Misuriamoci … e creiamo un polo di eccellenza col nostro modo di stampare: “Stampo Italiano” associazione delle arti grafiche di bologna in collaborazione con UNINDUSTRIA BO ASSOCIAZIONE POLIGRAFICI MODENESI
Un percorso che parte da molto lontano 2007 – inizia il progetto congiunto Associazione Arti Grafiche di Bologna e Associazione Poligrafici Modenesi per rinnovare gli “Usi e consuetudini” del settore grafico – la Camera di Commercio di Bologna pubblica le “Clausole e regolamentazione del settore grafico (Prestampa, Stampa, Legatoria e Cartotecnica/Packaging)” Prestampa e stampa fanno largo riferimento alla ISO Inizia un ampio dibattito sulla Norma che si concretizza con la partecipazione attiva di AAGB e poi APM ai lavori del TC 130 con Alessandro Beltrami (Pechino, San Gallen, San Paolo, Berlino, Chicago) È durante questa partecipazione che emerge l’esigenza di fare in modo che le norme tengano conto del modo “italiano” di stampare 2011 – UNI formalizza l’apertura della commissione “Tecnologie Grafiche”, grazie alla collaborazione di TAGA e con il coordinamento di Alessandro Beltrami Nasce il progetto MISURIAMOCI 2012 – all’Italia viene dato l’incarico di disegnare le strategie future delle norme della stampa
Misuriamoci: 23 aziende da Reggio Emilia a Rimini Arbe Industrie Grafiche Base Lito srl Centrostampa Digitalprint Compositori Industrie Grafiche GE.GRAF Golinelli Industrie Grafiche Grafiche Dell'Artiere Grafiche Pioppi Grafiche Zanini Industrialbox Labanti & Nanni Litografia Zucchini Litographic Group Nuovagrafica Pazzini Stampatore Editore Ruggeri Grafiche srl S.A.B. Tipoarte – Vision Tipografia Negri Tipografia Zampighi Tipolitografia F.G. Tipolitografia Salvioli Tipolitografia SanMartino
La sperimentazione è conclusa. Dato l’impianto propositivo della partecipazione di AAGB e APM al TC 130 i primi dati sono stati presentati ai meeting ISO di Berlino e le nostre considerazioni si stanno inserendo nella nuova revisione delle norme ISO In buona approssimazione, nel nostro comprensorio si stampa così:
Il confronto con le ISO attuali è questo E con quelle che verranno, così. La nostra azione ha consentito che accanto a queste ci possano stare dei modi “nazionali” di stampare.
Ci eravamo posti un assunto che è stato puntualmente verificato: il modo – altamente professionale – di stampare italiano è diverso dalle attuali ISO e si allontanerebbe ancora di più se passassero le nuove proposte tedesche. AAGB e APM cosa si aspettano da questa sperimentazione? La possibilità di incidere sulla prossima revisione della ISO Come si vede non è una ipotesi peregrina visto che la nostra impostazione è tenuta in considerazione tanto che dovrebbe essere adottata nella prossima revisione della ISO Il passaggio successivo che è la creazione del marchio “Stampo Italiano” attribuito a tutti coloro che si riconosceranno nelle indicazioni delle nostre Associazioni Disporre comunque di un riferimento domestico che, sui parametri di controllo delle tolleranze delle ISO 12647, possa creare un chiaro riferimento per gli “Usi e consuetudini” locali (o meglio nazionali). Anticipare una modalità di lavoro già standardizzata nella flessografia e maggiormente conforme alle consuetudini nazionali.
La nuova formula negli “Usi” che verranno ATTENZIONE DEVE FARE TUTTO L’ITER (ora è solo una proposta e non ha nessun valore legale) Titolo III – Stampa Art. 8 – Esecuzione. 1.Omissis 2.È considerata merceologicamente idonea una stampa che – seppur non a norma ISO rispetto ai valori di caratterizzazione per le 5 tipologie previste – usa una carta e/o una curva tonale diversa purché riconosciuta caratteristica della modalità di stampa locale e purché rispetti le metodologie e i valori di tolleranza della stessa ISO quali: 1. rispondenza alla prova contrattuale colore approvata come definita al comma 1 dell’articolo 6, 2. tolleranze in termini di E dei primari, 3. tolleranza di deviazione e tolleranza di variabilità in tiratura. 3.È definita locale una modalità di stampa che rispetta, entro le tolleranze di cui al comma precedente, i “Riferimenti tonali e colorimetrici relativi alla stampa offset in piano” pubblicati dall’Associazione delle Arti Grafiche di Bologna e dall’Associazione Poligrafici Modenesi allo stato di revisione corrente, oppure la caratterizzazione di uno specifico impianto sul quale è stata prodotta e approvata una prova contrattuale colore.
E con questo ultimo aspetto si chiuderà, in un modo veramente eccellente, il cerchio di quella lungimirante iniziativa nata nel 2007: Non avevamo un riferimento e ce lo siamo creati (Clausole e regolamentazione del settore grafico) derivandolo da quanto di meglio ci poteva essere sulla scena internazionale Quel meglio non ci soddisfaceva e abbiamo avuto la volontà e il coraggio di studiare (progetto MISURIAMOCI) una formulazione migliore Ora dobbiamo avere la forza di imporlo. Se non in ambito internazionale, ma sembra che attraverso la partecipazione attiva al TC 130 ce la stiamo facendo, almeno su quello locale, riuscendo a dare vita a “Usi e consuetudini” che recepiscano le novità introdotte con le “Clausole e regolamentazione del settore grafico” arricchite dai risultati della sperimentazione del progetto MISURIAMOCI
Passaggio fondamentale e vitale Oggi infatti siamo in una situazione ambigua e pericolosa sia in caso di contenzioso, sia per lo sviluppo commerciale sul mercato internazionale Vogliamo ricordare che non esiste nessuna normativa nazionale che descrive una stampa corretta. Neppure gli Usi e consuetudini lo fanno. Lo fanno le “Clausole e regolamentazione del settore grafico” pubblicate dalla CCIAA di Bologna ma mancano dei riferimenti locali rilevati col progetto MISURIAMOCI Ciò significa che in caso di contestazione è più probabile che un giudice si rifaccia ad una normativa internazionale del valore di una ISO (ancorché dichiaratamente volontaria oppure sulle “Clausole e regolamentazione del settore grafico” che fanno espresso ed esclusivo riferimento a quella norma) piuttosto che sul nulla È interesse del mercato grafico italiano vedere compreso negli standard internazionali la peculiarità di stampa delle proprie piccole e medie aziende che altrimenti sarebbero penalizzate nella competizione internazionale
Una grande opportunità per le nostre aziende Il progetto MISURIAMOCI ha creato molta partecipazione e altrettanta curiosità Si tratta di una curiosità, soprattutto tecnica, che potrebbe trasformarsi in partecipazione generalizzata verso la ricerca dell’eccellenza. Vale la pena ricordare che l’eccellenza di un distretto, o di un intero Paese, porta vantaggio a tutti, anche ai più agnostici e disattenti. Grazie al dibattito tecnico sul progetto si è creato, proprio nel nostro comprensorio, un patrimonio culturale che non ha eguali nel nostro paese. Le nostre Associazioni hanno mostrato una grande vitalità e una immensa lungimiranza nell’affrontare questi argomenti che sono essenziali per lo sviluppo economico delle aziende associate, soprattutto in questo difficilissimo momento. Noi pensiamo che sia intelligente allargare questo risultato all’intero Paese, e il marchio “Stampo Italiano” potrebbe essere lo strumento ottimale per potere avere più facilmente una eco internazionale.
Marchio volontario “Stampo italiano” a cura del consorzio MISURIAMOCI “Stampo italiano” si rifà completamente alle tolleranze e alle procedure di controllo delle norme ISO per la stampa offset allo stato della revisione attuale, ma non considera vincolanti i valori dei primari e delle TVI. Prevede e/o consente l’utilizzo delle caratterizzazioni ISO standard ma anche della caratterizzazione italiana del consorzio Misuriamoci o di una qualsiasi caratterizzazione personalizzata sulla quale l’azienda utilizzatrice deve essere in grado di fornire il relativo profilo colore icc sul quale deve essere in grado di produrre prove contrattuali colore che rispondono alla ISO e stampe che rispecchiamo limiti e tolleranze della ISO del segmento di mercato di interesse. Per quanto non previsto dalla ISO di riferimento valgono, se e in quanto previsti, i parametri delle Clausole e regolamentazione del settore grafico (TAGA.DOC.xx)
GRAZIE per l’attenzione