Dalla linguistica all’antropologia Lo strutturalismo Dalla linguistica all’antropologia
Caratteristiche generali Il termine «strutturalismo» si riferisce a quelle prospettive teoriche che mettono in primo piano la forma rispetto al contenuto. Per uno strutturalista, si giunge al significato sapendo come le cose stanno insieme, e non comprendendo le cose separatamente Lo strutturalismo è penetrato nell’antropologia attraverso la linguistica, e l’opera di Ferdinand de Saussure, linguista e considerato il dondatore dello strutturalismo
Strutturalismo vs. struttural-funzionalismo: differenze e somiglianze Entrambi si interessano alle relazioni tra cose, tuttavia essi differiscono per alcuni aspetti importanti Struttural-funzionalisti Strutturalisti trovano l’ordine all’interno delle relazioni sociali si basano principalmente sul ragionamento induttivo sono in genere interessati alle strutture di pensiero tanto quanto lo sono alle strutture sociali spesso utilizzano un metodo che è in primo luogo deduttivo, vale a dire basato su certe premesse. preferiscono prima stabilire le possibilità logiche, e poi vedere come la «realtà» vi si adatta
Ferdinand de Saussure e la linguistica strutturale nato a Ginevra nel 1857 e quasi contemporaneo Durkheim. In vita fu conosciuto soprattutto per i suoi studi comparativi e storici sui sistemi vocalici indoeuropei, mentre la sua fama postuma è dovuta soprattutto alle sue lezioni, raccolte e pubblicate a suo nome nel 1916, tre anni dopo la sua morte in seguito conosciute come il Corso di linguistica generale (1916) o semplicemente il Corso Questo libro segna la prima messa in rilievo dell’analisi strutturale e sincronica nello studio del linguaggio. Esso rappresenta anche la fondazione della semiologia o semiotica e l’alba dello strutturalismo
Quattro distinzioni chiave Saussure introdusse un certo numero di distinzioni oggi di uso comune sia in linguistica sia nelle scienze sociali: diacronico e sincronico langue e parole sintagmatico e associativo (paradigmatico) significante e significato.
Diacronico/sincronico La distinzione tra studio diacronico e studio sincronico della lingua fu il punto in cui egli ruppe in modo più significativo con i suoi contemporanei che tendevano a interessarsi solo al primo: il mutamento della lingua nel tempo Come abbiamo visto in antropologia, applicando questa distinzione, l’evoluzionismo e il diffusionismo possono essere considerate prospettive diacroniche, mentre la maggior parte delle scuole di pensiero possono essere viste come essenzialmente sincroniche, con in mezzo un certo numero di prospettive interattive. Per i veri saussuriani tuttavia, non esiste una via di mezzo: la distinzione tra dia-cronico e sincronico è assoluta
Langue/parole Langue e parole sono le parole francesi che significano rispettivamente «lingua» e «la lingua come effettivamente è parlata»: Langue è la «lingua» nel senso della struttura linguistica o della grammatica e, per analogia, può essere la grammatica della cultura oltre che della lingua. Parole significa «lingua» nel senso delle espressioni effettivamente pronunciate che, per analogia, può riferirsi al comportamento sociale di individui reali In genere un ricercatore sul campo, in linguistica o in antropologia, si muove dal livello della parole a quello della langue, vale a dire, dalle cose che gli individui concreti dicono o fanno a una descrizione generale del comportamento linguistico o sociale appropriato
Relazioni sintagmatiche Le relazioni sintagmatiche sono letteralmente quelle presenti all’interno di una frase L’esempio dei semafori: i colori verde, giallo e rosso intrattengono l’uno con l’altro una relazione sintagmatica, così come i significati culturali a loro associati: via libera, attenzione, obbligo di fermarsi.
Relazioni associative o paradigmatiche Al contrario, esiste una relazione paradigmatica tra gli elementi di questi due sintagmi o «frasi»: Il colore rosso e l’obbligo di fermarsi sono parte dello stesso paradigma: un semaforo rosso significa l’obbligo di fermarsi; tuttavia non significa obbligo di fermarsi in senso assoluto, ma solo all’interno di quel particolare quadro di riferimento Questo esempio illustra il carattere relazionale degli elementi presenti in una grammatica culturale: In un contesto politico, per esempio, esso significa qualcos’altro: le coccarde indossate dai politici inglesi indicano l’appartenenza al partito laburista (rossa) in quanto opposta a quella al partito conservatore (blu) o aquello liberaldemocratico (gialla); oppure l’essere comunisti in opposizione all’essere anarchici (neri), per quanto riguarda le bandiere portate dai rivoluzionari come ci ricordano i saussuriani le parole desumono il loro significato dal contesto
Significante/significato Il significante, ovvero la parola o il simbolo che stanno per qualche cosa, e il significato, ovvero il concetto per cui stanno la parola o il simbolo costituiscono ciò che Saussure chiama il «segno», la cui caratteristica più importante è quella dell’«arbitrarietà» Con questo termine egli intendeva dire che non esiste nessuna relazione naturale tra le proprietà fonologiche di una parola e il suo significato. In modo simile, gli elementi simbolici della cultura traggono il loro significato in conformità con quella data cultura e al contesto: come era solito dire Edmund Leach, una corona può indicare la sovranità o può stare per una marca di birra
La scuola di Praga Dopo Saussure altri linguisti svilupparono ulteriori idee seguendo le linee da lui suggerite. Il centro di questa attività era Praga, dove si era stabilito l’esule russo Roman Jakobson Questi linguisti «funzionalisti», come a volte erano chiamati, svilupparono complesse teorie delle relazioni tra le strutture fonologiche. Importante è la loro nozione di «tratti distintivi», che sono analoghi a quelli che gli antropologi chiamano opposizioni strutturali o binarie Il riconoscimento della natura binaria della distinzione sorda-sonora più il riconoscimento del fatto che tale distinzione è inserita in un sistema più ampio (in questo caso fonologico), è tutto ciò di cui si occupa lo strutturalismo I lavori di Lévi-Strauss sulla parentela, il simbolismo, la mitologia, e così via, si basano tutti su principi simili
Lévi-Strauss e l’antropologia strutturale Il tratto caratteristico del contributo di Lévi-Strauss è stato la ricerca della struttura di tutte le strutture possibili La sua antropologia rappresenta il punto più alto del principio dell’unità psichica o, come la chiama Lévi-Strauss, dell’esprit humain —un termine che a volte è tradotto approssimativamente con «inconscio collettivo» In antropologia, lo strutturalismo non s’interessa semplicemente alla struttura sociale o alla forma strutturale nel senso che questi termini hanno in Radcliffe-Brown, ma anche alla struttura delle idee.
Nell’opera di Lévi-Strauss, in special modo, si sostiene che le strutture siano costruite su una base razionale piuttosto che su una empirica ciò equivale a dire che un lévistraussiano prima medita sulle possibilità logiche di qualcosa, e solo in seguito considera gli esempi in etnografia Nella concezione di LéviStrauss è importante che l’antropologo abbia una visione della società in grado di ammettere al suo interno ogni possibilità logica
L’esempio dei cristalli Consideriamo una delle analogie fatte da Lévi-Strauss stesso, la struttura dei cristalli: quando un fisico studia le proprietà matematiche di un cristallo non è probabilmente interessato a particolari cristalli concreti (che avranno dei difetti) ma piuttosto a qualche cristallo ideale perfetto. La formazione dei cristalli concreti dipende dall’effetto delle variazioni di temperatura e pressione, dalla presenza di corpi esterni, e così via. In natura non si trovano cristalli perfetti in modo assoluto; si trovano nella mente. Lévi-Strauss, quindi, è interessato alle strutture ideali della società, e questo in due sensi: 1) nel senso di ciò che è nella sua mente e 2) nel senso di ciò che è nella mente delle persone con cui l’etnografo lavora.
Il poststruttualismo in antropologia L’antropologia femminista P Il poststruttualismo in antropologia L’antropologia femminista P. Bourdieu
Hanno in comune: Presa di distanza dalle idee più formali del funzionalismo e dello strutturalismo in direzione di una comprensione più libera, e tuttavia più complessa, delle relazioni tra cultura e azione sociale Uso di modelli strutturali (e tuttavia dinamici) per spiegare l’azione sociale in quanto inserita nella cultura Interesse per la questione del potere
I Post-strutturalisti in particolare si caratterizzano per: La critica del pensiero strutturalista svolta principalmente in termini strutturalisti Aver indicato la strada per: la spiegazione dell’azione l’indagine accurata del potere la decostruzione di colui che scrive in quanto creatore di discorsi Il post-strutturalismo, quindi, sfiora gli interessi tipici dei transazionalisti, dei marxisti, dell’antropologia femminista e postmodernista In senso lato, il post-strutturalismo è una forma di post-modernismo, così come lo strutturalismo è la forma primaria del «tardo modernismo» in antropologia
Il femminismo Negli ultimi venti anni, il femminismo ha acquisito lo status di paradigma teorico non solo nell’area degli studi sul genere, ma anche in tutta l’antropologia A partire da un interesse che metteva al centro le donne e la subordinazione delle donne per sé ha sviluppato un riflessione più generale: sulle relazioni di potere, su questioni come: la riflessività, il genere dell’etnografo, la posizione dell’etnografo nella ricerca sul campo. Anch’esso ha quindi stretti legami con molte cose presenti nell’agenda postmoderna, benché non tutte le femministe affermino di essere post-moderniste né tutte le post-moderniste siano femministe
I battitori liberi Secondo Barnard molti sarebbero i “battitori liberi”, cioè colori che non rientrano nei paradigmi maggiormente codificati nei quali si articola il dibattito antropologico: autori che di collocano ai confini fra diverse scuole di pensiero o che occupano una posizione autonoma come Gregory Bateson e Mary Douglas
Il poststrutturalismo e l’antropologia Prospettiva soprattutto francese Va al di là dei confini tra le discipline Il tratto più saliente del post-strutturalismo è la riluttanza ad accettare la distinzione tra soggetto e oggetto implicita nel pensiero strutturalista, in particolar modo in quello di Saussure Attori sono: il filisofo marxista Louis Althusser, lo psicanalista Jacques Lacan, il sociologo e antropologo Pierre Bourdieu il filosofo e storico Michel Foucault che, con Bourdieu, ha avuto una profonda influenza sull’antropologia sociale nel corso degli ultimi venti anni. oltre al critico letterario Jacques Derrida cui è associata l’idea stessa di post-struturalismo
La teoria della pratica di Bourdieu Elementi salienti del pensiero di Bourdieu: Critica dello strutturalismo perché si focalizza sul modello, sul codice, mentre la comprensione di un attore richiede che ci si impegni nello studio della performance Superamento delle distinzioni sistema/evento, regola/improvvisazione, sincronico/diacronico e langue/parole e di una visione statica della struttura, a favore di un nuovo ordine basato su ciò che egli chiama habitus
L’habitus L’habitus è a metà strada tra l’oggettivo e il soggettivo, il collettivo e l’individuale. E’ culturalmente definito, ma il suo luogo è la mente dell’individuo. L’habitus è un tipo di struttura dell’azione sociale compiuta da esecutori culturalmente competenti E analogo alla concezione di Noam Chomsky di «competenza» linguistica, l’idea secondo la quale un madrelingua ha nella sua mente un modello intuitivo che genera la «esecuzione» dell’atto linguistico Piuttosto che da istituzioni sociali, l’habitus è costituito da «disposizioni» che i membri di una cultura sanno intuitivamente utilizzare Gli individui compiono delle scelte su quali disposizioni seguire e quando, a seconda della comprensione che hanno di esse all’interno dell’habitus e della loro posizione nel sistema degli eventi
Habitus e Potere Gli individui, tuttavia, non hanno tutti un accesso uguale ai processi di assunzione delle decisioni. Questo è il punto in cui entra in gioco il potere. La teoria del potere di Bourdieu, implicita nella sua “teoria della pratica”, dice che quelle persone che possono imporre agli altri la loro «tassonomia pratica» del mondo, acquisiscono potere Ciò può essere fatto con: l’insegnamento ai più giovani la dominazione culturale
Bourdieu e l’antropologia contemporanea Bourdieu è diventato uno degli autori più citati e ammirati all’interno dell’antropologia. Al giorno d’oggi, praticamente tutti i ricercatori sul campo hanno il desiderio di abbinare la loro base metodologica di matrice boasiana o malinowskiana (osservazione partecipante, uso della lingua indigena, ricerca di connessioni raccolta di dettagli per un lungo arco di tempo), con la ricerca dell’habitus, che potrebbe essere in grado di spiegare le azioni compiute dai loro informatori