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Transcript della presentazione:

Stampa a caratteri mobili L’introduzione della stampa determina: lo sviluppo della scienza del Rinascimento anche in funzione del graduale aumento del mercato librario l’emergere della figura dello stampatore / tipografo come comunicatore le prime resistenze all'uso della stampa, soprattutto tra i ‘pratici’ in quanto si teme la perdita del privilegio esclusivo sull’invenzione e sulle sue applicazioni i primi tentativi di utilizzare la stampa per istruire sui procedimenti tecnici (ad es. nell’ambito della produzione tessile) A partire dalla metà del Quattrocento, l’introduzione della stampa a caratteri mobili contribuisce allo sviluppo della scienza del Rinascimento anche in funzione del graduale aumento del mercato librario ‘specializzato’, mentre favorisce in generale l’emergere della figura dello stampatore come comunicatore. D’altro canto, vanno considerate anche le prime resistenze all'uso della stampa, soprattutto tra i ‘pratici’ attivi nelle diverse tecniche, in quanto si teme la perdita del privilegio esclusivo sull’invenzione e sulle sue applicazioni, in seguito all’ampia diffusione e condivisione delle informazioni a mezzo stampa. Ed in effetti già intorno alla metà del Cinquecento si registrano i primi tentativi di utilizzare la stampa per istruire sui procedimenti tecnici fino ad allora trasmessi solo oralmente nell’ambito dell’apprendistato.

Ad esempio, nel campo della produzione tessile, Giovanventura Rosetti pubblica a Venezia nel 1548 un compendio di arte tintoria che avrà una grande fortuna e diffusione, con molte riedizioni e traduzioni fino all’inizio del Settecento. Il volume contiene una raccolta di "ricette" per tingere i diversi tessuti con tutti i coloranti naturali conosciuti all'epoca.

Libri Il libro consente: un ampio utilizzo delle potenzialità comunicative offerte dalla stampa da parte degli scienziati Indubbiamente, molto più dei tecnici, gli scienziati si resero conto molto presto delle enormi potenzialità comunicative e ‘auto-promozionali’ offerte dalla stampa, soprattutto attraverso la realizzazione di libri ed opuscoli a carattere monografico.

E’ il caso di scienziati anche autorevoli come Galileo Galilei o Isaac Newton: Galileo si dimostrerà un abile comunicatore attraverso il mezzo della stampa, in particolare nella celebre opera “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” pubblicata a Firenze nel 1632.

la questione dello stile e dei modelli narrativi da adottare La scelta del libro come principale mezzo di comunicazione scientifica implica tuttavia alcuni problemi: la questione dello stile e dei modelli narrativi da adottare i costi elevati delle illustrazioni l’eccessiva lunghezza dei tempi di pubblicazione La scelta del libro come principale mezzo di comunicazione scientifica comporta tuttavia alcuni problemi, diversi tra loro ma ben evidenti e chiaramente percepiti dalla metà del Cinquecento fino almeno alla fine del Settecento: - la questione dello stile e dei modelli narrativi da adottare in un linguaggio scientifico non ancora interamente codificato nei suoi diversi ambiti disciplinari - i costi elevati delle illustrazioni - l’eccessiva lunghezza dei tempi di pubblicazione

Comunicazione epistolare Questa tipologia viene adottata in ambito scientifico fin dalla prima età moderna, in quanto permette di ottenere: una buona rapidità di comunicazione e informazione su ricerche personali ed attività istituzionali (ad es. accademie scientifiche) uno strumento condiviso per discussioni e dibattiti, eventualmente aperti al pubblico nel caso di corrispondenza pubblicata su periodici In realtà, anche dopo l’introduzione della stampa, la comunicazione manoscritta continuerà ad utilizzare il canale privilegiato dello scambio epistolare, ampiamente adottato fin dall’Antichità anche per la trasmissione di informazioni di carattere scientifico. La lettera consente infatti di ottenere: - una buona rapidità di comunicazione ed informazione su ricerche personali ed attività istituzionali (come nel caso delle accademie scientifiche tra Seicento e Settecento) - un buon livello di condivisione delle informazioni in occasione di discussioni e dibattiti, soprattutto nel caso di corrispondenza pubblicata su periodici

Ecco ad esempio un caso di comunicazione epistolare manoscritta tra due scienziati di fine Settecento in relazione all’attività dell’Accademia delle Scienze di Mantova. Esempio di comunicazione epistolare manoscritta tra due scienziati del Settecento in relazione all’attività dell’Accademia delle Scienze di Mantova (1779)

Un esempio di lettera pubblicata sul periodico accademico “Memorie di matematica e fisica della Società Italiana” (stampato a Verona nel 1786) contenente un saggio di argomento paleontologico scritto nel 1784 dal naturalista Lazzaro Spallanzani, professore di Storia Naturale all’Università di Pavia e indirizzato allo scienziato svizzero Charles Bonnet. Esempio di lettera pubblicata sul periodico accademico “Memorie di matematica e fisica della Società Italiana” (Verona, 1786)

Un’altra lettera pubblicata sul periodico scientifico veneziano “Nuovo Giornale d’Italia, spettante alla storia naturale e principalmente all’agricoltura alle arti ed al commercio” nel 1781, contenente informazioni sulla prossima pubblicazione di una nuova rivista (“gazzetta”) scientifica a Vienna, con informazioni sulle modalità di abbonamento (sottoscrizione) per i lettori italiani interessati.

Infine, un esempio di volume realizzato nel 1776 con una raccolta di lettere di argomento scientifico e dedicato ad un viaggio in Italia con finalità di ricerca naturalistica ed in particolare mineralogica. Esempio di volume costituito da una raccolta di lettere di argomento scientifico (1776)

Stampa periodica Nell’ambito del rapporto tra stampa periodica e discipline scientifiche negli ultimi quattro secoli si devono considerare i seguenti elementi: l’importanza crescente dell'articolo scientifico rispetto alla monografia lo sviluppo dei giornali eruditi e degli ‘atti’ o ‘memorie’ di accademie scientifiche fin dal secolo XVII la nascita dei giornali scientifici nella seconda metà del secolo XVIII lo sviluppo delle riviste di divulgazione scientifica dalla seconda metà del secolo XIX Come abbiamo visto, soprattutto a partire dalla fine del Seicento, le lettere considerate di particolare importanza per il dibattito scientifico in corso, vengono pubblicate con sempre maggiore frequenza su riviste e periodici a diffusione europea. Nell’ambito del rapporto tra stampa periodica e discipline scientifiche negli ultimi quattro secoli si devono quindi considerare i seguenti elementi: - l’importanza crescente dell'articolo scientifico rispetto alla monografia - lo sviluppo dei giornali eruditi e degli ‘atti’ o ‘memorie’ di accademie scientifiche fin dal secolo XVII - la nascita dei giornali scientifici specialistici nella seconda metà del secolo XVIII - lo sviluppo delle riviste di divulgazione scientifica dalla seconda metà del secolo XIX

Manifesto del Giornale de’ Letterati di Roma (1668) informazioni sui “buoni libri” (abstracts e recensioni) resoconti di “esperimenti, osservazioni e curiosità naturali” imitazione del Journal de Sçavans di Parigi - “una relatione dell’esperienze naturali, e curiosità, che s’anderanno osservando in Italia, e de’ libri, ch’in essa si stamperanno”. Una delle prime riviste erudite in lingua italiana e con una spiccata caratterizzazione scientifica è il “Giornale de’ Letterati di Roma”, che intendeva offrire informazioni sui “buoni libri” (abstracts e recensioni), resoconti di “esperimenti, osservazioni e curiosità naturali”, seguendo il modello dell’autorevole Journal de Sçavans di Parigi Il manifesto del “Giornale de’ Letterati”, pubblicato nel 1668, recita come segue: “Quanto d’utile rechi alla Repubblica Letteraria la notitia de’ buoni libri assai manifestamente appare, mentre che altri non resti ingannato dalle grandi promesse de’ frontispicij, alle quali bene spesso i libri non corrispondono, e sa dove cercar le dottrine, l’erudizione ne’ i suoi bisogni. Quindi è, ch’il Giornale de i dotti, ò eruditi, ò vogliamo dire de i letterati pochi anni sono introdotto in Parigi, ed imitato altrove è stato ricevuto con molto applauso, poiché riferisce i titoli de’ Libri nuovi, e fa di quelli un ristretto, portando qualche cosa delle più singolari, che siano in essi, il che reca non ordinario diletto. S’accresce poi di gran lunga questo per gli esperimenti, osservazioni, e curiosità naturali, che vi pone, di modo che la lettura del sudetto Giornale hà mosso molti poco pratici della lingua Francese à desiderarne la tradutione, e altri i quali benché intendano quell’Idioma non possono haver comodità di farlo venire, ò d’haverlo per leggere à lor’agio. E noi per servire alla curiosità di questi ci siamo volentieri indotti ad abbracciar questa fatica, e vogliamo che non sia senza un atto di gratitudine verso l’Autore del Giornale Francese al qual vogliamo nell’istesso genere dare proportionata corrispondenza, e cioè à dire una relatione dell’esperienze naturali, e curiosità, che s’anderanno osservando in Italia, e de’ libri ch’in essa si stamperanno”

Frontespizio del primo numero del Journal des Sçavans, pubblicato a Parigi il 5 gennaio 1665.

Dal Manifesto del Giornale de’ Letterati di Roma (1668): “Quanto d’utile rechi alla Repubblica Letteraria la notitia de’ buoni libri assai manifestamente appare, mentre che altri non resti ingannato dalle grandi promesse de’ frontispicij, alle quali bene spesso i libri non corrispondono, e sa dove cercar le dottrine, l’erudizione ne’ i suoi bisogni. Quindi è, ch’il Giornale de i dotti, ò eruditi, ò vogliamo dire de i letterati pochi anni sono introdotto in Parigi, ed imitato altrove è stato ricevuto con molto applauso, poiché riferisce i titoli de’ Libri nuovi, e fa di quelli un ristretto, portando qualche cosa delle più singolari, che siano in essi, il che reca non ordinario diletto. S’accresce poi di gran lunga questo per gli esperimenti, osservazioni, e curiosità naturali, che vi pone, di modo che la lettura del sudetto Giornale hà mosso molti poco pratici della lingua Francese à desiderarne la tradutione, e altri i quali benché intendano quell’Idioma non possono haver comodità di farlo venire, ò d’haverlo per leggere à lor’agio. E noi per servire alla curiosità di questi ci siamo volentieri indotti ad abbracciar questa fatica, e vogliamo che non sia senza un atto di gratitudine verso l’Autore del Giornale Francese al qual vogliamo nell’istesso genere dare proportionata corrispondenza, e cioè à dire una relatione dell’esperienze naturali, e curiosità, che s’anderanno osservando in Italia, e de’ libri ch’in essa si stamperanno”

Ecco un esempio di periodico scientifico italiana di fine Settecento, comprendente articoli originali e saggi tradotti da altri periodici europei.

Ed ecco un esempio di periodico accademico, i “Commentarii” dell’Istituto ed Accademia delle Scienze di Bologna, pubblicati però in latino, lingua ancora utilizzata, sia pure in misura minore del francese, per la comunicazione scientifica intorno alla metà del Settecento.