Spazio e territorio. Spazio e territorio.

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l’evoluzione del pensiero sul rapporto società-ambiente determinismo ambientale possibilismo probabilismo volontarismo pianificazione territoriale.
Transcript della presentazione:

Spazio e territorio

La Teoria Generale dei Sistemi nell’analisi geografica sistema: insieme di elementi e di attributi interrelati che costituiscono “forse” un tutto organico più o meno strutturato

coesione massa efficienza quantità di risorse fisiche ed antropiche, Sistema territoriale coesione valori ed interessi socio-culturali che identificano il sistema efficienza fattori che influenzano la produttività del sistema massa quantità di risorse fisiche ed antropiche, attuali e potenziali

metodologie dell’analisi geografica

Modelli di analisi spaziale: principi generali la “distanza” è un fattore fondamentale di distribuzione organizzata delle attività umane le decisioni di localizzazione generalmente sono prese evitando gli “effetti frizionali” della distanza le diverse localizzazioni derivanti dalle attività umane sono dotate di diversi gradi di accessibilità le attività umane tendono ad “agglomerarsi” per sfruttare le economie di scala esterne (economie di agglomerazione) l’organizzazione delle attività umane nello spazio ha carattere “gerarchico”

Lo Stato (1) elementi costitutivi Territorio confini Popolazione nazione Governo Organizzazione Sistema di circolazione Sovranità Riconoscimento internazionale

Lo Stato (2) organizzazione politico-amministrativa Stato unitario Stato regionale Stato federale

L’evoluzione del pensiero sul rapporto società-ambiente determinismo ambientale possibilismo probabilismo volontarismo pianificazione territoriale

Pianificazione territoriale Complesso di attività volte a programmare e coordinare l’organizzazione e la gestione pubblica e privata del territorio, inteso come bene comune produttivo di beni materiali e immateriali, immediati e futuri.

Aménagement du territoire Azione volontaria e meditata di una collettività sul suo territorio, sia a livello locale (pianificazione rurale, urbana, locale), sia a livello regionale (grandi pianificazioni regionali, bonifiche), sia a livello nazionale (pianificazione del territorio)

La terminologia anglosassone Physical planning Economic land planning Land utility planning Social planning Regional planning

I settori della pianificazione Urbana politica della città/delle città Rurale bonifiche (idrauliche, integrali) Paesaggio Localizzazione industriale

Le scale della pianificazione nazionale regionale locale

Zonazione suddivisione dello spazio geografico per l’implementazione della politica pubblica di uso del suolo

La zonazione nel PNALM Un'importante innovazione del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è la divisione in zone all'interno dell'area protetta (zonazione), che permette di precisare i diversi usi de territorio e le attività dell'uomo possibili e compatibili con l'esistenza dei parco stesso. Zona A - Riserva Integrale E' la parte più delicata dal lato ecologico, naturalistico e paesaggistico, e merita la conservazione assoluta. L'accesso dei - visitatori è consentito solo a piedi, possibilmente accompagnati da una guida dei Parco, lungo appositi sentieri delimitati. E' l'area del Parco dove la natura è lasciata libera di fare il suo corso. Zona B - Riserva Generale Si tratta di una grande zona "verde" poco antropizzata, che bisogna conservare e in qualche caso riqualificare. Le attività tradizionali dell'uomo, quelle agro-silvopastorali, sono consentite sotto il controllo dell'Ente. La visita è permessa a piedi e a cavallo lungo gli itinerari turistici; con mezzi motorizzati esclusivamente lungo le strade carrozzabili autorizzate al traffico. Questa zona rappresenta il punto di incontro e di convivenza tra l'uomo e la natura. Zona C - Protezione E' l'ambiente tipicamente rurale, dove predominano e vengono incoraggiate le attività agricole e pastorali, nel rispetto delle tradizioni locali. La visita è libera. Questa zona è lo spazio dove si concentrano le attività umane compatibili con la presenza del Parco. Zona D - Sviluppo E' costituita dai villaggi abitati, dove i centri storici vengono restaurati e rivitalizzati. Vi si trovano inoltre attrezzature dei Parco quali aree di pic-nic, Aree faunistiche, Centri di visita e Sentieri Natura. Questa zona consente lo sviluppo di attività culturali e ricreative per le comunità locali.

La regione turistica Una regione turistica è un’area capace di attrarre flussi costanti e periodici e in cui l’organizzazione del territorio è funzionale al soddisfacimento delle esigenze ricreative e culturali dei fruitori La configurazione turistica di una regione risulta sempre legata alla sua storia evolutiva, oltre che all’assetto paesaggistico e geomorfologico del territorio

Tipologie di regione turistica potenziale: sono presenti attrattive culturali e paesaggistiche in grado di attirare flussi turistici se valorizzate in espansione: si registra una costante espansione della domanda che permette un accrescimento dell’offerta, sia in termini qualitativi che tipologici mature: la domanda aumenta ma con tasso decrescente e si stabilizza la composizione tipologica dei flussi sature: le capacità di carico del territorio e del sistema di accoglienza sono superate, diminuisce l’attrattività della regione e si verifica una dequalificazione dei flussi e dell’immagine in declino: si registrano una flessione accentuata della domanda e una dequalificazione dell’offerta

Forme di integrazione dell’offerta turistico-ricettiva Verticale (ad es. tour operator) Orizzontale (catene alberghiere franchising o corporate) Sistemica (comprensori, consorzi turistici, sistemi turistici locali)

La capacità di carico turistico La capacità di carico di una regione turistica può essere definita come il massimo numero di persone che possono utilizzare la regione medesima senza provocare un’alterazione dell’ambiente fisico, culturale e socio-economico, o un forte declino nella qualità del vissuto. Due sono quindi i punti di vista dai quali analizzare la c.d.c.: Dal punto di vista del turismo passivo (ambiente fisico, culturale, socio-economico): la c.d.c. rappresenta il massimo numero di turisti che l’area può ospitare senza che ne risulti un danno all’ambiente fisico o un impoverimento delle peculiarità socio-culturali ed economiche della comunità locale; Dal punto di vista del turismo attivo (il turista e l’immagine turistica della regione): la c.d.c. è il numero di visitatori compatibile con l’immagine del prodotto turistico e con il tipo di esperienza ambientale e culturale che i turisti cercano. Il calcolo della capacità di carico di un’area turistica rappresenta, quindi, uno strumento per valutare i termini entro i quali lo sviluppo turistico può progredire senza distruggere le risorse stesse da cui esso dipende, garantendo, nel contempo, la soddisfazione degli obiettivi dell’industria turistica, dei turisti e, ovviamente, della popolazione locale.

METODI PER FAR FRONTE ALLA SATURAZIONE Incrementare la capacità Espandere la capacità dei servizi di pubblica utilità Espandere la capacità dei servizi di trasporto pubblico e infrastrutture Creare nuovi percorsi e migliorare quelli esistenti Distribuire opuscoli per sensibilizzare i turisti Incoraggiare la popolazione locale a partecipare al turismo Limitare la pressione Localizzare le attrazioni ad alto utilizzo vicino ai punti di accesso per ridurre la domanda di trasporto Disperdere le attrazioni turistiche per limitare la congestione Sviluppare e promuovere nuovi centri di attrazione Ridurre la stagionalità (politiche di prezzo) Limitare l’accesso Prezzi maggiori per gli alloggi turistici o per i biglietti Proibire la costruzione di nuove infrastrutture Stabilire un numero massimo di alloggi nell’area Limitare i parcheggi e la disponibilità di posti Pedonalizzare i centri Numero massimo di persone che possono accedere in un determinato luogo di interesse turistico Chiudere alcuni luoghi (aree ecologicamente sensibili) in determinati periodi

le nuove tendenze del turismo dalle 4 S (sun, sea, sand, sex) alle 4 E (équipment, encadrement, évenément, environnement) nuova terminologia for nuovi turismi (turismo post-moderno, soft tourism, slow tourism, special interest tourism, “no frills”, Total Leisure Experience) il ruolo di internet la “rivoluzione” del low cost nuove tipologie di destination management (sistemi turistici locali, distretti turistici, distretti culturali, parchi letterari etc.) nuove forme di ospitalità (b&b, agriturismi, alberghi diffusi, borghi-alberghi)

Destination Un’offerta spazialmente determinata che si fonda su un aggregato di risorse, attività e attori, il cui funzionamento deve interpretarsi come un sistema complesso in cui possono convivere e intrecciarsi molteplici prodotti e forme di aggregazione e in cui l’interdipendenza economica e decisionale dei numerosi attori che ne fanno parte può dar luogo a situazioni di coordinamento e integrazione diverse per grado e modalità (Tamma, 2002)

I Sistemi Turistici Locali nella L. 135/2001 Contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate

come fattore di sviluppo economico. La cultura si sta affermando come una componente fondamentale del welfare oltre che come fattore di sviluppo economico. Le politiche di valorizzazione dell’arte e della cultura, in una società sempre più globalizzata, si pongono al centro di nuove strategie per la competitività territoriale, il recupero delle identità culturali, il benessere dei cittadini (Federculture, III Rapporto Annuale, 2006)

Cultural Heritage Ciò che contiene tutti i segni che documentano le attività e i risultati dell’azione umana nel tempo; il prodotto e la testimonianza di tradizioni, sentimenti e tendenze spirituali diversi e del passato, perciò un elemento essenziale dell’identità di un popolo (Unesco) Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge aventi valore di civiltà. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge (Codice dei Beni Culturali)

Il concetto di bene culturale Il concetto di bene culturale, nell’accezione attuale, comprende i beni di interesse non solo archeologico, storico, artistico, archivistico e librario, ma anche ambientale e paesaggistico Il paesaggio è quindi da considerare un bene culturale e gli elementi naturali, qualora acquisiscano la funzione di spazio vissuto e di simbolo identitario, rientrano nel patrimonio culturale di un luogo

Il paesaggio culturale Il paesaggio è l’ipostasi della storia nel territorio, ne rivela la complessa fisionomia e consente di riconoscere e interpretare i segni della natura, degli uomini e delle loro interrelazioni. Un paesaggio diventa culturale quando riesce a metabolizzare nella sua essenza un valore simbolico, diventando il palinsesto sedimentato e complesso dell’identità culturale di un popolo. Ogni cultura instaura un rapporto con la natura, creando luoghi con specifici caratteri, che divengono specchio della società che li ha creati. Nel paesaggio culturale sono individuabili i mutamenti sociali, il modificarsi dei modi dell’abitare, di produzione, delle forme urbane, delle attività economiche. Un paesaggio è quindi il prodotto di una determinata cultura in un determinato luogo. “Piuttosto che essere un contrappunto di dettagli pittoreschi, il paesaggio è un insieme: una convergenza, un momento vissuto” (Eric Dardel, 1952)

Il paesaggio è una qualità del territorio e anche una risorsa: come la fertilità del terreno, la presenza d’acqua, d’una miniera o d’un pozzo di petrolio. Alcuni paesaggi divengono l’emblema di piccoli spazi. Altri si diffondono sull’intera faccia del globo. Ogni paesaggio, esteso o angusto, racchiude capitoli e frammenti della lunga storia della natura e della breve storia dell’uomo. Ma è grazie all’uomo che il paesaggio diventa tale, acquista la sua essenza di qualità e di risorsa di un territorio. Come ogni risorsa, il paesaggio – inteso come “materia prima” - ha bisogno che ci sia qualcuno che lo scopra, che ne descriva le peculiarità, che lo metta in valore. Il turismo, più di ogni altra attività umana, trasforma questa “materia prima” in “risorsa economica”. L’individuazione e la tutela dei paesaggi sono il presupposto per la felice esplicazione dell’uso turistico di un territorio.

Il paesaggio culturale in geografia modello: prodotto storico-sociale avente valenza esplicativa generalizzabile simbolo: insieme di segni da interpretare (Vallega). realtà esterna al soggetto, che si può indagare e rappresentare facendo uso di logica analitica realtà soggettiva che nasce all’interno del soggetto in virtù delle sue capacità di individuare nel paesaggio segni e valori

Il paesaggio culturale come estetica identità risorsa arena