Migrazione, apprendimento, bilinguismo

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Migrazione, apprendimento, bilinguismo Studio di Psicologia, Logopedia, Neuropsicomotricità, Neuropsichiatria _______________________________________________________ www.diagnositerapiarozzano.it studiopsi.rozzano@gmail.com

OBIETTIVI DELLA FORMAZIONE Definizione di migrazione e di migrante Conoscere i processi di adattamento e le dinamiche delle famiglie migranti Focalizzare la conoscenza sulla modalità di apprendimento dei bambini migranti del linguaggio Segnali di rischio Modalità dell’invio

Definizione di migrazione e di migrante «Che si sposta, che migra, migratore» La migrazione rappresenta un evento significativo nella vita di ogni individuo che la compie perché è un cambiamento irreversibile, tra un prima e un dopo. L'appartenenza culturale è uno dei fattori fondanti lo sviluppo biologico sociale e psichico degli individui che, dotando l'essere umano del linguaggio, di simboli e concetti, ne influenza le percezioni, l'interpretazione e l'esperienza del reale. Ad oggi con il termine migrante, si intende ogni individuo che abbia una storia di migrazione effettuata in prima persona o in generazioni precedenti, la cui spinta migratoria può essere stata spontanea e condivisa oppure per volere altrui, e che si trovi sul territorio italiano in forma stanziale o provvisoria. Tipi di migrazione: Seconda generazione Ricongiunti Coppie miste (bambini nati dall’unione tra un genitore migrante e uno autoctono; devono riuscire ad integrare i messaggi e i riferimenti diversi che i due genitori trasmettono loro: l’appartenenza biculturale è l’esito ideale del processo di crescita)

La migrazione è un fenomeno in continuo cambiamento e avviene per motivi diversi: politici, economici, familiari, traumi collettivi, scelte individuali, sogni, necessità, curiosità,…. Ogni percorso migratorio ha una propria storia, non si può generalizzare, ma possiamo individuare alcuni elementi ricorrenti che ci aiutino a capire le dinamiche in atto.

Bambini nati in Italia (seconde generazioni) Sono i bambini/ragazzi nati in Italia, figli di genitori che hanno effettuato in prima persona la migrazione Nascere in Italia non significa sapere l’italiano IMPORTANZA DI PARLARE LA LINGUA MADRE A CASA Autorizzazione e legittimazione a portare all’interno della scuola la propria lingua, la propria cultura Livello di integrazione dei genitori Meticciare Mancanza della rete e l’isolamento

Bambini ricongiunti Sono i bambini/ragazzi che giungono in Italia per ricongiungersi al proprio nucleo familiare dopo aver o meno compiuto alcuni anni di scolarizzazione nel proprio paese di origine. Non hanno scelto di migrare in prima persona, possono sperimentare una “frattura” tra un prima e un dopo. Necessità di curare l’accoglienza e la qualità della comunicazione Possibile trauma migratorio Genitori ‘’sconosciuti’’ La scuola come occasione, a volte unica, di apprendimento Differenza tra i diversi ricongiungimenti (età, tempo di separazione, sistemazione al Paese, modalità di separazione, contatto con i genitori lontani) Spaesamento rispetto ai servizi (scuola nel Paese di origine) Frequenza e modalità di scolarizzazione (città vs campagna)

Entrare a scuola… Ingresso alla scuola dell’obbligo è importante perché rappresenta la prima occasione di rapporto formale tra le famiglie straniere e il sistema nazionale di istruzione Nella scuola si entra in contatto con un sistema culturale differente all’interno del quale si troverà a percorrere tappe di sviluppo fondamentali L’ingresso a scuola può essere una buona opportunità per il bambino, ma può essere anche motivo di conflitto con la famiglia d’origine in quanto elemento di discontinuità Spesso il bambino è lasciato solo ed è poco capito e accompagnato in questo processo di adattamento Modello di scuola al Paese diverso da quello italiano

Imparare una nuova lingua… E’ necessario conoscere i meccanismi di apprendimento dell’L2: conoscere le tappe fisiologiche può aiutare a riconoscere cosa è “patologico” IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO DELL’ L2 è influenzato da diversi fattori - Età (età in cui il bambino viene esposto in modo sistematico, continuativo e intensivo all’L2) - motivazione (viaggio, condizioni di vita, progetto migratorio) lingua materna - caratteristiche individuali (conoscenze linguistiche, scolarità precedente, fattori personali) - modalità di contatto e di “immersione” ( quantità e qualità degli scambi in italiano, quantità e qualità degli interventi)

Interlingua E’ la lingua che viene sviluppata da chi sta imparando una seconda lingua ma non l'ha ancora pienamente acquisita Mantiene alcune caratteristiche della L1 nel parlare e/o scrivere mentre apporta delle 'innovazioni‘ in L2 È un insieme di strategie che le persone creano partendo dall’esperienza soggettiva Può cristallizzarsi in qualsiasi fase del suo sviluppo

BILINGUISMO Il bilingue non è identificabile esclusivamente con colui che parla due lingue ma in colui che possiede capacità verbali e comunicative nelle due lingue per esposizione ad esse, cioè è capace di capire, parlare, leggere e ascoltare nelle due lingue. (Grosjean 1989) Il bilinguismo è un fenomeno in movimento, muta e si modifica nel tempo. Non esistono casi identici di bilinguismo perché il fattore personale è molto influente

Il bilinguismo è un fenomeno in movimento, muta e si modifica nel tempo. Nel percorso di vita di un bilingue difficilmente tutte le competenze saranno a pari livello nelle due lingue nello stesso momento Non esistono casi identici di bilinguismo perché il fattore personale è molto influente

LE FORME DEL BILINGUISMO Bilinguismo bilanciato: il bambino mantiene contatti con la comunità d'origine, e usa lo stesso livello di fluenza e competenza nelle lingue conosciute. Bilinguismo sbilanciato: ogni lingua ha un suo contesto di utilizzo e quindi entrambe si impoveriscono. Bilinguismo sottrattivo: si ha quando la L1 viene persa progressivamente in favore della L2 . Avviene per ragioni prevalentemente psicologiche. Bilinguismo additivo: lo sviluppo di entrambe le lingue è complementare poiché sia la famiglia che la comunità attribuiscono valore positivo ad entrambe le lingue.

Bilinguismo precoce: si ha quando il bambino viene esposto alla L2 entro 6 anni. All'interno del bilinguismo precoce si distingue: Bilinguismo simultaneo: quando si imparano contemporaneamente le due lingue Bilinguismo aggiuntivo: quando la L2 si aggiunge alla lingua madre entro i 3 o i 5 anni. Bilinguismo tardivo: si ha quando il bambino impara la L2 dopo i 6 anni.

I bambini che accedono alla Scuola dell’Infanzia sono tendenzialmente dei bilingui consecutivi, perché spesso mantenuti nel contesto domestico fino al momento dell'inserimento oppure in seguito al ricongiungimento familiare.

L'acquisizione della L2 consecutiva avviene generalmente attraverso le seguenti fasi: Uso di L1 in casa Periodo non verbale in cui il bambino è concentrato sull'accumulare conoscenze (da non confondere con il mutismo elettivo) Espressione di L2 come linguaggio telegrafico Periodo di interlingua Avvio verso uno sviluppo di L2 strutturato

I bilingui consecutivi possono diventare buoni comunicatori con i pari e con gli adulti dopo pochi mesi di esposizione alla L2, ma per possedere l'accuratezza grammaticale, l'ampiezza del vocabolario e la pronuncia di L2 simile ai nativi sono necessari almeno 5/7 anni di esposizione. (J. Cummins 2000)