L’epistemologia genetica

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Transcript della presentazione:

L’epistemologia genetica Piaget L’epistemologia genetica

Tra biologia e logica psicogenesi della conoscenza e delle strutture stesse che operativamente costruiscono se stesse ed i propri oggetti; Intelligenza come una delle forme di adattamento degli organismi all’ambiente; Adattamento come equilibrio tra “assimilazione” e “accomodamento”; Sviluppo: modalità e tempi secondo cui stati di equilibrio e stati di disequilibrio si succedono dialetticamente.

Relazione soggetto-oggetto ASSIMILAZIONE: dal soggetto alle cose; ACCOMODAMENTO: dalle cose al soggetto; Gli stati di provvisorio equilibrio corrispondono agli stadi evolutivi dell’intelligenza: Senso-motoria, Rappresentativa (egocentrismo), Pre-operatoria, Operatoria concreta (reversibilità e costruzione delle invarianti), Logico-formale (il reale che si subordina al possibile).

Soggetto costruttore Dalla prospettiva piagetiana emerge un soggetto costruttore della rete di strutture mentali da cui deriva l’intero ordine e l’intelligibilità del mondo circostante; Il movimento dell’assimilazione tende a dare agli oggetti la forma determinata dalle strutture cognitive interne, ma l’accomodamento indica un simultaneo processo di graduale trasformazione delle strutture interne che accompagna il percorso evolutivo.

Dallo sviluppo all’apprendimento Lo sviluppo è più importante dell’apprendimen­to e quest’ultimo dipende dallo stadio di sviluppo; L’indivi­duo è solo con la sua esperienza e le sue interpretazioni, come avulso dalla storia e dal contesto di relazioni sociali; Il linguaggio è solo lo strumento della rappresentazione simbolica di operazioni e di concetti intramentali; Perché un organismo non rimane nel suo equilibrio statico? Cosa lo spinge a cambiare il suo stato, ad esporsi al rischio di perdere se stesso?

Il socio-culturalismo di Vygotskij.

Pensiero e linguaggio (1) Relazioni tra pensiero e linguaggio; V. nega la concezione dell’egocentris­mo infantile come fase intermedia tra il pensiero autistico primitivo e il pensiero socializzato; “La funzione iniziale del linguaggio è la funzione della comunicazione, del legame sociale, dell’azione su coloro che sono attorno, sia dalla parte degli adulti che dalla parte del bambino. Così il primo linguaggio del bambino è puramente sociale. [...] Solo più tardi, nel processo della crescita, il linguaggio sociale del bambino, che è multifunzionale, si sviluppa secondo il principio della differenziazione in funzioni particolari e ad una certa età deve differenziarsi nettamente in linguaggio egocentrico e comunicativo”

Pensiero e linguaggio (2) Nel bambino, intorno ai due anni di età, le linee di sviluppo del pensiero e del linguaggio si incrociano e tendono a coincidere, tanto che “il linguaggio diventa intellettivo e il pensiero diventa verbale”. Questo risultato implica che anche nell’adul­to non tutte le manifestazioni verbali si debbano necessariamente qualificare come connesse col pensiero e, anche, che non tutte le attività di pensiero sono verbalizzate.

Contesto e apprendimento Un concetto non si sviluppa isolatamente, né separato dagli altri costituenti della compagine cognitiva interna, né dal rapporto linguistico-comunicativo con l’esterno, né dalla pressione verso la soluzione di un qualche problema; Concetti quotidiani (o spontanei): si formano nell’esperienza diretta di casi concreti e particolari; Concetti scientifici: vengono insegnati come dati estranei all’esperienza; La differenza tra il processo di apprendimento e sviluppo dei concetti spontanei e quello di apprendimento e sviluppo dei concetti scientifici è analogo alle differenze che corrono tra apprendimento della lingua materna e quello di una seconda lingua.

Dall’apprendimento allo sviluppo I concetti scientifici vengono rielaborati e resi significativi allorché, partendo dall’insegnamen­to, vengono correlati con il patrimonio di concetti spontanei già posseduti dal soggetto, reinterpretati e riformulati alla luce della rete di significati già esistente; Per prendere coscienza, bisogna possedere ciò di cui si deve prendere coscienza”; Asimmetria tra la logica dell’apprendimento/insegnamento e ritmo dello sviluppo;

ZSP (zona di sviluppo prossimale) La determinazione della ZSP risulta dal confronto dei risultati che due soggetti della stessa età mentale ottengono quando vengono posti di fronte a compiti destinati ad età successive; La ZSP si estende tra le abilità attuali e quelle accessibili con l’aiuto e l’imitazione; La ZSP fissa i limiti e le possibilità di apprendimento significativo, di quel tipo di apprendimento che, diversamente dal semplice addestramento, si traduce in un guadagno per lo sviluppo; È efficace soltanto l’appren­dimento a scuola che va avanti allo sviluppo e trascina lo sviluppo dietro di sé. Ma è possibile insegnare al bambino soltanto ciò che è già capace di apprendere. L’apprendimen­to è possibile là dove vi è la possibilità dell’imitazione”.