La comunicazione: caratteristiche generali ‘LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI, IDEE, CONCETTI DI INFLUENZAMENTO RECIPROCO, TRA PERSONE O GRUPPI, IN UN DETERMINATO CONTESTO’
Il modello della comunicazione Codifica Canale Contenuto informativo Decodifica Trasmissione del Messaggio Sorgenti di rumore Ricezione Interpretazione Codice Concezione
La comunicazione ad una via Velocità della comunicazione Adatta quando il messaggio è molto semplice Utile nelle fasi di “informazione” Impossibilità di controllare la correttezza della ricezione Mancanza di rettifiche o approfondimenti ad hoc La responsabilità della comunicazione è unicamente nelle mani dell’emittente!
La comunicazione a due vie Circolarità dei ruoli comunicativi Adatta quando il messaggio è complesso Verifica delle comprensione del messaggio Necessità di maggiore tempo Difficoltà di gestione delle fasi “informative” La responsabilità della comunicazione è nelle mani di tutti i soggetti coinvolti!
Il processo della comunicazione MESSAGGIO EMITTENTE DESTINATARIO FEEDBACK
L’influenza dei canali di comunicazione Nei primi istanti di un processo comunicazionale noi percepiamo 55% dei messaggi provenienti dal linguaggio del corpo; 35% dei messaggi provenienti dagli elementi prosodici; 10% dei messaggi provenienti dal linguaggio verbale COME DICIAMO LE COSE E’ PIU’ IMPORTANTE DELLE COSE CHE DICIAMO!!!
Il canale verbale risulta efficace quando è fondato su parole e frasi… Il linguaggio verbale Il canale verbale risulta efficace quando è fondato su parole e frasi… Semplici Chiare Brevi Non ambigue Non date per scontate Precise Complete se X allora Y contenuti logico/razionali
Gli elementi prosodici Tono Ritmo Pause
La comunicazione non verbale GESTI ESPRESSIONI DEL VISO PRESENZA POSTURA PROSSEMICA SGUARDO
Cosa dire sulla PRESENZA “l’abito fa... la Rappresentazione Mentale che l’altro si fa di noi!” assumersi la responsabilità del modo in cui “appariamo” cercare di essere inizialmente “neutrali” (non suscitare forti attrazioni, né creare eccessivi disagi)
Cosa dire sulla POSTURA Gli spostamenti del corpo riflettono sempre un cambiamento dell’atteggiamento interiore Con le parole si può mentire, con il corpo no Un atteggiamento corporeo “aperto” suscita generalmente percezioni positive OGNUNO RIPETE LA STESSA POSTURA QUANDO VIVE LA STESSA “EMOZIONE”
Cosa dire sulla PROSSEMICA Fa riferimento alla gestione dello spazio, in particolare alla distanza tra due o più persone INTIMA: 0-45 CM PERSONALE: 45-120 CM SOCIALE: 120-360 CM PUBBLICA: OLTRE 360 CM I SEGNALI DI DISTANZIAMENTO INDICANO IL DESIDERIO DI AVERE PIU’ SPAZIO LIBERO SIA IN SENSO FISICO CHE PSICOLOGICO
Cosa dire sui GESTI Vanno interpretati insieme ad altri indicatori per capire le emozioni trasmesse da chi comunica Non vanno soffocati, ma solo “educati” La velocità dei gesti è proporzionale all’intensità emotiva della comunicazione Rappresentano un ottimo rinforzo per il messaggio verbale RENDERLI “AMPI” E “FLUIDI”, EVITANDO MOVIMENTI TROPPO RIPETITIVI DELLE MANI
Cosa dire sulla MIMICA DEL VISO Ognuno ha espressioni del viso tipiche e personali Solo la conoscenza dell’altro ci aiuta a dare un significato univoco alle espressioni e a collegarle ai suoi reali stati d’animo
Il feedback Ogni individuo comunicando con altri innesca la trasmissione circolare dei messaggi Comunicazioni efficienti si costruiscono sul feedback, cioè su comunicazioni di ritorno Il messaggio comprende sia quello comunicato che quello ricevuto Nessun messaggio è meglio inteso di quello che il destinatario può discutere con il mittente
Nel processo comunicazionale l’ascolto può essere: Passivo non ascolto NO FEEDBACK Selettivo ascolto ciò che voglio FEEDBACK SCARSI Attivo ascolto tutto (CV, CNV, CPV) FEEDBACK COSTANTI
Gestione di una presentazione in pubblico Parlare in pubblico Gestione di una presentazione in pubblico
Operazioni preliminari Individuare un argomento ben definito Raccogliere tutta la documentazione necessaria Costruire una scaletta logica (su carta) Articolare le fasi in sottosequenze Prevedere i tempi Prevedere il numero complessivo di materiali/strumenti necessari (diapositive, lucidi, cartelli, etc)
L’obiettivo comunicazionale NON DIVAGHIAMO Per rispettare gli obiettivi prefissati, lo scopo della presentazione deve essere sempre presente da quando strutturiamo la nostra scaletta a quando parliamo
Sviluppare il discorso L’informazione deve essere: concisa e strutturata focalizzata sui punti chiave sufficientemente semplice nei punti chiave
Rendere interessante la presentazione Introduzione ACCATTIVANTE Rapporto con l’ Audience: stimolare una risposta emotiva raccontare una storia Contatto visivo! Enfatizzare i punti chiave Chiudere con FORZA! Ripetigli quello che gli hai appena detto!
L’esposizione efficace Studiamo una buona introduzione (“Captatio benevolentiae”) - colleghiamo l’argomento da presentare con qualcosa che i presenti sentano vicino alla loro realtà - chiariamo quale argomento si intende trattare ed evidenziamone l’utilità nella pratica quotidiana
L’esposizione efficace Esponiamo gli argomenti in modo logico - passare da ciò che è noto verso ciò che vogliamo aggiungere - ripetiamo i concetti più volte, se possibile, con dimostrazioni diverse Non mettiamo troppa carne al fuoco - non parliamo per più di 20 minuti senza mai coinvolgere gli altri
L’esposizione efficace Le regole da ricordare: seguire la sequenza di apertura, sviluppo e chiusura monitorare il proprio stile comunicativo e variarlo in base agli interlocutori utilizzare la scaletta in modo flessibile monitorare il livello di attenzione e di comprensione dell’interlocutore gestire le domande e le obiezioni utilizzare in modo appropriato i visual e i supporti
Catturare l’attenzione Non guardiamo il soffitto o fuori della finestra: guardiamo ciascuno dei presenti (non voltiamo mai le spalle) Evitiamo gesti ripetitivi (tic nervosi) Parliamo con entusiasmo Gestiamo con spontaneità i supporti audiovisivi disponibili: la capacità di memorizzare i messaggi aumenta se si utilizzano correttamente parole e immagini
La relazione La relazione dovrà risultare: - chiara - coinvolgente - ricca di spunti - equilibrata nei tempi Alla fine dell’esposizione sarebbe opportuno: - stimolare una breve discussione su quanto esposto - riassumere brevemente gli argomenti trattati - gettare le basi per un eventuale follow-up successivo
Superare il nervosismo Fissare l’obiettivo Qual è il “core message” dell’incontro? Come adattarlo a chi mi ascolta? Fare una prova pratica L’introduzione ti convince? La chiusura è incisiva?
FARSI CAPIRE DA TUTTI Spieghiamo Facciamo esempi di vita quotidiana Facciamo disegni Facciamo concludere gli altri ponendo una domanda di “Conseguenza” (sintesi) Facciamo sintesi di quanto detto Domande di verifica Guardiamo tutti in silenzio Aspettiamo un cenno Chiediamo se ci sono: riflessioni domande
CORALITA’ Uso frequente del noi Se dobbiamo fare un’affermazione ci arriviamo per conseguenze (domande) Stiamo al centro potendo vedere le ali, mai di spalle all’uditorio Sottolineiamo con il tono-il ritmo-i gesti-la mimica-la postura- guardando tutti Se due o più persone non sono in accordo tra loro chiediamo il parere degli altri Non ci schieriamo dalla parte di nessuno
Da fare e da evitare Non metto la mano/i in tasca Non metto la mano/i alla vita Non guardo solo una persona Mi rivolgo a tutti Nessun oggetto nelle mani Non parlo con la lavagna luminosa accesa Non passeggio Non mi appoggio Non inizio con: Alterno il tono Cambio ritmo Faccio una pausa quando voglio sottolineare un’idea Uso principalmente una mano per accompagnare il discorso Uso metafore mmm… allora
L’UTILIZZO DEI SUPPORTI VISIVI ( I visual ) Gli stimoli visivi aiutano la memoria associativa e catalizzano l’attenzione dei nostri interlocutori. I visual più utilizzati sono: Lavagna luminosa e lucidi Lavagna a fogli mobili Diapositive Cartelli
…Caratteristiche dei visual Individua max 4-5 concetti chiave Prevede un alto contrasto tra figure/parole e sfondi Chiarifica e sottolinea… non espone IL VISUAL EFFICACE Contiene immagini o elementi grafici significativi e fantasiosi