DIDATTICA E TIC Insegnare ed apprendere con il computer Walter Di Santo Enrico Masuelli Uts per l’orientamento Torino
Obiettivi del modulo: riflettere su come l’uso, nella didattica, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) possa far crescere le motivazioni all’apprendere; illustrare il quadro teorico e le riflessioni in atto (epistemologia e sociologia della conoscenza), presupposto per l’uso delle ICT nella didattica; mostrare in sintesi e con esempi i possibili usi dell’ICT nella didattica riflettere sui profondi cambiamenti che l’uso dell’ICT richiede nella programmazione curricolare e nell’organizzazione didattica
EDUCAZIONE SOGGETTI OGGETTI CONTESTO STRUMENTI
Le 2 condizioni principali per il successo scolastico sono: motivazione verso il compito autostima
Ciò che si oppone alla motivazione: astrattezza ed estraneità delle questioni e degli argomenti affrontati a scuola (Papert) uso quasi esclusivo dell’apprendimento attraverso il linguaggio rispetto all’apprendimento attraverso l’esperienza diretta (Parisi) apprendimento meccanico e non significativo (Ausubel) scarsa metacognizione frattura profonda tra la cultura scolastica, alta e formale e la cultura di massa
Ciò che favorisce la motivazione all’apprendere: affrontare problemi concreti, fattuali, della vita quotidiana sfruttare le conoscenze pregresse degli allievi (mappe cognitive) puntando ad un apprendimento significativo mostrare il sapere umano come frutto di costruzione e negoziazione mostrare la ‘complessità’ della realtà attivare un problem-solving progressivo che aumenta il livello di complessità dei problemi e il coinvolgimento cognitivo aumentare il livello di consapevolezza metacognitiva lavorare ‘insieme’ mostrando ‘come si fa’ e collaborando alla costruzione del significato
Calvani (1) La “didattica” concerne il complesso di interventi volti a progettare, allestire, gestire, valutare “ambienti di apprendimento”, cioè speciali contesti ritenuti atti a favorire particolari processi acquisitivi in soggetti inesperti, risultanti da un'idonea integrazione di artefatti culturali, normativi, tecnologici e di specifiche azioni umane.
Calvani (2) Ogni concezione didattica si richiama, anche in forma implicita, a particolari teorie della conoscenza ed a più generali assunzioni valoriali.
Solo una concezione ingenua contesti socio-culturali, Calvani (3) Solo una concezione ingenua vede le tecnologie come appendici neutre, statiche, povere di significatività teorica e culturale. Calate nei diversi contesti socio-culturali, esse si coniugano ed amplificano determinati assunti teorici, atteggiamenti, orientamenti del pensiero e della cultura.
didattico-progettuale Calvani (4) Fra i tre livelli, teorico-epistemico, didattico-progettuale tecnologico, si generano dinamiche di vario tipo.
Centralità dell’apprendere più che dell’insegnare. Sapere come “trasmissione”, come “elaborazione di informazione” o come “costruzione attiva di significati”? Esso ha un carattere prevalentemente individuale o negoziale, astratto o concreto-contestualizzato, indivisibile o scomponibile, univoco o multidimensionale?
Costruttivismo ha carattere “situato”, ancorato nel contesto concreto La conoscenza è prodotto di una costruzione attiva del soggetto ha carattere “situato”, ancorato nel contesto concreto si svolge attraverso particolari forme di collaborazione e negoziazione sociale (Jonassen, 1994)
In primo piano viene posta la “costruzione del significato” sottolineando il carattere: attivo polisemico non predeterminabile di tale attività.
Il costruttivismo è pervaso da una esigenza di “rifiuto” verso: una figura di insegnante come fornitore di informazioni il distacco della scuola dalla vita il carattere “inerte” della conoscenza che gli alunni dovrebbero acquisire.
(1) Gli ambienti di apprendimento di taglio costruttivistico sono orientati a: dare enfasi alla costruzione della conoscenza e non alla sua riproduzione evitare eccessive semplificazioni rappresentando la naturale complessità del mondo reale presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che astrarre) offrire ambienti di apprendimento assunti dal mondo reale, basati su casi, piuttosto che su sequenze istruttive predeterminate
(2) Gli ambienti di apprendimento di taglio costruttivistico sono orientati a: offrire rappresentazioni multiple della realtà alimentare pratiche riflessive permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto favorire la costruzione cooperativa della conoscenza, attraverso la negoziazione sociale.
Dai principi del costruttivismo derivano vari modelli didattici Dai principi del costruttivismo derivano vari modelli didattici. I più noti sono: community of learners (Brown, 1996; Ligorio, 1994) apprendistato cognitivo (Collins e Holum, 1991; Collins, Brown e Newman, 1995) teorie per l’apprendimento basate su tecnologie ipertestuali (Cognitive Flexibility Theory - Spiro, 1995) ambienti di apprendimento intenzionale sostenuto al computer.
In sintesi i modelli didattici di impronta costruttivistica (1): mettono in risalto l’ambiente di apprendimento rispetto all’istruzione come sequenza preordinabile considerano un ambiente di apprendimento come un luogo virtuale d’incontro tra molteplici impalcature regolabili, attraverso giochi di mutua appropriazione vedono il processo didattico come non lineare bensì “emergente” e “ricorsivo” attribuiscono particolare importanza allo studio per “casi”, che meglio sono in grado di incorporare al loro interno la complessità del reale
In sintesi i modelli didattici di impronta costruttivistica (2): pongono forte enfasi sul discente, sull’autodeterminazione del percorso e degli stessi obiettivi sottolineano il ruolo della negoziazione interpersonale e dell’apprendimento collaborativo danno forte risalto alla molteplicità delle piste percorribili e alla varietà prospettica con cui si può vedere la conoscenza Si avvalgono in misura determinante di tecnologie intese soprattutto come strumenti per amplificare la comunicazione, la condivisione delle informazioni, la cooperazione e integrazione interpersonale.
Tecnologie e relazioni collaborative (I) Automazione (Anni Settanta) l Personal computing (Anni Ottanta) Interpersonal computing (Anni Novanta)
Domenico Parisi Scuol@.it crisi della scuola linguaggio/esperienza complessità e riduzionismo cultura di massa modello non cognitivista della mente difficoltà di comprensione della realtà realtà virtuale, simulazione ed apprendimento come deve cambiare la scuola nuovo ruolo docenti 1
2 Domenico Parisi Scuol@.it La scuola e’ entrata in un tunnel oscuro. Il viaggio dentro al tunnel sara’ lungo, anche se alla fine, come in tutte le cose, tornera’ la luce. Ma per allora la scuola dovra’ essere molto cambiata. 2
Gli insegnanti oggi, semplicemente, Domenico Parisi Scuol@.it Gli insegnanti oggi, semplicemente, non sanno che cosa insegnare ai ragazzi e non sanno come insegnarglielo. 3
4 Domenico Parisi Scuol@.it Le ragioni del perche’ non e’ piu’ chiaro quello che era chiaro in passato sono due. La prima ragione e’ che la societa’ e’ molto cambiata e la scuola no, e se la scuola deve funzionare, quello che si insegna a scuola e il modo in cui lo si insegna devono essere armonici con la societa’ che esiste fuori della scuola. Questa armonia non c’e’ piu’. 4
5 Domenico Parisi Scuol@.it Una istituzione come la scuola ha due compiti: conservare i prodotti della cultura del passato trasmettendoli alle nuove generazioni, e preparare i ragazzi a vivere nella societa' in cui vivranno da adulti. 5
6 Domenico Parisi Scuol@.it Oggi non e' piu' cosi'. La societa' cambia tutta e molto velocemente. Percio’ insegnare il passato non significa piu’ automaticamente preparare i ragazzi alla societa' in cui vivranno da adulti, e la scuola non riesce piu’ a fare entrambe le cose. O trasmette il passato o prepara a vivere nella societa’ in cui i ragazzi vivranno da adulti. Questo e' il problema numero uno della scuola: il cambiamento, il divaricarsi e l'entrare in conflitto dei due compiti della scuola a causa dei cambiamenti veloci nella societa'. 6
7 Domenico Parisi Scuol@.it i ragazzi vivono nella societa’ del presente, e si preparano a vivere nella societa’ del futuro, mentre la scuola li prepara a una societa’ che non c’e’ piu’. Percio’ la prima ragione per cui gli insegnanti non sanno piu’ cosa insegnare e come insegnarlo e’ che, semplicemente, i ragazzi non si fanno piu’ insegnare i contenuti della scuola che l’insegnante ha nella sua mente, nella sua cultura e nella sua professionalita’, e non accettano piu’ che il canale esclusivo dell’insegnamento sia il linguaggio verbale. 7
i ragazzi si comportano Domenico Parisi Scuol@.it i ragazzi si comportano male a scuola perche' la scuola offre loro qualcosa che loro sentono che non funziona piu’ 8
sono le nuove tecnologie, il computer, Internet, la multimedialita’. Domenico Parisi Scuol@.it La seconda ragione sono le nuove tecnologie, il computer, Internet, la multimedialita’. Sono le nuove tecnologie che stanno mettendo in crisi la scuola, sgretolandone l’organizzazione, la cultura, i contenuti e gli obbiettivi educativi. Le nuove tecnologie un po’ alla volta si stanno facendo strada nella scuola. Ma le nuove tecnologie hanno per il momento soltanto un effetto destrutturante sulla scuola. (…)non sono in grado di indicare con un minimo di chiarezza quali dovranno essere i nuovi contenuti dell’insegnamento e i nuovi modi di insegnarli. 9
10 Domenico Parisi Scuol@.it Internet immagini e interattivita’ Le due grandi novita’ delle nuove tecnologie per la scuola sono da un lato Internet e dall’altro l’accoppiata immagini e interattivita’ 10
le immagini e l’interattivita’, Domenico Parisi Scuol@.it La grande novita’ delle nuove tecnologie dal punto di vista della scuola sono le immagini e l’interattivita’, di cui le nuove tecnologie ci fanno intravedere le enormi potenzialita’ educative. 11
12 Domenico Parisi Scuol@.it Con le nuove tecnologie le immagini diventano immagini in movimento, immagini tridimensionali, immagini iconiche che possono tradurre in cose viste non solo i fenomeni della realta' che sono gia' di per se' visibili ma anche i fenomeni e i processi astratti della realta', 12
Domenico Parisi Scuol@.it Immagini interattive nel senso delle simulazioni io modifico le condizioni e le variabili che determinano i fenomeni e osservo sullo schermo del computer le conseguenze delle mie azioni. 13
Domenico Parisi Scuol@.it La “classe del futuro” e Cino da Pistoia 14
Domenico Parisi Scuol@.it Il vuoto piu' grande (…) si sta creando tra due categorie di persone: da un lato le persone "colte" che hanno fatto buoni studi, conoscono il passato, sono legati alla cultura di elité (…) ma hanno poca familiarita' con la tecnologia e cercano di stare alla larga dalla cultura di massa , e dall'altro le persone che conoscono la tecnologia, spesso dal di dentro, sono per molti aspetti vicini alla cultura di massa, ma conoscono poco la grande cultura di elite del passato. 15
Io credo che il problema numero uno, se vogliamo ricostruire Domenico Parisi Scuol@.it Io credo che il problema numero uno, se vogliamo ricostruire non solo la scuola ma anche la societa’, sia quello di riempire questo vuoto. 16
immagini e interattivita' Domenico Parisi Scuol@.it Il linguaggio vs immagini e interattivita' 17
A scuola si impara quasi tutto attraverso il linguaggio Domenico Parisi Scuol@.it Il linguaggio verbale e’ l’asse portante della nostra tradizione culturale, quella dell’Occidente, ed e’ anche l’asse portante della nostra scuola. A scuola si impara quasi tutto attraverso il linguaggio 18
Domenico Parisi Scuol@.it Il linguaggio permette di arrivare a una conoscenza e a una comprensione riflessa, articolata, elaborata, comunicabile, discutibile con gli altri, della realta’ 19
Domenico Parisi Scuol@.it Ma … con il linguaggio l’apprendimento puo’ diventare puramente mnemonico, e quindi non accompagnato da comprensione, puo’ essere ristretto solo a chi possiede buone capacita’ linguistiche, puo’ diventare astratto e quindi lontano dalla realta’ che e’ concreta, puo’ diventare poco motivante per chi non ha di suo una speciale motivazione ad apprendere. 20
21 Domenico Parisi Scuol@.it Una delle conseguenze piu’ importanti delle nuove tecnologie e’ che esse aumentano di molto le potenzialita’ comunicative, cognitive, di apprendimento, delle immagini visive e dell’interattivita’ e percio’ rendono possibile apprendere a scuola non piu’ solo attraverso il linguaggio ma anche attraverso l’esperienza diretta.. 21
22 Domenico Parisi Scuol@.it Apprendere attraverso l’esperienza diretta, per quanto virtuale e simulata, puo’ permetterci di superare proprio i limiti dell’apprendere attraverso il linguaggio. L’apprendimento puo’ ora essere meno mnemonico e piu’ basato sulla comprensione, diventando “costruzione” del sapere invece che semplice “istruzione”, puo’ non esser piu’ riservato solo a chi possiede buone capacita’ linguistiche, facendo appello a altre capacita’ possedute dai ragazzi: 22
Domenico Parisi Scuol@.it capacita’ di intuire e capire quello che comunicano le immagini, capacita’ di agire e di fare attenzione a quello che succede come conseguenza delle nostre azioni, imparando da queste conseguenze, capacita’ di avventurarsi e di risolvere problemi, 23
Domenico Parisi Scuol@.it Il vero salto in avanti nell’apprendimento le nuove tecnologie lo faranno fare non con la semplice multimedialita’, con gli ipertesti, o con l’accesso a informazioni di ogni tipo su Internet, ma lo faranno fare con le simulazioni. 25
Domenico Parisi Scuol@.it Le simulazioni sono modelli di un qualche tipo di fenomeno espressi, non a parole ma come programmi di computer. Trattandosi di modelli, cioe’ di ipotesi riguardanti cause, meccanismi e processi che stanno dietro ai fenomeni e li spiegano, le simulazioni servono soprattutto a capire i fenomeni, non solo a conoscerli e a descriverli. 26
. L’interattivita’ delle simulazioni Domenico Parisi Scuol@.it le simulazioni rendono possibile un tipo di interattivita’ diverso da quello degli ipertesti e di Internet. L’interattivita’ di un ipertesto e di Internet e’ una interattivita’ di navigazione,con ciò che si vede. . L’interattivita’ delle simulazioni e’ una cosa diversa. Con un ipertesto, con Internet, con la televisione, l’utente interagisce solo nel senso che decide quello che vede. Con le simulazioni l’interattivita’ e’ con quello che sta dietro a quello che vede, 27
28 Domenico Parisi Scuol@.it Questo non significa che il linguaggio verbale e le immagini piu’ l’interattivita’ siano necessariamente in competizione tra loro. Linguaggio e immagini piu’ interattivita’ possono cooperare e rafforzarsi a vicenda. 28
Cosa è una mappa concettuale? è fatta di e MAPPA CONCETTUALE NODI LINK sono sono è la COLLEGAMENTI TRA CONCETTI VISUALIZZAZIONE CONCETTI della Espressi con STRUTTURA CONCETTUALE PAROLE CHIAVE PAROLE LEGAME di un ARGOMENTO
Definizione dell’apprendimento di McCombs e Whisler (1997): è un processo naturale con cui l’individuo persegue obiettivi per lui/lei significativi; è attivo, volontario e mediato internamente, è un processo di scoperta e di costruzione del significato dell’informazione e dell’esperienza, filtrato attraverso le percezioni, i pensieri e i sentimenti individuali dell’allievo.” (McCombs e Whisler, Rapporto della Commissione dell’American Phycological Association, 1997, p.5)