Popolazione anziana in Italia (ultrasessantacinquenni)

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Transcript della presentazione:

Popolazione anziana in Italia (ultrasessantacinquenni) 1960 4.828.000 2000 10.646.000 2030 15.979.000 2050 17.973.000

Popolazione anziana in Italia (Ultraottantenni) 1960 724.000 2000 2.476.000 2030 2.890.000 2050 4.180.000

Speranza di vita alla nascita 1951 1981 2001 2002 Uomini 63,2 71,1 76,7 76,8 Donne 67 77,9 82,8 82,9

ASSISTENZA MEDICA ALL’ANZIANO GERIATRIA: branca della medicina generale che si occupa degli aspetti preventivi, curativi e sociali della malattia nell’anziano. GERONTOLOGIA: studio dei processi di invecchiamento, dal greco “geron” “vecchio”.

Patologie organiche più frequenti Malattie cardiovascolari e cerebrovascolari; Infezioni; Malattie dell’apparato muscolo-scheletrico; Malattie degenerative del SNC; Malattie dell’apparato intestinale; Malattie dell’apparato respiratorio; Malattie dell’apparato urinario; Malattie del sistema endocrino; Neoplasie del polmone, mammella, intestino, prostata; Alterazioni cutanee, disturbi della vista o dell’udito.

Condizioni generali del paziente anziano sano nel 60 - 75% (assenza di malattie croniche, funzionalmente indipendenti); con malattia cronica nel 20 - 35% (presenza di disordini non curabili, funzionalmente indipendenti o minimamente dipendenti); fragile nel 2-10% (molte malattie croniche gravi, funzionalmente dipendenti, frequentemente ospedalizzati e/o istituzionalizzati)

ANZIANI FRAGILI Soggetti costretti all’immobilità e incapaci di mantenere relazioni familiari o sociali senza continua assistenza da parte di altre persone.

L’invecchiamento fisiologico è caratterizzato dal grado delle I Instabilità Immobilità Insufficienza cognitiva Isolamento Iatrogenesi Incontinenza Immunodeficienza Inanizione Infezioni Impegno fecale

VALUTAZIONE GERIATRICA GLOBALE Processo multidimensionale elaborato per valutare la capacità funzionale, la salute fisica, cognitiva e la salute mentale e la situazione socio-ambientale dell’anziano.

EQUIPE MULTIDISCIPLINARE Valutazione fisica (vista, udito, farmaci, cadute, incontinenza, immobilità, demenza) Valutazione psichica (cognitiva, affettiva, comportamentale) Valutazione funzionale (deambulazione, abbigliamento, alimentazione, igiene, sfinteri) Valutazione socio ambientale (supporti, condizioni economiche)

Prevenzione della malattia (primaria e secondaria) la malattia è fermata prima del suo inizio, mediante la riduzione o l’eliminazione dei fattori di rischio immunoprofilassi chemioprofilassi counselling SECONDARIA: la malattia è diagnosticata in uno stadio precoce, rendendo minima la morbilità e la mortalità.

Prevenzione della malattia (prevenzione terziaria) Una malattia già esistente, di solito cronica, è gestita adeguatamente per prevenire un’ulteriore perdita funzionale. Il trattamento della malattia è aumentato mediante l’impiego di pratiche linee guida e protocolli specifici per la malattia. Es. Ictus, IMA, BPCO….

Prevenzione della fragilità La fragilità si riferisce a una perdita di riserve fisiologiche che rende una persona suscettibile di invalidità per stress minori. Caratteristiche sono: debolezza, perdita di peso, la distruzione muscolare (sarcopenia), intolleranza allo sforzo, le cadute frequenti, l’immobilità, l’incontinenza e l’instabilità delle malattie croniche.

Prevenzione degli incidenti Cadute (programma di prevenzione) Guida pericolosa (più lunghi tempi di reazione, deficit sensitivi, demenza) Incidenti domestici (ustioni)

Prevenzione delle complicanze iatrogene Malattie croniche multiple Assistenza da parte di diversi medici Multiterapie e uso inappropriato dei farmaci (rischio di interazioni, reazioni avverse) Ricovero ospedaliero (infezioni nosocomiali, terapie farmacologiche multiple, reazioni trasfusionali)

Prevenzione dei problemi psicosociali Screning sulla depressione (intervento farmacologico e counseling) Favorire l’autostima (rimanere produttivi, occupati in determinate attività, sentirsi necessari per qualcuno) Avere un animale domestico, contribuire ai lavori domestici o effettuare attività di volontariato o altre attività

Proiezione del n. di persone > 60 anni con malattie croniche in Gran Bretagna dal 1996 al 2066 N. (migliaia)

Prevalenza percentuale delle patologie internistiche indagate nell’anziano in Italia, per classe d'età (Studio ILSA) 65-69 70-74 75-79 80-84 Totale Angina Pectoris 6,1 8,3 8,0 7,6 7,3 Infarto del Miocardio 5,9 8,7 8,2 7,4 Aritmia 18,4 22,1 26,5 26,7 22,4 Ipertensione Arteriosa 60,0 67,4 66,6 64,7 64,0 Scompenso Cardiaco 3,7 6,5 7,7 11,8 Diabete 11,7 15,5 14,1 11,9 13,2 - Tipo I 0,3 0,2 - Tipo II 10,9 15,1 13,4 11,4 12,6 Ridotta Tolleranza ai Carboidrati 6,9 4,1 5,1 5,6 Osteoartrosi 61,7 59,8 61,1 60,2 60,9 Broncopneumopatia Cronica 19,1 19,9 24,0 22,5 20,9 Arteriopatia Periferica 4,8 7,0 7,9

Utilizzo di farmaci nella popolazione USA maschi femmine (Kaufman DW, JAMA 2002)

Utilizzo di farmaci nella popolazione USA maschi femmine (Kaufman DW, JAMA 2002)

Fattori che influenzano la farmacocinetica Giovani Adulti Anziani Epatopatia/CYP3A4 + ++ Genetica/CYP2Ds Genetica/CYP2C9/19 Nefropatia +++ Cardiopatia - Politerapia ++++

Relazione tra età e glomerulosclerosi nell’uomo Età (anni) % Glomeruli sclerotici maschi femmine Relazione tra età e glomerulosclerosi nell’uomo (Neugarten et al. Am. J. Kidney Dis. 1999)

Alterazione risposte farmacodinamiche nell’anziano Recettore Tessuto Densità e/o sensibilità Recettoriale Muscarinico Cervello Diminuita Ormone Paratiroideo Rene Beta adrenergico Cuore Lieve riduzione Alfa1 adrenergico Fegato Dopamina D1 Dopamina D2 Aumentata Serotonina 5HT1D e 5HT2 Opioidi

Impatto della BPCO sulla Qualità della Vita in Italia in diverse età misurato con il questionario SF 36

Impatto dell’ulcera peptica sulla Qualità della Vita in Italia in diverse età misurato con il questionario SF 36

DEFINIZIONE DI SCOMPENSO CARDIACO CRONICO A tutt’oggi, non è possibile una definizione semplice ed obiettiva di scompenso cardiaco cronico, dal momento che non esistono valori di riferimento sicuri di disfunzione cardiaca o ventricolare o modificazioni di flusso, pressioni, dimensioni o volumi che possano essere impiegati in modo attendibile per identificare pazienti con scompenso cardiaco. La diagnosi di scompenso cardiaco è basata sulla valutazione clinica che si fonda sulla storia clinica, l’esame fisico e su appropriate indagini strumentali.

DEFINIZIONE DI SCOMPENSO CARDIACO CRONICO La commissione della Società Europea di Cardiologia ha ritenuto che le componenti essenziali dello scompenso cardiaco dovessero comprendere i seguenti caratteri: sintomi di scompenso cardiaco, soprattutto dispnea o astenia, sia a riposo che da sforzo, o edema declive ed evidenza obiettiva di disfunzione cardiaca maggiore a riposo.

Rischio di Mortalità ad 1 anno in pazienti con scompenso cardiaco congestizio 36.7% Sudden death Non sudden death 24.8% 11.7% 18.4% 4.1% 13% 6.4% 2.8% NYHA I 1 NYHA II 2.14 [1.33-3.44] NYHA III 3.77 [2.32-6.12] NYHA IV 5.54 [3.23-6.12] Adjusted RR 95% CI

Classificazione dello scompenso secondo la New York Heart Association (NYHA). Classe I Nessuna limitazione: l’attività fisica abituale non provoca astenia, dispnea, ne’ palpitazioni. Classe II Lieve limitazione dell’attività fisica: benessere a riposo, ma l’attività fisica abituale provoca affaticamento, dispnea, palpitazioni o angina. Classe III Grave limitazione dell’attività fisica: benessere a riposo, ma attività fisiche di entità inferiore a quelle abituali provocano sintomi. Classe IV Incapacità a svolgere qualsiasi attività senza disturbi: sintomi di scompenso sono presenti anche a riposo, con aumento dei disturbi ad ogni minima attività. NB: I pazienti in classe NYHA I devono avere segni obiettivi di disfunzione cardiaca, avere nell’anamnesi sintomi di scompenso ed essere in terapia con farmaci utili per lo scompenso.

SCOPI DEL TRATTAMENTO DELLO SCOMPENSO CARDIACO Il trattamento deve proporsi i seguenti obiettivi in: Prevenire l’insorgenza dello scompenso cardiaco e la sua progressione, eliminare la causa dello scompenso cardiaco, alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita, aumentare la sopravvivenza.

FARMACI NEI PAZIENTI CON SCOMPENSO CARDIACO DIURETICI ANTIARITMICI INOTROPI BETA BLOCCANTI ANTIPERTENSIVI NITRODERIVATI ANTICOAGULANTI

Schema decisionale 1. Stabilire che il paziente ha uno scompenso cardiaco 2. Accertare il quadro di presentazione: edema polmonare, dispnea da sforzo e/o astenia, edema periferico 3. Determinare l’eziologia dello scompenso 4. Identificare malattie concomitanti rilevanti per lo scompenso ed il suo trattamento 5. Stabilire la gravità dei sintomi 6. Predire la prognosi 7. Anticipare le complicanze 8. Dare consigli al paziente e ai parenti 9. Scegliere il trattamento appropriato 10. Monitorare l’evoluzione e comportasi di conseguenza