ELEMENTI DI TECNICA REDAZIONALE C.D. ANALISI DEL LINGUAGGIO IL CORRETTO UTILIZZO DELLE FORMULE LA NECESSITA’ DI UN UTILIZZO STANDARDIZZATO di Stefano Villamena (Università di Macerata) 1
PREAMBOLO: parte iniziale La formula “Premesso che” si usa per richiamare gli elementi di fatto e di diritto da cui inizia a delinearsi l’esigenza di adottare l’atto e, quindi, che hanno dato l’impulso al procedimento amministrativo. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Segue … la formula “Premesso che” Questa formula descrive gli atti o i fatti che hanno determinato l’avvio del procedimento - i fatti (es. il comportamento del destinatario del provvedimento) - gli atti (es. l’istanza dell’interessato) - gli accertamenti (es. la verifica di una circostanza) - le norme giuridiche (es. l’articolo di legge da applicare) di Stefano Villamena (Università di Macerata)
PREAMBOLO: parte iniziale “Dato atto che” è la formula da usare per attestare elementi oggettivi che l’organo competente ad adottare l’atto si limita a fotografare senza fare alcuna valutazione. “Preso atto che” è una formula analoga a quella precedente, con la sottile differenza che con la formula “Dato atto che” l’organo attesta, mentre con “Preso atto che” l’organo registra un dato al di fuori dell’ente. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Le altre formule Accertato che Verificato che Riscontrato che Constatato che di Stefano Villamena (Università di Macerata)
apposita attività di indagine, Spiegazione Queste formule vanno usate quando i dati che si allegano al preambolo del provvedimento sono il risultato di apposita attività di indagine, che si acquisisce senza fare alcuna valutazione di Stefano Villamena (Università di Macerata)
“Rilevato che” è la formula da utilizzare quando su elementi accertati, o noti, l’organo competente esprime una prima valutazione di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Motivazione “Ritenuto che” “Considerato che” “Valutato che” Sono formule da utilizzare per descrivere i contenuti che possono e/o devono essere riportati nella parte dedicata alla motivazione di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Ricordare sempre che se l’atto è discrezionale va ben motivato “Il riconoscimento a favore della Regione di un pregnante potere di interdizione in materia di realizzazione di nuove centrali termoelettriche, esige che l’esercizio di tale potestà altamente discrezionale avvenga nel rispetto degli obblighi procedimentali oggi sanciti nella legge n. 241 del 1990 e che dunque la Regione svolga una compiuta istruttoria e fornisca una motivazione chiara e controllabile delle proprie decisioni, affinché il diniego all’intesa non si trasformi, nei fatti, in un atto politico insindacabile da parte del giudice amministrativo” (T.A.R. PUGLIA - sentenza 24 settembre 2009 n. 2102) di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Parte finale del preambolo “Visto e richiamato” sono formule da utilizzare per il richiamo sintetico di tutte le norme applicate nella procedura e nel provvedimento finale di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Il dispositivo E’ la parte precettiva dell’atto amministrativo Contiene: - una manifestazione di volontà oppure: una manifestazione di scienza – conoscenza, o di valutazione – giudizio. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
A seconda del tipo di provvedimento … il dispositivo è introdotto da un verbo del tipo: delibera, decreta, ordina, determina, dispone, ecc. di Stefano Villamena (Università di Macerata) 12
ELEMENTI ACCIDENTALI DEL DISPOSITIVO - esecutività dell’atto - soggetti cui l’atto va comunicato, notificato, trasmesso - uffici o ai soggetti ai quali compete provvedere all’esecuzione e/o agli uffici che devono controllare che esso avvenga - termine e autorità cui è possibile ricorrere nel caso di atti che devono essere notificati al destinatario. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Altri elementi essenziali per la validità del provvedimento Indicazione dell’amministrazione per cui il provvedimento “traduce” un’azione di gestione e del soggetto che adotta l’atto o del suo delegato; Visto di copertura finanziaria, indicato nel corpo del provvedimento o come sua integrazione necessaria per l’esecutività; Data di adozione; Sottoscrizione del soggetto che lo adotta. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Il luogo dell’atto - è l’indicazione del luogo in cui l’atto amministrativo è stato adottato, che può essere diverso da quello in cui l’atto produce i propri effetti. - Il luogo di adozione degli atti coincide con quello dove l’atto è stato sottoscritto, nel caso di provvedimento adottato da un organo monocratico, o con quello dove è avvenuta la votazione, nel caso di deliberazione adottata da un organo collegiale. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Rilevanza del “luogo” Il luogo di adozione dell’atto in genere non ha importanza, salvo che la legge non richieda che sia adottato in un luogo particolare di Stefano Villamena (Università di Macerata)
La data Può essere posta all’inizio o alla fine dell’atto amministrativo ed indica il momento della sua adozione. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Tale momento generalmente coincide con la sottoscrizione: Segue: la data Tale momento generalmente coincide con la sottoscrizione: - in caso di atti adottati da organi individuali - con la votazione, la verifica e la proclamazione del relativo esito, in caso di atti adottati da organi collegiali di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Al fine di ridurre gli spazi di incertezza è opportuno … 1. Sotto il profilo della corretta stesura dell’atto, che lo spazio riservato alla sottoscrizione sia sempre munito dell’indicazione dattiloscritta o a stampa o con timbro, del nome e del cognome del soggetto che deve firmare, della qualifica posseduta e del servizio in cui opera oppure della carica che riveste. di Stefano Villamena (Università di Macerata)
Al fine di ridurre gli spazi di incertezza è opportuno … 2. Per quanto riguarda la sottoscrizione con timbro riportante il nome a stampatello o con timbro a tampone che riproduce la firma autografa o con la dicitura firmato, essa non è valida se apposta sull’originale dell’atto adottato. 3. E’ invece valida se apposta sulle copie. di Stefano Villamena (Università di Macerata)