Bruegel e la geografia 1- Il pittore e il cartografo

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Bruegel e la geografia 1- Il pittore e il cartografo 2- Paesaggio e corografia 3- Il paesaggio come teatro del mondo 4- La conquista del mondo risolto in immagine 5- Bruegel e i “delegati dello spettatore” Francesco Micelli 20 marzo 2012

Premessa Paesaggio: concetto guida della geografia Presentazione in tre momenti come premessa ai paragrafi di Farinelli manuale prescelto: 1- Il paesaggio in J.L. Besse 2 - Il paesaggio in C. Raffestin 3 - Il paesaggio in E. Turri Farinelli ci presenterà Humboldt, Biasutti e Gambi ridefinendo il quadro

Il pittore e il cartografo Bibliografia minima: J.L. Besse, Vedere la terra. Sei saggi sul paesaggio e la geografia, Milano 2008 [analisi limitata a Bruegel e la geografia] P. Camporesi, Le belle contrade. Nascita del paesaggio italiano, Milano 1992 J. Ritter, Paesaggio. Uomo e natura nell’età moderna, Milano 1994 Bruegel il Vecchio, Grandi paesaggi (1550-1560) J. Hoefnagel, Vista di Velletri (1583) [I due personaggi in primo piano: Ortelius e Hoefnagel] Punti di riferimento fissi Farinelli e Raffestin Besse 1- Tolomeo: “La g. è un’imitazione grafica della parte conosciuta della terra. Le matematiche interpretano il cielo, per la terra siamo costretti a ricorrere alla rappresentazione pittorica” (p. 21) 2- “Il pittore e il cartografo non condividono solo un tipo di percezione e rappresentazione della sup. della Terra, essi comunicano anche attraverso il loro oggetto” (p.24) Ovvio il richiamo a Svetlana Alpers, Arte del descrivere. Scienza e pittura nel Seicento olandese, Torino 1984, Franco Farinelli, La crisi della ragione cartografica, Torino 2009

Paesaggio e corografia A. Ortelius, Theatrum orbis terrarum: il paesaggio non è spazio dello sguardo,ma è spazio oggettivo Il Landschaft si identifica con l’oggetto della corografia = attenzione al dettaglio e accurato inventario a grande scala, implica la frequentazione dei luoghi. Insomma esclude il lontano e si concentra sul vicino: le carte regionali di Ortelius diventano perciò besondere landschappen (p.27) Originariamente Landschap è provincia , patria regione [Il paese di Camporesi cioè il territorio], non ha ancora significato estetico ( Camporesi, p.9, tuttavia nella celebre (!!!!) lettera di Tiziano a Filippo II 1552 compare per la prima volta il termine “paesaggio”)

Il paesaggio come teatro del mondo La carta medievale racconta una storia, la carta moderna un oggetto per lo spettatore: Ortelius realizza la ciceroniana “contemplazione del mondo” (p.34). La struttura di percezione e pensiero che è il teatro governa lo spettacolo (p.36). Nei Grandi paesaggi di Bruegel l’uomo resta spettatore e partecipante (p.37) Besse come F. a questo punto cita Heidegger, L’epoca dell’immagine del mondo … più volte discusso da noi.

La conquista del mondo risolto in immagine Lo spazio e la Terra non cristallizzano più il Tempo, diventano la cornice il supporto, il teatro del suo dispiegamento. Il Tempo e la storia sono diventati spettacolo p.32 Ortelius inserisce la citazione Cicerone, Ma l’uomo è nato per contemplare, in una delle quattro vignette che circondano il Typus orbis terrarum (1579) p.34 Ogni rappresentazione pittorica diviene contemplazione filosofica, ideale di vita contemplativa che richiama la villa come locus amoenus

Bruegel e i “delegati dello spettatore” In quasi tutti i Grandi Paesaggi Bruegel pone su un rialzo in primo piano due figure di osservatori: i “delegati dello spettatore” (p.41) ricordano mondo e sguardo come teatro per cui “il paesaggio assume il significato di mondo per l’uomo che lo contempla” (p.41) 1- La casa non è quella che è recintata dalle nostre pareti, ma questo intero mondo che gli dei ci diedero come domicilio e patria comune con essi (Cicerone, De republica) (p.46) 2- Il paesaggio mostra ciò di cui si tratta nella geografia, cioè l’esperienza sensibile della Terra come spazio aperto, spazio da percorrere e scoprire (p.47) Confronto puntuale con Farinelli