTESTO

La gestione del cambiamento In un contesto ambientale dominato dalla complessità non esistono modelli di impresa di successo e di riferimento “assoluti”, “stabili” e “autosufficienti”. Dominano piuttosto i concetti di “varietà dei modelli di riferimento”, “evoluzione” e “interdipendenza con il contesto ambientale di riferimento”. Occorre sviluppare una visione sistemica e processuale dell’organizzazione-impresa e dei suoi rapporti con l’ambiente esterno acquisendo sensibilità agli approcci ed agli strumenti gestionali più significativi.

CONTENUTO DEL CORSO PRIMO SEMESTRE: ELEMENTI GENERALI DELL’ IMPRESA Connotazioni sistemiche d’impresa; funzioni di gestione ed attori coinvolti Obiettivo dell’impresa, finalità imprenditoriali e vincoli di gestione LE REALTA’ AZIENDALI E L’AMBIENTE DI RIFERIMENTO La varietà delle imprese Il cambiamento ambientale Industrializzazione, imprese e management Cenni alla new economy

LE BASI DI GOVERNO DELLE IMPRESE Il vantaggio competitivo Innovazione e knowledge management Le risorse umane Imprenditorialità e managerialità Assetto istituzionale LO SVILUPPO DELLE IMPRESE I confini d’impresa La dimensione aziendale più conveniente Opzioni strategiche di corporate Modalità di realizzazione delle strategie di corporate

Testi per gli studenti frequentanti Gandolfi V. (2003), Il governo delle imprese. Economia e management, Uninova: Parma CAPP. 1,2,3,4,5,7,8,9,11,12 Appunti e lucidi delle lezioni

SECONDO SEMESTRE: LA GESTIONE DEL BUSINESS Strategie di business Il trade off tra internalizzazione ed esternalizzazione di attività Customer satisfaction e integrazione dei processi Il Business process Reengineering (BPR) Sistemi informativi e capacità competitiva IL PROCESSO STRATEGICO-ORGANIZZATIVO Strategia generale La pianificazione strategica

Analisi strategica La progettazione organizzativa VALUTAZIONI DI PERFORMANCE DELL’IMPRESA La performance competiviva IL MANAGEMENT DELLE AREE FUNZIONALI Il management della produzione Il management del marketing Paradigmi di management

Testi per gli studenti frequentanti Gandolfi V. (2003), Il governo delle imprese. Economia e management, Uninova: Parma CAPP. 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 28, 29, 30 Appunti e lucidi delle lezioni Caso

L’impresa “un’organizzazione di beni e persone volta ad uno scopo produttivo” (def. restrittiva) “un’organizzazione economica che, mediante l’impiego di un complesso differenziato di risorse, svolge processi di acquisizione e di produzione di beni o servizi da scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito” (Sciarelli,2001)

Gli elementi distintivi dell’impresa La presenza di un’organizzazione Lo svolgimento d processi di produzione Le relazioni di scambio con entità esterne La finalità imprenditoriale del reddito

INPUT materiali, immateriali, umani OUTPUT TRASFORMAZIONE SCAMBIO

Per svolgere tali attività l’impresa si compone di: VARIABILI STRUTTURALI: l’assetto patrimoniale, direzionale, tecnologico commerciale e finanziario VARIABILI COMPORTAMENTALI: le risorse umane VARIABILI ORGANIZZATIVE: struttura e processi organizzativi

L’impresa produce e diffonde valore. Questo valore generato dall’attività di trasformazione e di scambio è un valore utilità ossia legato all’uso che ne fa il cliente. Questo maggior valore legato al processo di trasformazione dell’impresa, è dato dalla differenza tra prezzo che il cliente è disposto a pagare e costo degli input. Nel valore confluiscono due componenti: costo sostenuto dall’impresa per realizzare il prodotto/servizio e il margine di profitto che rimane all’impresa.

La metafora della catena del valore Le attività aziendali volte a generare valore sono rappresentate dalla catena del valore di M.E. Porter (1987). Si tratta di attività concatenate dalle cui interconnessioni dipende la capacità di generazione del valore dell’impresa.

La catena del valore

Catene del valore, sistema del valore e filiere Filiera tecnologico-produttiva (insieme di lavorazioni che devono essere effettuate “a cascata” per passare da una materia prima al prodotto finito) Filiera industriale: è comporta da più filiere tecnologiche (ad es. auto) Una catena del valore è una porzione di filiera tecnologica. Una catena del valore è legata alle catene del valore dei soggetti a monte e a valle e il tutto forma un sistema del valore.

Critiche alle metafore precedenti cenni Le metafore della catena del valore, del sistema del valore e della filiera presentano forti debolezze in un contesto di elevata complessità. Si tratta di modelli eccessivamente sequenziali e unidirezionali che tengono in poca considerazione gli input derivanti dal cliente e la sua soddisfazione. Risultano più efficaci i modelli interpretativi della supply chain e della costellazione del valore

Livelli di gestione La gestione strategica riguarda le scelte fondamentali di medio-lungo termine sui rapporti impresa-ambiente: Strategie complessive o di corporate Strategie di business Strategie funzionali

La gestione direzionale governa tutte le attività che portano all’implementazione delle decisioni strategiche: Programmazione Organizzazione Controllo La gestione operativa attua nei fatti le decisioni strategiche e direzionali e riguarda il ciclo di produzione, di vendita, finanziario, logistico e di R&S.

La concezione sistemica d’impresa L’approccio sistemico è usato da molte discipline: scienze naturali, sociali, matematiche etc. Esso è utile per capire la relazione tra un oggetto e le parti che lo compongono e il suo ambiente di riferimento. Serve a capire la struttura e il funzionamento di un elemento. Nell’ambito dei sistemi socio-economici vi sono i sistemi finalizzati ossia deliberati da un soggetto per raggiungere certi obiettivi. I sistemi finalizzati rientrano nei sistemi vitali ossia capaci di reagire alle reazioni delle sue azioni e di mantenersi in equilibrio. Come tali sono sistemi aperti e come tali dinamici.

L’impresa come sistema SISTEMA: complesso interrelato di parti tra loro interdipendenti rispetto ad un obiettivo comune: generare valore APERTO: in relazione con l’ambiente esterno (ambiente e mercato) per l’acquisizione di input e l’acquisizione di output DINAMICO: caratterizzato da uno sviluppo evolutivo VITALE: capace di reagire e autoregolarsi SOCIALE: in esso operano risorse umane che interagiscono tra loro TECNICO: in esso sono presenti impianti, attrezzature, macchinari...

L’impresa come sistema socio-tecnico L’impresa è un sistema socio-tecnico perché in essa operano sia risorse umane sia risorse tecniche (materiali, macchinari, impianti, tecnologie etc.) Tra i diversi attori che la formano esistono sia relazioni cooperative che relazioni conflittuali.

L’impresa come sistema cognitivo Trae origine dall’importanza della conoscenza nel processo di generazione e diffusione del valore. Nell’impresa confluisce e si sviluppa un patrimonio di conoscenze eterogenee e complementari che sono alla base delle sue competenze distintive e fonte di vantaggio differenziale. Tali conoscenze scaturiscono da processi di apprendimento (learning by doing) e si sedimentano nelle routines organizzative, patrimonio comune dell’organizzazione.

Occorre associare i due approcci sistemici e vedere l’impresa come un sistema complesso ove interagiscono elementi tangibili ed intangibili, tecnici e umani allo scopo della produzione e diffusione del valore.

L’impresa è un’istituzione sociale formata da una pluralità di interlocutori a finalità plurime il cui compito è creare valore economico e sociale. Nello svolgere le sue attività l’impresa deve tenere conto di tutti tali interlocutori denominati stakeholder. L’impresa presenta una pluralità di stakeholder, ciascuno portatore di uno specifico interesse. L’impresa non può limitarsi all’interesse dello stakeholder azionista. Gli attori coinvolti nel governo

Gli stakeholder si distinguono tra primari e secondari. Sono generalmente primari: i proprietari, i clienti, i fornitori, i dipendenti ed i concorrenti: Sono secondari: i gruppi di opinione, gli ambientalisti, i sindacati, i media etc. La loro posizione di potere ed influenza dipende da: - la forza ovvero il potere detenuto per effetto del ruolo nella società - la legittimazione, ossia dal grado di riconoscimento degli interessi di cui sono portatori - l’attualità dell’interesse difeso ovvero l’urgenza e la criticità di risposta da parte dell’impresa

La gestione degli stakeholder Occorre monitorare costantemente gli stakeholder e gestirli secondo la loro natura: 1.Stakeholder amichevoli, disposti a sostenere l’attività d’impresa: vanno continuamente coinvolti; 2.Stakeholder avversari, che generano difficoltà: politiche di difesa; 3.Stakeholder non orientati, il cui orientamento è variabile: occorre collaborare con loro 4.Stakeholder marginali, che non hanno influenza rilevante: vanno monitorati.