A) il persistere del problema di sanità pubblica – sia preventivo che clinico – delle malattie da infezione, anche alla luce dell’emergenza di nuovi patogeni.

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Transcript della presentazione:

a) il persistere del problema di sanità pubblica – sia preventivo che clinico – delle malattie da infezione, anche alla luce dell’emergenza di nuovi patogeni ed alla riemergenza di patogeni ormai ritenuti scomparsi; b) la presenza del rischio di patologie associate all’immigrazione ed infettive emergenti e riemergenti, ivi comprese le patologie da importazione e quelle potenzialmente riferibili ad agenti coinvolti in azioni per il bioterrorismo; c) l’opportunità di definire una rete di strutture idonee a dare risposte organiche per la sorveglianza ed il controllo delle infezioni nosocomiali e per il monitoraggio delle resistenze verso farmaci antimicrobici.

Si trattava, in sostanza, di fotografare una determinata situazione organizzativa per valutare se, a fronte delle sfide di sanità pubblica, che la globalizzazione impone ed anche in relazione alla moderna visione di un sistema sanitario avanzato, le strutture di diagnostica microbiologica fossero distribuite, disegnate a gestire in modo adeguato o se, al contrario, fosse necessario procedere ad una migliore, più efficace e più efficiente, ridistribuzione delle risorse.

Il punto di partenza per una riorganizzazione dei Servizi di Microbiologia deve essere quello di istitutire una Struttura Complessa di Microbiologia per Provincia o area vasta (può essere sia sovra che sottoprovinciale, dipende dalla situazione geografica).

La Struttura Complessa deve essere diretta da un Microbiologo specialista, non necessariamente deve includere tutti i settori specialistici (subspecialità) della disciplina (Batteriologia, Micologia, Parassitologia, Virologia, Sierologia e Biologia Molecolare). Dovrebbe essere istituita presso l’Azienda ospedaliera più importante della provincia o area vasta. La dotazione di personale dovrebbe prevedere almeno un laureato per ogni settore specialistico attivato. Si terrà conto inoltre, nell’ambito di quanto previsto dalle normative di legge per l’accreditamento dei professionisti, delle numerosità dei campioni che debbono essere eseguiti nelle varie subspecialità prevedento anche, laddove nell’area non si raggiungono i numeri di esami sufficienti, ad identificare centri Regionali ed anche sovraregionali.

La Struttura Semplice di Microbiologia potrebbe invece essere istituita presso tutti gli altri centri laddove si eseguano esami Microbiologici. La struttura può avere sezioni subspecialistiche (o settori specialistici) compatibilmente con la presenza di specialisti microbiologi, presso le quali possono comunque essere svolti esami anche provenienti da altre unità di Microbiologia dell’area. La Struttura Semplice sarà diretta da un Microbiologo specialista. Negli ospedali con un ridotto numero di posti letto (inferiore a 150?) non si dovrebbero prevedere Strutture Semplici di Microbiologia e dovrebbe essere attivato un servizio di trasporto dei campioni presso la Struttura di Microbiologia più vicina geograficamente e più facilmente raggiungibile (onde ridurre al minimo i tempi di trasporto)

Strutture Complesse e Strutture Semplici, afferiscono a un Dipartimento di Microbiologia di tipo orizzontale. Se si ipotizza l’istituzione di un Dipartimento di Microbiologia per provincia, a questo dovrebbero afferire le SS di più ULSS che verrebbero così sganciate dai Dipartimenti di Patologia o di Medicina di Laboratorio. Il budget per la gestione delle SS dovrebbe passare dalla ULSS di appartenenza alla ULSS o all’Azienda Ospedaliera di cui fa parte la SC (sede di direzione di dipartimento) che diventerebbe così “core” scientifico, organizzativo e gesionale del Dipartimento orizzontale.

Un’organizzazione di questo tipo presenterebbe i seguenti vantaggi: 1.Porterebbe tutta l’attività di microbiologia diagnostica sotto il diretto controllo di Microbiologi, sganciandola dal Dipartimento di Medicina di Laboratorio o di Patologia Clinica. 2.Permetterebbe una migliore utilizzazione delle risorse, accorpando in un’unica sede esami poco frequenti o di una certa complessità. 3.Permetterebbe di creare reti di laboratori per studi epidemiologici e per il controllo delle malattie da infezione sia ospedaliere che del territorio.