Economia e Governo delle Piccole Imprese Il processo strategico nella piccola impresa.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LA COSTRUZIONE DELLA RETE Collaborare= Considerare laltro come soggetto che: presenta delle potenzialità presenta delle potenzialità è in grado di autodeterminarsi.
Advertisements

Obiettivi generali 4Migliorare le esternalità che incidono sui fattori di sviluppo del sistema delle imprese 4Favorire lattrazione sul territorio di imprese.
LABORAZIONI Iniziativa Comunitaria Equal. Cosa è EQUAL? E una Iniziativa Comunitaria finanziata dal FSE Mira a contrastare il fenomeno della discriminazione.
PESI e COMPETENZE ANNO……….. ELENCO COMPETENZE COMUNE DI CREVALCORE Integrazione interfunzionale COMPETENZE STRATEGICHE COMPETENZE CORE Flessibilità Leadership/Comunicazione.
Obiettivi didattici (Castagna 2001)
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
1 LA VALENZA STRATEGICA DELLA GESTIONE DELLE FUNZIONI NELLE PICCOLE IMPRESE Teoria e applicazioni di PMI – A.A. 2008/09.
Reti tra imprese Le imprese tendono a concentrarsi sulle proprie core competences e ad affidare ad altri attività, processi non solo materiali ma sempre.
Economia e Governo delle Piccole Imprese
Imprenditorialità e managerialità
1 LA VALENZA STRATEGICA DELLA GESTIONE DELLE FUNZIONI NELLE PICCOLE IMPRESE.
Il processo di direzione aziendale
Concetto di Strategia L'etimologia della parola "strategia" è greca e significa "l'arte del generale", intesa come la capacità di arrivare ad una visione.
1 Università degli Studi di Urbino Carlo Bo FACOLTA DI ECONOMIA IMPORTANZA ED ELEMENTI DI CRITICITÁ DEL MARKETING STRATEGICO NELLE PMI Fulvio Fortezza.
Lezione N° 11 I Modelli di Governo
Economia e direzione delle imprese La programmazione: contenuti, processi e tecniche.
Esistenza di una molteplicità di teorie e di approcci Quali teorie studiamo? non tutte Alcune visioni o teorie significative ðstorico ðcognitivo ðprogettuale.
Le competenze professionali
L’organizzazione dei processi di innovazione
L’organizzazione scientifica del lavoro:
Sistemi di misurazione e di controllo delle perfomance.
L’Activity Based Management
Burt Perrin: Effective Use and Misuse of Performance Measurement a cura di Eugenia De Rosa e Silvia Sansonetti.
Avviamento ai giochi sportivi
I Principi dellEccellenza Livorno, 18 – 19 ottobre 2012.
I Principi: una sintetica autovalutazione Concetto Posiz. ini- ziale non raggiunta Posizione iniziale Posizione intermedia Posizione matura Leadership.
L’apprendimento trasformativo
Business and Strategic Risk e la sua gestione attraverso la pianificazione aziendale Marco Venuti 2013 Risk and Accounting.
Strategia e pianificazione
Transizioni al lavoro e socializzazione occupazionale
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
1 FARE CRESCERE il coinvolgimento e la formazione dei collaboratori Genova, 20 febbraio 2009.
Economia delle Aziende Pubbliche
“FINANZA AZIENDALE” Le idee principali del corso
Il processo del controllo
L’imprenditore e l’opportunità imprenditoriale
Economia e Organizzazione Aziendale - CdL Comunicazione Digitale (11)
15° lezione 23 ottobre 2009 Anno Accademico 2009/2010 Struttura e organizzazione di un Ente Locale.
Considerazioni finali 30° lezione 27 novembre 2009 Anno Accademico 2009/2010.
L’autovalutazione della scuola
“CORSO DI FINANZA AZIENDALE” anno accademico
Appendice lezione 1 Il modello delle 7S un approfondimento
1 AUTOMATIZZAIAUTOMATIZZAIAUTOMATIZZAIAUTOMATIZZAI S.I. SISTEMASISTEMA INFORMATIVO INFORMATIVO PROCESSOPROCESSO DECISIONALE DECISIONALE DECISIONEDECISIONE.
I SISTEMI OPERATIVI Per meccanismi operativi (o meccanismi organizzativi) s’intende l’insieme dei processi che fanno funzionare il sistema.
From: G Johnson and K Scholes, Exploring Corporate Strategy, 4th edition I PROCESSI DI SVILUPPO STRATEGICO.
A.a. 2012/13 CORSO DI COMUNICAZIONE E CONTROLLO DEI PROCESSI DI CREAZIONE DEL VALORE.
Lintelligenza emotiva Capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre.
Le funzioni dell’impresa e le teorie sulle finalità imprenditoriali
LA DIMENSIONE IMMATERIALE DEL CONTROLLO
Letterio Morales ComunImprese scarl Competence and flexibility of the workforce in Italy.
Modelli di direzione Processi decisionali Scelte di valore.
Sistemi di Gestione per la Qualità
Organizzazione Aziendale
Organizzazione Aziendale
REPORTING INTERNO: PREMESSE
Il ruolo della Comunità:
Università degli Studi di Pavia Anno Accademico 2014/2015 Parte Ottava Resource Based Theory.
Metodologie di tipo partecipativo: i “circoli di studio”
I profili professionali ISFOL nel campo delle Relazioni Pubbliche.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Il business plan come strumento strategico nel settore agricolo Paola Mazzurana Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche Università degli Studi.
Corso di Gestione e controllo imprese di servizi - prof Bronzetti Giovanni 1 Lezione N° 8 I Sistemi Operativi e di Comunicazione.
LEZIONE PRELIMINARE 1 F.A.Q.. Perché economia e gestione delle imprese?
Trento 16 gennaio Competenza conoscenzeabilitàatteggiamenti.
1 PROBLEMATICHE ECONOMICO- GESTIONALI DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE: QUALI POSSIBILI INTERVENTI.
La leadership situazionale Il modello di Hersey & Blanchard
MISURARE I RISULTATI DELL’”AZIENDA” la misurazione è uno dei principali strumenti di direzione la misurazione serve per... – interpretare l’andamento dell’impresa.
1 PIANIFICAZIONE STRATEGICA e QUALITÀ Duplice visione della Qualità Elemento perfettamente integrato con le strategie e gli obiettivi aziendali Strumento.
LE FUNZIONI DELL’IMPRESA E LE TEORIE SULLE FINALITA’ IMPRENDITORIALI Università di Napoli, Federico II Prof. Sergio Sciarelli.
Lezione n. Parole chiave: Corso di Laurea: Codice: Docente: A.A Mauro Sciarelli La creazione d’impresa 2 Nuova impresa, natimortalità.
Transcript della presentazione:

Economia e Governo delle Piccole Imprese Il processo strategico nella piccola impresa

2 QUALE LOGICA E’ PIU’ IDONEA PER SVILUPPARE LE STRATEGIE NELLA PICCOLA IMPRESA TENENDO CONTO DELLE SUE SPECIFICITA’? IL PROCESSO VISIONARIO E LA ENTREPRENEURIAL SCHOOL - CENTRALITA’ DELL’IMPRENDITORE PROPRIETARIO - REGOLE ORGANIZZATIVE PREVALENTI NELLA PICCOLA IMPRESA LA STRATEGIA RIFLETTE LA “VISIONE DEL MONDO” DELL’IMPRENDITORE E LA SUA PERSONALITA’

3 QUALE “UTILITA’” HA LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA FORMALE RISPETTO ALLA PICCOLA IMPRESA? MIGLIORA LE PERFORMANCE DELLE PICCOLE IMPRESE MA L’EFFETTO E’ MODESTO…. PROBLEMA DELL’IDONEITA’ DELLA P.S. RISPETTO ALLA PI: FINO A CHE PUNTO SONO GIUSTIFICATI GLI SFORZI DEL SUO UTILIZZO? ORIENTAMENTO DOTTRINALE: SI PRIVILEGIANO I PROCESSI DI APPRENDIMENTO, MA NON PUO’ CONSIDERARSI CONCETTUALMENTE SUPERATA CRITICHE ALLA P.S. FORMALE E PERIODICA: - IL PROCESSO DI P.F. E’ INFLUENZATO DALLE METODICHE CHE LA PRECEDONO (CONTROLLO BUDGETARIO, P.L.T) - E’ DIRETTA A INDIVIDUARE POLITICHE INNOVATIVE, MA NON NE GARANTISCE L’ATTUAZIONE - RISOLVE I PROBLEMI PER CICLI TEMPORALI ANNUI DEFINITI - IRRIGIDISCE PRECOCEMENTE LE SOLUZIONI AI PROBLEMI STRATEGICI. - OCCORRE DISTINGUERE TIPI DI PICCOLE IMPRESE

4 PIANIFICAZIONE STRATEGICA E PICCOLE IMPRESE PICCOLE IMPRESE “STABILI” LA COMPLESSITA’ DELLA P.S. FORMALE CONTRASTA CON LA REALTA’ DI QUESTE IMPRESE SCARSITA’ DELLE RISORSE FINANZIARIE, MANAGERIALI, E DI TEMPO A DISPOSIZIONE DEL PICCOLO IMPRENDITORE ESISTONO ASPETTI STRUTTURALI ED OPERATIVI CHE METTONO IN DISCUSSIONE I PRESUPPOSTI DEL SUO IMPIEGO: - NATURA E DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI - ASSETTO ORGANIZZATIVO DELLA P.I. - MODO CON CUI LA P.I. SI RAPPORTA ALL’AMBIENTE./.

5 - MANCANZA DI AUTONOMIA: LE FORZE DELL’ORGANIZZAZIONE NON PREVALGONO SU QUELLE INDIVIDUALI - ACCENTRAMENTO DEL POTERE E POCHE DELEGHE (DESTRUTTURAZIONE) - ELEVATA MOBILITA’ DELL’IMPRESA CHE PUO’ MODIFICARE I SUOI INDIRIZZI, RISPONDERE AL CAMBIAMENTO, SFRUTTARE RAPIDA- MENTE IDEE INNOVATIVE FLESSIBILITA’ - INTENSITA’ DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI DI NATURA INFORMALE PREVALGONO PROCESSI MANAGERIALI DI NATURA ADATTIVA (VS. DI NATURA ANTICIPATRICE) DEEKS COMPORTAMENTI TATTICI, PIU’ CHE STRATEGICI, TENTATIVI ADATTAMENTO ORGANICO : PROCESSO DI CAMBIAMENTO ADATTIVO BASATO SU UNA SERIE DI PASSI INCREMENTALI ADATTAMENTO REATTIVO - SCARSO CONTROLLO AMBIENTALE

6 SINTESI NELLE P.I. STABILI SI FA POCA PIANIFICAZIONE SE IMPIEGATA: - ASSUME CARATTERI INFORMALI - MANCA DI SUFFICIENTE ANALISI - SI FONDA PIU’ SU ESPERIENZE E INTUIZIONI SOGGETTIVE CHE SU MISURAZIONI QUANTITATIVE - SI RIFERISCE A SINGOLI ASPETTI DELLA GESTIONE - CONSIDERA I FENOMENI SU UN ORIZZONTE TEMPORALE DI BREVE TERMINE

7 PICCOLE IMPRESE “EMERGENTI OBIETTIVO DI RAPIDO SVILUPPO L’IMPRESA HA RAGGIUNTO LA FASE DI MATURITA’ A) SVILUPPO QUANTITATIVO B) SVILUPPO QUALITATIVO C) SVILUPPO QUALI-QUANTITATIV0 E’ MAGGIORE L’INTENSITA’ STRATEGICA DEI PROBLEMI DA SUPERARE EVOLUZIONE DEI SISTEMI E DEGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI LA CRESCITA IMPLICA MODIFICHE QUALITATIVE DEI SISTEMI MANAGERIALI E NECESSITA’ DI DISPORRE DI MANAGER CON COMPETENZE COMPLEMENTARI A QUELLE DELL’IMPRENDITORE L’IMPRENDITORE DEVE ESSERE PROATTIVO E ANTICIPATORE

8 SINTESI COME DEVE DIVENTARE? COM’E’ L’IMPRESA? SI ADOTTA LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA FORMALE QUESTA DEVE AFFIANCARSI A SISTEMI MANAGERIALI SUFFICIENTI PER UNA GESTIONE ADATTIVA, BASATA SUL BREVE PERIODO8

9 FORMULE ALTERNATIVE DI GESTIONE STRATEGICA NELLA PICCOLA IMPRESA ATTRIBUTI DEI NUOVI APPROCCI A) SEMPLICITA’ E SIGNIFICATIVITA’ B) ORIZZONTE DI BREVE TERMINE C) LOGICA INCREMENTALE D) GESTIONE DELLE EMERGENZE STRATEGICHE E) NUOVE FORMULE (GESTIONE AD HOC, APPRENDIMENTO PIANIFICATO)

10 A) SEMPLICITA’ E SIGNIFICATIVITA’ MODELLI DI PIANIFICAZIONE, MA NON DI LUNGO TERMINE, SEMPLICI, MA FORMALIZZATI GOLDE: CHECKLIST UTILE PER VALUTARE I CAMBIAMENTI DEI FENOMENI AMBIENTALI E I NECESSARI CAMBIAMENTI NELLE FUNZIONI E NEGLI ASPETTI OPERATIVI DELL’IMPRESA NAGEL: UN MODELLO ACICLICLOUTILE PER PROMUOVERE LE SCELTE. SI PARTE DALL’ANALISI DEI SEGNALI AMBIENTALI (M/O) E SI PROCEDE ALL’ANALISI DELLA SITUAZIONE DELL’IMPRESA PER IDENTIFICARE I FATTORI IMPORTANTI. SI CONCLUDE CON L’INDIVIDUAZIONE DELLE ALTERNATIVE DI AZIONE (dove e come agire per migliorare) B) ORIZZONTE DI BREVE TERMINE STRUMENTI( ANALISI FINANZIARIA) PER CONTROLLARE L’EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO: -RISOLVERE CARENZE DI CAPITALE CIRCOLANTE -ORIENTARE POLITICHE EVOLUTIVE DI ADATTAMENTO La logica strategica sprigiona da un’inversione dell’ottica: trae alimento da fenomeni di breve periodo per correggerli in una logica adattiva o per innovarli

11 C) LOGICA INCREMENTALE - SI COLLEGA AI PROCESSI DI APPRENDIMENTO DELLA STRATEGIA E SI ADATTA AI COMPORTAMENTI REALI DEL PICCOLO IMPRENDITORE CHE BASA LE DECISIONI SU: ESPERIENZA, CONGETTURE, INTUIZIONE, PROCEDENDO IN MODO CONSAPEVLE MA NON LOGICO, FOCALIZZANDO SINGOLI PROBLEMI. - E’ UN MODO DI PROCEDERE CAPACE DI FARE EMERGERE UN PERCORSO STRATEGICO, GUIDATO DA IDEE INTUITIVE O VISIONI OCCORRE, PERO’, CHE IL PICCOLO IMPRENDITORE GESTISCA QUESTO APPROCCIO IN MODO SISTEMATICO - Occorre superare i limiti di un comportamento istintivo trasformando l’incrementalismo in incrementalismo LOGICO D) GESTIONE DELLE EMERGENZE STRATEGICHE E’ UN SISTEMA MANAGERIALE ADOTTATO A FRONTE DI DISCON- TINUITA’ AMBIENTALI VELOCI USATO NELLA G.I. ASSIEME ALLA P.S. NELLA P.I. SI AFFIANCA AL PROCESSO MANAGERIALE ADATTIVO. - FORNISCE RISPOSTE ADEGUATE E TEMPESTIVE SOTTO FORMA DI PROGETTI DI CAMBIAMENTO (SOTTOSISTEMI) - E’ SNELLO; E’ MOLTO CONTIGUO AL PICCOLO IMPRENDITORE - PERSEGUE OBIETTIVI DI BREVE PERIODO.

12 E) GESTIONE AD HOC ENTRAMBI DI RIVOLGONO ALLA P.I. “EMERGENTE”. - CARATTERISTICHE DEI SETTORI DI APPARTENENZA - CAPABILITIES E FLUSSI INFORMATIVI ADEGUATI LA PIANIFICAZIONESI SVOLGE INTORNO A SPECIFICI PROGETTI, (PER LO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI/MERCATI) SENZA PROCEDURE PIANIFICATE, MA GUIDATI DALLA CONSAPEVOLEZZA DELL’IMPRENDI- TORE SUL POTENZIALE DELLA SUA IMPRESA E SULLA SUA CAPACITA’ DI VALUTARE LE CONSEGUENZE DI OGNI CAMBIAMENTO -E’ IMPORTANTE IL GRADO DI CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIETARIO CIRCA LE PRESTAZIONI DELLA SUA IMPRESA E IL SUO POTENZIALE DI SVILUPPO -E’ ALTERNATIVA ALLA PIANIFICAZIONE INTEGRALE (è Più RAPIDA) - E’ A META’ STRADA FRA ADATTAMENTO ORGANIGO E GESTIONE PIANIFICATA

13 F) APPRENDIMENTO PIANIFICATO -LA LOGICA INCREMENTALE SU CUI SI BASA, NECESSARIA DI FRONTE A CAMBIAMENTI IMPREVEDIBILI E A NUOVE SFI- DE, RAZIONALIZZA L’ADATTAMENTO ORGANICO. - NON SI TRATTA SOLO DI APPRENDERE, MA DI PIANIFICARE L’APPRENDIMENTO (APPRENDIMENTO STRATEGICO PIANIFICATO) - Il SUO PRESUPPOSTO (L’INADEGUATEZZA DEI FLUSSI INFORMATIVI) E IL FATTO DI ESSERE UNPROCESSO DI DECISIONE DI PROGRESSIVO COINVOLGIMENTO CHE MANTIENE APERTE MOLTE ALTERNATIVE GARANTI SCE UN ELEVATO GRADO DI FLESSIBILITA’ -LE DECISIONI SONO DIETTE A PROVARE OPPORTUNITA’ (SENZA ANALISI DERIVANTI DALLA PIANIFICAZIONE) E SONO VOLUTAMENTE TESE A MASSIMIZZARE L’APPRENDIMENTO STRATEGICO -NELLA G.R. COSTITUSICE UNA SORTA DI SECONDO BINARIO QUANDO LE PROCEDURE DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA SONO INEFFICACI -NELLA PMI EMERGENTE TALE APPROCCIO PUO’ ESSERE SUGGERITO COME UNICA ALTERNATIVA

14 IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA E DELL’INFORMAZIONE INFORMAZIONE CONOSCENZA ESPERIENZA ELABORAZIONE INFORMAZIONE MIRATA DI EVENTI GIA’ MANIFESTATISI DI EVENTI FUTURI TECNICHE PREVISIVE MODELLI DI ANALISI AMBIENTALE FONTI DECISIONI (GESTIONE PIANIFICATA) APPRENDIMENTO VISIONE “L’IMPRENDITORE DEVE APPRENDERE PER SAPERE APPRENDERE” DEVE SAPERE ARRICCHIRE LE INFORMAZIONI GE- NERATE DALL’AZIONE CON QUELLE TRATTE DA ALTRE FONTIATTIVITA’ DI NETWORKING

15 IL SAPERE IMPRENDITORIALE (F. CORNO) E’ L’INSIEME DELLE CONOSCENZE E DELLE COMPE- TENZE ORIENTATE AL FARE CHE ACQUISTA VALORE STRATEGICO SE ATTIVA IL CIRCUITO DEL DECIDERE AZIONE - CONSAPEVOLEZZA - CONOSCENZA -SAPER FARE “INGREDIENTI” = SAPERE FARE PER AGIRE NELLA DIREZIONE DEGLI OBIETTIVI

16 LIVELLI ADEGUATI/LIMITATI DI CONOSCENZE GRADI ADEGUATI/INADEGUATI DI CONSAPEVOLEZZA ORIENTAMENTO STRATEGICO DI FONDO CHE RENDE L’IMPRESA ECCELLENTE (SUCCESSO DUREVOLE) L’ESPERIENZA STORICA DELL’IMPRENDITORE E’ IL FONDAMENTO, MA NON BASTA VIE CONOSCITIVE ULTERIORI PER SVILUPPA- RE L’APPRENDIMENTO METAFORAANALOGIAMODELLO ESPERIENZA E APPRENDIMENTO DIVENTANO STRATEGICI SE TUTILIZZANDO TALI VIE PRODUCONO FENOMENI INNOVATIVI