“IN VARIETATE CONCORDIA” IERI: INTEGRAZIONE NELL’ANTICA ROMA PAESAGGIO E INTEGRAZIONE OGGI: - DEFINIZIONE INTEGRAZIONE - NEL MONDO E IN ITALIA - ITALIANI IN ALTRI STATI
NELL’ANTICA ROMA … Già nell’antica Roma i romani furono in grado di integrare popoli di diversa cultura in un’unità politica e non etnica, cioè estesero la civitas oltre i confini dell’urbs. Essi erano molto diversi dai Greci, i quali rivendicavano la purezza etnica. (tratto da M. Sordi, “Storia greca e romana, Jaca Book, Milano, 1992, pp67-73)
PAESAGGIO E INTEGRAZIONE Dai romani fino ad ora ci sono stati altri casi di integrazione nel corso della storia; un esempio lampante si può trovare in Sicilia, l’isola italiana che ha subito diverse conquiste a opera di vandali, ostrogoti, bizantini, arabi e normanni. L’integrazione di queste culture si possono osservare nella Cappella Palatina di Palermo in cui convivono tradizioni artistiche differenti.
INTEGRAZIONE L’ integrazione è un adattamento a un sistema sociale di cui si accettano norme e valori culturali, però ciò deve portare a una trasformazione anche per la società che accoglie gli stranieri; infatti essa deve riconoscere e rispettare i saperi e i valori portati dagli immigrati.
INTEGRAZIONE Gli immigrati attraversano tre fasi del processo di integrazione: l’adattamento: bisogna adattarsi a una nuova lingua, a un nuovo ambiente di lavoro e di vita; modificando, almeno nelle forme più visibili, il comportamento e accettando nuove regole di vita. L’integrazione: dopo essersi adattato, lo straniero integrato non ha perso il legame con le sue origini, conserva abitudini e tradizioni alimentari e religiose della propria comunità, senza però alcun progetto di ritornare in patria. L’assimilazione: dopo qualche generazione, i figli e i nipoti degli immigrati parlano correttamente la lingua locale, anche se conservano elementi culturali e linguistici dell’etnia dei genitori e dei nonni. (tratto da “Il pianeta che verrà”, vol. 1, edizioni Loesher, 2011)
INTEGRAZIONE NEL MONDO La concessione della cittadinanza viene conferita agli immigrati in quattro casi: Diritto di sangue (in latino ius sanguinis) che indica l'acquisizione della cittadinanza nel caso in cui almeno un genitore dell’immigrato sia in possesso della stessa cittadinanza. Ius soli indica invece l'acquisizione della cittadinanza per il fatto di nascere nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori.
Matrimonio con cittadino dello Stato Naturalizzazione, cioè il riconoscimento di requisiti (residenza da un certo numero di anni sul territorio dello Stato, assenza di precedenti penali, ecc.) (tratto da wikipedia)
Gli immigrati, a volte, non sono visti di buon occhio però bisogna considerare due fenomeni: il “brain drain” e il “brain waste”. BRAIN DRAIN: indica l’emigrazione verso Paesi stranieri di persone di talento o alta specializzazione professionale. Tale termine è riferito al cosiddetto “capitale umano". Il fenomeno è generalmente visto con preoccupazione perché rischia di rallentare il progresso culturale, tecnologico ed economico dei Paesi dai quali avviene la fuga, fino a rendere difficile lo stesso ricambio della classe docente. La mobilità degli studiosi è un fenomeno comune fin dagli albori delle università e di per sé un fattore di arricchimento culturale e professionale, perché la ricerca non conosce frontiere. Il problema nasce quando il saldo tra gli studiosi che lasciano un Paese e quelli che vi ritornano o vi si trasferiscono è negativo.
BRAIN WASTE: indica lo spreco di capitale umano, cioè quando i più istruiti migrano, e ciò comporta una perdita per il Paese. (tratto da wikipedia) Bisognerebbe prestare attenzione a questi fenomeni, perché a volte sprechiamo le potenzialità degli immigrati, che molte volte, pur essendo istruiti, sono ridotti a lavori per i quali esse non vengono sfruttate.
IN ITALIA Sul tema della cittadinanza «l'Italia è pronta ad approfondire, senza rigidità, pregiudizi e lontano da schemi ideologici. È pronta ad affrontare il tema «senza nascondere la testa», ha affermato il ministro all'Integrazione nel corso del suo intervento alla cerimonia di consegna della cittadinanza simbolica ai milanesi figli di stranieri ma nati in Italia, organizzata dal Comune del capoluogo lombardo. Il ministro Kyenge ha ribattuto: «è la società che ci chiede di affrontare la questione, per questo chiedo serietà e pazienza per parlarne in tutti i luoghi». «Nel Paese si aspetta un ampio dibattito», ha aggiunto. A livello regionale, in termini assoluti, è sicuramente la Lombardia la regione in cui l’applicazione dello ius soli avrebbe più impatto, in quanto qui si concentrano oltre un quarto delle nascite, a seguire il Veneto e l’ Emilia Romagna, rispettivamente con il 12,7% e il 12,3% delle nascite. Se venisse cambiata la legge 80 mila figli di stranieri diventerebbero nuovi italiani. (tratto da “Il Messaggero”, 21 maggio)
In Italia ci sono molti immigrati che non hanno ancora la cittadinanza, anche se dovrebbero avere lo ius soli. Il giornalista Roberto Saviano proprio a questo proposito ha portato tre ospiti nella puntata di domenica 26 maggio 2013 di “Che tempo che fa” su rai tre. Si chiamano Valentino, Ramin e Anastasio Moothen; quest’ ultimo ha 24 anni, è nato e cresciuto a Parma da genitori delle Mauritius. Cittadino italiano da due anni, ha preso parte al documentario nazionale “18 ius soli" sui nuovi italiani. "
Gli italiani mi considerano uno straniero che parla parmigiano", dice a Fabio Fazio e Roberto Saviano, raccontando che avrebbe voluto entrare nell'esercito. Questa è la vicenda di uno dei tanti ragazzi che aspettano da tempo di diventare cittadini italiani raccontando la loro storia e i loro progetti per il futuro che però sono incerti a causa della mancanza di cittadinanza.
Immigrati italiani nel mondo A volte sono proprio gli italiani che stanno “dall’altra parte”, cioè sono gli immigrati in altri Paesi. Soprattutto l’America nei secoli XIX e XX è stata colpita da forti migrazioni ad opera di italiani in cerca di fortuna, oggi infatti sono presenti minoranze italiane in Argentina e Stati Uniti. A volte questi emigrati fanno davvero fortuna e si trovano ai vertici della società; un esempio è l’italiano Sal Albanese in corsa per diventare sindaco di New York.
SAL ALBANESE: UN ITALIANO IN CORSA PER DIVENTARE SINDACO DI NEW YORK Sal Albanese, nato in Calabria, è emigrato negli USA quando aveva otto anni. Ora aspira a prendere il posto di Bloomberg. Afferma: “Il mio piano e' rivoluzionare il nostro sistema scolastico creando un centro di benessere pediatrico per chi ha basso reddito di fronte alla citta'. Vorrei anche battermi per creare posti di lavoro ben pagati per gli newyorkesi. Infine, la cosa piu' importante, vorrei rispondere alla gente e dare loro voce in Municipio''. (tratto da MNews.it)