Prof. De Giorgio Luciano da un articolo di Anna Oliviero Ferraris.

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Transcript della presentazione:

Prof. De Giorgio Luciano da un articolo di Anna Oliviero Ferraris

In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo incremento della pubblicità rivolta allinfanzia (in particolare ai bambini al di sotto dei tre anni) I pubblicitari cercano di penetrare nelle loro menti per insinuare il virus della fidelizzazione a un certo prodotto (insieme di azioni di marketing volte al mantenimento della clientela già esistente) I consulenti dei pubblicitari in questa operazione sono gli psicologi

Oggi i pubblicitari vogliono catturare anche le menti e i cuori dei più piccoli al di sotto dei tre anni, per i seguenti motivi: 1. questi piccoli rappresentano un mercato molto importante (dai giocattoli, ai dolciumi, dai programmi televisivi alle videocassette); Anche se sono i genitori ad acquistare, i bambini sanno come ottenere: nag factor (fattore tormento) 2. Attraverso i capricci i bambini possono spezzare le resistenze dei genitori inducendoli ad acquisti che altrimenti non farebbero. Per i pubblicitari sanno bene che il bambino è il loro migliore agente dentro casa: alla mamma consiglierà la pasta che non scuoce, i biscotti più freschi, mentre al papà lultimo modello di cellulare, di automobile etc. 3, I bambini di oggi rappresentano il mercato adulto di domani: è su di essi, quindi, che bisogna lavorare I PICCOLISSIMI COME TARGET

I pubblicitari hanno, quindi, bisogno di penetrare sempre più nella mente dei bambini I pubblicitari vogliono saper dagli psicologi quali colori usare, quali mascotte o personaggio abbinare ad un prodotto, a quale età si incomincia a rispondere alle celebrità dello spettacolo, dello sport, in quale fase dello sviluppo il bambino incomincia ad apprezzare i giochi di parole, quando nasce lumorismo Tutto questo sta suscitando perplessità in tutti coloro che sostengono la libertà e lautonomia del bambino e che vorrebbero una crescita senza pressioni

Si tratta dellultima novità del marketing statunitense È una strategia messa a punto dai pubblicitari con la consulenza di esperti psicologi delletà evolutiva Usando il bambini come arma: i pubblicitari cercano di spingere il genitore allangolo Uno dei fondamenti su cui si basa tale tecnica di vendita è di far sentire OUT coloro che non possiedono un determinato prodotto Manipola le emozioni le emozioni dei bambini, inducendo sentimenti di carenza e inadeguatezza e mina alla base il rapporto genitori-figli

I bambini piccoli imparano molto più rapidamente degli adulti perché provvisti di pensiero critico e di esperienze precedenti A 6-8 mesi, i bambini che vengono esposti al televisore incominciano a formarsi delle immagini mentali dei loghi e dei personaggi associati ai vari prodotti A 2 anni può avere inizio il processo di fidelizzazione alla marca (una sorta di attaccamento) A 3 anni un bambino americano su cinque (prima ancora di saper leggere) è già in grado di fare richieste specifiche, pronunciando il nome e la marca del prodotto preferito (a cui è stato condizionato) obiettivo: legarlo al prodotto

Una campagna pubblicitaria ben congegnata può interferire nel rapporto genitori-figli Il bambino considera cattivo il genitore che non soddisfa le sue richieste Leffetto nag factor si fa sentire ovunque, nei paesi occidentali, in quelli orientali.